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Autore: Anastasia_Malfoy    04/03/2012    6 recensioni
Dal Primo Capitolo:
Pensandoci bene, Remus, ti rendi conto che in realtà tutto è iniziato molto prima di quanto ti aspettassi. Molto dopo di quando avessi voluto comunque. E ti rendi conto che, no, non dimenticherai la prima volta che ti sei reso conto di volere Sirius Orion Black per ben altri motivi, rispetto a quello di studiare con lui o fare una partita a scacchi. Hai sempre voluto fare questo.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Goodbye My Lover

 

 

 

17 giugno 1996.

23:49.

Grimmauld Place 12, Londra.

 

 

 

Remus Lupin attraversò la soglia di Casa Black. Era stanco. Era fottutamente stanco. Come non lo era stato mai. Si chiuse le porte alle spalle, senza fermarsi. Quella sera avrebbe ignorato tutto. Avrebbe ignorato tutto e tutti, perché per una volta non se la sentiva di essere il caro, vecchio e paziente Remus.

 

 

L’uomo passò per l’ingresso, per poi salire le scale che portavano alle stanze. Non si fermò a quella che tutti credevano la sua stanza. Entrò dritto filato in un’altra stanza. Sulla porta una targhetta: ‘Sirius Black’. Chiuse la porta, appoggiandovi la schiena. Strisciò a terra, chiudendo gli occhi.

 

 

Fu in quel preciso istante che le difese di quell’uomo furono completamente annientate. Pianse. Pianse come mai aveva pianto in tutta la sua vita. Anzi no. Aveva pianto un’altra singola volta così. Quando il mondo gli era crollato addosso il primo novembre di quindici anni prima. Aveva perso la sua migliore amica, aveva perso James. Credeva di avere perso anche Peter, ucciso dall’uomo che amava.

 

 

-Ti prego, no.- singhiozzò, passandosi una mano tra i capelli, distrutto.

 

 

Remus aveva passato dodici lunghissimi anni da solo. Solo, con il suo odio e il suo dolore. Non si era mai permesso di perdonarsi. Perché credeva che se si fosse proposto lui come Custode Segreto, tante cose sarebbero state diverse. E invece in una sola notte aveva perso tutto. E poi c’era il tradimento. Quella sensazione che ti infiamma dentro e ti fa venire voglia di uccidere a mani nude, di piazzare le mani attorno a un collo e stringere, stringere fino a sentire le ossa spezzarsi o il fiato mozzato. Aveva odiato Sirius per così tanto tempo… Per dodici lunghissimi anni non si era permesso di provare nient’altro che odio e rancore verso tutti. E vendetta. Voleva vendetta. Avrebbe ucciso Sirius perché lo aveva tradito, aveva tradito James e Lily e aveva anche ucciso il povero Peter che aveva avuto più fegato di lui e aveva subito chiesto vendetta.

 

 

Già. Odiare. L’odio è un sentimento orribile. Altrettanto quanto lo è l’amore. Perché Remus odiava anche se stesso perché non riusciva a smettere di amare l’assassino di quella che era stata la sua famiglia.

 

 

C’era voluto un ragazzino di tredici anni con i capelli neri arruffati e gli occhi enormi verde speranza per risvegliare tutto quello che non si era più permesso di provare.

 

 

Harry.

 

 

Harry non era la speranza dei maghi, almeno non solo. Harry era la sua speranza. Harry era la consapevolezza che in un qualche modo Lily e James continuavano a vivere, che il loro sacrificio non era stato vano. Era stato la speranza di tornare a vedere correre Ramoso per la Foresta, anche se sotto forma di Patronus. Perché Remus aveva colto subito quella presenza, anche se ancora non ben definita. Harry era la speranza di essersi sbagliato su Sirius. Harry era stato la consapevolezza che il vero traditore era stato quel verme di Codaliscia, e che Sirius aveva forse patito più di lui in quegli anni ad Azkaban. Grazie ad Harry aveva trovato la forza di entrare di nuovo in guerra e non pentirsene mai. Harry gli aveva dato la possibilità di passare altri due anni con Sirius, e di questo non lo avrebbe ringraziato mai abbastanza.

