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Autore: Ryta Holmes    29/02/2012    1 recensioni
"Può la perfezione assoluta andare d’accordo con il suo opposto? E L’amore, è vero che non ha ostacoli?" --- Una vecchia fanfic che ha atteso una decina d'anni per essere pubblicata. Un nuova storia che però riprende i personaggi della storica "Il mio destino è qui con te".
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Desclaimer: i personaggi di Harry Potter non sono miei, se lo fossero sarei ricca e pubblicherei su carta tutti questi vaneggiamenti!
 
Salve a tutti… da quanto non pubblico sul fandom di Harry Potter? Da una vita… e lo faccio di nuovo semplicemente perché ho ritrovato questa vecchissima fanfic nel dimenticato hard-disk… e proprio non ricordo perché non l’ho mai più pubblicata.
Questa storia fa parte di una serie che scrissi circa dieci anni fa (per cui abbiate pietà se lo stile è poco curato) e che dovevano far parte di un seguito alla mia storica “Il mio destino è qui con te”.
Alla fine è uscita fuori una storia tutta nuova con nuovi personaggi e solo l’ombra di quelli da me creati tanti anni fa, compare in questa ff.
La pubblico adesso, perché mi dispiace lasciarla lì dimenticata… e chissà che qualche mio vecchio lettore non si ricordi di me =)
Detto questo… buona lettura!
 

L’AMORE NON HA OSTACOLI
 
RITORNO AD HOGWARTS

 
CAPITOLO 1

 
Il pesante carrello cigolava mentre la giovane Emily Weasley si dirigeva verso la solita barriera che l’avrebbe condotta verso l’espresso per Hogwarts. Con molta nonchalance, sospinse il carrello nella colonna tra i binari nove e dieci della stazione di King’s Cross, a Londra, mentre i suoi due fratelli gemelli litigavano per chi dovesse passare per primo. Prima di comparire davanti all’espresso per Hogwarts scarlatto, sentì sua madre che richiamava all’ordine i gemelli.
- Oh, avanti ragazzi, passerete insieme no?-
Emily attese che anche il resto della famiglia passasse attraverso la barriera. Vide comparire Thomas e Joey,  i suoi due fratelli che si spintonavano; avevano i capelli di un color rosso rame, e gli occhi chiari vivaci e sfuggenti, che nascondevano chissà quante monellerie. Avevano compiuto da poco quindici anni e stavano per cominciare il quinto anno ad Hogwarts, ma a volte sembrava che dimostrassero molto meno della loro età. Emily sorrise pensando a come in quello fossero identici ai loro zii…
Poi comparve sua madre; anche se aveva superato i quarant’anni era ancora una bella donna. Alta e slanciata, aveva i capelli mossi e castani, che ondeggiavano ad ogni suo passo. I suoi occhi color caffè erano attenti ad ogni cosa, e in quel momento severi, mentre ammoniva i due figli esasperata dai loro litigi.
- Ragazzi vi ho detto di piantarla, non vi sopporto più! Andate a trovare un posto libero invece di blaterare, forza!- i due ragazzi, controvoglia si avviarono e la donna si avvicinò alla figlia più grande, identica a lei. Se non fosse stato per gli anni di differenza, le avrebbero scambiate per due sorelle.
- Allora Emily, li affido a te, come al solito!- disse la donna rassegnata. La ragazze le sorrise.
- Non ti preoccupare mamma, ormai sono abituata alle loro birichinate, e poi ci sarei stata attenta comunque visto che sono diventata Caposcuola!- la rassicurò Emily sfiorando la targhetta scintillante che portava appuntata sul petto.
- Già, Caposcuola… sono fiera di te Emily, sei proprio degna di tua madre! Speravo così tanto che al settimo anno tu lo diventassi!- Emily sorrise alla madre e l’abbracciò.
- Ora devo andare mamma, devo assicurarmi che quelle piccole pesti non dimentichino qualcosa!- disse allegra salutando la madre – Mi raccomando salutaci papà!-
- Contaci!- rispose la donna dandole un bacio -… e buono studio!- la ragazza fece un gesto d’intesa alla madre, e si allontanò verso il treno. Mancavano cinque minuti alla partenza ed Emily iniziò a cercare un posto sui vagoni, ed eventualmente le sue amiche o i suoi fratelli. Poi in uno degli ultimi scompartimenti, notò i gemelli che si sbracciavano per attirare l’attenzione. Emily si avvicinò.
