Atto 16
Una lacrima scivolò silenziosa, percorrendo la curva delicata della gota,
mentre osservava il volto di Masumi.
Ammirando gli occhi chiari immersi nei suoi, vi lesse la verità a lungo
desiderata. Sapeva che non mentiva.
L’emozione le impedì di parlare, commossa dalla improvvisa rivelazione di
Masumi. L’uomo che amava aveva trasformato il suo sogno in una meravigliosa
realtà.
Assaporò con gioia l’eco delle sue parole, lasciando che le lacrime
scendessero copiose.
Il silenzio gli parve, improvvisamente, opprimente ed interminabile.
Deglutì a fatica, in attesa di una risposta temuta e desiderata al tempo
stesso.
Disorientato dalle lacrime di Maya, non riusciva a pensare con razionalità.
Cercò di considerare, in effetti, quale comportamento si era atteso da lei, ma
la mente confusa non trovò una soluzione.
Sospirò e, cercando di calmarsi, si concentrò sulla reazione della giovane.
Desiderava intensamente che Maya fosse felice, anche se questo avrebbe
significato, con grande probabilità, un futuro doloroso per lui.
Amareggiato, le accarezzò il volto.
- Non piangere, ti prego. Non volevo angosciarti – si scusò - sono stato
stupido e crudele, ma non voglio che tu soffra. Perdonami, Maya – mormorò,
infine, turbato dalle sue lacrime.
La giovane lo interruppe - non piango perché sono triste, signor Hayami –
balbettò, incerta.
Masumi la fissò stupito, mentre una concreta speranza si riaccese
nell’animo.
Gli occhi percorsero, senza fretta, il profilo affascinante dell’uomo che
amava da tempo.
Cercò di calmare il battito impazzito del cuore, agitata dal turbamento che
la dichiarazione di Masumi aveva suscitato in lei.
Sollevò lentamente una mano e gli accarezzò una guancia, traendo gioia dal
calore di quel contatto.
- Anch’io ti amo, Masumi – ammise con sincerità, lasciando che il fiume
impetuoso dei sentimenti travolgesse l’ultimo baluardo delle sue difese.
Avvertì, come in un sogno a lungo anelato, le braccia di Masumi circondarla
con dolce passione. Sentì il respiro caldo sulle labbra, prima che lui le
imprigionasse in un bacio che parve non avere fine.
Si abbandonò alla silenziosa richiesta, schiudendo le labbra e, lasciandosi
trasportare dall’amore che nutriva per lui, gli rispose con una passione che
neppure lei stessa sapeva di possedere.
L’abbraccio divenne più travolgente ed il bacio più esigente. Maya si
aggrappò a Masumi, ebbra di nuove e sconosciute sensazioni.
Il tempo parve fermarsi, mentre i loro corpi abbracciati traevano linfa
vitale l’uno dall’altra.
Si allontanò da lei a malincuore, passandosi lentamente una mano tra i
capelli. Le sorrise, fissandola con amore.
Cercò di dominare il desiderio di abbracciarla di nuovo, nel tentativo di non
turbarla con la propria irruenza.
Maya arrossì, incapace di nascondere l’evidente imbarazzo. Sconcertata dalla
passione che l’aveva travolta e che la spingeva a cercare Masumi con tutta
l’anima, chinò il volto, fissando un punto imprecisato del terreno.
Si chiese, stupita, come avesse potuto resistere tanto a lungo, celando nel
cuore un sentimento così intenso.
Si fece coraggio, tornando ad osservarlo. Il sorriso che gli vide dipinto sul
volto era sereno e senza alcuna traccia di ironia.
Sospirò felice. Finalmente, poteva vedere la reale personalità di Masumi.
Nessuno dei due indossava più maschere, ora. Erano liberi di amarsi, a
dispetto delle avversità del passato.
- Il mio sogno è divenuto realtà, amore mio – le confessò Masumi, rompendo il
silenzio – sei davvero tu, la mia metà dell’anima. Ciò che provai nella valle
dei susini non era un’illusione – concluse, attirandola di nuovo a sé.
