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Autore: TheGhostOfYou    05/03/2012    9 recensioni
Helena Riddle è la figlia illegittima di Voldemort e Bellatrix Lestrange, avuta poco prima che il Signore Oscuro cadesse per mano del piccolo Harry Potter. Quando il signore Oscuro risorge, viene mandata ad Hogwarts come spia, istruita ad odiare Babbani e Traditori del Sangue. Ma quando arriva a scuola, conosce un mondo magico totalmente diverso da quello a cui è abituata. Fa amicizia con Harry, Ron ed Hermione, amici per la pelle, ed attraverso loro impara a vivere senza la paura dell’ombra di un padre come Lord Voldemort ed impara ad amare. Conosce Draco, un ragazzo introverso, che comincia a provare qualcosa per Hermione, ma troppo legato alle tradizioni per poter pensare di vivere una vita diversa da quella che suo padre ha in serbo per lui. È attraverso loro che Helena trova il coraggio per passare dalla parte dell’Ordine e tradire i Mangiamorte. Ed è grazie a loro che combatterà in prima linea per distruggere suo padre, Lord Voldemort.
Prima Fan Fiction di una trilogia.
Genere: Azione, Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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22 – This is war part III
Love is our resistance.

 
Love is our resistance
They keep us apart and they won’t stop breaking us down
And hold me, our lips must always be sealed

 
Love is our resistance – Muse
 
 

Parte prima: Ginny.

 
It could be wrong?
But it should be right.

 
Il corpo di Sirius che delicatamente cadeva oltre il velo l’aveva sconvolta. Per qualche strano motivo, era rimasta qualche minuto a fissare il punto oltre il quale lui era sparito; poi aveva visto Remus cadere a terra e lasciar andare Harry dietro a Bellatrix e aveva capito.
 
Nessuno di loro avrebbe mai potuto farlo tornare indietro.
 
Quello che era successo dopo, era tutto molto confuso. Ginny era semplicemente corsa da Remus e lo aveva abbracciato come si abbraccia un fratello. Aveva visto Silente catturare il padre di Draco ed un paio di altri Mangiamorte ed aveva visto Neville trionfare su Rockwood, prima di svenire a terra a causa della ferita al naso.
- Salvalo. Devi impedire che Harry si faccia del male! – Remus le aveva afferrato un braccio e l’aveva incitata a correre dietro al ragazzo sopravvissuto, che era pronto a sacrificarsi pur di vendicare Sirius. Allora Ginny aveva corso come non mai, lasciando che il dolore alla spalla scivolasse in secondo piano. Non ricordava per quanto tempo avesse corso; l’aveva visto a terra, dolorante, mentre Voldemort cercava di usare il suo corpo per prendersi gioco di Silente.
- Harry!- lo aveva chiamato ma Harry non aveva risposto; al suo fianco aveva visto Helena, scivolata per terra che assisteva impotente a quello che stava capitando al suo ragazzo, e l’aveva raggiunta. L’aveva presa per mano, cercando di darle forza.
 
In fondo, amavano la stessa persona.
 
- Dai, Helena. Non sei costretta a guardare tutto questo.- aveva detto all’amica, cercando di distrarla.
- Mio padre lo sta uccidendo, Ginny.- gli occhi le si erano riempiti di lacrime. – Lo sai anche tu che è colpa mia.-
Ma Ginny non si era lasciata condizionare da quelle parole; davanti a lei la battaglia stava continuando imperterrita, e Silente e Voldemort stavano combattendo con una forza incredibile. La ragazza aveva preso Helena per un braccio trascinandola fuori da quell’inferno.
Avevano trovato un’uscita laterale e erano corse al loro Thestral, librandosi nella notte con la speranza che Harry tornasse a casa sano e salvo.
 