- Vieni con noi, qui c’è posto… e poi siamo in compagnia!- esclamarono in coro. La ragazza entrò nello scompartimento incuriosita, mentre i suoi fratelli, molto gentilmente, le prendevano il pesante baule e la gabbia con la civetta che aveva con sé e notò una bambina di undici anni, che la salutava sorridente. Aveva lunghi capelli nerissimi, leggermente mossi e dei profondi occhi verdi. Aveva un’espressione molto dolce e il sorriso che le illuminava il volto magro, la accentuava ancora di più.
- Ciao Lily! Sei già qui allora!- le disse Emily allegramente, mentre le stampava un bacio con lo schiocco sulla guancia e la piccola la ricambiava con un abbraccio.
- Sì, sono qui da mezz’ora! Mamma aveva un’intervista da fare per il giornale alle undici in punto, e papà lo sai che è in ritiro con la squadra… perciò la mamma mi ha accompagnato prima e io vi ho aspettato!- Emily le rispose arruffandole dolcemente i capelli.
- Capisco, comunque ci sono io con te, vedrai ti aiuterò ad ambientarti!-
- Non vedo l’ora Emily! Mamma mi ha detto che Hogwarts è fantastica, e poi sono sicura di entrare a Grifondoro come i miei genitori! - continuò poi la bambina con una nota di entusiasmo nella voce. Emily annuì divertita, poi rivolse l’attenzione ai gemelli che erano entrati sbuffando, un po’ per il carico pesante, e un po’ perché si erano pentiti di quella gentilezza.
- La prossima volta te lo porti da sola!- sbuffò Thomas.
- Oh avanti Tom! Per una volta che mi fai un favore!- le ultime parole di Emily quasi non si sentirono, perché il treno prese a fischiare e a mettersi in moto. La piccola Lily trattenne a stento un urletto di gioia, mentre si lasciavano alle spalle la stazione. Gli altri si accomodarono sui sedili e si prepararono ad un lungo viaggio.
Ormai dal finestrino non si poteva più scorgere il paesaggio, perché l’oscurità della sera aveva avvolto ogni cosa e i vetri riflettevano solo le immagini all’interno dello scompartimento. La piccola Lily lasciava trasparire da un’ora la sua impazienza; era quasi tutto il giorno che erano in viaggio e tutto il suo entusiasmo sembrava essere svanito, dopo il passaggio della signora grassottella, che portava il carrello con i dolci. Nonostante tutto però, l’atmosfera all’interno era allegra, grazie ai due gemelli. Finalmente una voce metallica annunciò che mancavano cinque minuti all’arrivo e Lily balzò in piedi entusiasta. Emily si preoccupò, non appena il treno prese a fermarsi, di accompagnarla dal guardiacaccia Hagrid, che come di consueto accompagnava gli studenti del primo anno, nella particolare traversata del lago.
- Ciao Hagrid, come va?- salutò Emily.
- Oh, ciao Emily - rispose il gigante – PRIMO ANNO DA QUESTA PARTE!… ci vediamo anche quest’anno eh?- continuò sorridendole da sotto la barba cespugliosa che si faceva sempre più bianca, mentre chiamava a sé gli studenti del primo anno; poi posò lo sguardo sulla bambina che Emily accompagnava e la osservò con curiosità.
- Da quest’anno abbiamo una nuova compagnia, Hagrid!- spiegò la ragazza, mentre la piccola Lily fissava il gigante con stupore. Hagrid cambiò espressione e chiese ad Emily sbalordito:- Non sarà mica…?- Emily annuì sorridendo, e senza aggiungere altro, distolse lo sguardo dal viso quasi commosso del guardiacaccia, per posarlo su Lily.
- Allora piccola, io devo andare. Tu va’ con Hagrid, ci vediamo dopo a scuola, ok?- Lily annuì troppo eccitata per preoccuparsi di rimanere da sola e non attese nemmeno che Emily sparisse dalla sua vista, per unirsi agli altri ragazzi del primo anno.