 

 

 

- Inizio Flashback -

 

 

 

Remus aveva deciso di licenziarsi. Sapeva che la delusione avrebbe portato Severus a dire a chiunque a Serpeverde cos’era, e questo avrebbe portato a lamentele che Hogwarts non poteva permettersi.

 

 

Questa era la risposta che dava a tutti, comunque.

 

 

Perché chi ricordava sapeva perché se ne stava andando. Questo era uno dei motivi per cui le labbra di Piton si sono arricciate in una smorfia di disgusto quando hai salutato gli altri Professori. Perché per una volta provava pace.

 

 

Per una volta non si sentiva troppo in colpa se sorrideva. Per una volta non gli dispiaceva mettere da parte il dolore e tornare a vivere. Per una volta dopo dodici anni voleva provare a riprendere in mano le redini della sua vita. Remus rabbrividiva al fatto che a volte sentiva quasi le presenze di James e Lily vergognarsi di lui e per come si era lasciato andare. Ora riusciva quasi a sentirli sorridere.

 

 

Aveva così creato una passaporta per un posto che lui conosceva bene. Kilronan era il principale villaggio di Inis Mor, isola dell’arcipelago a largo delle coste occidentali irlandesi. Ma non era il villaggio, il luogo più interessante di quel posto. A qualche chilometro di distanza una spiaggia immensa era stata testimone di una delle giornate più belle che Remus avesse passato in tutta la sua vita. Dubitava che lui se ne ricordasse, ma doveva andare lì. Almeno in quel momento i ricordi non avrebbero fatto male. Così impugnata una chiave incantata a dovere si era lasciato trasportare in quel luogo.

 

 

Subito l’uomo si sentì investire dall’odore di salsedine, e dal suono delle onde del mare. Remus chiuse gli occhi, respirando a pieni polmoni.

 

 

-Sei venuto.-

 

Remus si girò di scatto verso la persona che aveva parlato.

 

Sirius.

 

Gli anni non erano stati clementi per nessuno dei due. E Sirius al tempo aveva dovuto aggiungere anche la prigionia.

 

-È il nostro posto, questo.- rispose Remus con un sorriso triste sul volto.

 

Sirius si era cambiato. Non voleva sapere da chi ne come, ma.. indossava un dannato completo semi-elegante. Con tanto di mocassini. E si era pure sistemato, visto e considerato che non aveva più l’aspetto indecente che aveva avuto qualche giorno prima alla Stamberga Strillante.

 

-Già. È il nostro posto.- ripeté, accarezzando con mani leggere Fierobecco, che stava appollaiato vicino a lui.

 

-Ti sei cambiato.- disse Remus, nervoso.

 

Non sapeva di cosa parlare. Era una situazione strana quella. Forse tanto quanto era stato strano scoprirsi innamorati uno dell’altro.

 

-Silente mi ha trovato prima di te e mi ha dato alcune cose per ripulirmi.- rispose Sirius, secco.

 

-Ti ha dato abiti babbani.- disse Remus, voltandosi nuovamente verso il mare.

 

-Si ricordava del fatto che odio le sottane che ci spacciano per vestiti.- stabilì Sirius, alzandosi in piedi.

 

-Questi anni sono stati terribili, Rem.- continuò, avvicinandosi all’altro.

 

-Credevo avessi tradito tutti. Credevo avessi tradito anche me. Credevo che mi avessi mentito per tutto il tempo.- rispose l’altro, sobbalzando leggermente al nomignolo che Sirius aveva usato tanti anni prima.

 

-Non te ne do una colpa. Tu non potevi saperlo. Non lo sapeva nessuno, a parte me, James, Peter e Voldemort. Nemmeno Lily era a conoscenza del fatto che non ero più il loro Custode Segreto.- disse, affiancandosi all’amico di sempre.

 

-Avrei dovuto parlarti. Avrei dovuto chiedere spiegazioni. Avrei anche potuto prenderti a pugni ma alla fine tu avresti potuto rispondermi e dirmi la verità.- ribatté Remus, stringendo i pugni.

