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Autore: kazuha89    04/03/2012    1 recensioni
Salve
tutti sappiamo bene cm Harry, Ron e Hermione si sono conosciuti ufficialmente.
Ma negli anni che sono stati separati, la loro infanzia e il periodo in cui hanno scoperto e imparato ad usare la magia, prima che si conoscessero cioè, cosa è successo? e se i loro destini non si fossero intrecciati sul leggendario treno scarlatto?se fosse successo....molto prima?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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bene, siamo giunti al gran finale, ai capelli della nostra pozione polisucco
Ma prima, un breve riepilogo. Abbiamo visto che prima del fatidico magico incontro che gli ha legati definitivamente, alla tenera età di sei anni nelle loro rispettive vite Harry, Ron e Hermione si sono visti- intravisti. Ron vide un Harry malconcio e ahimè quasi cieco per la mancanza dei suoi fidi occhiali rotondi e la piccola Hermione venne a sapere del mondo magico proprio da Ron. Ora, mai nella vita Ron e Hermione tradirebbero o farebbero un torto ad Harry, dopo le cose che il terzetto ha dovuto sopportare. Ma la verità è che un segreto si cela nei loro cuori...una cosa che nessuno si sarebbe mai aspettata...regolate le vostre clessidre per l'ultima volta, ma non così indietro come nei viaggi precedenti, non sarà necessario....
Basterà tornare indietro...al settimo anno, durante le vacanze estive, quando all'oscuro di Harry a Ron e Hermione venne fatta una singolare richiesta...

01:00
Un manto di stelle trapuntava il cielo autunnale, mentre un aria fredda e pungente si insidiava tra rami e cespugli, gelandone l'anima. Ogni finestra era illuminata da una zucca intagliata in un volto ghignante, che alla luce delle candele assumeva un' ombra particolare. D'un tratto però qualcosa infranse il silenzio di quella notte gelida:
POP...
"Ahi...porca miseria, che male! Ron, ricordami di darmi un colpo in testa la prossima volta che decido di materializzarmi con te usando la materializzazione congiunta...ahi.." brontolò la voce di una ragazza proveniente da un folto cespuglio d'edera.
"Mi scusi, sua perfezione, ma come diavolo facevo a sapere che c'era tutta questa dannata boscaglia in mezzo ad una strada?" rimbeccò la voce di un ragazzo dallo stesso cespuglio.
Un attimo dopo, dal bel mezzo della siepe uscì un ragazzo con i capelli rossi, molto alto e dinoccolato e ricoperto di rametti e foglie.
"Che fai? vuoi che ti veda?" esclamò la ragazza da dentro il cespuglio.
"Hermione, è impossibile che ci veda. E anche se fosse, credi che riesca a distinguerci da un altra persona con questo buio?" sentenziò Ron.
"E allora perché la Mcgranitt nella lettera ci ha scritto di non farci scoprire?"
"Dai babbani, non da lui. Miseriaccia, sembri me." disse Ron ridendo. La ragazza nel cespuglio fece altrettanto.
"Dai vieni, ti aiuto a uscire." disse lui, infilando una mano nel cespuglio. Una attimo dopo, estrasse una ragazza con lunghi e crespi capelli castani, anche lei coperta di fogliame.
"Grazie." disse Hermione, pulendosi i pantaloni dal terriccio. "Ma dimmi tu che assurdità! ti rendi conto di cosa farebbe Harry se sapesse che siamo qua?"
"Già...no, non lo so." rispose Ron.
"Si infurierebbe, ecco cosa. Mi domando che vuole la Mcgranitt da noi. Tre righe in croce ha scritto, e una meno chiara dell'altra."
"Francamente concordo. Che senso ha stare qua? voglio dire, che cosa cambia?"
"Beh lei dice che è importantissimo, anche se ne dubito fortemente."
"Ripeti un po’ ‘ste tre righe, magari mi viene un illuminazione." disse Ron, fregandosi le mani dal freddo.
"Allora dice:
“Ron Hermione, recatevi con questa al numero quattro di Privet Drive dopo averle fatto fare 16 giri pieni in senso orario. Poi arrivati là dieci mezzi giri in senso orario. fatelo all'una di notte il 30 luglio. Mezzo giro un mese. Un giro completo un anno. Fatelo allora, dato che Harry non ci sarà. No deve saperlo mai. Controllatelo quando arrivate, ma non fatevi vedere. E' importantissimo. Ordini di Silente.”
Si infilò una mano nel maglione, ed estrasse una piccola clessidra dorata appesa ad una catenina.