Incapace di resistere al suo fascino, le sfiorò le labbra con tenerezza.
Rapita da tanto trasporto, Maya si abbandonò, di nuovo, nel suo abbraccio.
Sentì la mano di Masumi accarezzarle sensualmente la nuca, mentre la lieve
carezza si incendiò in un bacio intenso e passionale. Un brivido di eccitazione
sconosciuta le percorse la schiena, spingendola a cercare sollievo tra le sue
braccia.
Masumi, percependo il tremore di Maya, si allontanò, mortificato.
- Scusami, Maya, ho dimenticato dove ci troviamo – si giustificò,
sistemandosi la giacca – e soprattutto non voglio, in alcun modo, importi scelte
avventate. Desidero che tu abbia tutto il tempo per abituarti a me. La Dea
Scarlatta è la tua priorità ed io saprò aspettare.
La giovane lo fissò, incerta. Percepì una sincera inquietudine nelle parole
di Masumi. Sapeva che l’uomo non poteva immaginare quanto lei lo avesse
desiderato, da quando aveva scoperto di amarlo.
- Masumi, io ti amo, non dimenticarlo mai – riuscì soltanto a sussurrare,
catturata dallo sguardo azzurro posato su di lei.
Le accarezzò i capelli, sorridendo – non potrei mai farlo, Maya – mormorò,
gettando un’occhiata all’orologio – dovremmo tornare – proseguì, svogliato – gli
ospiti potrebbero chiedersi dove è scomparsa la meravigliosa Akoya.
- Stai usando il mio nome, Masumi – osservò la ragazza.
L’uomo sorrise.
- Ti ho fatto una promessa, ricordi? La tua Akoya mi ha rapito il cuore,
ragazzina – dichiarò, concludendo intenzionalmente la frase con l’appellativo a
lui tanto caro.
- E’ vero, ho interpretato la dea scarlatta soprattutto per te. Le parole di
Akoya erano la mia dichiarazione d’amore, Masumi – gli confessò di nuovo,
arrossendo.
Incapace di trattenersi, la catturò in un abbraccio possessivo.
- Ho desiderato ardentemente udire queste parole dalla tua voce – le
sussurrò, sfiorandole la tempia – ma ora dobbiamo proprio rientrare. Vorrei
portarti via da qui e tenerti solo per me, ma i miei doveri di Presidente della
Daito mi impongono di essere razionale, anche se, ammetto di non esserlo stato,
ultimamente – ammise, con un sorriso malizioso – e tu, mia cara, sei la stella
della serata insieme ad Ayumi, pertanto lasciamo questo giardino, testimone
silenzioso del nostro amore, perché, sono certo, molti ospiti vorranno
congratularsi con te.
La prese per mano, riconducendola verso l’hotel. La musica tornò ad essere
udibile, mentre le ampie vetrate del salone divennero visibili tra la folta
vegetazione del giardino.
- Attenderò che la signora Tsukikage renda noto a chi donerà i diritti della
Dea Scarlatta, se a te oppure ad Ayumi – esordì Masumi, rompendo il silenzio –
poi annuncerò il nostro fidanzamento – concluse, asciutto.
Maya si immobilizzò, fissandolo con gli occhi sgranati per la sorpresa.
- Fidanzamento? – balbettò, agitata.
- Ragazzina, cosa credevi? Ho tergiversato troppo a lungo, non ho certo
intenzione di rischiare di perderti di nuovo – sbuffò, fingendosi irritato – sei
forse contraria? – le chiese, infine, in tono scherzoso.
Maya lo abbracciò d’impulso - faremo come vuoi tu, allora.
Il leggero tossicchiare di Masumi, le strappò una risata gioiosa.
- Noto, con piacere, che sei accomodante, mia cara – replicò l’uomo,
compiaciuto.
Stupita della spontanea intimità che si era creata tra loro, gli strinse la
mano, lasciandosi condurre da lui.