 

-Rem, ti avrei comunque risposto che ero stato io a ucciderli. Che avevo ucciso mio fratello e sua moglie, la mia migliore amica, la nostra migliore amica. Merlino, Rem… Harry gli assomiglia così tanto…- disse Sirius, stringendo una mano attorno al braccio dell’altro.

 

-Lo so. Ha lo stesso carattere di James. Solo che ha la timidezza dei primi anni di Lily. Ma fa di tutto per non farlo notare, ecco.- rispose, stringendo la mano di Sirius.

 

Aveva bisogno di lui. Aveva bisogno di sentirlo vicino a lui.

 

-Ti ricordi com’è stata la prima la prima volta che siamo venuti qui?- gli chiese, cambiando completamente discorso.

 

-Era il 7 di Febbraio del 1980. C’era il diluvio universale e Lily ci sbraitava contro perché era incinta al terzo mese, ma aveva già una pancia enorme, e quindi non poteva divertirsi con noi. È stato uno dei primi momenti di tranquillità dopo mesi di missioni per l’Ordine e volevamo riposarci. Io ti proposi di venire al villaggio, e invece ti sei Spaccato e ci siamo dovuti fermare qui perché altrimenti saresti morto dissanguato. Ma alla fine ti sei curato, ti sei ripreso e abbiamo deciso di passare il resto della giornata in una tenda da campeggio qui in spiaggia. Si, mi ricordo, Rem.- rispose Sirius, parandosi di fronte a lui. –Eravamo qui al gelo, ma è stata una delle giornate più belle della nostra vita.-

 

-Mi dispiace, Sirius. Mi dispiace così tanto.. avrei dovuto..- cominciò Remus, poggiando il capo sul petto dell’altro come aveva fatto spesso tanti anni prima, quasi in una vita passata.

 

-Non importa. Dio, non m’importa più. Ero così arrabbiato da dimenticare che l’unica cosa che conta siete solo tu ed Harry.- lo fermò, stringendoselo contro. –Mi sei mancato. E mi sono perso l’infanzia di Harry.. avrei dovuto stargli vicino. Avrei dovuto passare questi anni con te e a raccontare ad Harry di James e Lily. E invece…-

 

-E invece Peter c’ha traditi tutti. Cazzo, quando l’ho visto sulla mappa ho capito perché un uomo decide di ucciderne un altro.-

 

-Non parliamo di lui, ti prego.- gli disse Sirius, poggiando la fronte sulla sua.

 

-Siamo ancora noi due, Grim?- gli chiese, chiudendo gli occhi.

 

-Sempre, Rem. Sempre.- gli rispose.

 

E fu in quel momento che si baciarono. Di nuovo. Dopo quasi tredici anni. E di nuovo, fu come la prima volta. Fu ritrovarsi, perdersi nuovamente l’uno nell’altro. Tornare ad essere quei ragazzi di diciassette anni pronti a subire le occhiate di mezza scuola piuttosto che nascondere i propri sentimenti. Adesso quei due ragazzi erano diventati uomini.

 

-Troveremo una scappatoia. Tu sei innocente. Devono saperlo tutti che lo sei.- disse Remus, fermo, dopo il bacio.

 

-L’unica cosa che conta è che tu ed Harry sapete che sono innocente. Non m’importa degli altri. Non mi è mai importato. Vorrei essere libero solo per poter essere finalmente una famiglia.- rispose Sirius, scrollando le spalle.

 

-Lo siamo. Lo siamo sempre stati e lo saremo sempre. Qui.- gli disse Remus, posandogli una mano sul cuore.

 

-Sempre.- rispose Sirius, perdendosi negli occhi castani di Remus.

 

Sempre.

