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Autore: Violet Tyrell    06/03/2012    6 recensioni
Lee, che aveva pensato tutta la sera a quell'incontro tanto strano, ebbe l'idea di chiedere a Hermione Granger - la famosa So-Tutto-Io che gli era anche simpatica - se avesse un'idea di chi fosse. Le indicò la ragazza in Sala Grande, durante la cena. Hermione si rivelò una fonte di informazioni molto preziosa.
"Morag McDougal, del mio anno, ma di Corvonero. Molto brava a Pozioni, Incantesimi e Storia della Magia, mentre dovrebbe migliorare a Trasfigurazione, Cura delle Creature Magiche e Difesa contro le Arti Oscure. Non parla quasi mai, tanto che anche gli insegnanti a volte si dimenticano della sua esistenza in aula; le piace stare in biblioteca e detesta il Quidditch.
Ma non si perde una partita".

Pairing inventato da me su Lee Jordan e Morag McDougal.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Fred Weasley, George e Fred Weasley, Luna Lovegood, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Un posto anche per me nel tuo cuore
Sono tornata! Mille grazie al largo seguito del primo capitolo(non mi aspettavo tanto interesse, ma mi fa piacere perchè vuol dire che i personaggi secondari non sono considerati da tutti inutili), inteso come seguiti/preferiti/ricordati e, ovviamente, recensioni.
Eccoci con il secondo, appuntamento a fine capitolo per le note^^



Un posto anche per me nel tuo cuore



Fred e George sorrisero nello stesso istante.
"Lo fa anche oggi".
Fred annuì alle parole di George, apprestandosi a osservare la scena che da qualche giorno era ormai la routine; Lee trascorreva alcuni minuti davanti allo specchio per sistemarsi i capelli, impresa impossibile il più delle volte, per poi uscire dalla Torre con aria fintamente indifferente.
Ai pasti naturalmente non mancava mai di gettare uno sguardo casuale al tavolo dei Corvonero, ma a parte i due amici, nessuno aveva notato nulla di strano. Persino Lee stesso non riconosceva questi cambiamenti improvvisi, dicendosi semplicemente che nulla era cambiato.
Aveva notato con discreto interesse che Morag raramente si circondava di amici; la vedeva spesso seduta da sola, oppure accompagnata da una ragazzina con i capelli biondi e l'aria completamente folle. Non aveva idea di chi fosse, ma il ragazzo era sicuro che fosse una delle poche persone in confidenza con lei.
Tuttavia non riusciva mai ad avvicinarsi: la ragazza pareva possedere un radar speciale e di solito tendeva quasi a rimpicciolire quando percepiva qualcuno nelle vicinanze. Oppure lasciava direttamente la Sala Grande, tanto che Lee si sentiva scoraggiato.
Non sapeva neppure lui cosa aspettarsi; alcune volte si era detto che gli sarebbe bastato passare casualmente vicino a lei per essere notato, ma Morag non dava alcun segnale in quel senso. Se lui attraversava la Sala Grande dalla parte del tavolo dei Corvonero, non poteva fermarsi nel mezzo senza sentirsi particolarmente stupido, né voleva ricorrere alla scusa di far cadere qualcosa di proposito solo per incrociare i suoi occhi.
Era abituato a essere considerato spesso solo come il cronista, o l'amico dei due Weasley, ma lo irritava che anche lei rientrasse in quella categoria.
E non riusciva neppure a spiegarsi la ragione di tutto ciò, sapeva solo che gli piacevano particolarmente quegli occhi azzurri e voleva saperne di più.
Non aveva detto nulla ai suoi amici, consapevole di andare incontro solo a domande indiscrete; qualche interesse in campo femminile l'aveva naturalmente già avuto, ma si era sempre trattato di persone che conosceva, non di qualcuno incrociato solo casualmente un paio di volte.

"Forse potremmo studiare in biblioteca".
