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Autore: Teachersnape    04/10/2006    5 recensioni
Piton salva Harry da suo zio, divenuto violento. La storia dei due si intreccia, fra colpi di scena e avventure. Traduzione ad opera di Starliam.
Genere: Drammatico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: Traduzione, Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Quando Harry si svegliò, vide che si trovava in un piccolo spazio buio, lo sgabuzzino sotto le scale. Non riusciva a ricordare come era finito lì. L'ultima cosa che ricordava era la punizione che aveva sopportato la notte scorsa. Non poteva dire con certezza quanto tempo fosse rimasto lì; ma immaginò tutta la notte, perchè poteva vedere la luce del sole che filtrava dai listelli sulla porta.
L'angusta stanzetta era proprio come se lo ricordava dopo tutti gli anni passati nella sua cosiddetta "camera". Piccola, buia e brulicante di ragni.

Harry non era del tutto sicuro di cosa avesse scatenato il comportamento violento di suo zio, ma sapeva che aveva a che fare con lui. Sapeva che era sbagliato, ma non aveva idea di cosa fare. Non poteva dirlo ai suoi amici senza l'aiuto di Edvige, e l'idea di chiedere aiuto era troppo umiliante. Se i Babbani l'avessero scoperto avrebbe potuto finire dritto in un orfanotrofio. Era l'ultimo posto in cui voleva stare. Meno aveva in comune con Voldemort e meglio era.

Il suono della voce acuta di sua zia che lo chiamava urlando colpì la sua testa dolorante come la lama di un coltello. Poteva sentire ogni contusione e ogni taglio sulla schiena, mentre si voltava verso la porta. Gli servì tutta la forza che aveva per non urlare di dolore.
"Harry! Harry! Dov'è quel mostro?"

"Sarà a poltrire da qualche parte, amore mio - rispose Vernon in un tono 'so tutto io' - probabilmente a creare altri guai. Te l'ho detto che ieri è stato coinvolto in una rissa?"

Petunia scosse il capo e uscì dalla porta principale alla ricerca di quel buono a nulla di suo nipote.

Non appena la porta fu chiusa, Vernon sgattaiolò verso lo sgabuzzino e lo spalancò con violenza. Afferrò rapidamente il ragazzo per i capelli e lo tirò su, facendo ruzzolare uno scioccato e ferito Harry sul pavimento.

"Esci da qui, mostro!", urlò zio Vernon, mollandogli un calcio maligno nelle costole per svegliarlo.

Harry si morse le labbra per non emettere alcun gemito, così non sarebbe stato punito ulteriormente.

"Zio Vernon, ma perchè mi stai facendo questo? Cos'ho fatto?" Avrebbe voluto la sua bacchetta per potersi difendere. A questo punto non gli importava se il Ministero lo avesse accusato di aver usato la magia da minorenne. Almeno sarebbe stato ancora vivo.

"Va' di sopra in fretta, fatti la doccia e cambiati prima che Petunia ti veda, sudicio parassita!" Sibilò zio Vernon nell'orecchio di Harry, appena questo si fu messo in piedi.

Harry inciampò mentre si dirigeva verso le scale, socchiudendo gli occhi alla luce del sole e senza voltare mai la schiena a suo zio. Quando raggiunse le scale si voltò e iniziò a salirle dolorosamente. Poteva ancora sentire, fuori, la voce stridula di Zia Petunia che lo chiamava.

Harry si lavò meglio che potè, di tanto in tanto massaggiandosi le costole dove era stato colpito da suo zio. Quando uscì dalla doccia evitò di guardarsi nello specchio appannato. Lentamente, si vestì con una maglietta di tre taglie più grande e con un paio di pantaloni troppo larghi, entrambi una volta appartenenti a Dudley. Si sentiva totalmente e estraneo e distante da quello che gli stava accadendo, quasi come se stesse guardando la vita di qualcun altro. Sapeva che avrebbe dovuto chiedere aiuto, ma come poteva farlo senza Edvige? Per favore, lascia stare Edvige.

