Nero e bianco
Doveva essere mattina perché i raggi del sole
filtravano obliqui dalla finestra di fronte e la luce andava sempre più
aumentando.
Era da almeno mezz’ora che Shen osservava i
disegni geometrici proiettati dalla luce che passava attraverso l’intelaiatura
della finestra.
:-Puoi parlare, sai? O forse non hai niente
da dire?-:
:-No, non ho proprio niente da dire-:
Rispose lui laconico.
:-Forse invece c’è qualcosa che vuoi
chiedermi-:
:-Perché dovrebbe esserci qualcosa che voglio
chiederti?-:
:-Ecco, vedi? Mi hai appena chiesto una
cosa-:
Certo, figurarsi se quella sbagliava mai!
:-Perché sono ancora vivo?-:
Chiese alla fine.
:-Domanda interessante. Forse faresti meglio
a chiederlo a lui-:
:-Lui chi?-:
Nello stesso momento fuori dalla casa si
sentì una voce che chiamava la Divinatrice, e Shen credette di riconoscerla.
:-No… “lui”… lui?-:
:-Sì, “lui” lui-:
Il limite di sopportazione di Lord Shen
cedette di schianto.
:-NOOO!!!-:
L’ultima cosa che voleva al mondo era che
quello stupido panda lo vedesse in quelle patetiche condizioni, solo non si
fermò a considerare che divincolarsi starnazzando tra bende ed ingessature era
solo un modo per peggiorare ancora la sua situazione.
:-Divinatrice Yang, sono io, Po. Ecco, vi ho
portato i manju* che vi piacciono tanto-:
:-Benvenuto, Po, aspettavo giusto il tuo
arrivo. Oh, e grazie per i dolci… tu vizi questa
vecchia capra!-:
La mastodontica silhouette del panda fece un
po’ di fatica a strizzarsi abbastanza da entrare dalla porta, ma alla fine
riuscì a passare.
Shen rimase a scrutarlo con gli occhi ridotti
a due fessure scarlatte.
“Appena mi arriva a tiro devo fargli più male
possibile!”
Pensò.
Cosa non facile visto che l’ala e la zampa
destra erano immobilizzate perché rotte e le sinistre erano impicciate da
strati di bende.
Avrebbe dovuto metterci tutta la sua astuzia
per dare una lezione a quel buffone nero e bianco.
:-Divinatrice, ma Shen non si era svegliato?
Da come lo vedo ora sembra più che altro…
addormentato, ecco-:
:-Il fatto che tu lo veda addormentato non
vuol dire che lui dorma davvero-:
Intanto Shen aspettava immobile ed
apparentemente inerte con gli occhi chiusi.
:- Che cosa strana! E va bene: c’è solo un
modo per controllare se dorme o no!-:
Il panda fece qualche passo verso di lui.
“Ecco, così… un po’
più vicino…ORA!”
Shen scattò all’improvviso ed infilzò una
paffuta zampa del panda con il suo becco affilato.
:-AHIO!-:
Bè, visto che quello stupido non aveva pensato ad
allontanarsi Shen si sentì quasi in dovere di rifilargli una seconda beccata
ancora più cattiva sul gomito, anche se era difficile capire se era veramente
il gomito sotto tutto quel lardo.
Stavolta il panda fu lesto ad indietreggiare
e Shen dovette accontentarsi di sputare con rabbia qualche pelo che gli era
rimasto nel becco.
:-Hei, che modi
sono?!-:
:-Questo è un avvertimento, panda: prova ad
avvicinarti a me ed io ti giuro che farò in modo di fartene pentire
amaramente-:
Gli sibilò contro.
A quel punto Shen si sarebbe aspettato che il
panda ricambiasse i colpi (lui lo avrebbe fatto, altroché se lo avrebbe fatto!)
o che almeno si offendesse, invece quello fece un’alzata di spalle e
indietreggiò di un paio di passi.
:-Ecco, vedi? Mi sono allontanato, va bene? Fuori
portata. Off limits. Ora possiamo parlare?-:
Istintivamente il suo becco si piegò in una
strana smorfia di sconcerto.
:-Allora sei veramente scemo! Quando dico di
non avvicinarti intendo che devi stare fuori dalla portata di tutti i miei
sensi, è chiaro?!-:
Esplose stizzito.
La Divinatrice raggiunse Po e gli mise una
zampa sulla spalla.
:-Te l’ho detto, non è ancora il momento per
questo. Forse non lo sarà mai, lo sai, vero?-:
Il panda si prese la testa tra le zampe con
un sospiro sconsolato.