"Che stano. Non credevo che quegli affari fossero tanto in gamba." disse Ron.
"Non lo sono. I giratempo ordinari si limitano alle ore." rispose Hermione.
"Ah..un momento, frena. Credevo che gli avessimo fracassati tutti quella notte giù al ministero, quei cosi. Perché quello si è salvato, triplicando il suo potere?" chiese Ron.
"Credo che questo non fosse del ministero. Credo sia opera di Silente. E' diverso dal mio." disse Hermione rimettendo il giratempo nel maglione.
"Va bene. Non mi spiego però che facciamo qui." replicò Ron.
"Non lo so nemmeno io. Dai, andiamo verso la casa dei suoi zii. Magari lì vedremo qualcosa che ci aiuterà capire."
Ron annui, e insieme si diressero verso il numero quattro. Ma oltrepassata la siepe, i due ragazzi frenarono di colpo. Qualcosa stava disteso davanti allo zerbino. Un bambino.
Hermione trasalì.
"Oh dio Ron...oh dio..." balbettò.
"Cosa? che succede? che fa un marmocchio su uno zerbino?"
"Ron...dieci mezzi giri da luglio..dieci mesi...sedici giri pieni....sedici anni..." disse lei allarmata.
"E' con ciò? non capisco Hermione."
"Ron... sedici anni indietro. Dieci mesi indietro. All'una di notte. Dalla notte del 30 al 1 agosto se torni indietro di dieci mesi, arrivi a ottobre. La notte tra il 31 ottobre e il primo novembre. Sedici anni fa successe tutto e Silente lo portò qui dai suoi zii. La notte del 31 ottobre. Ron, quel bambino...è Harry.
"Cos..non può essere..é impossibile."
"Non c'è altra spiegazione." replicò Hermione, confusa.
Ma...non possiamo...se ci vede...impazzirà!"
"No, non impazzirà. Non ci faremo vedere e se riuscirà a vederci non conserverà ricordo...così piccolo."
"Io impazzisco, però! Io me ne ricorderò! Il mio migliore amico ha la mia stessa età. Ma adesso lui è neonato, e io sono qui a tre metri da lui, ma cresciuto. E da diventare matti!"
"E pure il mio migliore amico, e ho la sua stessa età, e pure io sono li a due metri da lui neonato ma cresciuta, ma non vado nel pallone come te. Stai calmo e facciamo ciò che ci ha detto la Mcgranitt. Controlliamolo. Che ore sono?"
Ron era visibilmente scosso.
"L..l'una e mezza."
"Bene. Silente deve essere appena andato via. Probabilmente il.. piccolo dorme."
Ron la guardò scettico.
"A chi la dai a bere. Pure a te sembra di impazzire, vero?"
"No, affatto. E' una situazione...singolare, tutto qua."
"Prossima fermata San Mungo, cara mia, vedrai. Là con i genitori di Neville e gli altri matti, ecco dove andremo a finire."
"Che animale che sei! sai cosa hanno passato quelli di Neville? Vergognati a parlare a quel modo!" sbraitò Hermione.
"Va bene va bene, scusami, hai ragione. Ma mi spieghi che diamine di motivo c'e di stare qua al freddo? sappiamo come andrà, no? quei beoni tra sei o sette ore si alzeranno, troveranno Harry sul tappeto e gli rovineranno la vita."
"Ordini di Silente. Importantissimi dice la lettera." rispose Hermione.
"Ah ma tu guarda, e io che ancora me ne stupisco. Chiaro che se sono ordini di Silente. Gli si riconoscerebbe al buio. Incomprensibili ma vitali, come sempre." Sbraitò Ron, sedendosi su un basso muretto.
"Piantala di lagnarti, o va a finire che svegli il bambino." disse Hermione, levandogli una foglia dai capelli, in piedi davanti a lui.
"Tsè, sembri mia moglie che mi sgrida perché sveglio mio figlio." disse Ron ridendo. Poi guardò Hermione, fiocamente illuminata dalla luna e da un lampione. Abbassò lo sguardo e le sue orecchie si infiammarono.
"Scemo." disse Hermione sorridendo, lievemente arrossita."E' impossibile, tra l'altro."
"Perché?" chiese Ron, alzando lo sguardo di scatto su di lei.
Hermione sorrise.
"Se è figlio tuo, nemmeno le cannonate lo sveglierebbero."
Ron sorrise e le diede un colpetto sulla gamba. Hermione gli passò la foglia sul viso.
