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Autore: cola23    02/03/2012    5 recensioni
Si fà yubikiri quando si unisce il propio mignolo a quello di un altra persona per sancire una promessa solenne, e successivamente le due dita si separano al unisono.
Un semplice gesto come questo può essere il simbolo di un cambiamento, e l'inizio della felicità.
perchè è sbagliato suidicidarsi?
in realtà a volte ho pensato che non sarebbe male morire.....
prometti di non farlo.......
promettimelo........
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altro Personaggio, Marco, Monkey D. Rufy, Portuguese D. Ace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 9:  
 
confessione   
 
-ETTCIU!-
-Ace mi fai vedere i compiti d'inglese?-
-Certo Sabo.....ETTICIU!-
-Uhm? è l'ennesima volta che starnutisci in un ora.Ace, ti sei raffredato?
-Ieri sono rimasto in piedi immobile sotto la pioggia per un' oretta.....accidenti a lui!-
-EH??-
-Niente lascia perdere ET.....-
-ETTICIU!-
che strano, non mi sembrava di aver ancora starnutito .
Infatti stavolta proviene da qualcuno che sta passando per il  corridoio , non sono l'unico oggi con il raffreddore a quanto pare. 
-Rufy hai preso il raffreddore?-
-Si, un pò.....-
«Anche lui.....»
-..........-
Quello stessio giorno nel pomeriggio sono di nuovo al ristorante.
Ma questa volta sono io il primo a rivolgergli la parola  quando viene al mio tavolo,dopo averci pensato un pò ho deciso di portarglielele.
-Tieni- 
gli dico subito appena si avvicina al mio tavolo dandogli un pacchetto:
 
«Caramelle per il mal di gola, tosse, e raffreddore»
 
