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Autore: flors99    04/03/2012    28 recensioni
- Sono incinta. – specificò a quel punto Hermione, dissipando ogni suo dubbio e facendola strozzare con la sua stessa saliva.
Ginny spalancò gli occhi, incapace di credere che quello non fosse uno scherzo.
- Cos… eh?! C-come? Quando? Ma… ma… tu... – borbottò, pronunciando frasi sconnesse per quasi un minuto intero. – Non… non è divertente, Hermione. – disse alla fine, con la gola che bruciava per lo sforzo di parlare.
- Già. – mormorò Hermione, in un ansito di tristezza. – A chi lo dici. […]
- Ma… – la giovane Weasley cercò di mettere ordine nella sua testa, ancora sconcertata dalle parole della strega più grande. – Io… cioè tu… con chi…cioè… è Ron? – domandò, allucinata. – Io non sapevo neanche che vi frequentaste! Perché non mi hai detto niente? […]
- Ronnonèilpadre. – chiarì Hermione, pronunciando quelle parole nel modo più veloce possibile, scacciando dalla sua testa i cattivi pensieri.
- Che?
- Ronnonèilpadre! – ribadì, più in fretta di prima.
- Hermione, non capisco… cosa stai dicendo… - mormorò la giovane Weasley, non consapevole di quali parole usare.
Via il dente, via il dolore.
- Ho detto che Ron non è il padre! – esclamò tutto d’un fiato.
Via il dente, via il dolore. Sì, un cavolo!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Ciao a tutti, belli e brutti! Ma che dico, i miei lettori sono tutti belli! u.u  
Mi scuso tantissimo per il ritardo, ma mia madre mi ha sequestrato il computer per due settimane… ovviamente ho protestato, ma la mia mammina quando si arrabbia è tipo Molly Weasley, quindi è meglio lasciarla stare xD  Soltanto oggi ha messo fine alla punizione e ho postato il capitolo il prima possibile! Senza ulteriori indugi, vi lascio alla storia e metto gli altri commenti a fine capitolo! Vi aspetto giù! ^_^
 

 





 

Il tempo passa.
Anche quando fa male. Anche quando ogni cellula del nostro corpo desideri che si fermi. Nulla trattiene la sua incessante avanzata, scorre come un fiume in piena.
 
E non ritorna mai alla sua sorgente.
 
Eppure non manca chi si spazientisca per la sua lentezza, chi non desideri che quel giorno finisca presto e ne nasca uno nuovo.
Ma quello non era il caso di Hermione Granger.
 
Il tempo passa.
 
Questo era il pensiero che attraversava la mente della inquieta Grifondoro, mentre sfiorava la sua pancia, le dita che cercavano i segni della gravidanza avvenuta troppo precocemente. E sebbene fosse ancora presto per vedere il suo ventre ingrossarsi, Hermione non poteva fare a meno di pensare a come sarebbe cambiato il suo corpo nel giro di pochi mesi.
 
Il tempo passa.
 
Il tempo chiarificaraffredda.
 
Nessuna emozione può mantenersi inalterata nello scorrere delle ore.
 
Ma Hermione si sentiva sempre uguale.
 
Vuota.
 
Nessuna emozione scorreva più sul suo viso, nessun sentimento era riflesso nei suoi occhi, perennemente vacui.
- Stai bene, Herm? – ad Harry non erano sfuggiti i comportamenti anomali della ragazza, che si verificavano sempre più spesso: non poteva fare a meno di preoccuparsi per la sua migliore amica. Era sempre stato capace di carpire i segnali giusti per interpretare i suoi stati d’animo, ma da un po’ di tempo sentiva Hermione sempre più distante. Sempre più fredda.
La Grifondoro si sentì morire sotto i suoi occhi verdi, colmi di preoccupazione.
 
Sinceri.
 
Non avrebbe mai immaginato che mentire fosse tanto doloroso.
- Certo, Harry. – rispose, costringendosi a sorridere.
Ma Harry non era l’unico ad essersi accorto del suo improvviso cambiamento.
- Hermione… hai le tue cose? – le mormorò Ronald leggermente rosso. Arrossiva sempre quando doveva parlare di un argomento simile.
A Hermione fece una tenerezza incredibile.
Aumentando il passo la ragazza li superò e si posizionò davanti a loro.
- Ragazzi, sto bene. Ultimamente sono un po’ stanca. Tutto qui, davvero.
 