Era stata un'idea di George; il rosso Weasley aveva detto quella frase con indifferenza, ma non era rimasto deluso quando Lee aveva fatto finta di accettare con riluttanza. Il ragazzo era sicuro che l'amico morisse dalla voglia di incontrare ancora la ragazza di Corvonero, pertanto lui e Fred avevano pensato di aiutarlo.
A modo loro.
Naturalmente i gemelli non avevano avuto nessuna intenzione di studiare tra quelle mura che brulicavano di polvere di secoli; avevano così dato appuntamento all'amico in biblioteca... e non si erano presentati, preferendo dileguarsi a Mielandia attraverso il passaggio segreto.
L'amico li aveva ripresi con aria furibonda alla sera, ma l'espediente aveva funzionato:da quel momento Lee aveva accennato alla biblioteca sempre più spesso, e loro lo aiutavano sempre a cercare ogni scusa possibile e immaginabile per andarci.
"Dici che faccia progressi, almeno?"
George lo aveva chiesto al gemello, ma nessuno dei due aveva una risposta precisa; secondo loro  era una sciocchezza abbordare una ragazza in biblioteca e dato che Lee di natura era come loro, erano certi che nel giro di pochi giorni avrebbe camminato per i corridoi con un sorriso trionfale sul volto e la bella donzella a fianco.
In verità Lee aveva dovuto convenire che la ragazza, fisicamente, non era niente di straordinario; sicuramente c'erano molte studentesse più carine di lei, eppure non potevano neppure dire che fosse brutta. Al contrario, a lui piaceva molto, ma l'aggettivo bella non era quello giusto per descriverla; era interessante, particolare e sicuramente graziosa... Forse il suo problema era che tendeva troppo a isolarsi, così che quasi nessuno la notava.

"Morag, ti ho riportato il libro di Trasfigurazione".
La ragazza riemerse con la testa dalla borsa in cui solitamente metteva i libri; era convinta che il suo libro fosse lì dentro, ma erano ormai due ore che lo cercava per tutto il Dormitorio e non ne aveva trovato traccia. Alzò lo sguardo sulla ragazza bionda che le stava porgendo proprio quello che cercava.
Lo prese ringraziandola con un gesto del capo, per poi aprirlo nel punto in cui aveva lasciato un pezzo di pergamena come segnalibro; Luna la guardò per alcuni istanti, poi riprese in mano il Cavillo. Lo sfogliò, ma i suoi occhi tornarono a scrutare l'amica.
In effetti a volte si era stupita che Morag gradisse la sua compagnia; abituata a non sentirsi a disagio se gli altri la ignoravano o deridevano, aveva sviluppato con la ragazza più grande di lei, un legame particolare. Parlava poco, ma ascoltava sempre con estrema attenzione; non le aveva mai detto che era una pazza, inoltre le piaceva sentir parlare del Ricciocorno Schiattoso.
Leggeva anche volentieri il Cavillo e rimaneva sveglia di notte se le capitava di non riuscire ad addormentarsi, anche se poi il giorno successivo sbadigliava vistosamente.  E quando parlava - una cosa che raramente accadeva - era sempre gentile.
"Non vuoi sapere dove l'ho trovato?"
Luna sorrise a Morag, sistemandosi la collana di tappi di Burrobirra attorno al collo; sentì la curiosità nelle iridi della ragazza. Spesso si comprendevano anche senza parlarsi, ed era quello - di Morag - che a lei piaceva tanto.
"Era su una sedia in biblioteca, me l'ha consegnato quel ragazzo che fa la cronaca delle partite... Sai, quello che ha quei capelli così strani.... quello che ti piace tanto..."
Morag arrossì vistosamente. Era abituata al modo di fare di Luna, che non usava mai mezzi termini quando doveva parlare; lei era la sola a cui aveva confidato quella cotta che ormai provava almeno da due anni, ovvero dalla prima volta che aveva seguito il Quidditch a scuola.