Ginny osservava il corpo di Hermione brillare alla luce della luna che entrava nella finestra; Harry era tornato da poco ed era nello studio di Silente. Tutto quello che aveva potuto sentire erano un paio di urla del ragazzo e qualche oggetto che si schiantava da qualche parte nella stanza. Era preoccupata ma aveva capito che non doveva forzare Harry, quindi aveva lasciato che fosse Helena ad aspettarlo fuori dall’ufficio del preside. E così si era ritrovata a fissare il corpo della sua migliore amica, che lentamente prendeva colore. Madama Chips aveva fatto un buon lavoro e la ragazza si sarebbe ripresa.
- Dove sei stata?- Blaise l’aveva raggiunta in silenzio, ma lei non si voltò verso di lui; non sapeva bene che cosa gli avrebbe raccontato, anche perché lei non era corsa a chiamarlo una volta che avevano deciso di partire per Londra.
- Non so se l’hai sentito. Tu Sai Chi ha attaccato stanotte. Hermione è stata colpita da un Mangiamorte.-
La sua voce era piatta; quella notte, quando aveva visto Harry in pericolo aveva capito che sarebbe potuta uscire con chiunque, avrebbe potuto anche essere felice con qualcuno, ma Harry sarebbe stato sempre la sua priorità.
- Si, Ginny. Voglio sapere perché non mi hai chiamato.- rispose lui, prendendole un braccio senza farle del male. Aveva sofferto anche troppo quella notte, aveva avuto paura che lei non tornasse.
- Non volevo fossi coinvolto.- ma Ginny non sapeva mentire, e Blaise lo sapeva. Per questo lasciò andare il braccio; aveva capito che in realtà Ginny non lo voleva, che per lei c’era sempre stato solo qualcun altro.
- Scommetto che è per Harry, vero? è per colpa sua se mi tratti così.-
- Non mettere in mezzo Harry. Sono io, Blaise.- questa volta si girò verso di lui ed i loro occhi si incrociarono; Ginny aveva uno sguardo fiero, che colpi il ragazzo nel profondo. – Sono io che non posso amare nessuno, non finchè Harry è ancora nella sua testa.
Il ragazzo abbassò lo sguardo, ma poi sorrise.
- In ogni caso, sappi che io ci sarò sempre per te.-
 
In quell’abbraccio che si dettero, Ginny capì che avrebbe sempre avuto un amico pronto a difenderla e ad appoggiarla.

 

******

 
Parte Seconda: Helena
 

You’ll wake the thought police
We can hide the truth inside

 

Sua madre era una pazza.
Helena lo aveva capito nell’istante in cui Harry l’aveva seguita e lei stava saltellando in mezzo al corridoio, contenta di aver appena ucciso una persona, un suo parente. Il suo cuore si era fermato, e la prima cosa che le aveva suggerito l’istinto era stata quella di seguire Harry, di proteggerlo se fosse stato necessario, di fermare sua madre.
Aveva già la bacchetta pronta, quando suo padre aveva fatto irruzione nel ministero, da solo, con il suo lungo mantello e la sua faccia inquietante; Silente era intervenuto al posto del ragazzo, cominciando una lotta senza esclusione di colpi. Lei aveva sussurrato ad ogni colpo, ritrovandosi a pregare che il Preside, l’unico di cui Lord Voldemort avesse paura, lo uccidesse. Un pio di volte l’uomo aveva posato il suo sguardo su di lei, ed Helena aveva capito che il suo unico desiderio era stato quello di ucciderla con le proprie mani.
- Ho ucciso tua zia.- sua madre le si era avvicinata, ma non sembrava ostile. – Per lui. Farei lo stesso con te, se me lo chiedesse.-
Helena non aveva risposto, limitandosi ad una scrollata di spalle: se sua madre era convinta di ciò che aveva appena detto, lei avrebbe combattuto con tutte le forze per non farsi uccidere.
- Torna a casa con me, Helena.-
- Tornerò a casa con te quando ti lascerai quell’uomo spregevole alle spalle, quando smetterai di essere la sua cagna in calore.-
Bellatrix aveva alzato la bacchetta, ed era stato in quel momento che Lord Voldemort aveva preso possesso del corpo di Harry, lasciandole entrambe a bocca aperta.
Helena si sentiva in colpa, per Sirius, per quella situazione; perché quella battaglia era anche a causa della sua cocciutaggine e della sua ribellione.
Poi era arrivata Ginny, che l’aveva allontanata da tutto.
 
Una volta ad Hogwarts, aveva aspettato un segno, un qualcosa che le dicesse che Harry era vivo e che suo padre aveva perso.
L’aveva visto arrivare, sporco e sudato ma vivo; l’aveva seguito fino a fuori dall’ufficio di Silente, capendo che suo padre non era morto.
 
Aveva aspettato pazientemente, perché lei lo amava e lo avrebbe aspettato per sempre.
 