Mentiva con le parole.
 
Con un gesto calmo e carico di dolcezza si alzò sulle punte per dare un bacio sulla guancia ai suoi migliori amici, ai quali non avrebbe mai voluto mentire in modo così spudorato.
 
Mentiva con i gesti.
 
Hermione li guardò, finché non vide la loro preoccupazione affievolirsi.
 
Mentiva guardandoli negli occhi.
 
Harry si limitò a tacere e, malgrado la preoccupazione appena avuta, ricambiò lo sguardo dolce dell’amica. Ron invece avvampò vistosamente, assumendo la stessa tinta vermiglia della sua chioma.
- Perdonaci, Herm. A volte siamo un po’ ansiosi. – Ron ridacchiò imbarazzato, passandosi una mano tra i capelli.
 
No. Perdonatemi voi, se potete.
 
 

 
 
La lezione di Storia della Magia avrebbe fatto addormentare anche un professore.
Tutti gli studenti dell’aula avevano smesso semplicemente di provare a restare svegli, già sapevano sarebbe stata una battaglia persa in partenza: le parole del professore erano un’iniezione di gas soporifero e gli studenti sfruttavano quell’ora per recuperare un po’ del sonno perduto durante la notte.
Hermione era l’unica che riusciva a sopravvivere senza sbadigliare per tutta l’ora, ma quella mattina la Grifondoro non fu proprio in grado di seguire la lezione. Sbadigliò assonnata, mentre con la coda dell’occhio osservava Ron di fianco a lei che scribacchiava qualcosa sulla pergamena.
- No, Ron, qui c’è un errore. – lo corresse istintivamente, indicando un rigo sul suo foglio. – La Conferenza dei Maghi è stata nel 1289.
L’amico sbattè le palpebre, guardandola perplesso.
- Ma Hermione, che dici? Quell’argomento lo abbiamo fatto settimane fa, adesso siamo alla caccia alle streghe.
 
Ah.
 
Hermione si morse le labbra, confusa. Ok che aveva completamente perso la concezione del tempo e ok che in quei mesi la sua attenzione era andata allegramente a farsi benedire, ma un errore così grossolano non era da lei. Nemmeno nelle sue condizioni.
 
Sono proprio messa male se non distinguo più un argomento dall’altro.
 
Si stropicciò gli occhi, stanca. Erano notti intere che non riusciva a prendere sonno e il suo fisico conseguentemente ne risentiva: occhiaie profonde solcavano il suo viso, facendolo apparire più smunto e pallido di quanto già non fosse. Aveva completamente perso l’appetito, riducendosi a mangiare porzioni esigue di cibo che a malapena le permettevano di restare in piedi. Sapeva di non poter continuare così.
Era passato un mese.
Un mese da quando aveva rivelato a Ginny della sua gravidanza.
Un mese di segreti, di paure, di lacrime non versate.
 
Un mese che guardava negli occhi i suoi migliori amici e ancora non aveva trovato il coraggio di rivelare loro la verità.
 
- Ma lo so, Ron. Stavo solo scherzando! – rispose, ridacchiando cercando di nascondere la sua gaffe dietro una battuta.
Il rosso accennò un sorriso, se avesse o meno carpito la bugia non lo diede a vedere.
- Hermione… Perché non andiamo a Mielanda oggi? – cambiò discorso il giovane grifondoro, arrossendo leggermente. – Magari ti distrai un po’.
La riccia contrasse le labbra in una smorfia, mentre il suo cuore faceva una leggera capriola. Oh, Ron. Il suo dolce Ron.
Scrutò il volto del suo amico, quegli immensi occhi azzurri che la guardavano inermi, i capelli rossi scarmigliati che si abbinavano perfettamente al colore delle sue guance e per un singolo istante, una parte del suo corpo si chiese perché non potesse esserci Ron al posto di Draco. Sarebbe stato tutto più semplice, naturale, come doveva essere. Distolse lo sguardo, scuotendo la testa.
- Preferirei di no, Ron. – rispose, con voce bassissima. – Però ti ringrazio per il pensiero, magari un’altra volta.
- Ok, come vuoi. – il ragazzo scrollò le spalle, cercando di nascondere la delusione.
- Però… – Hermione s’interruppe e si morsicò la lingua.
- Però?
- Se vuoi possiamo studiare insieme dopo la lezione di Trasfigurazione. – gli concesse, sfiorandogli la mano, sapendo quanto poco fosse allettante quell’eventualità per lui. Sentendosi però per un attimo più leggera all’idea di non dover passare le prossime ore da sola.
Ron le sorrise, a metà tra lo sconforto e l’imbarazzo.
- Studiare?! Ma Hermione, lo sai che io e libri… – iniziò a borbottare. Tutto avrebbe voluto fare quel pomeriggio, tranne che mettersi a studiare. – Oh, e va bene. – acconsentì infine, incapace di rifiutare.
 