La ragazza seguì i gemelli su una delle solite carrozze senza guida che portavano al castello. Era come lo ricordava, sempre imponente e spettacolare e si rammaricò al pensiero che quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbe visto così. Dal momento che era Caposcuola, accompagnò gli studenti delle classi inferiori fino alla Sala Grande e poi si unì a loro quando si accomodarono lungo uno dei quattro, lunghi tavoli che percorrevano l’immensa stanza illuminata dalle centinaia di candele che volteggiavano in aria. Emily alzò meccanicamente lo sguardo al cielo, incrociando il paesaggio spettacolare che si stagliava in alto; sorrise mentre osservava il cielo stellato che aveva sempre reso speciale quella Sala. Per tutta l’enorme stanza, si diffondeva un intenso vociare, mentre tutti attendevano che entrassero gli studenti del primo anno. Emily osservò il tavolo degli insegnanti, constatando che erano gli stessi dell’anno prima. C’erano Hagrid, che insegnava Cura delle Creature Magiche, il professor Paciock, il docente di Erbologia, che insegnava in quella scuola da circa cinque anni, cioè da quando la vecchia professoressa Sprite era andata in pensione; alla sua destra l’antipatico professor Piton, l’insegnante di pozioni, discuteva senza scomporsi con il docente di Difesa contro le Arti Oscure, il professor Malfoy. Al suo fianco vi era la sedia vuota della professoressa di Trasfigurazione, la McGranitt, in quel momento impegnata ad accogliere i ragazzi del primo anno. Lo sguardo attento di Emily, si spostò dall’altro lato, verso il professore McSmith, di Storia della magia, il piccolo professor Vitious, di Incantesimi, la professoressa Vector, di Aritmanzia, la materia che Emily preferiva, come lo era stato per sua madre e cosa molto insolita, la professoressa Cooman, la docente di Divinazione. A Emily vennero meccanicamente in mente le parole di sua madre, che si era sempre opposta al fatto che lei avesse scelto di studiare quella materia al posto di Babbanologia; a lei tutto sommato non dispiaceva, senza contare che anche la materia che preferiva di più era una pratica di Divinazione e di Babbani ne sapeva abbastanza; senza contare che non se la cavava affatto male e spesso riusciva anche a prevedere qualcosa. Concluse la carrellata degli insegnanti, volgendo gli occhi al centro, dove troneggiava come sempre il preside della scuola, Albus Silente, solo che era un po’ diverso da come i genitori di Emily lo ricordavano; infatti, da circa sei anni, dirigeva la scuola sotto l’aspetto di un fantasma. Era morto di vecchiaia, così avevano riferito i medimaghi, ma evidentemente il forte attaccamento ai suoi ragazzi e il senso di protezione che aveva nei confronti degli studenti che provenivano da famiglie Babbane, avevano fatto in modo che lui rimanesse tra i vivi, anche se sottoforma di fantasma. E così era ancora lì, che osservava i suoi studenti sorridente attraverso gli occhiali a mezzaluna, mentre si massaggiava la barba più argentea del normale.
- Ciao Emily!- i suoi pensieri furono interrotti da alcune voci familiari, si voltò di scatto e vide le sue due migliori amiche, che le sedevano di fronte. Emily sorrise allegra.
- Salve ragazze, è da tanto che non ci vediamo!- rispose al saluto.
- Già, ci sei mancata così tanto in questi due mesi, meno male che esiste la posta via gufo!- Annah e Jody, erano l’una l’antitesi dell’altra. La prima timida e dolce, la seconda forte e decisa. Una biondissima e con gli occhi color del cielo, l’altra con la capigliatura rosso scuro e gli occhi corvini, ma scintillanti. Erano le migliori amiche di Emily, ma potevano vedersi solo nel periodo della scuola, perché tutte e tre abitavano troppo lontano per vedersi anche l’estate. Ma questo non aveva mai incrinato la loro amicizia, perché assieme erano sempre state un vero trio. Emily era contentissima di poterle rivedere dopo tanto tempo, nonostante si fossero sentite via posta per tutto il periodo di vacanza, tanto che spesso avevano avuto problemi con i loro gufi, troppo stanchi per i lunghi viaggi ininterrotti.
Gli studenti del primo anno tardavano ad arrivare e i gemelli cominciarono a lamentarsi ad alta voce, a causa della fame. Emily si voltò verso di loro, mostrando un’aria truce: capiva che fossero affamati dopo un lungo viaggio, ma lei era pur sempre una Caposcuola e doveva mantenere l’ordine! Essendo riuscita a zittire i fratelli, spostò lentamente lo sguardo sul resto della tavolata e si fermò su un ragazzo. Era ancora lì, pensò, mentre lo osservava che giocherellava con indifferenza con le posate d’oro. Marck Lawrence, questo il suo nome, era un ragazzo molto particolare. Da tutti gli insegnanti era considerato uno scapestrato; era lo studente che faceva perdere più punti di tutte le quattro Case! Quasi tutti gli studenti provavano timore per lui, anche se non si era mai sentito che avesse commesso qualcosa; si limitava solo a non essere presente e a non seguire le lezioni e in più andava in giro con la divisa sempre in disordine, la cravatta perennemente allentata e i primi due bottoni eternamente sbottonati. Per quello era diventato il terrore della professoressa McGranitt, la persona più precisa e pignola che Emily avesse mai conosciuto… dopo sua madre ovviamente!