 

-    Fine Flashback –

 

Dopo quel giorno, per un anno, non avevano potuto vedersi, né sentirsi spesso. Ma Sirius gli mandava spesso delle lettere, firmandosi ‘Tartufo’, come nelle lettere che inviava a Harry. Ma con il ritorno di Voldemort c’era stato anche il ritorno dell’Ordine della Fenice, e fu così che i due furono in grado di tornare insieme come un tempo. Certo, nessuno sapeva che stavano ancora insieme: tutti credevano che il loro rapporto fosse tornato a quello di una forte amicizia, ma loro erano tornati ad essere una coppia, e poco importava. A Harry lo avevano detto durante le vacanze di Natale e il ragazzo non aveva fatto una piega, rispondendo che ‘l’amore è amore’. E ad entrambi i Malandrini non aveva mai ricordato tanto James come in quel momento.

 

E poi… e poi l’Ufficio Misteri. Qualche ora prima. E Remus era ancora nella stanza di Sirius, nella loro stanza, a piangere, a versare lacrime amare perché non gli era rimasto più niente. E solo Harry gli aveva impedito di seguire Sirius nel Velo. Tanto quanto lui lo aveva impedito al ragazzo. Non ce la faceva. Singhiozzava con la testa nascosta tra le braccia incrociate appoggiate sulle ginocchia.

 

Restò fermo lì per qualche ora. Quando le gambe cominciarono a fargli male decise di spostarsi sul letto. Poggiò il capo sul suo cuscino e abbracciò quello di Sirius. E Remus pianse ancora di più. Il cuscino era pregno del suo odore. Pianse, pianse fino a stremarsi. E si addormentò con una domanda nella mente e nel cuore.

 

Perché lui?

 

.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

 

Remus si risvegliò di soprassalto, a causa del campanello squillante. Emise un gemito sconfitto, portando la coperta sopra la testa. Passando una mano sopra il cuscino su cui aveva dormito, si accorse che era fradicio. Doveva aver pianto pure durante il sonno…

 

Di nuovo quel maledetto campanello.

 

L’uomo scostò le coperte, frustrato, e scese le scale ancora assonnato e stanco. Attraversò l’ingresso provando a fare meno rumore possibile, per non svegliare il ritratto di quella donna orribile e acida che era stata Walburga Black, e aprì la porta infine.

 

-Ciao, Remus.-

 

-Ciao, Dora.-

 

Ninfadora Tonks appariva come una strana creatura in quel momento. Era abituato a vederla con i suoi capelli rosa chewing gum, e i vestiti di pelle. Non si aspettava di vederla con i capelli di un blu scuro cupo e in jeans e maglietta a maniche lunghe. Nera. Quando la ragazza finalmente vide l’uomo gli avvolse il collo con le sue braccia, placcandolo forte. Remus ricambiò l’abbraccio, abbassando il capo contro quello suo.

 

-Mi dispiace, Remus. Mi dispiace così tanto.- disse lei, sommessamente, stringendolo di scatto.

 

Remus ricambiò la stretta, affondando il viso nei suoi capelli. Tonks cominciò a piangere contro il suo petto, aggrappandosi a lui. Lui non piangeva più aveva esaurito le lacrime ormai.

 

-Era l’unico membro della mia famiglia con cui avevo un rapporto. Lo conoscevo da poco ma gli volevo bene.- gli disse.

 

-Lui mi parlava spesso di tua madre. Mi diceva sempre che era stata l’unica a ribellarsi a tutto pur di essere felice. Aveva seguito il suo esempio andandosene da casa.- le rispose con voce roca per il troppo pianto.

 

-È colpa mia, Remus. È solo colpa mia se è morto. Se io non fossi stata così debole sarei stata in grado di sconfiggere Bellatrix e metterla fuori gioco. È morto perché stava combattendo contro di lei al posto mio.-

 

-È tua zia, Tonks. Nessuno può fartene una colpa.- le rispose, incolore.

 

Tonks tirò su col naso, scostandosi da lui.

 

-Scusa. Dovrei essere qui per esserti di conforto, non per farmi confortare.- gli disse, accarezzandogli il viso, leggermente.