Miseriaccia, sono proprio messo male se mi metto a studiare pur di stare con lei.
 

 

 
 
La lezione di Trasfigurazione passò più velocemente della precedente, complice la piccola esplosione provocata da Seamus che aveva generato l’ilarità della classe e alleggerito l’ora di lezione.
- Ci vediamo la prossima settimana, ragazzi. E signor Finnigan, per la sua incolumità e per quella di tutti, cerchi di mostrare un po' più di maturità rispetto a quella di un cassetto. Il tempo per gli esperimenti è finito, è il momento di crescere. Questo vale per tutti, ragazzi, queste simili infantilità non sono ammissibili alla vostra età. - le dure parole della McGranitt gelarono il giovane Grifondoro che si strinse nelle spalle e abbassò la testa mortificato. 
Tutta la classe ammutolì, non avevano mai sentito la professoressa parlare così duramente. Minerva aveva sempre avuto un occhio di riguardo per ognuno di loro, ma erano all'ultimo anno alla fine del loro percorso di studi e il suo compito non era più solo quello di prepararli da un punto di vista scolastico, ma di educarli ad affrontare il mondo esterno, lasciando da parte simili bambinate. 
Harry, Hermione e Ron, scossi da quelle parole per motivi diversi, uscirono dalla classe silenziosamente per dirigersi verso la Sala Grande.
- Signorina Brown. - chiamò la professoressa, mentre gli studenti scappavano in fretta e furia dall'aula. 
La giovane Grifondoro scosse i lunghi capelli biondi, avvicinandosi.
- Sì, professoressa? 
- Il suo tema è stato uno dei peggiori della classe, signorina Brown. – iniziò, cercando di soppesare le parole. – Sa cosa significa? – le riconsegnò la pergamena con sguardo critico, mentre la ragazza piegava le labbra in una smorfia. 
- Significa che la Trasfigurazione non fa per me. – rispose Lavanda con arroganza, cercando di nascondere dietro quel tono così stizzito l'umiliazione che invece stava provando. Srotolò la pergamena, osservando distrattamente le correzioni che vi erano riportate. 
- Se le dico questo è perchè so che può fare molto meglio di così. 
La Grifondoro non rispose, si limitò a scrollare le spalle e a richiudere la pergamena. 
- Perchè non chiede aiuto ai suoi compagni? Alla signorina Granger, magari. – provò a suggerire la McGranitt, consapevole quanto potesse essere importante un buon compagno di studio in queste situazioni. A quel nome le spalle di Lavanda ebbero un guizzo. 
- Non ho bisogno di aiuto, professoressa! – Lavanda saltò su come se fosse stata scottata. – Ce la faccio da sola, provvederò. – chiosò, volendo chiudere quella conversazione il prima possibile. Era già abbastanza umiliante essere ripresa in quel modo dalla McGranitt, ci mancava soltanto di dovere chiedere aiuto a quella, pensò con rabbia.
- Non c'è niente di male nel farsi aiutare, signorina Brown.
La Grinfondoro borbottò qualcosa di indefinito, pronta a dileguarsi da quel posto il prima possibile, la sensazione di umiliazione che iniziava a dilagare sempre di più nel suo petto. 
- Anzi, già che siamo, può consegnare questi appunti alla signorina Granger? Così può approfittarne per parlarle magari. – le consigliò, porgendole dei fogli.
Lavanda fissò quei rotoli di pergamena tra le mani della McGranitt come se volesse bruciarli, ma, non potendosi ovviamente rifiutare, prese tutto il materiale e arricciò il naso, come se nell'aria si fosse improvvisamente diffuso un odore insopportabile. 
- Se non c'è altro, io andrei. - sbuffò a denti stretti, innervosita.
- Può andare. Pensi a quello che le ho detto. – ma Lavanda non la stava già più ascoltando.
- Arrivederci. - borbottò la Grifondoro dileguandosi e lasciandosi dietro una scia di boccoli biondi. 