Helena sobbalzò all’ennesimo urlo di Harry; sembrava che dentro a quell’ufficio fosse in atto una vera e propria guerra. Ogni volta che Silente provava a parlare, Harry si ritrovava ad urlare e a far schiantare qualcosa contro un muro. Lei non aveva mai perso nessuno ma il dolore doveva essere certamente troppo grande da spiegare; Harry aveva perso quella che poteva considerare la sua famiglia. Spesso, nel buio delle loro notti passate insieme, il ragazzo le aveva confessato che il suo più grande desiderio non era la morte di Voldemort, bensì quella di vedere Sirius scagionato ed andare ad abitare con lui.
Ginny aveva aspettato con lei qualche minuto, poi silenziosamente si era allontanata; Helena si era seduta su un gradino, con le spalle contro il muro, ed aveva chiuso gli occhi. Chissà quanto tempi ci sarebbe voluto per finire quella conversazione.
 
Sembravano passati anni dal suo primo giorno di scuola; era il momento di tirare le somme. Aveva conosciuto persone meravigliose, aveva fatto esperienze sconosciute prima e si era innamorata del nemico giurato di suo padre. All’alba dei sedici anni, poteva definirsi felice, anche se la felicità era effimera come il vento, come la sabbia.
 
Inafferrabile.
 
In quell’istante, Harry uscì dalla stanza del Preside; Silente sembrava provato, ma trovò comunque il tempo di fare l’occhiolino ad Helena.
- Mi raccomando, signorini.- disse, ridacchiando sotto la lunga barba argentea.
Helena sorrise, ed aspettò che l’uomo fosse rientrato nella sua stanza per correre da Harry ed abbracciarlo; aveva una guancia sporca ed incrostata di sangue e gli occhi infossati, come se avesse appena saputo una bruttissima notizia. Non disse nulla, scosse solo la testa ed abbracciò la ragazza in un modo che non aveva mai fatto, come se temesse di vederla fuggire via. Il bacio che si diedero sapeva del sapore metallico del sangue, ma fu una liberazione per entrambi.
- Cosa posso fare, Harry?- chiese lei dolcemente.
- Niente. Solo… Non andare via.- posò la fronte sulla sua, cercando di mantenere un controllo che sapeva benissimo di non avere. Lei era il suo mondo ora, e non voleva che scappasse.
 
Ma Helena non l’avrebbe mai fatto.

 

******* 
 

 Parte terza - Harry

 
 

And are we out of sight?
Or will our world come tumbling down?

 
Harry non sentiva una parola di quello che il preside stava dicendo; sentiva solo il rumore degli oggetti Dorati che si schiantavano contro le pareti eleganti dell’ufficio del preside. Sentiva solo la voce di Sirius nella sua testa, che si complimentava con lui.
 
- Bel colpo, James!-
 
Non voleva sentire altro se non che tutti si erano sbagliati, che Sirius gli aveva fatto uno scherzo, che non era morto – perché come poteva essere morto se era semplicemente andato oltre il velo?
 
Ma Silente non lo stava ascoltando, continuava imperterrito a scusarsi, a dispiacersi, a spiegare cose che lui non avrebbe voluto sapere.
Ascoltò in parte quello che diceva sulla profezia; Piton aveva sentito la profezia di Sibilla Cooman, quella profezia riguardava la distruzione del Signore Oscuro, riguardava lui direttamente. Ma Severus era stato scoperto, e non aveva sentito il finale. Per quel motivo Lord Voldemort voleva così tanto quella profezia, così tanto da imbrogliare Harry e da trascinarlo con l’inganno nell’Ufficio Misteri.
E poi Silente gli aveva fatto sentire la profezia, ed Harry aveva capito che non aveva scampo.
 
“Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore… Nato da chi lo ha tre volte sfidato, nato sull'estinguersi del settimo mese. L'Oscuro Signore lo designerà come suo eguale, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto e l'uno dovrà morire per mano dell'altro, perchè nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive.Il solo con il potere di sconfiggere l'Oscuro Signore nascerà all'estinguersi del settimo mese.”
 
- Che cosa significa che nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive? Che non ho scelta? O mi faccio ammazzare, o lo ammazzo io?-
Ad Harry tremavano le mani, e lo sguardo di Silente di certo non lo aiutava.
- Si, Harry, quando sarai pronto, allora tu sarai l’unico in grado di uccidere Lord Voldemort. Lui ti ha designato come suo eguale, lui ha trasferito una parte di se dentro di te. Ecco perché puoi parlare con i serpenti e sei così simile a lui. Ecco perché senti una parte dei suoi pensieri. Lui ti ha scelto.-
Ad Harry era venuto il vomito; l’unica cosa che avrebbe voluto in quel momento era stringere Helena a se e scappare via con lei.
 