"Lavanda ti avrà assillato con questa storia, vero?" chiese Hermione, passando la foglia sul lungo naso di Ron.
"No, come puoi pensarlo? Lavanda non fantasticava quasi per niente su un potenziale matrimonio tra me e lei." disse Ron sarcastico." Ha solo scelto la potenziale chiesa, il potenziale abito per le damigelle, la potenziale torta, il potenziale menù del rinfresco e i potenziali invitati. Tutto qua."
Hermione rise.
"Gli scimmioni invece, che pensavano di fare?" chiese Ron, guardandola.
"Quali scimmioni?" chiese lei.
"Mclaggen e Krum. Avevano entrambi fattezze scimmiesche, anche se Krum un po di più."
Hermione rise.
"Cormac niente, ma credo che se il cielo mi avesse fatto perdere la ragione tanto da sposarlo, sarebbe stato in un campo di Quiddich..."
"Bello!" commentò Ron.
"Uh guarda, meraviglioso. Per quanto riguarda Victor, però, rimpiango solo per la sua idea del matrimonio di aver rotto con lui."
Ron s'incupì.
"Cioè?" chiese, con tono iroso.
"Lui voleva portarmi su un isola dei caraibi, coprirmi di fiori esotici e di seta pregiata e voleva che ci sposassimo al tramonto, in riva al mare. Solo io, lui e un parroco per ufficializzare. Romantico, vero?"
"Che ora si è fatta?"chiese Ron scorbutico.
"Che hai, adesso? sei tu che hai chiesto, no? e parla piano."
"Se era tanto bello stare con lui, perché lo hai mollato?"
"Non era bello stare con lui, ma solo la sua idea del matrimonio." rispose Hermione, accalorandosi. "E poi...a me piaceva e piace ancora un altro..."
Guardò Ron fisso.
"Mi stupisce che tu abbia ancora dei dubbi, perché io non ne ho."
"Io non ho dubbi e solo che non sarò mai in grado di portare la mia fidanzata ai caraibi, e tu lo sai."
"Meglio, io odio la sabbia e odio i fiori tropicali. E poi io voglio i miei al mio matrimonio, e voglio pure i miei amici. Pure un cortile andrebbe bene per sposarmi se ho i miei cari vicino." disse Hermione.
"Quello lo posso fare. Ho pure il cortile." rispose Ron.
"Bene, per me è perfetto così."
Si guardarono. Entrambi sorrisero.
"Mi pare un po presto, no?" disse Hermione, torcendo la foglia tra le dita.
"Già, meglio andare per grad.."
Un lamento attirò la loro attenzione. Un pianto soffocato.
"Oh miseriaccia, l'abbiamo svegliato." disse Ron guardando il fagotto davanti alla porta del numero quattro." Che facciamo?"
"Niente. Si calmerà vedrai." rispose Hermione. Ma i minuti passavano e Il piccolo piangeva sempre di più.
Ron vide le mani di Hermione tremare.
"Non puoi andarlo a prendere, lo sai." disse prendendole una mano. Era gelata.
"Lo so, non volevo farlo, infatti." disse Hermione, tenendo la mano di Ron, ma guardando il fagotto."Pensavo solo...magari ha freddo."
"No, è coperto bene." sentenziò lui.
"Magari ha fame.."
"Non mi sembra che abbiamo latte o pappette per neonati, con noi."
"Forse ha paura!"
"Non gli è successo nulla. Se ha paura, appena si addormenta, gli passa.
Hermione lo guardò sconvolta.
"Come fai a essere così cinico? Io sto morendo di crepa cuore."
"Lo vedo." disse Ron, tranquillo. "Muoviti, va’ a prenderlo."
Hermione si stupì.
"Cosa? ma non possiamo...io..."
"Non ricorderà nulla, lo sai. Forza, va a prenderlo."
Hermione lo studiò sconvolta. Poi si voltò e corse verso il bambino, e lo prese in braccio.
"No non piangere, va tutto bene. Sei al sicuro, adesso." disse cullando il piccolo.
"Spostati dall'uscio, o svegli le iene. Preferirei che non lo trovassero così in fretta." disse Ron, tirando Hermione verso la strada. Il piccolo intanto si stava calmando.
"Ecco bravo, smetti di piangere." disse Hermione sedendosi sul muretto. "Oh Ron,  guardalo.. Che carino!"
Aveva tirato fuori il piccolo dalle coperte e lo aveva seduto sulle sue gambe. Indossava un maglioncino panna e una salopette rossa a fantasia di pois gialli e panna come il maglioncino, e aveva ai piedi minuscoli calzettini colorati con l'antiscivolo.