 
Nel frattempo, ignari della conversazione svoltasi nell'aula di Trasfigurazione, il Trio Magico aveva raggiunto la Sala Grande, trovandola già ghermita e piena di gente.
- Avranno già mangiato tutto! – si lamentò Ron, alla disperata ricerca di cibo. Hermione si sedette accanto a Harry, che ancora non riusciva a capire come Ron riuscisse a mangiare tanto in fretta un pollo intero.
- Ragazzi avete sentito? Seamus ha fatto esplodere l’intera aula di Trasfigurazione. La McGranitt era nera. – sghignazzò un gruppo di Corvonero guardando in direzione del loro tavolo e assumendo un’aria di superiorità.
Senza troppa discrezione i giovani grifondoro si voltarono a guardare il loro compagno di casa che ormai sembrava aver acquistato un abbonamento a tempo pieno per le esplosioni.
- Non l’ho fatto apposta. – pigolò Seamus. – Ero sicuro che l’incantesimo avrebbe funzionato a dovere.
- Che fine avevate fatto? – la voce di Ginny Weasley li distrasse e un dolce sorriso nacque spontaneo sul viso di Harry. La ragazza gli si avvicinò, dandogli un bacio sulla guancia, mentre Harry arrossiva.
- Ho il primato nei ritardi, ricordi? – ridacchiò il ragazzo, ricordando quando lui e Ginny si erano messi a discutere su chi dei due accumulasse più ritardi, rispetto all’altro. Il sorriso che si scambiarono fu intenso, senza eguali.
Hermione non poteva fare a meno di osservarli, felice come non mai. Due delle persone alle quali voleva più bene si amavano e lei ogni volta sentiva il suo cuore riempirsi di felicità, vedendoli insieme.

E sotto, nascosta dalla maschera, un pizzico d’invidia.
 
Perché lui non l’avrebbe mai guardata così.
 
Un pizzico di tristezza.
 
- Ragazzi, io vado, devo ripassare. – senza toccare cibo, come faceva ultimamente del resto, salutò velocemente i suoi amici. – Ron, se vuoi sono in biblioteca.
Seamus e Dean scoppiarono a ridere all’affermazione di Hermione.
- Ron, adesso frequenti le biblioteche? – risero di gusto, lanciandogli addosso le molliche di pane.
- Ah, finiscila Dean!
Hermione non ebbe nemmeno il tempo di udire la conversazione, si era già diretta verso la porta a passo spedito. Non voleva ammetterlo, ma vedere l’amore che legava Harry e Ginny la faceva sentire ancora più in difetto, ancora più sbagliata. Un amore così diverso dal suo. Sporco, malato, tossico e autodistruttivo. 
Era appena uscita dalla Sala Grande, stava per dirigersi verso i dormitori, quando una mano la fermò poggiandosi sulla sua spalla.
- Stai bene? – riconobbe all’istante la voce preoccupata.
- No. – con Ginny poteva essere sincera. Poteva aprirsi e trovare uno spiraglio d’aria, perché lei capiva. Rimasero lì ad osservarsi, davanti alla porta.
- Vuoi che venga con te? – le chiese infine la rossa.
Hermione scosse la testa, guardando in direzione di Harry che le fissava preoccupato.
- Voglio solo riposare, ma grazie comunque.
- Non ti fa bene, Herm. – il tono serio di Ginny catturò l’attenzione di Hermione, che finse di non aver capito a cosa si stesse riferendo.
- Di cosa parli, Ginny?
- Non puoi più continuare così. Se glielo dicessi, Harry ti starebbe vicino. E anche mio fratello! Magari non subito… – le concesse Ginny. – Ma capirebbero, entrambi.
- E lui? – il sussurro di Hermione interruppe la ragazza. – E lui mi starebbe vicino, secondo te?
Fu in quell’istante che Ginny comprese cosa significava provare odio.
Un odio puro e avvelenato.
Lo odiava.
 