Harry scese lenatmente le scale e andò in cucina, dove trovò una strillante Petunia.

"Oh, Cielo - urlò Petunia qppena lo vide - in quale razza di pasticcio ti sei ficcato stavolta! Abbiamo ospiti stasera!" Petunia si mise le mani sulle anche e scosse la testa "Cielo, questo è proprio...un incorreggibile delinquente davanti agli occhi del vicinato. Non posso permettere che tu ti faccia vedere dagli altri in questo stato, per fortuna c'è solo la Figg".

"Mi...mi dispiace, zia Petunia. Io...sono caduto e non mi sento molto bene", rispose Harry, massaggiandosi le costole e percorrendo con lo sguardo la stanza per essere sicuro che non ci fosse suo zio.

"Non me ne frega niente di come ti senti. Questa cena è stata fissata a causa tua, e quindi ci sarai, che tu ti senta bene o no! Non posso credere che abbiamo speso dei soldi per una cena con quella vecchia gatta matta della signora Figg!" urlò Petunia mentre spingeva suo nipote in cucina perchè iniziasse a preparare la cena.

Harry ripensò alla settimana precedente, prima che suo zio iniziasse a picchiarlo. Ricordò lo sguardo della signora Figg quando lo aveva visto lavorare in giardino.

Aveva lavorato tutto il giorno con nient'altro che quel po' di cibo che aveva mangiato la sera prima. Era affaticato e stanchissimo, quando un'ombra passò proprio davanti alla porzione di prato che stava pulendo.

"Adesso ti fanno lavorare come un elfo domestico, giusto? - chiese la maganò con disprezzo - Ho in mente di scrivere a Silente e fargli sapere come ti trattano. Merlino, se il mondo magico dovesse scoprire come il ragazzo sopravvissuto è davvero costretto a vivere, abbatteranno la porta di Caramell!"

Nel frattempo Harry si era seduto sui talloni e guardava la sua vecchia babysitter, nonchè spia di Silente.

Si asciugò il sudore dalla fronte e scosse la testa "Non è il caso che si disturbi a dirlo a Silente. Sarà fin troppo impegnato con il casino che ho fatto".

"Oh, stai parlando del fiasco al Ministero e di Sirius Black, vero?"
"Sì, ho combinato un bel casino. Non mi dispiace lavorare in giardino. Mi tiene lontano da loro", disse Harry indicando la casa con il pollice.


La signora Figg guardò verso la casa e scorse la faccia appuntita di Petunia che osservava dalla finestra. Petunia si accorse che era osservata e la salutò con il braccio e un sorriso duro. A quel punto Arabella decise di fare una piccola chiacchierata con la zia di Harry e si avviò verso la casa.

Harry la seguì in fretta per sentire cosa si sarebbero dette.

La signora Figg si fermò davanti alla finestra e fece un cenno di saluto con la mano. "Ciao, Petunia cara. Vedo che Harry lavora duramente quest'estate".

Petunia si trattenne dallo sputare fuori un commento sarcastico su suo nipote; per affermare invece "Oh, si. Sai come sono i ragazzi. Se non li tieni impegnati finiscono per cacciarsi in ogni a di guaio".
"Ho visto che Dudley non sta lavorando in giardino oggi", precisò Arabella con un accenno di disprezzo.

"Oh, bhè, Dudley è un tipo così popolare. Il suo calendario è sempre pieno di thè e impegni di tutti i tipi", affermò Petunia orgogliosamente.

Arabella trattenne una sbuffata, ma sentì Harry sbuffare dietro di lei.
Petunia lanciò a suo nipote un'occhiata di avvertimento, prima di forzare di nuovo un sorriso sulle labbra. "E' così bello vederti, Arabella, ma ho davvero fretta. Forse potremo vederci presto per una cena?" Rispose Petunia, sapendo che la cosa non avrebbe avuto seguito. Non era preparata alla risposta della signora Figg.