Pur essendone ancora intimorita, l’impulso che la spingeva verso Masumi era
più forte della timidezza e conferiva al loro legame, una gradevole sensazione
di affinità.
Imbarazzata, gli confessò la propria linea di pensiero, ottenendo, in
risposta, un bacio appassionato.
- Ti voglio bene da così tanto tempo, che mi sto chiedendo come ho fatto,
fino ad ora, a nasconderti i miei sentimenti – le rivelò Masumi – troppi
equivoci ci hanno tenuto lontani l’uno dall’altra, ma ora sono libero di amarti
e di dimostrartelo ogni volta che lo desideri.
La guidò all’interno. Maya socchiuse gli occhi, accecata dall’intensità delle
luci che, sontuose, adornavano l’elegante salone.
- I doveri di ospite richiedono la mia presenza – le confidò, osservando un
gruppo di facoltosi invitati – e anche tu sei attesa dai tuoi ammiratori.
Le spostò una ciocca di capelli che, ribelle, si era liberata dalla raffinata
acconciatura.
- Ti amo – sussurrò, sensuale, prima di allontanarsi.
Sentì il rossore imporporarle le guance e, seguendolo con lo sguardo, lo
osservò, affascinata, muoversi a proprio agio tra gli ospiti.
Una voce diffidente la richiamò alla realtà.
- Dove sei stata? Ti ho cercato a lungo. Ci sono molti invitati che
desiderano complimentarsi con te – esclamò Sakurakoji.
Maya gli sorrise, serena – allora, andiamo, ma prima voglio salutare Ayumi –
dichiarò, ignorando la domanda del ragazzo.
Dirigendosi verso la bionda rivale, sentì che tra loro poteva sorgere una
forte amicizia, basata sul rispetto reciproco, che le avrebbe legate oltre
l’esito della sfida. Le sorrise, congratulandosi con lei.
Stranamente, dopo aver impersonato Akoya, l’inquieta ricerca di se stessa si
era placata. Indipendentemente dalla decisione della signora Tsukikage, comprese
di avere realizzato i propri desideri. Aveva il teatro e l’amore di Masumi.
Trascorse la serata rispondendo con garbata gentilezza alle domande che gli
ospiti le ponevano, pienamente consapevole della presenza di Masumi.
Lo cercava febbrilmente con lo sguardo, sospinta dal desiderio di trovarsi di
nuovo tra le sue braccia.
Non percepì il trascorre del tempo, fino a quando, a notte inoltrata,
Sakurakoji le fece notare che era molto tardi.
Sollevando lo sguardo, si accorse che il numero degli ospiti era
considerevolmente diminuito e molti attori si erano già ritirati nelle stanze
che la Daito, organizzatrice del party, aveva loro riservato.
- Non mi ero resa conto che fosse così tardi – esclamò, sorpresa.
- Desideri che ti accompagni nella tua stanza, Maya? Immagino sarai molto
stanca – si offrì Sakurakoji.
- La signorina Kitajima ha già un cavaliere che la scorterà sana e salva
nelle sue stanze.
La voce ironica li raggiunse alle spalle, sorprendendoli.
Sakurakoji si voltò, seccato.
- Signor Hayami, cosa vuole? – proruppe infastidito – non vede che stiamo
andando via?
- Perché non lasciamo che sia Maya a scegliere il suo accompagnatore? – gli
propose, con tono che non ammetteva repliche.
Sakurakoji osservò, in silenzio, prima l’uno poi l’altra. Gli occhi della
ragazza, brillanti di eccitazione, fissavano Masumi con calore ed
entusiasmo.
Afferrò, improvvisamente, la realtà. Chinò il capo, in segno di resa.
- Chiunque mi sarei aspettato, meno che lei, signor Hayami - ammise con un
filo di voce.
- Lo voglio considerare il complimento, Sakurakoji – ribatté pungente – non
preoccuparti per lei, la renderò felice – concluse, tornando serio.
- Se così non dovesse essere, dovrà vedersela con me, signor Hayami, non lo
dimentichi – replicò, deciso.