Perché aveva ridotto la sua migliore amica in quello stato.
 
Lo odiava.
 
Perché aveva fatto cadere tutte le sicurezze di Hermione e l’aveva resa vulnerabile.
 
Lo odiava.
 
Perché la stava uccidendo, un giorno dopo l’altro.
 
Odiava Draco Malfoy.
- Non lo so, Hermione. Dandoti un consiglio su come comportarti con Malfoy, non sarei capace di essere razionale e lo sai. – sputò quelle parole come se fossero un insulto, forse sperando di sfogare la sua rabbia in qualche modo.
Hermione sentendo quel cognome drizzò le orecchie e la guardò sorpresa. Da quando le aveva rivelato della gravidanza Ginny non aveva mai nominato Malfoy, neanche per sbaglio.
- Non voglio parlare del quel viscido schifoso perché non voglio rischiare di ferirti, ma una cosa voglio dirtela, Herm. Non puoi continuare così! Gli stai dando un potere che non si merita, gli stai permettendo di rovinarti la vita più di quanto già non l’abbia fatto. Devi reagire! – il tono leggermente più alto aveva fatto voltare parecchi studenti, che ora le fissavano scocciati per aver interrotto il loro pranzo.
Ma Hermione non si curò di tutti quegli sguardi che la perforavano.
 
Non puoi più continuare così.
 
Si stava facendo del male da sola e lo sapeva.
 
Gli stai permettendo di rovinarti la vita.
 
Certo che glielo stava permettendo e senza nemmeno troppa fatica. Gli permetteva di entrarci e di distruggerla.
 
Devi reagire.
 
- Non trovo le forze, Ginny. – ammise, distrutta da quella consapevolezza. Si era sempre ritenuta una persona forte, ma quella situazione l'aveva resa debole come una fragile foglia secca d’autunno.
- Hermione. – la richiamò la rossa, mettendole le mani sulle spalle. – Tu sei la persona più forte che io abbia mai conosciuto! Non lasciare che la paura di perdere ti impedisca di tentare. – sussurrò. – Me lo dicevi sempre tu quando stavo male per Harry, ricordi?
La Caposcuola rimase per un attimo senza parole.

Non lasciare che la paura di perdere ti impedisca di tentare.

- Sì, che mi ricordo. – rispose dopo qualche secondo.
 
Ma Harry non è Draco Malfoy.
 
Harry non ti farebbe mai del male.
 
- Lo so che Harry non è Draco Malfoy. – disse Ginny, come se avesse letto nei suoi pensieri. – Grazie al cielo per me. Ma tu sei Hermione Granger, se l’hai scelto, per quanto inconsapevolmente, ci sarà stato un motivo. Non posso pensare che tu ti sia innamorata di lui sulla base del nulla, devi aver visto qualcosa. Per la persona che io credo che tu sia Hermione, devi aver visto qualcosa in lui.
Un lampo velocissimo attraversò le iridi di Hermione, un ricordo nascosto custodito nell’angolo più buio della sua mente riaffiorò, ma le labbra della Grifondoro rimasero chiuse e non fece parola. Il cuore iniziò a batterle più velocemente, ben consapevole del momento a cui stava ripensando.
Ginny si avvicinò, le circondò le spalle con le sue piccole mani.
- Quando ti sembra di non poter andare avanti perché lui è Draco Malfoy, pensa che tu sei Hermione Granger. E Hermione Granger è più di questo. Non voglio che te ne dimentichi.  
 
Hermione Granger è più di questo.
 
La Grifondoro boccheggiò, mentre quelle parole le si conficcavano nel petto con una potenza che la lasciò per un attimo senza respiro.
 
Io sono più di questo.
 