All'inizio le era semplicemente piaciuta la voce di quel simpatico ragazzo, trovando estremamente divertente il modo che aveva di commentare le partite; quando ci ripensava, si sentiva particolarmente stupida. Come si poteva sentirsi attratti solo da una voce?
Poi lo aveva incontrato di persona, anche se lui non l'aveva neppure guardata; lei, Padma, Calì e Harry stavano lasciando il campo da Quidditch dopo la lezione con Madama Bumb, quando era comparso proprio Lee.
In quel momento, Morag avrebbe desiderato essere invisibile e le sue preghiere dovevano essere state esaudite: per quanto lui avesse rivolto un saluto generale, si era fermato solo per parlare con Harry, senza dare segno di aver notato lei o le altre. Naturalmente Morag ne aveva approfittato per dirigersi in fretta verso la Sala Grande assieme alle due gemelle, ma a cena non aveva mangiato praticamente nulla: ora come allora, il suo pensiero era spesso rivolto a quel ragazzo, ma mai aveva pensato di approfondire la conoscenza.
"Penso che volesse portartelo... sai, gli avevo anche proposto di farlo, ma poi ha trovato una scusa e si è allontanato".
Luna era sicura che il giovane avesse avuto tutte le intenzioni di tenersi quel libro, e non condivideva la sicurezza di Morag, che stava scuotendo la testa con decisione. La ragazza sfogliò il giornale quasi casualmente.
"Andrai alla partita, oggi?"
Quel giorno giocavano i Tassorosso, ma Luna era al corrente che indipendentemente dalle squadre, Morag si sarebbe seduta in tribuna e avrebbe solamente fatto finta di guardare la partita; le dispiaceva che non avesse intenzione di conoscere un po' meglio quel ragazzo, era dell'idea che l'interesse fosse ricambiato.
Altrimenti perchè avrebbe cercato una scusa per allontanarsi poco prima?
"Non lo so, forse dovrei rimanere qui, a studiare".
La voce di Morag suonò bassa e incerta, mentre il suo sguardo osservava il tempo; non nevicava più, ma il vento sarebbe stato ancora gelido... In verità le condizioni climatiche le erano sempre state indifferenti: ogni volta che si giocava una partita, lei era là, sia che ci fosse il sole, sia che un uragano minacciasse di abbattersi sullo stadio.
Forse era il momento giusto per smettere con quell'assurdità... Se lo era già detto più volte, ma non era riuscita a farne a meno fino a quel momento. In quel momento la campana risuonò, e Morag saltò letteralmente giù dal letto: non voleva arrivare tardi a Incantesimi, così salutò Luna e si precipitò fuori dalla Torre.

Alcuni giorni dopo, Morag era seduta su una panchina; si era avvolta la sciarpa di Corvonero attorno al collo dal momento che nei due giorni precedenti la neve era tornata a cadere di nuovo.
Quel giorno in programma c'era una visita a Hogsmeade, ma lei aveva preferito rifugiarsi nel territorio sicuro di Hogwarts: il villaggio le piaceva, ma a San Valentino... no, decisamente non era il caso di farsi vedere da sola. Non riusciva proprio a comprendere come le sue compagne potessero sperare di fare qualche incontro interessante proprio quel giorno: non era contro la festa degli innamorati, semplicemente non ne era interessata.
Aveva portato con sé il tomo di Pozioni: di recente il professor Piton era più furibondo che mai, anche se di solito il suo astio era rivolto tutto a Harry e ai Grifondoro. In fondo loro Corvonero non erano molto considerati, salvo quando qualcuno riusciva a farsi notare dal professore in modo negativo. Lei non era certo ai livelli di Hermione Granger, ma aveva strappato parecchi risultati positivi, fatto che l'aveva indotta ad amare la materia più di quanto non ritenesse possibile.