 

Chiuse gli occhi. Era strano stare con lei. Era strano perché anche lei era una Black. E come ogni membro della sua famiglia aveva quegli straordinari occhi grigi che ti scrutano fin dentro l’anima. Quegli occhi erano stati capaci di fargli chinare il capo anche di fronte a un ragazzino biondo acido e petulante. Aveva fatto i salti mortali per non essere accondiscendente anche con il più giovane dei Malfoy. E doveva stare attento a non farsi scoprire dalla ragazza che gli stava adesso di fronte. Le strinse la mano ferma sulla sua guancia e chiuse gli occhi, beandosi di quella leggera sensazione di conforto.

 

-Non fa niente. Grazie di essere venuta.- le rispose, provando a sorriderle.

 

Ma non ci riuscì. Riuscì solo a piegare le labbra in una smorfia orribile che fece aggrottare le sopracciglia della ragazza.

 

Passarono la mattinata insieme. Tonks provava a decifrare il comportamento della persona che le stava davanti e non riusciva a capire perché, perché una persona fosse costretta a soffrire così tanto nella sua vita. Pensò che non fosse giusto. Pensò che spesso la vita si accanisce contro certe persone e non le molla finché non riesce a spegnere ogni singola luce della loro esistenza.

 

“Il Bene perde. Il Bene perde sempre. Perché il Bene deve giocare seconde le regole. Ma il Male no. È per questo che in un modo nell’altro vince sempre.”

 

-Secondo te, riusciremo a vincere questa battaglia?- sussurrò lei, stringendosi le braccia sul petto.

 

Remus si voltò verso di lei, confuso. Ci pensò un attimo, prima di lasciarsi andare in un sospiro.

 

-Non lo so. Non so se vinceremo questa dannata battaglia. Non so nemmeno se sopravviverò abbastanza a lungo da vedere questa battaglia finita. Ma sono sicuro di una cosa. Non lascerò Harry. Lui ha bisogno di me. James, Lily e.. Sirius, non vorrebbero vedere la mia arresa. E che io sia dannato se lascerò quel ragazzo da solo.- le rispose, stringendo la tazza di tè che aveva tra le mani.

 

Dora si avvicinò a lui, stringendolo forte, di nuovo. Lui ricambiò la stretta, sentendo uno strano calore all’altezza del petto. Quella ragazza era tranquillità. Era guerra e pace. Forse come lo era stato Sirius. Chiuse gli occhi contro la sua spalla, attirandola a sé per i fianchi.

 

La pace era tutto quello di cui aveva bisogno. E l’avrebbe trovata, con un occhio al futuro, misterioso e dubbio, e un occhio al passato, popolato da ricordi e amici che se n’erano andati.

 

 

.-.-.-.-.-.-.-.-

 

 

Ottery Saint Catchpole

5 luglio 1997

 

Caro Sirius,

sono sempre io. Non ti parlo da un sacco di tempo, da più di un anno ormai. Ti scrivo perché oggi è un giorno importante per me. E caspita, non hai idea di quanto vorrei vederti qui accanto a me oggi. Al suo posto sarebbe magnifico, poi.

Non ti ho dimenticato. Non avrei mai potuto farlo. Sei e sempre sarai la persona che ho più amato, e lo sai. Ma avevo bisogno di scriverti, oggi. So che forse non approvi, so che forse mi stai odiando oggi, ma ti prego, non condannarmi se voglio trovare un po’ di pace. Affezionarmi a lei non era nei miei piani. Fosse stato per me ti sarei stato fedele fino alla morte, ma lei.. lei mi vuole bene. Il nostro è un rapporto diverso da quello che avevamo noi due, ma le voglio lo stesso bene e anche se continuerò ad amarti fino alla fine dei miei giorni, non posso non provare a tirare avanti. Lei mi è stata vicina, lei che ha gli occhi così simili ai tuoi.. lei che probabilmente sa, ma mi accetta così come sono. E non la ringrazierò mai abbastanza.

Ti prego, non odiarmi. Non lo sopporterei. Non ho mai sopportato il tuo sguardo deluso. Non ho mai sopportato il senso di colpa, specialmente nei tuoi confronti. Ti prego, perdonami, e prova a capirmi. Sei e sempre sarai l’unico per me.