Certo che lo era, era più della scatola vuota che era diventata, di quell’involucro bianco privo di sostanza e colori. Era più di quell'ombra, un tempo appartenente a una ragazza coraggiosa, che ora vagava per i corridoi di Hogwarts senza il controllo della propria vita. Fu come uno squarcio: percepì qualcosa all'interno del suo corpo strapparsi, come se un coltello vi si stesse conficcando in mezzo con violenza: quella sensazione di torpore che l'aveva avvolta come una calda coperta fino a pochi secondi prima le scivolò di dosso, lasciandola tremante e infreddolita. Si sentì improvvisamente più lucida mentre davanti agli occhi le si frappose la sua stessa immagine e frammenti di quelle settimane trascorse la investirono come schegge di vetro: il suo corpo sempre più deperito, i suoi occhi sempre meno vivaci, la sua persona sempre più evanescente. Fu come se qualcuno le avesse bruscamente tirato una secchiata d'acqua gelida per farla svegliare, nel rendersi conto di quello che si era permessa di diventare.

Io sono più di questo.

Aveva permesso alle spire della paura di prendersi ogni più piccola parte di lei, facendola scomparire ogni giorno di più.
 
Io sono più di questo.
 
Aveva permesso che gli eventi si susseguissero, senza esserne protagonista, ma solo una mera spettatrice.
 
Io sono più di questo.

Era stata debole. Debole e codarda quanto bastava da non aver neppure il coraggio di parlarne con Harry e Ron. Come aveva potuto? Come aveva potuto fare questo a se stessa e agli altri? Come aveva potuto annullarsi in questo modo?
 
Devi reagire.
 
Ginny si morse le labbra, forse pensando di aver detto la cosa sbagliata o di essere stata troppo dura. Stava per rimangiarsi quello che aveva appena pronunciato, ma poi la guardò negli occhi.
 
E la riconobbe.
 
Eccola sua sorella, la sua migliore amica.
Il suo sguardo deciso, determinato, i pugni stretti, la schiena raddrizzata all’istante.
La luce antica dei suoi occhi, che per troppo tempo ne erano rimasti privi.
 
Una rinascita.
 
Hermione le stava dicendo grazie. Per averle dato la forza che le serviva.
Fu con quella forza che Hermione tornò di nuovo nella Sala Grande. Fu con quella forza che non si curò di tutti quegli sguardi rivolti verso di lei.
 
Quando ti sembra di non riuscire ad andare avanti perché lui è Draco Malfoy
 
Fu con il suo orgoglio che Hermione avanzò a passo deciso verso il tavolo dei Serpeverde, senza far caso alle occhiate di tutti.
 
Pensa che tu sei Hermione Granger
 
Fu con quegli occhi che Hermione affrontò Draco Malfoy.
 
 
 
 









 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
Angolo Autrice
Secondo voi cosa verrà fuori da questo faccia a faccia? Non lo so neanche io! Faranno tutto i personaggi e io non posso prevedere che cosa passerà nella testa di quei due polli xD
Mi dispiace se il capitolo è così breve, ma volevo postarlo, perché vi ho già fatto aspettare troppo e se avessi dovuto allungarlo, vi avrei fatto aspettare ancora e non mi sembrava giusto ù.ù Spero comunque che vi piaccia e che lascerete un piccolo commento; mi accontento anche di un “ritirati” XD! Voglio ringraziare tutti coloro che hanno messo la mia storia tra le preferite/le seguite/le ricordate, il primo capitolo ha sorpassato le 1000 visite, non avete idea della faccia che ho fatto quando me ne sono accorta! XD anzi, più che altro di che cosa ho fatto, ho più o meno ballato la samba davanti al computer ^___^
Ma soprattutto ringrazio quelle dolci meraviglie che recensiscono la mia storia, e in particolare Harry Potterish (non so come farei senza di te), Black_Yumi, Ginevra James (la piccola parte su Harry e Ginny è dedicata a te!!), Angiegabs, MadamaBumb (con tutti i tuoi complimenti mi hai fatto arrossire), Stella 94, hoping_, elisadi80, tonks17, Lady Crystal e blair_87 che hanno recensito lo scorso capitolo. Scrivere per voi è un onore!
Ok, adesso prima che mi tiriate i pomodori, mi ritiro silenziosamente!
A presto cari lettori!!!!!
  
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