:-Sì, sì, lo so… ma
tra due settimane ci sarà il Consiglio dei Maestri!-:
Il Consiglio dei Maestri?
Shen avrebbe voluto chiedere di più, ma si
rifiutava categoricamente di rivolgere la parola a quel panda.
E poi non ci voleva una particolare
intelligenza per capire che probabilmente il Consiglio dei Maestri si sarebbe
riunito apposta per lui.
Un brivido di pura indignazione gli salì
dalle viscere arruffandogli le piume.
:-A quanto pare, Shen, hai capito da solo
cosa succederà-:
Gli disse la Divinatrice.
Si avvicinò a lui e lo guardò negli occhi.
:-Il Consiglio dei Maestri si riunirà per
giudicare te, per questo, se io fossi nelle tue penne cercherei di non farmi
nemica l’unica persona che ha intenzione di difendermi. Inoltre Po è quello che
ha insistito per salvarti, quindi adesso che lo sai trattalo con più rispetto-:
Il panda aveva insistito per salvarlo?!
Quindi lui doveva la sua vita a quella cosa flaccida?! Bene, questo sì che lo
entusiasmava!
:-Sparite tutti e due-:
Sibilò tra i denti.
Loro si scambiarono un’occhiata rassegnata
come a dire “In fondo era quello che ci aspettavamo”, poi finalmente si panda
si decise a togliere l’incomodo e l’atmosfera per Shen si fece meno tesa.
“Perché quell’imbecille ha deciso di salvarmi
la vita?”
:-Non avresti dovuto fare una domanda a Po
prima che se ne andasse?-:
Gli chiese la Divinatrice.
:-Io non ho proprio niente da chiedere a quel… quel… coso!-:
:-Oh, sì invece. Non è ancora il momento, ma
un giorno tu cercherai Po e vorrai da lui delle risposte come lui le voleva da
te-:
Shen rispose con la sua migliore espressione
disgustata.
:-Sì, sì, lo so che non ti piace, ma non puoi
farci niente. E lo sai che io non sbaglio! Ora però occupiamoci di cose più
importanti: ecco qui-:
Gli mise sotto il becco qualcosa di rotondo
dal lieve colore ambrato.
:-Che roba è?-:
:-Cibo. Devi riabituarti a mangiare normalmente,
sai? Questi sono i manju che ha portato Po-:
:-Assolutamente no!-:
La capra ignorò le sue proteste e staccò un
pezzetto di dolce.
Shen avrebbe voluto rifiutare, magari con
qualche frase tagliente che facesse capire chiaramente quanto disprezzasse il
loro aiuto non richiesto, però… c’era un però:
l’odore del cibo così vicino e così invitante lo aveva immobilizzato.
“E se fosse avvelenato? No, non avrebbero
sprecato energie a prendersi cura di me se mi avessero voluto morto”
Alla fine chiuse gli occhi per risparmiarsi
di assistere alla sua stessa umiliazione ed aprì il becco.
:-Mi raccomando, ora mastica bene-:
Non che ce ne fosse bisogno, perché il manju si era sfaldato all’istante contro il suo palato
riempiendogli la bocca di un sapore dolce e farinoso che ricordava vagamente le
castagne.
Era buono, anche se detestava ammetterlo, e
dopo averne assaporato ogni singolo granello Shen si sorprese a desiderarne
ancora.
Aprì un occhio e la Divinatrice era ancora là
davanti a lui che gli porgeva un altro pezzo di manju.
:-Questo è l’ultimo, non vorrei che ti
facesse male-:
Shen prese anche quello stavolta meno a malincuore.
All’improvviso gli venne in mente che la sua
tata lo stava imboccando come quando era piccolo e quasi si strozzò.
Si rivide pulcino in giro per la città di
Gong Men, attaccato alle gonne della Divinatrice, ed
una volta lei gli aveva comprato quella stessa cosa ad una bancarella, i manju.
Strano, quel ricordo gli procurava una
violenta emozione, ma non riusciva a capire se positiva o negativa.
“Non importa, adesso non ho tempo per
occuparmi delle emozioni. Devo trovare cosa dire a tutti quei cosiddetti
maestri, ed anche al panda”
Essendo immobilizzato in quel modo non aveva
molti modi di passare il tempo, così, dopo vari ripensamenti, correzioni e
ritocchi, Shen aveva chiaro in mente cosa avrebbe detto.
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Cantuccio dell’autore
*i manju sono dolcetti di farina
di riso ripieni di anko, la marmellata di azuki dolci, e di solito si servono durante la cerimonia
del tè.
Come le battute di Shen sono scritte per la
voce di Massimo Lodolo quelle di Po sono scritte per
la voce di Fabio Volo.