Tuttavia dopo pochi minuti il libro venne posato di nuovo sulla panchina; Morag era stata attratta dalla neve e si era inginocchiata a terra per costruire un pupazzo. Non ne creava uno da molti anni: di solito non si univa ai compagni quando lo facevano, preferendo il silenzio della biblioteca agli schiamazzi esterni.
Stava lavorando da alcuni minuti quando percepì una presenza, ma non si voltò; per la prima volta da tempo era interessata a qualcosa e non si sarebbe indispettita neppure se fosse arrivato il piccolo Colin Canon con la sua mania per le fotografie.
"É bellissimo".
Morag fu certa di aver sentito il cuore saltare qualche battito: conosceva perfettamente quella voce, ma non si era aspettata di trovare il ragazzo proprio lì, a parlarle. Per un momento pensò quasi di far finta di nulla, ma sapeva che non sarebbe stato credibile - e neppure educato - fingere di non averlo sentito.
Anche se a volte lo faceva, ma solo con quei compagni che non riusciva proprio a trovare simpatici. Si voltò piano - quasi nel timore di compiere un gesto brusco - senza sapere che cosa dire; Lee poteva essere distante circa un metro, ma Morag si sentiva ugualmente tesa, come se fosse a due passi.
Sorrise, incerta, tornando poi a guardare il pupazzo: secondo lei non meritava un complimento come quello che gli era appena stato rivolto, tuttavia era contenta che gli potesse piacere il suo pupazzo. Con la bacchetta le sarebbe forse riuscito meglio, ma aveva deciso di farlo così e non avrebbe cambiato idea, neppure se a lui non fosse piaciuto.
Alle sue spalle, Lee era fermamente deciso a non lasciarsi scoraggiare; se non l'avesse osservata così a lungo, forse si sarebbe sentito a disagio di fronte a quel mutismo, tuttavia era convinto che fosse solamente timida. Non l'aveva mai vista ridere, o anche solo comportarsi con parte di quell'allegria che contraddistingueva i suoi amici gemelli - oltre a sé stesso - ma non era importante.
"Io sono Lee".
Lo disse con voce sicura, pur chiedendosi da dove scaturisse tanto improvviso coraggio: non era mai riuscito ad avvicinarsi a lei in biblioteca, perché di fronte a quello strambo pupazzo di neve - che gli piaceva comunque molto - doveva avere successo? Si sentiva come se avesse poco lontano da sé un unicorno: doveva essere cauto e non compiere gesti che la potessero spaventare, anche se si era sempre ritenuto particolarmente innocuo. A Lee pareva che il tempo fosse stato stregato: da quanto era lì, in piedi, in attesa di una reazione da parte della ragazza che era girata verso il suo pupazzo?
Non osò pensare alla reazione dei gemelli se fossero stati presenti, ma per fortuna dovevano essere su a Grifondoro.
"E io Morag".
Il ragazzo non riusciva quasi a credere alle sue orecchie: tre semplici parole, ma se non altro si era girata e gli aveva parlato. Se fosse stato solo, forse si sarebbe messo a saltellare sul posto per la contentezza; non osava però farlo in quel momento, non tanto per timore di quanto la ragazza potesse pensare, ma per evitare che lo ritenesse completamente fuori di testa.
Cercò di pensare a qualcosa di intelligente da dire, ma sentiva la mente completamente ovattata, avvolta da una sorta di beatitudine insperata.
"Luna mi ha detto che hai trovato il mio libro di Trasfigurazione qualche giorno fa... Volevo ringraziarti per averglielo dato".
Lee si costrinse a considerare il fatto che la ragazza gli aveva appena parlato, anche se registrò l'informazione con qualche secondo di ritardo; in un primo momento si chiese chi fosse questa Luna, poi ricordò la ragazzina bionda dall'aria folle che aveva incontrato. La stessa che era quasi sempre in compagnia di Morag.
Mai nome gli era sembrato meno adatto a qualcuno.
"Ah... si, nessun problema, so quanto la McGranitt può diventare sgradevole se ci si dimentica il libro, perciò ho pensato di fartelo avere. L'avevo trovato in... corridoio..."