"Mi sembra magnifico, cara. Che ne dici di venerdi?" Arabella fu divertita dall'occhiata di panico che attraversò il volto di Petunia.
"Oh, bhè, abbiamo già degli impegni venerdì, sarà per un'altra volta", rispose rapidamente Petunia e incominciò ad allontanarsi dalla finestra.

"Allora sabato", disse Arabella e fece per andarsene.

Petunia tornò di corsa alla finestra e cercò velocemente un'altra scusa. Ma non riuscì a inventarne una abbastanza in fretta, mentre vedeva la Figg che se ne andava rapida. Maledizione, adesso erano intrappolati in una cena con un' ospite indesiderata! Era tutta colpa del ragazzo.

Era ormai passata una settimana, e la cena avrebbe avuto luogo entro breve. Il cuore di Harry accelerò al pensiero che questa poteva essere l'unica occasione di far sapere a Silente cosa gli stava succedendo. A questo punto sapeva che doveva chiedere aiuto, non aveva scelta, dal momento che era certo di avere le costole rotte. Non aveva alcuna possibilità di riuscire a svolgere tutte le sue faccende per il resto dell'estate.

Si sentì improvvisamente umiliato al pensiero che Madama Chips avrebbe visto in che condizioni era. E gli altri membri dell'Ordine? Avrebbe dovuto pregare Silente di non dire a nessuno delle sue recenti disavventure. E se Piton fosse stato ancora a scuola? quel bastardo unto avrebbe scoperto tutto, e avrebbe usato la sua scperta contro di lui una volta ricominciata la scuola. Piton non avrebbe esistato a raccontare a tutta la scuola delle sue punizioni. Maledizione, come poteva gestire tutto questo casino?

Comunque, le percosse erano ben meritate. Sapeva che era tutta colpa sua se Serius era morto, colpa sua se era morto Cedric e sicuramente era avvenuta per colpa sua anche la morte dei suoi genitori. Quindi, anche se era Vernon a punirlo, sapeva che si meritava di essere trattato in quel modo.

Venne strappato dai suoi pensieri da un forte schiaffo sul lato della testa. Dudley alzò di nuovo la mano, ma stavolta Harry lo bloccò a mezz'aria, mandando la mano di Dudley a sbattere sul frigorigero.
"Ohhh, papà, Harry mi ha fatto male alla mano!" Si lamentò Dudley rivolgendo a Harry un sorriso maligno.

Harry non cercò neanche di difendersi. A questo punto, sapeva che sarebbe solo servito a farlo punire di più. Invece, indietreggiò più che potè verso l'angolo della stanza, mentre suo zio si avvicinava a passi pesanti.

"E' così, ragazzo! Sei alla ricerca di un'altra punizione, vero?" Urlò Vernon in faccia al nipote, sputacchiandogli in viso.

Petunia arrivò di corsa "Andiamo, Vernon, puoi punirlo più tardi, la Figg sarà qui a momenti!"

Vernon abbassò il pesante pugno e brontolò mentre veniva accompagnato fuori dalla cucina da sua moglie. Dudley rimase dov'era, punzecchiando Harry ogni volta che ne aveva la possibilità.

"Papà ti darà le botte che ti meriti appena la vecchia signora Figg se ne va".

Harry ignorò il bulletto sovrappeso e continuò a preparare il pollo. Sapeva cosa doveva aspettarsi, non c'erano dubbi che sarebbe stato picchiato di nuovo. Odiava ammettere che era davvero spaventato. Vernon lo colpiva duramente, e lui perdeva quel poco senso della realtà, quando si trovava nel bel mezzo delle loro "lezioni", come lui le chiamava.
Harry finì di cucinare proprio nel momento in cui suonò il campanello e Petunia chiamò il ragazzo a tavola. Poichè la signora Figg avrebbe cenato con loro, allora gli era permesso sedersi a tavola e mangiare. Aveva bisogno di un vero pasto, questo sarebbe stato il primo da quando aveva lasciato Hogwarts.