-EH? sono per me? davvvero?! grazie! come sei gentile!-
-Tsk! esagerato, non farti venire strane idee,ne avevo troppe in casa, e  visto che ne avanzavano un sacco ho pensato di darle a te invece che buttarle.-
E una bugia, in realtà quando ho cercato in casa qualche medicina per curarmi 
le ho trovate, ma bastavano appena per me, così sono uscito a comprarle apposta, solo per lui .
Ma non ho alcuna intenzione di dirglielo, non so nemmeno che cosa mi sia saltato in mente di  fatto, in fondo non è un mio problema se anche lui è malato .
Non è che sia colpa mia in fondo, è stato lui a darmi il suo giubotto e a decidere di camminare sotto la pioggia mezzo nudo, io non gli ho chiesto niente a fatto tutto da solo quindi la colpa è sua e della sua impulsività.
Però finora è stato sempre così  gentile al contario di me, anche di fronte a certi miei atteggiamenti antipatici non ha mai mostrato di offendersi o arrabbiarsi.
Così ho pensato che  avrei potuto provare a essere io gentile con lui almeno per una volta, per ricambiare.
Non lo fatto certo perchè mi sento in colpa,ovviamente. 
 Continuo ancora a  pensare che sia un pò strambo e completamente fuori di testa, e ovviamente lo trovo ancora un gran ficcanaso.
Ma ho iniziato a capire che dietro i suoi modi, magari a volte troppo invadenti e indelicati c'è un sincero e disinteressato interesse per gli altri, non una semprice , mera curiosità.
Magari sarà un pò goffo e impacciato nel dimostrarlo ma adesso che capisco da dove nascono, non mi danno più tanto fastidio il suo interesse e le sue domande.
Forse sto addirittura iniziando a trovarlo simpatico .
Un pò, solo un pò ,forse ovviamente.
Di sicuro però non lo odio più, è impossibile odiare uno così, specie  dopo quello che ha fatto ieri.
Però forse sono stato troppo brusco prima,dovrei provare a sforzarmi almeno un pò di più ,ma anche se avrei voluto essere diretto nel farlo non c'è lo fatta, non sono riuscito a ricambiare in modo esplicito, mi imbarazza troppo essere apertamente gentile con le persone, specie quelle che non conosco ancora  bene.
-Comunque grazie per avermi accompagnato ieri.-
Aggiungo per rimediare, voltando leggermente la testa di lato per non mostrargli la mia espressione imbarazzata.
Odio sentirmi così impacciato.
-Allora cosa ordini oggi?.-
mi chede con la consueta allegria.
-Riso bollito con pollo,visto che oggi sono malato.-
-Ehi Ace posso chiederti una cosa? -
Mi chiede il permesso, ma poi non riesce ad aspettare nemmeno il tempo di lasciarmi rispondere che inizia già a parlare come una macchinetta e a riempirmi con una sfilza di domande.
-Perchè ceni sempre da solo?I tuoi non ti dicono nulla? di certo non ti fà bene alla salute.Costa anche mangiare sempre fuori.E poi non ti dispiace? non ti senti solo? a me dispiacerebbe mangiare sempre da solo.-
Mi aspettavo che mi facesse delle altre domande visto che non sta mai zitto, ma anche se adesso non mi infastidicono e non mi secca  più così tanto rispondergli, resto comunque spiazzato di fronte a questa.
e per un momento non so cosa rispondere.
Non me l'aspettavo.
Parlare della mia famiglia,mi mette sempre a disagio, non mi piace parlarne, e quando capita cerco di sviare l'argomento o rispondo sbrigativamente a monosillabi di solito.
Quando qualcuno mi fà domande di questo genere tendo a dare sempre risposte preparate, che non mi espongano troppo, anche a costo di mentire.
Però di fronte a lui non so perchè ma per la prima volta non riesco a mentire, 
-Ai soldi.....ci pensa mio padre.-
le parole mi escono spontane dalla mia bocca senza che neanche me ne 
renda conto.
-Siccome in passato, sin da quando ero piccolo era sempre via di casa per lavoro, credo che ora si senta in colpa.Se glieli chiedo me li dà subito, sempre.
Mia madre invece un tempo era severa, ma  avevamo comunque un bel rapporto.....Ma da quando ultimamente abbiamo avuto un litigio violento.....non parliamo più e non mi dice più niente.-
Mi sono già pentito di aver parlato appena ho aperto bocca, ma non riesco a fermarmi, la mia bocca ormai sembra avere una vita propia, e proma che me ne renda conto finisco col dirgli tutto.
-Lavora e ha un sacco di amiche.Credo che ora le secchi occuparsi di me.-
Penso a quando mi lascia il cibo pronto con un biglietto, solo per non essere costretta a parlarmi o a incontrarmi.
-Vengo qui solo perchè non mi piace il cibo riscaldato.-
Avevo detto anche più del dovuto, mi era sfogato, avevo il fiatone per l'ansia. Non avevo riflettuto su ciò che dicevo, le parole mi erano uscite come un fiume in piena, senza controllo.
 avevo avuto gli occhi bassi per tutto il tempo mentre parlavo,
e anche quando ho finito continuo a tenerli bassi,
 lui  invece era rimasto sempre immobile. Avevo ascoltato tutto il mio improvviso  sfogo senza emettere un fiato, era la prima volta che restavo così tanto tempo con lui senz sentirlo parlare.
 Non avevo il coraggio di guardarlo in faccia, e non sapevo propio come avrebbe potuto reagire adesso,ma temevo di scoprirlo, qualsiasi fosse stata la sua reazione non poteva essere positiva per me,e io avevo comunque fatto una figuraccia irrimediabile.
Che cosa poteva rispondermi una persona quasi estranea che con una semplice domanda si vedeva scaricare addosso tutti i miei problemi degli ultimi tempi, di cui ovviamente a lui non importava nulla.