Merlino, sono patetico.

Oggi mi sposo. Con tua cugina. Non so che te lo sto scrivendo a fare, visto e considerato che so che sei sempre qui con me. Spero tu abbia trovato Lily e James dovunque tu sia.  Spero che siate felici insieme, come fratelli e sorelle, come eravamo un tempo, prima che la nostra famiglia fosse colpita da tutte queste disgrazie.

Mi mancate. Mi mancate da morire. Mi mancate così tanto che a volte mi viene difficile pure respirare. Ma so che siete sempre qui con me. Perché vi sento. Perché sento le vostre presenze vicine, sento i vostri sguardi su di me e so che ci sarete per me, quando passerò dall’altra parte, per stare con voi, per sempre.

Ti amo, Sirius. E questo non cambierà mai. Non cambierà nemmeno dopo lo scambio dei voti, e puoi starne certo. Ti amo e mi danno, perché abbiamo avuto troppo poco tempo a disposizione. Ma va bene così. Anzi, no, non va bene, ma mi farò bastare i ricordi. E ti amo, ricordalo.

Ci vediamo in paradiso, Grim.

 

Tuo per sempre,

Rem.

 

 

 

Spazio Autrice: Salve a tutti, ragazzi. Ecco, questa è la seconda fiction che completo, ed è strano per me sentirmi così triste. Sappiate che è due settimane che vado su a canzoni tristi per scrivere un finale decente. :’( Moonstar è completa. E cavolo, non avete idea di quanto mi dispiaccia. Mi mancheranno questi due!

Passo ai riferimenti che è meglio:

-    Il 17/6/1996 è davvero la data di morte di Sirius. Dal Wikia di Harry Potter.

-    Ora, questo capitolo è molto più pesante rispetto agli altri. Il fatto è che una delle cose che mi piacciono poco della Saga originale è che c’è stato poco spazio per Remus. So che il protagonista è Harry Potter, ma non riesco a credere che non abbia sofferto. Perdere il proprio migliore amico è un’esperienza terribile, e nei libri non è nemmeno presente. Remus si meritava un po’ di spazio in più, ecco. Tutti sono più propensi a pensare a Piton e al suo ‘Sempre’, ma nessuno sembra ricordare il fatto che questo ha perso tutte le persone a cui voleva bene. E mi rompe un po’ questa cosa, ecco. A volte sembra più importante Minus che non lui.

-    Harry. Altra cosa che non capisco. Remus e Harry sembrano quasi due estranei, specialmente nel Prigioniero di Azkaban, e non riesco a capire come,visto e considerato che Rem era uno dei migliori amici di James. Siano lodate le fan fiction a questo punto.

-    Il flashback ci voleva. Perché altrimenti mi sarei suicidata prima di concludere il capitolo.

-    L’isola e il villaggio esistono sul serio. Sia benedetto chi ha creato Google Earth. E diamine, voglio visitare l’Irlanda.

-    Tonks. Non odiatemi per aver inserito anche lei. penso che la lettera rispecchi quello che penso su lei, Remus e Sirius. Lunastorta e Felpato resteranno sempre LA coppia, ma Dora penso che gli abbia potuto dare quella lieve pace, che Remus ha perso con la morte di Sirius. Il fatto che lui ami Sirius, non può togliere il fatto che sia sul serio affezionato a lei, ecco.

Ringrazio tutti. Tutti quelli che hanno letto, tutti quelli hanno preferito, seguito e ricordato, tutti quelli che hanno recensito. Ringrazio particolarmente TINAX86 che ha recensito tutti i capitoli, e che mi ha spinto a fare sempre meglio.

Poi, altra comunicazione di servizio. Voglio scrivere una shot su Teddy, che sarà una sorta di sequel di storia. Non so a chi piaccia  la coppia James Sirius/Teddy, ma io li amo. Vorrei scrivere di loro come ho scritto di Remus/Sirius.

E con questo mi congedo davvero.

 

A presto.

Micaela

   
 
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