"Preferirei non guardarlo, grazie." disse Ron, osservando con ostentazione la strada vuota.
"E smettila, e solo un bebè! Vero, amore?"
"E' Harry quello, ric...amore?"
"Uh, eccolo che riparte... il tuo fratellone è proprio un brontolone." disse facendo il solletico al piccolo, che rise.
"Fratellone? sei impazzita, per caso?"
"Sei tu che hai sempre detto di vedere Harry come un fratello, no? beh lui è Harry, no?" disse lei, posando il piccolo sull'erba e tenendogli le mani, mentre lui tentava di stare dritto sulle gambine malferme." Guarda, quasi cammina! Che tesoro.."
"Bene, sei ufficialmente uscita di senno, fantastico. Posalo dove stava, adesso, mammina. I babbani saranno qua tra poc..."
"Mam-mina." disse il piccolo.
Ron e Hermione ammutolirono.
"Vieni piccolo, vieni in braccio." disse Hermione, prendendo il piccolo in braccio e mettendolo seduto sulle sue ginocchia.
"Mam-mina." ripeté il piccolo.
"Ah, no tesoro, non...sono la tua mammina...giuro su dio, che se ti strozzo, quando lo metto giù.." disse Hermione sorridendo al piccolo e fulminando Ron con gli occhi.
"Scusami, non credevo ripetesse." disse Ron,visibilmente nel panico.
"Ha un anno! Sono come spugne, a un anno. Ripetono tutto quello che sentono. Magari quella parola gli è anche famigliare, poverino."
"Hermione, mi dispiace, non volevo far..."
"He-mone." disse il piccolo.
Ron spalancò la bocca.
"Ah...si..ecco...esatto, piccolo, bravo...se ti metto le mani addosso, ti rovino, Ron." disse Hermione.
"Scusam.."pigolò lui.
"On." disse il piccolo.
"Ha ha, pari!" disse Ron ridendo.
"Idiota, taci...ah bravo piccolo, bene." disse Hermione, madida di sudore dall'angoscia.
"Rimettilo dove stava, prima che impari a dire  "Weasley."disse Ron passandogli la coperta.
"We-sly." disse il piccolo.
"Ron chiudi quella ciabatta, maledizione...ah bravo piccolo." disse Hermione, tentando di dare un calcio a Ron, che stava facendo il gesto di strangolare il bambino.
Hermione avvolse il piccolo tra le coperte, e stava per posarlo sullo zerbino, quando un grosso uccello planando su un ramo lo fece spezzare e finire sul tetto del numero quattro, tirando giù delle tegole che andarono a fracassarsi al suolo nel punto dove prima c'era il bambino. Hermione Si ritrasse con il piccolo in braccio.
"Miseriaccia." disse Ron, guardando l'uscio. "Lo potevano ammazzare, se lo lasciavamo li."
Le luci al piano di sopra si accesero.
"Mettilo vicino ai cocci, tanto adesso scendono." disse a Hermione. Lei posò il bimbo, che nel frattempo si era riaddormentato, sul ciottolato. Poi lei e Ron corsero a nascondersi nella siepe. Un minuto dopo la porta del numero quattro si aprì e la panciuta figura di Vernon Durlsey apparve sulla soglia, in vestaglia e pantofole.
"Guarda giù. Guarda giù, panzone imbecille." borbottò Ron.
Il piccolo emise un vagito, e Durlsey guardò per terra. Cacciò un urlo e un istante dopo sua moglie Petunia accorse allarmata.
"Bene, possiamo andare ora." disse Ron accovacciato accanto a Hermione.
"E se lo lasciassero li? se decidessero di cambiare idea?" chiese Hermione tesa.
"In quel caso gli darebbero una vita migliore, ma noi non lo incontreremo mai. Su, andiamo." disse Ron prendendole un polso.
Stavano per smaterializzarsi quando Hermione tirò Ron per la maglia.
"Ehi, guarda la!" disse indicando la strada buia. Ron strizzò gli occhi e li vide. Un uomo alto, con una lunga barba argentata e un gatto soriano seduto al suo fianco. Ron e Hermione si guardarono e riguardarono la strada. Vuota.
"Era li..non ci posso credere! ma perché non ha spostato lui Harry dal pericolo?" esclamò Hermione, arrabbiata dopo essere riapparsi alla tana
"Ecco...tipico del vecchio." disse Ron ."Incomprensibile, ma vitale."
  
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