E ormai era da quasi 10 minuti che non diceva nulla, quel silenzio prolungato, era davvero insopportabile,e diventava sempre più pesante,se non fosse stato per un leggero rumore di sottofondo sarebbe stato totale.
Ero pietrificato dal terrore di sentire la sua risposta, e divorato dal ansia di vedere l'effetto delle mie parole su di lui.
Probabilmente non avrei avuto il coraggio di guardarlo in faccia mai più. 
Stufo di aspettare la mia pubblica umiliazione, sto per decidermi ad alzarmi e scappare via prima che possa ridermi in faccia e prendermi in giro.
Ma quando sto per farlo sbatte al improvviso un pugno sul tavolo facendomi trasilire per la sorpresa e cogliendomi alla sprovista.
Confesso che mi aspettavo una reazione negativa, ma non addirittura una così violenta, addirittura arrabbiarsi mi sembra esagerato.
-Questo è il mio cellulare!-
un momento....che ha detto? che centra adesso il celllulare?
Guardo in basso sul tavolo è solo ora mi accorgo che ha la mano aperta, e che sotto c'è un foglietto.Ma allora non è arrabbiato,e non ha nemmeno avuto uno scatto di rabbia , mi ha solo dato il numero del suo cellulare.
Questa propio non me l'aspettavo,di tutti i modi in cui poteva reagire a questo propio non avevo pensato, ma perchè ? e che centra con quello che ho appena detto?,non è che non mi stava ascoltando? o forse sta cercando di cambiare argomento? mentre rifletto tentando di trovare un filo logico che mi faccia 
capire il suo comportamento lui ha continuato imperterrito a scrivere  altri foglietti.
-Questo è il numero di casa.-
e inizia a metterli uno sopra l'altro tutti ammucchiati davanti a me.
-Questo è il fax-
non faccio che alternarmi nel guardarli chiedendomi cosa centrino o cosa voglia dirmivo .
-Questi invece sono delle copie in caso li perdessi, e questo è il numero del ristorante.Il locale e dei miei genitori.Quindi può darsi che a volte ti riponda mia madre, ma puoi chiamare quando ti pare! in qualsiasi giorno e a qualsiasi ora !-
conclude con un tonfo più forte dei precedenti, abbassandosi sul tavolo per essere alla mia altezza e fissarmi.
-Non cenare mai più da solo!-
mi dice guardandomi dritto negli occhi con uno sgardo per la prima volta fin troppo serio per lui.
L'ultima frase detta così sembrava quasi una via di mezzo fra un rimprovero e un ordine, ma stavolta non ci faccio molto caso.
Di fronte a tutti quei fogli rovinati e pasticciati, con una caligrafia confusa, capendo quale fosse il loro vero valore e cosa rappresentavano, ogni pensiero, ogni sensazione nella mia mente, s’interruppe per lasciare il posto al nulla, tabula rasa. Aprì e chiusi  la bocca più volte, nel tentativo di parlare, ma non riusci ad emettere alcun suono. 
Sentì un nodo in gola, e poco dopo il sapore del sale in bocca e gli occhi che pizzicare. 
Sapendo cosa stava per succedere cercai di impedirlo, non volevo far cadere nemmeno una lacrima ma ci provai invano perché, una dopo l’altra, le gocce d’acqua presero a rigarmi il volto.In meno di un minuto senza che me ne rendessi conto mi ritrovai a 
singhiozzare convulsamente, stavo facendo una figuraccia  rendendomi ridicolo piangendo convulsamente come un bambino, senza nemmeno sapere perchè lo stessi facendo.
L'unica cosa che riuscivo a fare era sprofondare la testa sul tavolo cercando di nascondendermi invano con le braccia ai lati della faccia.
Invece Rufy sembra pietrificato.
Mi guarda sconvolto con le guance tutte rosse e sembra quasi spaventato.
Strano, credevo che non ci fosse niente capace di imbarazzarlo, è talmente spiazzato si è persino zittito,un vero miracolo! incredibile che sia bastato così poco.
Mentre sto praticamente quasi affogando nelle mie lacrime  purtroppo sento anche  un vociare intorno a me, o no qualcun altro si è accorto del mio stato, vorrei sprofondare dalla vergogna.
-Rufy ma che combini? fai piangere i clienti adesso?-
-Rufy ma che gli hai fatto ?-
-Eh? no no io non gli ho fatto niente, lo giuro! Ace ti prego digli anche tu che  non ti ho fatto niente ! ti prego....-
Incapace di proferire parola, mi limitò a scuotere il capo in segno di diniego.
Cerco di calmarmi serro i pugni fino a sbiancare le nocche finchè non sento finalmente le lacrime fermarsi . 
Quando riesco a  riconquistare un briciolo d’autocontrollo e sono di nuovo  capace di formulare dei pensieri e delle frasi coerenti sibilai a mezza voce:
-Gra....grazie-
-Va bene va bene ma ora non piangere per favore su!- mormora dandomi delle ripetute pacche sulle spalle.
Agitato comè ha un aria più buffa del solito, guardandolo non riesco a trattenermi e mi viene un attacco di ridarella nervosa.
-E adesso perchè ti metti a ridere? sei strano! non sarai mica schizzofrenico?-
darmi dello strano da lui è il colmo!e schizzofrenico poi, è lo stesso che ho pensato io di lui!mi viene da ridere ancora più forte, più che altro mi escono degli strani grugniti mezzi strozzati, ma anche se provo, batto una mano sul tavolo e mi tengo la pancia con l'altro non riesco a fermarmi.
Oddio! ma perchè quando sono con lui finisco sempre per comportarmi anch'io in modo assurdo? allora la pazzia è una malattia contagiosa.
Ma sopratutto perchè con lui non posso mentir? perchè? perchè solo con lui riesco a essere sincero ?.
 
 
  
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