Nonostante fosse un bel ragazzo, Lawrence se ne stava sempre in disparte, a scarabocchiare chissà che cosa e non parlava mai con nessuno, come se nascondesse qualcosa; per questo motivo tutti lo evitavano. Ora Emily stava fissando il suo volto, gli occhi di ghiaccio fissi sul tavolo e i capelli corvini che ricadevano scompigliati sulla fronte. Sospirò, pensando che quell’anno avrebbe dovuto avere a che fare con lui parecchie volte.
- … i complimenti!- uno stralcio di una frase, la ridestò dai suoi pensieri.
- Che cosa?- chiese voltandosi verso le due amiche, che avevano sul volto un sorriso radioso.
- Ho detto che ti dobbiamo fare proprio i complimenti!- ripeté Jody, mentre indicava la spilla che Emily portava appuntata sul petto.
- Ah già, beh mia madre se lo aspettava, e un po’… anch’io- rispose arrossendo.
- E’ ovvio che te lo meritavi! Tu sei così brava e sicura, Emily! - mormorò felice la timida Annah.
Emily arrossì ancora di più – Ma dai! E’ solo molto studio e poco divertimento, niente di speciale, anzi…- le sue parole vennero interrotte dal rumore della porta della Sala che si aprivano. Ne uscirono fuori la professoressa McGranitt, seguita dagli studenti del primo anno, che timidi ed impauriti, attraversarono tutta la Sala guardandosi intorno, fino a raggiungere lo sgabello dove la professoressa di Trasfigurazione, aveva posto il famoso Cappello Parlante. Tra il gruppo, Emily scorse la piccola Lily, che a differenza degli altri sembrava molto più tranquilla e salutava dalla sua parte. La ragazza si rese conto di quanto in spavalderia somigliasse a sua madre. La professoressa McGranitt, lasciò che il cappello pronunciasse la solita filastrocca di presentazione e poi, srotolata una pergamena, iniziò a chiamare gli studenti e ad aiutarli a sistemare il cappello in testa per essere Smistati. Ad Emily era sempre piaciuta quella cerimonia, ma quell’anno le stava particolarmente a cuore, perché c’era la piccola Lily. Finalmente raggiunsero la lettera del suo cognome.
- Potter Lily – chiamò la professoressa McGranitt. In tutta la stanza riecheggiarono le voci degli studenti più anziani, perfino Marck Lawrence rivolse lo sguardo fino ad allora fisso sul tavolo, verso lo sgabello. Emily si aspettava una reazione del genere da parte degli altri ed anche la piccola Lily, perché per qualche istante perse un poco della sua temerarietà e si avvicinò al cappello con meno decisione di quel che avrebbe voluto.
- Ma allora quella è la figlia!-
- Non ci credo, è proprio lei!- Emily percepiva distintamente i sussurri degli altri, durante gli istanti di silenzio che si susseguirono prima che il cappello prendesse una decisione.
Poi urlò:- GRIFONDORO!- e la ragazzina esultante si diresse al tavolo di Emily, accolta dalle ovazioni dei suoi nuovi compagni e degli insegnanti, particolarmente di quelli che la conoscevano, come Hagrid e Neville Paciock, e di Silente, che aveva posto maggiore attenzione a quello Smistamento. Lily si sedette accanto ad Emily che l’abbracciò, al settimo cielo. Anche i gemelli e le amiche di Emily, che la conoscevano già, si congratularono con lei. Come di consueto, il professor Silente avvisò gli studenti delle regole che vigevano e di alcuni annunci di inizio anno; poi seguì l’abbondante banchetto per la gioia di Thomas e di Joey.
Qualche ora dopo, tutti gli studenti si avviarono ai loro dormitori. Emily fece strada ai ragazzi di Grifondoro, dopo essersi informata sulla nuova parola d’ordine. Raggiunsero, dopo un lungo percorso attraverso i tortuosi corridoi, la loro torre e si fermarono davanti al ritratto di una signora grassa vestita di seta.