Ma lui era il Prescelto.
 
- Cosa posso fare, Harry?- chiese Helena dolcemente.
- Niente. Solo… Non andare via.- Harry la strinse nuovamente a se; sentiva l’urgenza di averla vicina, di dirle quanto l’amasse e quanto fosse grato di non averla vista fuggire via insieme alla madre. Non gli importava di chi fosse figlia; Helena era l’unica in grado di poterlo capire, in quel momento.
- Oh, Harry!- lui alzò gli occhi e la vide piangere. Mi dispiace! È tutta colpa mia!-
Ma Harry non riusciva a capire per quale motivo si sentisse in colpa; non aveva fatto nulla se non appoggiarlo, rischiando la vita per stare dalla parte giusta. Lui cercò di farla smettere, baciandole le palpebre con delicatezza.
- Tu non hai fatto nulla, Helena.-
- Si invece!- si alzò in piedi, stringendo i pugni. – Io sono la figlia di Bellatrix e Riddle! Se fossi scappata con loro, tu non avresti rischiato la vita! Si è impossessato di te, Harry! Voleva ucciderti dall’interno, consumarti come un verme consuma una mela. È stato terribile vederti soffrire in quel modo!-
Ma Harry scoppiò a ridere; nonostante fosse stanco, sudato ed arrabbiato per tutto quello che era successo quella notte, non potè fare a meno di trovarla buffissima e bellissima. Come poteva anche solo pensare che Voldemort si sarebbe fermato una volta riavuta sua figlia a casa? Scosse la testa, alzandosi in piedi e prendendola di nuovo tra le braccia. La baciò lentamente, senza fretta, cercando di rassicurarla.
- Helena non è colpa tua! Silente me l’ha appena detto.-
La fece sedere, mentre il sole lentamente sorgeva ed illuminava il corridoio filtrando attraverso il vetro di una finestra. I raggi del sole, forti come non si erano mai visti quell’anno, illuminavano gli occhi di Helena, che durante quell’alba cambiò espressione tante di quelle volte che Harry potè coglierle tutte quante solo grazie al tempo che aveva passato osservandola.
Le raccontò tutto; dal tradimento di Kreacher, alla profezia, tutto quello che Silente gli aveva raccontato quella notte. Condividere con qualcuno quello che stava provando era molto più di quello che si aspettava. Per un attimo, un solo attimo, Harry capì di non essere solo. Il bacio che Helena gli diede dopo il racconto, lo fece sperare davvero.
 
Avrebbe combattuto con tutto se stesso, perché per Helena ne valeva davvero la pena.
 

******

 

Parte quarta – Draco ed Hermione

 
 

I’ll wait a thousand years
Just to see you smile again

 
 
Potrei aspettare un migliaio di anni solo per vederti sorridere di nuovo.
 
Draco l’aveva ripetuto a lungo durante quella notte che sembrava essere infinita. L’aveva vista pallida e tremante, incosciente, svenuta. L’aveva immaginata priva di vita, si era visto lanciare maledizioni sulla sua tomba ed in quel momento aveva capito che non l’avrebbe mai lasciata andare, per nessun motivo al mondo.
Madama Chips era andata avanti ed indietro per l’infermeria tutta la notte, cambiandole ogni due ore la fascia che aveva intorno al seno; Draco si era pazientemente allontanato, per poi tornare e vedere il colore tornare su quelle guance pallide. Le aveva tenuto pazientemente la mano, come se la sua vita dipendesse da quella della ragazza, come se attraverso quella stretta di mano lui volesse infondergli la forza.
Era l’alba ormai, quando Hermione aveva aperto gli occhi.
In qualche modo era riuscita a sorridere, nascondendo la smorfia di dolore per essersi girata bruscamente in una posizione per lei più comoda.
- Madama Chips ha detto che devi riposare.- aveva detto lui, lasciandole per un attimo la mano.
- La scuola… i compiti… le lezioni…- Hermione si era già quasi alzata, quando Draco con delicatezza l’aveva fatta di nuovo sdraiare. Lei aveva aperto gli occhi, spaventata dalla prospettiva di perdere un’intera giornata di scuola, allora lui le aveva depositato un leggero bacio sulle labbra per farla tacere.
- Andrò io a lezione per te, ok?-
Hermione aveva sorriso tranquilla, chiudendo nuovamente gli occhi e lasciandosi accarezzare i capelli crespi ed ancora incrostati di sangue dal ragazzo.
- Chi mi ha riportata qui?- aveva chiesto all’improvviso.
- Io.-
Hermione allora aveva sorriso di nuovo, questa volta senza nessuna smorfia di dolore. Amava Draco, lo amava tantissimo e l’aveva capito in quell’istante.
- Grazie.- aveva detto nuovamente prima di addormentarsi di nuovo.
 