Lee sorvolò sulla realtà dei fatti. Si era ritrovato quel libro direttamente in Dormitorio, proprio accanto al letto; il sorriso innocente di Fred e George lo aveva convinto - nel caso il dubbio l'avesse sfiorato - che quel libro non aveva di certo camminato da solo fino alla Torre di Grifondoro. Gli era stato subito chiaro che i due monelli  gliel'avevano portato apposta, ma aveva colto l'occasione, pur non amando l'idea che magari lo avessero sottratto con il rischio di far finire nei guai la ragazza.
Morag aggrottò le sopracciglia, ma rinunciò al tentativo di pensare dove avesse visto il libro l'ultima volta; era raro che si dimenticasse qualcosa, ma forse qualcuno aveva voluto farle un dispetto e nasconderglielo.
La ragazza si limitò a stirare le labbra in un eroico tentativo di sorridere, riuscendo solamente  a produrre una smorfia; si sentiva a disagio, vulnerabile senza la rassicurante presenza di Luna. L'amica avrebbe di certo trovato il modo di rompere quel silenzio, magari accennando alla fitta presenza di Gorgosprizzi attorno ai capelli del ragazzo, oppure commentando la forma delle nuvole quel giorno.
"Non hai freddo?"
Lee rimase sorpreso da quella domanda, ma un attimo dopo ne comprese la ragione: non solo aveva dimenticato i guanti - cosa che lei non poteva sapere, dato che teneva le mani nascoste dietro la schiena - ma mancava pure la sciarpa. Si rimproverò mentalmente, dandosi dell'idiota; era ovvio che l'avesse notato, con il gelo che incombeva la domanda era tutt'altro che stupida. Aveva anche l'impressione che la ragazza stesse sorridendo dentro di sé.
"No, è formativo per il carattere".
Lee si voltò e riconobbe - con orrore - Fred e George sbucati apparentemente dal nulla, con un sorriso smagliante sul volto. La ragazza li osservò con sorpresa, chiedendosi da dove fossero arrivati; in ogni caso i due gemelli non sembravano per nulla imbarazzati, al contrario, parevano estremamente a loro agio.
"Devi sapere che il nostro caro Lee è un uomo tutto d'un pezzo - anche se dovrei dire ragazzo, ma non importa - e non viene certo scalfito da un po' di freddo. Non è vero, Fred?"
L'altro annuì con aria sicura, ed entrambi ignorarono lo sguardo omicida che Lee gli stava lanciando.
"A proposito, scommetto che non ti ha mai parlato di noi, vero?" disse George rivolto a Morag, come se lei avesse già dovuto sapere chi erano loro. Non le diedero comunque il tempo per rispondere.
"Io sono George e lui è Fred" disse con disinvoltura, stringendo la mano della ragazza. Morag era sconvolta da tanta familiarità: difatti il giovane non aveva atteso che fosse lei a porgergli la mano - cosa che non avrebbe mai fatto - e sembrava perfettamente a suo agio.
Fred, intanto aveva dato una pacca sulla spalla a Lee, strizzandogli l'occhio.
"Ma che bel fiore, Lee, è per la tua ragazza?"
Fred aveva approfittato della distrazione dell'amico per portare alla luce ciò che lui si era curato di nascondere dietro la schiena; Morag vide quindi una bella rosa rossa nelle mani del rosso Weasley e avrebbe desiderato poter sparire. Era naturale che volesse regalarla a qualcuno, e si sentiva una stupida per aver quasi osato pensare che fosse lì per parlare con lei.
I due gemelli si scambiarono un sorriso soddisfatto, ma Lee trattenenva a stento la rabbia.
"No, era per... perchè volevo metterla come decorazione al pupazzo di neve!"
A quelle parole entrambi i gemelli rimasero completamente di sasso; osservarono Lee che stava posando la rosa proprio in mano al pupazzo, sentendosi presi in giro. Erano giunti lì proprio per aiutarlo, invece lui rovinava tutto.