L’uomo annuì, imperturbabile.
- Grazie, Yu, sei molto caro – lo salutò Maya, posandogli un amichevole bacio
sulla guancia.
Masumi la condusse alla reception - le chiavi della stanza della signorina Kitajima, per favore -
chiese, pacato.
Le sorrise, mentre le porte dell’ascensore si chiudevano dietro di loro.
Un bacio appassionato suggellò la loro gioia di ritrovarsi.
- Mi sei mancata, sai? – scherzò, allontanandosi a malincuore da lei.
Maya arrossì, imbarazzata, condividendo pienamente il pensiero di Masumi.
Le cinse le spalle e la condusse fuori dell’ascensore. Sorrise al pensiero
che, dopo il loro rientro dal giardino, aveva trascorso il resto della serata a
frenare l’impulso di avvicinarsi a lei ed abbracciarla.
Maya era entrata, a tutti gli effetti, a far parte della sua vita ed
attendere, nell’ombra, l’esito della sfida tra lei ed Ayumi, richiedeva uno
sforzo intenso. Desiderava con tutto se stesso che la signora Tsukikage
concedesse a Maya i diritti della Dea Scarlatta.
Non ne aveva fatto parola con lei, ma aveva percepito, nella ragazza, una
profonda serenità.
Aprì la porta della lussuosa suite che lui stesso aveva voluto assegnarle.
Ricordò lo sguardo ironico di Mizuki posato su di lui, quando, dopo aver taciuto
per tutta la riunione, aveva stabilito di destinare quella stanza a Maya
Kitajima.
Si scostò per lasciarla entrare.
Affascinata dall’eleganza dell’arredamento, Maya si diresse vero la grande
vetrata, dalla quale era possibile ammirare la splendida vista della città.
- Ma è troppo raffinata per me – balbettò, impacciata.
- Una dea merita il meglio – le rispose Masumi, sottovoce.
Chiuse gli occhi, frastornata dalle emozioni che il suo cuore non riusciva
più a contenere.
Il respiro caldo di Masumi le solleticò il collo. Avvertì le labbra dell’uomo
sfiorarle la tempia. Si aggrappò a lui incapace di attendere oltre. Si abbandonò
alle carezze sensuali di Masumi, travolta da nuove e sconosciute sensazioni.
- Ti amo, Maya – le sussurrò prima di baciarla con trasporto.
Le accarezzò le spalle, attirandola ancora di più a sé. Sentì le braccia di
Maya cingergli i fianchi e la sua mano tremante accarezzagli la schiena.
Percorso da un fremito di piacere, le sciolse l’elegante acconciatura, tuffando
le mani nei capelli serici e profumati.
A fatica, si allontanò da lei, mettendo fine al bacio. Sospirò passandosi una
mano tra i capelli, ammirandola prima di rompere il silenzio.
- Forse è meglio che me ne vada - esordì, con poca convinzione - è tardi e
devi riposare. Questa sera ci ha regalato molte emozioni. Non dimenticherò mai
la tua stupenda Akoya, ma il dono più bello è il tuo amore per me – continuò,
emozionato, dirigendosi verso la porta.
- Desidero che tu ti prenda tutto il tempo di cui hai bisogno, per decidere
della tua vita – le disse, calmo - non voglio, in alcun modo, prevaricare le tue
scelte. Buonanotte, Maya – concluse, semplicemente.
La giovane lo raggiunse, posandogli una mano sul braccio.
- Non andare via, ti prego. Resta con me stanotte – lo invitò,
arrossendo.
Senza attendere oltre, le braccia calde ed esigenti di Masumi la
imprigionarono in un abbraccio possessivo.
Maya sollevò il viso in una muta richiesta, ed assecondata, rispose al bacio
con trasporto e passione. Sentì crescere in lei un bruciante e sconosciuto
desiderio, che la spingeva a cercare una unione più intima e sensuale con lui.
Gli abiti, slacciati da mani frementi di passione, scivolarono
disordinatamente sul pavimento.
