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Autore: FraonMars    04/03/2012    0 recensioni
Ho sempre sognato Londra. Ho iniziato questa storia con l'intenzione di appuntare quelle che sono le mie fantasie al rigurado. Questa è la storia di un'amicizia che mai finirà, mai.
Cit. 'Londra, a domani.'
Genere: Drammatico, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Venti Gennaio.
Stavo li, stesa sul mio letto.
Fantasticavo, come sempre. Quel giorno però non erano del tutto fantasie, erano future realtà.
Tra cinque giorni sarei finalmente partita per Londra, con Ruggero.
Lui era il mio vicino di casa. L’avevo sempre definito un ragazzo ‘buono’, nient’altro. Ultimamente ci eravamo avvicinati molto, si subiva ogni giorno le urla di mia mamma e i lamenti di mio papà. Lui invece mi definiva ‘smoke friend’. Ogni mattina infatti faceva con me la strada da casa ‘nostra’ alla stazione, e una sigaretta non mancava mai.
Stavo li, e cercavo ancora di capire anche solo un pò della situazione.
La mattina avevo informato i miei genitori che sarei partita e dopo aver sentito le solite incazzature e i soliti ‘no’ sono corsa in camera. E si, ero ancora li.
Sono passate quasi due ore prima che mi ricordassi di controllare il telefono.
Due chiamate perse.
Sette messaggi.
La maggior parte erano di Ilaria e mi chiedevano se avevo voglia di uscire.
Erano le cinque del pomeriggio, sabato pomeriggio. Perchè avrei dovuto dire di no?
L’ho chiamata per avvisarla.
‘Sei viva si?’
‘Ehi scusa, arrivo subito. Dove sei?’
‘Sto uscendo adesso, sono con Rugg.’
‘Ok, ci troviamo al pontile!’
Abitavo in un paese piccolo e ritrovarsi non era difficile. Spesso uscivo da sola, sapendo che poi avrei sicuramente trovato qualcuno che aveva avuto la mia stessa idea.
Alle cinque e quindici ho salutato la mia migliore amica e il mio futuro compagno di viaggio e con loro ho continuato i miei sogni iniziati in camera.
‘Mi dispiace troppo però, che non sarai con noi.’, ho detto riferendomi ad Ilaria.
‘A me neanche un pò, so che vi divertirete comunque, e poi con tutti quei regali che mi porterai!’
‘Porterete volevi dire!’
‘Povero me, sapevo che non dovevo accettare! Ruggero non farà regali, Ruggero non deve niente a nessuno.’
Più parlavo con lei, più capivo che ci teneva davvero, voleva vedermi felice e io dovevo esserlo per lei soprattutto. Avevo deciso di partire sia per me che per lei, anche perchè non avrei voluto vederla soffrire a causa mia, bastava la sua salute a farla star male.
Verso le sette abbiamo riaccompagnato Ilaria a casa e ci siamo incamminati verso la nostra.
Mi divertivo sempre a parlare con Ruggero, mi raccontava le sue ‘avventure’ della scuola o del lavoro.
‘Quando ho fatto i diciott’anni eravamo tutti presi malissimo, non ricordo neanche tanto.’
‘Si lo so, era inverno e io e Ilaria vi abbiamo visti mezzi nudi per il centro con credo minimo 0 gradi fuori’
‘Dio non farmici pensare, menomale che sono uno che non beve mai.’
‘Per quello io non vorrei festeggiarli, non sono il tipo da ubriacarsi fino a non capirci più un cazzo.’
‘Non credo che sarà possibile, ti sei scelta una migliore amica che non si arrende molto facilmente per quello che ho capito, e posso dire di aver già sentito un pò di sue idee al riguardo.’
Mentre lui parlava io avevo notato una ragazza alta e piuttosto magra che ci fissava dalla panchina a pochi metri da noi.
‘Rugg, non vorrei sbagliarmi ma credo che quella ci stia fissando. La conosci?’
‘Quella chi?’
‘Quella seduta li, con il cappotto blu, capelli mossi. La vedi?’
‘Si ora si. Si la conosco.’
‘Chi è?’
‘Ehm..è la mia..si insomma la mia..’
‘La tua? Muoviti Ruggero potrei anche prendere paura.’
‘Fidanzata!’
Fidanzata? Ruggero aveva una fidanzata? E da quando? Perchè non lo sapevo?
La mia faccia lasciava di certo capire che di domande nella testa ne avevo fin troppe in quel momento. Stavo per andare a Londra per una settimana con il mio vicino di casa senza pensare che qui avrebbe lasciato sola la sua ‘compagna’.
‘E perchè non me l’hai detto? Non penserai di partire lo stesso con me?’
‘Si invece, perchè non dovrei? Stasera glielo dico, non si arrabbierà.’
‘Bah, vado a casa adesso io, parlaci e poi fammi sapere. Sappi che però non sono d’accordo.’
‘Tranquilla, andrà tutto bene.’
  
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