"Che spreco" disse Fred senza mezzi termini, cercando poi con lo sguardo Morag.
Si ritrovò a fissare il nulla e tutti e tre videro che si era silenziosamente allontanata verso il castello. Lee osservò la sua sagoma in lontananza, prima dirivolgersi ai due amici.
"Se non vi foste intromessi ci sarei riuscito! Perché avete dovuto rovinare tutto?!"
Con rabbia il ragazzo diede un calcio contro la panchina, strappando una risata ai gemelli quando si accorse di essersi fatto anche male.
"E come credevi di riuscirci, amico? Mormorando una parola ogni mezz'ora? Di questo passo le avresti chiesto di uscire tra quattro secoli, peccato che la Pietra Filosofale sia andata distrutta perciò sareste morti entrambi qui".
Fred scoppiò a ridere alle parole del gemello, cercando di immaginare la faccia dell'amico invecchiato e pieno di rughe; Lee sbuffò sonoramente prima di allontanarsi arrabbiato. Non poteva neppure riprendersi quel fiore per consegnarglielo lontano dagli occhi dei due amici, visto che si sarebbe sentito - se possibile - ancora più stupido.
"Proprio come pensavo, Fred. Senza di noi non è capace neppure di camminare. Dobbiamo fare qualcosa, non ho intenzione di morire giovane mentre assistiamo ai suoi patetici tentativi di seduzione, ne va della nostra sanità mentale".
"Hai perfettamente ragione, George. Ci serve qualche informazione su di lei: ho avuto un'idea alla Weasley".




Note: Beh ciao! Sono tornata prima del previsto, ma avevo praticamente il capitolo in testa: in questo caso meglio approfittarne prima di perdere l'ispirazione u.u
Come già detto, grazie a tutti quelli che hanno commentato, assieme ai  seguiti e 1 ricordato: *__*
Anche per questo capitolo ho preso spunto -parzialmente - da una delle mie drabble, ovvero il fatidico momento in cui i due si presentano u.u Naturalmente prima ci voleva un po' di panoramica della cotta da parte di entrambi U__U Mi pare ovvio che i due gemelli osservino l'amico - magari sfottendolo un po' xddd - così come era naturale che raccontassi un po' come Morag ha notato Lee :=)
Trovo perfettamente possibile restare affascinati dalla voce di qualcuno anche senza avere idea di chi sia - conosco a chi è successo - pertanto ho applicato questo principio anche a lei. Come indovinerete, lei ci è caduta al suo primo anno a Hogwarts, mentre mi sembrava un po' sciocco che lui la notasse.
In fondo a 11 anni non è che una sia per forza così interessante, mi sembra normalissima questa cosa, mentre la può notare senza problemi quando lei è già al terzo. Come avrete capito si sono scontrati poco prima di Natale, pertanto ho fatto trascorrere qualche tempo e siam giunti a San Valentino.
Ovviamente dalla drabble non si capiva, ma lui voleva farle un regalo ♥ e ho pensato ad una rosa u.u solo che ovviamente la situazione non è a favore di Lee xddd
Poveri Fred e George, loro volevano solamente aiutarlo u.u e avevano pure ragione, da solo non si sarebbe mai deciso XDDD Solo che non avevano considerato l'imbarazzo dei due >___<
Ora vi saluto, per il prossimo ci vorrà più tempo(oh si), ma arriverà.Vi chiederei solo un suggerimento: l'idea alla Weasley(tremate AHAHAHA) è incentrata sul fatto che Morag dovrà compiere gli anni u.u volevo un suggerimento sulla data, tra maggio e giugno diciamo uhm cosa mi consigliereste, voi?
Sono tutt'occhi :=) un bacio a tutti

p.s. speriamo Luna sia venuta bene, anche se c'è stata poco<.<


   
 
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