- Parola d’ordine?- fece questa, senza scomporsi.
- Liber magi!- rispose Emily e accompagnò gli altri studenti su per il buco che era comparso dietro il quadro della Signora Grassa. Non appena furono entrati tutti, si rivolse in modo particolare ai nuovi arrivati.
- Allora ragazzi, il mio nome è Emily Weasley e sono la vostra Caposcuola. Loro sono Jody Pherson e Andrew Roberts, i vostri Prefetti – disse indicando i due ragazzi che le stavano a fianco - Se avrete qualche problema, potete chiedere pure a noi, ovviamente non staremo qui a tediarvi elencandovi tutte le regole di questa scuola, ma vi consigliamo di comportarvi bene, perché possiamo anche togliervi dei punti, se ne sarà necessario…- e a questo punto Emily cercò con lo sguardo Marck Lawrence, che se ne stava come al solito in disparte, sperando che avesse sentito -… credo che la professoressa McGranitt vi abbia già spiegato come funziona la questione dei punti, vero?- continuò; molti dei ragazzi del primo anno annuirono e così fecero anche i due gemelli.
- Sì, signora maestra!- esclamarono all’unisono, scatenando l’ilarità generale. Emily li guardò con aria severa.
- Ecco, questo è proprio quello che mi aspetto che voi non facciate!- disse irritata, osservando i più piccoli, che smisero di ridere, forse impauriti.
- Adesso vi consiglio di andare di corsa a dormire: le lezioni cominciano domani, ed è già tardi! Buonanotte ragazzi!- la maggior parte degli studenti del primo anno seguirono il suo consiglio. Lily andò a dormire solo dopo che ebbe dato la buonanotte ad Emily e persino ai due gemelli, che considerava come due fratelli e questi si dimostrarono molto più dolci con la bambina, di quanto non lo fossero con la sorella.
- Dobbiamo andare a dormire anche noi, mammina?- chiesero ad Emily, avvicinandosi al gruppo dei suoi amici.
- Potete fare quello che volete, tanto se domani arrivate in ritardo alle lezioni, ci penserà il professore della prima ora a togliervi i punti e a mettervi in punizione…- rispose acida - magari domani avrete Piton alla prima ora…- continuò poi maliziosamente la ragazza. Thomas e Joey, tremarono al pensiero di una punizione di Piton e accettarono il consiglio, allontanandosi, mormorando qualcosa come:- somiglia ogni giorno di più alla McGranitt!-
Emily si sedette stancamente su una poltrona vicino al camino scoppiettante. Le sue amiche fecero lo stesso, seguite dagli altri tre ragazzi che facevano parte del gruppo. Andrew Roberts, il Prefetto che aveva presentato, William Stuart e Michael Grey costituivano la fazione maschile del loro gruppo; anch’essi sempre assieme da quando si erano conosciuti il primo anno, erano famosi per essere ammirati da tutti. In effetti erano proprio tre bei ragazzi. Andrew, biondo con gli occhi azzurri era un Prefetto, e William e Michael due abili Cacciatori della squadra di Quidditch, entrambi castani di capelli, ma l’uno con gli occhi di un azzurro intenso e l’altro color dell’ambra. Avevano fatto amicizia con Emily, Jody e Annah, perché da subito si erano trovati in sintonia e perché erano le uniche che li trattavano come normali amici: il resto delle ragazzine preferiva osannare le loro abilità o il loro aspetto fisico, cosa che li infastidiva molto, amanti della tranquillità com’erano. Per sei anni, molti avevano pensato a tre coppie affiatate, ma tra di loro forse, non c’era di più che una semplice ma solida amicizia. Forse…
- Sono stanchissima!- sbuffò Emily.
- A chi lo dici!- la assecondò Andrew – e siamo solo al primo giorno!- anche gli altri annuirono sospirando; poi dopo aver fatto alcune chiacchiere, si salutarono e andarono a dormire. Emily, prima di entrare nel letto, prese la sua civetta grigia, chiamata Liù, e scrisse a sua madre, raccontandole di Lily, senza celare il suo entusiasmo e avvisando di riferire a sua madre che si sarebbe presa cura della piccola. Poi, stanca e assonnata salutò Liù che la becchettò dolcemente prima di sparire nel buio della notte e si addormentò pensando al duro anno che l’attendeva.   
 
Continua…
   
 
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