Era tardo pomeriggio, ed Hermione, ormai totalmente guarita, stava leggendo gli appunti precisi, meticolosi ed ordinati di Draco. Il ragazzo stava facendo finta di studiare, guardando in realtà la sua faccia meravigliata e ghignando dalla soddisfazione.
- Sono esterrefatta.- disse lei, improvvisamente.
- Come mai?-
Hermione posò gli appunti e si alzò sui gomiti; il petto le faceva ancora un po’ male, ma per guardare lui poteva anche sopportare un po’ di male. Aveva avuto di peggio nella vita, e di certo non si era mai lamentata.
- Prendi gli appunti esattamente come me.-
- Capisco.- Draco si nascose dietro i fogli di Pozioni prima che lei capisse che era tutto un inganno; Draco aveva pagato una ragazzina del quarto anno, che aveva la fama di essere secchiona forse peggio di Hermione Granger, per seguire tutti i corsi della ragazza. Poi, con un semplice ma ingegnoso incantesimo, aveva camuffato la scrittura della ragazza rendendola identica alla sua.
- Quanto hai già studiato per i G.U.F.O?-
- Hermione, sei appena uscita viva da uno scontro con i Mangiamorte.- Draco levò dalle mani i fogli, ormai stropicciati per quante volte li aveva riletti durante quell’assolato pomeriggio. – Devi riposarti. I fogli saranno qui anche domani, ed anche dopodomani. Non mi sorprenderebbe affatto se tu uscissi con il massimo dei voti, sai?-
- Ma Difesa contro le Arti Oscure, insomma…- Hermione stava lottando con tutte le sue forze per riavere gli appunti, ma Draco li fece evanescere con un colpo di bacchetta.
- Non ti è bastato l’ES?- sorrise poi, facendosi spazio accanto a lei. La ragazza scosse il capo, poi si lasciò prendere tra le braccia del Serpeverde. In fondo, non c’era nulla di male nel riposarsi un attimo. Aveva pur sempre messo KO qualche infido servo di Voldemort.
- Che farai una volta a casa?- gli chiese, accarezzandogli i capelli.
- Penserò tutto il tempo a questa chioma ordinata e poco ribelle.- scherzò lui per un attimo. In realtà, non lo sapeva.
 
Sapeva solo una cosa: si sarebbe impegnato per passare più tempo che poteva con quella ragazza che l’aveva fatto rinascere e gli aveva insegnato ad amare e ad amarsi.
 
*****
 
Alla fine, Hermione non sbagliò nulla ai G.U.F.O; nonostante una settimana prima avesse punito Draco per averla fatta rimanere sveglia fino a tardi, come al solito risultò la più brava. La fine della scuola arrivò in un batter d’occhio, e l’ultimo giorno di Giugno, Harry, Hermione, Draco, Ron, Helena e Ginny si ritrovarono tutti nello stesso scompartimento. Tutti cercavano di godersi quel poco di tempo che rimaneva prima di separarsi; chi li osservava da fuori non poteva sapere che tra di loro un tempo c’erano state delle divergenze. Sembravano un gruppo di amici affiatati, pronti a salvarsi la pelle e ad amarsi. Tutti loro erano convinti che l’estate sarebbe passata in fretta e che la minaccia di Voldemort non avrebbe fatto più paura.
 
Perché in fondo, l’amore era la loro resistenza più grande.

 

******

FINE.
E scende una lacrimuccia; ci ho lavorato parecchio e devo dire che sono soddisfattissima del risultato. Grazie a tutti coloro che mi hanno supportata dall’inizio alla fine, a chi ha creduto in me, a chi ha letto, messo tra preferite, seguite e ricordate, e a chi ha speso tempo per dirmi quello che ne pensava. Mi avete dato la forza di portare a termine la storia quando non ero sicura.
Grazie anche a chi seguirà la seconda parte intitolata “What’s for fightin for”, online dalla prossima settimana; grazie ad Helena, che mi ha permesso di mettere un po’ di me in queste righe, di descrivermi e di farmi far parte del mondo di HP.
GRAZIE A TUTTI.
Vi ricordo la mia pagina facebook.
Ghost

   
 
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