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Autore: fila    29/02/2012    1 recensioni
Questa è la mia personale visione di ciò che può succedere un San Valentino qualsiasi a Volterra. Corin e Santiago, Marcus, Gianna, Demetri e Heidi, Caius e Athenodora, Aro e Sulpicia vi aspettano per festeggiare.
La storia partecipa all'iniziativa "Latin Lover" indetta da Collection of Starlight
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Corin, Volturi
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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L'uomo più fortunato che calpesta questa terra è chi trova il vero amore.

Dracula di Bram Stoker

 

 

Volterra quest

 

 

Quel martedì sera, Caius entrò nelle sue stanze, soddisfatto del buon esisto della missione.

«Demetri è sempre il migliore, Aro ha avuto ragione a volerlo con noi: gli avevo chiesto di essere a casa per le sei e così è stato!» pensò.

«Dora?» domandò e si guardò attorno.

Non vi fu nessuna risposta.

Indispettito, Caius si mise a cercare un qualche indizio che gli suggerisse dove fosse finita la moglie.

«Le avevo detto che sarei tornato presto. Che diavolo starà combinando?» pensò, giocherellando con un pacchettino regalo che teneva nella tasca della giacca. Sulla sua poltrona trovò una pergamena arrotolata e degli indumenti dall'aspetto vetusto. Incuriosito aprì la missiva e lesse il contenuto.

 

Vostra Eccellenza è atteso nella palestra alle ore 19.

È richiesto l'abito allegato alla lettera.

Si prega la puntualità.

 

«Cosa si sarà inventata, Dora? Pensavo volesse una serata romantica alle terme» si chiese, incuriosito, e guardò l'abito che assomigliava tanto a quelli che aveva indossato quando era umano.

Si cambiò e si presentò puntuale davanti alla porta della palestra: lì trovò una delle guardie minori ad attenderlo. Questi si inchinò e porse al suo signore una strana armatura con dei sensori incorporati.

«Che diavolo è questa roba?» ringhiò Caius.

«Il prode eroe deve affrontare una "quest" per ambire al premio finale, Signore» recitò la guardia.

«Cosa?!!» ululò il Volturo.

«Un premio l'attende all'interno del labirinto: ma faccia attenzione, agguati, trappole e pericoli ostacoleranno il suo cammino»

«Ma di che diamine di labirinto vai cianciando? Quella è solo la nostra palestra!» chiese Caius, stralunato.

La guardia aprì la porta e Caius si rese conto che la palestra era stata trasformata in un intricato dedalo: era avvolto da una fitta nebbia artificiale al profumo di pesca, che inibiva l'uso della vista e dell'olfatto ipersviluppati tipici dei vampiri.

Un sorriso soddisfatto comparve sul viso del Volturo. «Ben fatto, amore!» esclamò e prese il fucile laser che gli stavano porgendo.

«Buona ricerca, Signore» gli augurò la guardia e chiuse la porta della palestra a chiave.

Caius cominciò ad avanzare, cauto, nel labirinto.

«Sarà un gioco da ragazzi arrivare al centro, foschia o non foschia il mio senso dell'orientamento è infallibile!» pensò soddisfatto. In quel momento i muri che componevano il labirinto si mossero cambiando completamente la loro disposizione.

«Brava, Dora, più la caccia è complicata, maggiore sarà la soddisfazione quando vincerò!» disse ad alta voce e si mosse verso il sentiero alla sua destra. Un paio di angoli più avanti, il suo istinto da guerriero lo salvò dall'agguato di un Minotauro, armato di pistola laser, che, subito, iniziò a sparargli. Caius si lasciò cadere a terra, evitando i colpi, rotolò lateralmente e riuscì a colpire l'avversario. Il vampiro travestito si inchinò e abbandonò l'arena.

Caius si rialzò, soddisfatto, e ricominciò ad avanzare evitando, abilmente, sia le botole segrete nascoste nel pavimento, che gli oggetti acuminati scagliati, a sorpresa, dalle pareti o dal soffitto. In rapida successione sconfisse Medusa, un Gigante, Polifemo, un Centauro e una Furia.

Riuscì, finalmente, a giungere al centro del labirinto: in una teca di cristallo brillava un piccolo oggetto di metallo.

«Ho vinto!» esclamò sicuro di sé Caius. Si avvicinò alla teca e allungò una mano per afferrare il tesoro, quando all'improvviso vide, con la coda dell'occhio, una figura silenziosa incombere alle sue spalle. Il Volturo evitò per un soffio di essere colpito e cercò, invano, di bloccare il nuovo avversario. Il misterioso nemico scomparve nella nebbia e per poi ricomparire ad intervalli irregolari, là dove Caius meno se lo aspettava. Alla fine, ringhiando, Caius abbandonò l'arma e si lanciò alla sua sinistra, per ingaggiare un corpo a corpo, nel punto in cui aveva intuito la presenza dell'altro vampiro. I due rotolarono avvinghiati e andarono a sbattere contro la teca, che cadde a terra rompendosi in mille frammenti. L'ambito tesoro finì sul pavimento, vicino alla testa dell'avversario, oramai immobilizzato.

«Tutta questa fatica per la chiave delle terme, amore mio?» chiese Caius alla moglie, che ancora si divincolava per sottrarsi alla sua presa. «Se credevi di aver perso la chiave, bastava chiedere quella di riserva a Gianna: lei ne ha una copia» continuò con tono serio.

Athenodora sorrise al marito. «Ho notato che una bella battaglia migliora le tue performance, quindi...» ammiccò con fare malizioso.

«Forse hai ragione.» Caius le rivolse il suo tipico ghigno furbo. «Non ci resta che verificare la tua ipotesi, Dora, e poi non vedo l'ora di godermi il solo premio che abbia mai desiderato: te!» Caius si alzò, baciò la moglie e la prese in braccio. «Perché l'uomo più fortunato che calpesta questa terra è chi trova il vero amore.»

 

 

 

 

Note: Devo ammettere che scrivere il capitolo su questa coppia è stato, per me, veramente ostico. Poi una cara amica mi ha fatto notare che "Caius e Dora sono due tipetti particolari, non ce li vedo a scambiarsi gesti zuccherosi" (grazie mille <3).

Spero vi sia piaciuto.

  
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