Persero coscienza del tempo, avvinti dal desiderio di appartenersi. Il sonno
li raggiunse, esausti ed appagati, mentre nella notte quieta, i loro cuori
battevano all’unisono.
Socchiuse gli occhi, svegliata dal chiarore dell’alba nascente. Volse il
capo, ammirando l’uomo accanto a lei.
Era bello. I capelli biondi gli ricadevano scomposti sul viso sereno. Sulla
bocca, piena e sensuale, non vi era traccia della piega ironica che compariva
quando, divertito, osava prendersi gioco di lei. Il respiro lento e regolare
indicava che dormiva profondamente.
Arrossì al ricordo della notte appena trascorsa. Lo aveva abbracciato ed
amato con tutta se stessa, turbata dallo sguardo azzurro e sensuale posato sul
suo corpo.
Tenero e paziente, l’aveva amata con dolce passione trascinandola in un
abisso di puro ed inesplorato piacere sensuale.
Lo abbracciò delicatamente, facendo attenzione a non svegliarlo. Depose un
lieve bacio sulle labbra socchiuse e si alzò, indossando un morbido accappatoio
bianco.
Si avvicinò alla grande finestra, ammirando il sole nascente. Le strie di
fuoco, che incendiavano il cielo di Tokyo, facevano da cornice alla fiamma
dell’amore che ardeva in lei.
Fra poche ore avrebbe conosciuto la decisione della signora Tsukikage. Era
calma e serena. Aveva, finalmente, compreso il profondo significato celato
nell’opera di Ozaki.
Indipendentemente dalla scelta della sua insegnante, aveva capito che la Dea
Scarlatta era il Teatro. Interpretare Akoya richiedeva un grande talento e solo
poche attrici potevano esaltarne la personalità, ma per le fortunate, come lei,
si apriva un mondo sconosciuto, pieno di sensazioni nuove, che nessun altro
personaggio poteva donare.
La Dea Scarlatta rappresentava l’inizio e non la fine. Non le importava a chi
sarebbe andata le vittoria, perché, ora ne era certa, il suo destino era
tracciato.
Gli occhi tornarono ad ammirare il miracolo dl nuovo giorno. Appoggiò la
fronte sul vetro fresco, fissando la città sotto di lei.
Masumi la raggiunse in silenzio, imprigionandole le mani tra le sue.
- Sposami, Maya – le chiese, semplicemente, chinandosi a baciarla con
dolcezza.
Lacrime di gioia le rigarono il volto - ti amo – gli sussurrò sulle labbra,
abbandonandosi nel suo caldo abbraccio.
La verità, a lungo imprigionata nei sogni, si stava schiudendo, accanto a
Masumi, nel fiore più bello.
Fine
Ecco. L’ho terminata, con lieto fine al seguito. È già sufficiente l’incognita fornita dalla sensei Miuchi, visto che non si decide a terminare questa "odissea"
Ringrazio per i commenti, è un piacere sapere che vi piace. Fatemi sapere se
avete apprezzato il finale, se vi va, obviously.
Ancora un paio di cose.
lithtis: innanzitutto grazie. Su Shiori mi trovi d’accordo, anche se la speranza che "rinsavisca" è l’ultima a morire. Poiché ci aveva già pensato la Miuchi a trasformarla in schizoide psicopatica nelle tavole di HTY, ed io, in altre fic, l’ho descritta un po’ più cattiva, qui ho pensato di darle un contegno dignitoso. D’altronde si potrebbe scrivere un saggio sulle aspettative di questo manga che prosegue, con alterne vicende, da trent’anni…sperando di poterne leggere un giorno la parola fine.
Piper: "impazienza" è il tuo nome (^__^) … mi dispiace averti fatto attendere, ma ahimè malanni di stagione (leggi influenza) mi hanno messo ko per un bel po’. Spero di essermi fatta perdonare…
E poi a tutte, ma proprio tutte, grazie infinite. Spero di non avervi fatto venire il diabete, ma il genere è romantico e allora…che romantico sia!
Alla prossima.
Oscar