Appena Arabella lanciò un'occhiata a Harry rimase senza fiato per l'orrore. Le condizioni del ragazzo erano decisamente peggiorate rispetto a una settimana prima; con lividi seminascosti e le guance pallide.

"Quand'è l'ultima volta che hai mangiato, figliolo?" chiese Arabella al ragazzo magrissimo.

Harry voltò lo sguardo verso suo zio e vide la sua espressione furiosa, molto simile a quella di un maiale.

"Ehm...non sono stato molto bene questa settimana, signora Figg" Rispose rapido Harry.

"Bhè, per l'amor del cielo, devi mangiare, ragazzo!" disse Arabella facendo sedere il ragazzo a tavola. Lo guardò mentre lui esitava a servirsi.

Harry attese finchè tutti gli altri non ebbero preso le proprie porzioni, prima di prendersene una molto piccola. Arabella afferrò il suo piatto e vi aggiunse altro pollo e altre patate.

La conversazione era stentata, non più di qualche parola ogni tanto. Era ovvio che i loro ospiti abituali non erano tipi come lei, cosa che rendava i Dursley più inospitali del solito.

Appena ebbero finito di cenare Petunia inventò la scusa che doveva alzarsi presto e accompagnò la signora Figg alla porta. Harry entrò nel panico, vedendo la sua possibilità di ottenere aiuto che gli scivolava via sotto gli occhi. Ma di nuovo, aveva Edvige da considerare. Se Silente lo avesse salvato sapeva che Edvige sarebbe morta. No! Non poteva essere responsabile della morte di un altro amico! No!

Arabella avrebbe voluto prendere il ragazzo e portarlo via con sè, ma sapeva che non era il caso. Non vedeva l'ora di uscire da lì e contattare Hogwarts. Il ragazzo sembrava appena capace di stare in piedi, e le sue condizioni erano pessime.

Quando la porta del numero 4 fu chiusa, tutti gli occhi si fissarono sul magro ragazzino. Harry sentì il cuore accelerare e si appoggiò al muro per sostenersi.

"Di sopra! Ora!" Sibilò Vernon.

Petunia fissò don disprezzo il nipote mentre le passava a fianco. Dudley lo colpì alla tempia ghignando. Harry salì lentamente le scale, incapace di sopportare l'idea di essere punito di nuovo. Il cibo che aveva mangiato sembrava una roccia nel suo stomaco, causandogli un senso di nausea e vertigine contemporaneamente.

Appena la porta si chiuse si trovò di nuovo nell'inferno in cui si era trasformata la sua vita. Vernon lo spinse contro il muro e dette inizio alla lezione.

Spesso, durante le punizioni, la fragile filo conosciuto come "senso della realtà" si spezzava. Harry si trovava ossessionato con il fatto che si meritava tutto quello che Vernon gli stava facendo. Ogni volta che la cintura si abbatteva sulla sua schiena ossuta, credeva di essere punito per tutto il male che aveva fatto, per tutte le morti che aveva causato. Non pensava più con razionalità.

Appena il malvagio pestaggio finì, avvenne un episodio che spezzò definitivamente qualcosa nel Ragazzo Sopravvissuto. Fu una cosa così odiosa, così degradante che Harry se sarebbe stato ferito per sempre. Vernon gli prese la mano e la tenne aperta. Prese la sigaretta che stava fumando e la schiacciò nel palmo della mano di Harry, ignorando il ragazzo che lo supplicava di fermarsi.

La mente di Harry si spezzò di colpo, perdendo ogni contatto con la realtà, un attimo prima che lui svenisse.



Nota della traduttrice: Bene, bene, grazie a chi a hellto e a chi ha recensito. Sono contenta che questa traduzione vi piaccia. Vi preannuncio che la storia è molto lunga (53 capitoli!), ma penso che ne valga la pena, perchè ne vedrete delle belle. Intanto, la Signora Figg riuscirà a mettersi in contatto con Hogwarts?
Il terzo capitolo è in arrivo nel fine settimana, si intitolerà semplicemente "Piton".

Starliam
  
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