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Autore: Nikyblack    07/03/2012    8 recensioni
Questa storia è ambientata otto anni dopo la fine di Hogwarts. Voldemort è stato sconfitto e tutti i Mangiamorte arrestati. Hermione si ritroverà da sola a crescere il frutto del suo amore per Draco, aspettando che lui venga rilasciato.
Nota: i personaggi possono risultare leggermente OOC.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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madre bambina 1


Si va ad Azkaban

 

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L'indomani mattina sembrò arrivare in un attimo. La sveglia suonò alle sei ed Hermione allungò la mano per spegnerla e non fare svegliare Alya. Cosa difficile visto che la bambina era già in piedi accanto al letto che guardava la madre con sguardo severo
 
-Forza mammaaaaa, alzatiiii! Dobbiamo andare da papà!! Muovitiiii- e così dicendo cercava di tirare la madre dal braccio. Hermione lanciò un'occhiata alla sveglia credendo di aver visto male l'orario. Sgranò gli occhi e guardò di nuovo la figlia
 
-Amore, sono solo le sei del mattino. Torna a letto, non andremo da papà prima delle 10. Lo lasciano alle 11.-
 
Alya mise su il broncio e se ne andò di la in cucina. Hermione sorrise e si alzò dal letto. Era decisamente agitata. Aveva un paura matta di un rifiuto da parte di Draco, o peggio ancora del fatto che lui avesse dimenticato tutto. Si ripromise di non piangere perché doveva essere forte per Alya.
 
Si diresse in cucina sbadigliando e vide la figlia seduta al tavolo con i colori ancora in mano e un foglio bianco davanti a se.
 
-Alya vuoi il latte o il succo di frutta?-
 
-non ho fame mammina, mi fa male la pancia. E poi devo fare un altro disegno al papà. Se no come fa a capire che gli voglio bene?-
 
Hermione sorrise dandole un bacio sulla testolina boccolosa e preparandosi un caffè moooolto forte. Quel giorno sarebbe stato lungo. Non sapeva come dire a Draco di avere una figlia. Quando stavano insieme non ne avevano mai discusso. Gli sarebbe piaciuto?
 
I suoi pensieri vennero interrotti dallo squillo del telefono. Chi diavolo poteva chiamare alle sei e mezza del mattino si chiese Hermione mentre andava a rispondere.
 
-Pronto?-
 
-Herm? Allora sei già alzata. Pensavo di svegliarti. Menomale. Come stai?-
 
Hermione corrugò la fronte. E chi altri poteva chiamare a quell'ora del mattino se no la sua pazza Ginny??
 
-Ginny tutto bene, sono solo un poco agitata. L'altro giorno ho parlato ad Alya di suo padre e l'ha presa bene, non vede l'ora di vederlo. Ma scusa un attimo...che ora sono là in America?-
 
Non finì nemmeno di formulare la frase al telefono che sentì suonare il campanello. Sempre più scombussolata si diresse alla porta e non fece in tempo ad aprirla che questa si aprì da sola rivelando l'esile figura di Ginevra Weasley dall'altro lato.  La ragazza le corse incontro e l'abbracciò forte.
 
Hermione era decisamente sconvolta. Si era vista arrivare l'amica letteralmente in braccio.
 
-Ma scusa, tu non dovresti essere in America con quel gran pezzo di figo di Nicholas?-
 
-Ciao Herm, anche io sono contenta di vederti e si grazie sto bene. Dov'è il mio diavoletto?- Disse la rossa sorridendo. Non ci fu bisogno di risposta perché Alya arrivò correndo e si buttò in braccio alla zia.
 
-Ziaaaaa! Sei tornataaa! Che bellooo!- e nel frattempo riempiva di baci la zia. -Cosa mi hai portato?-
 
-Tante belle cose piccina mia. Andiamo di la che te le faccio vedere.-
 
Hermione sorrise e si decise a chiudere la porta che era rimasta aperta. Andò di là e trovò le due sul divano con un sacco di pacchi usciti da non si sa dove. Decise che avrebbe approfittato dell'arrivo di Gin per sistemarsi un poco le idee e per decidere cosa fare esattamente. Si diresse in camera e si sedette sul letto rigirandosi fra le mani l'anello che portava appeso al collo. Nel frattempo venne raggiunta da Gin.
 
-Ho lasciato Alya di la con le cose che le ho portato. Mi sa che la vizio troppo- Sorrideva e dai suoi occhi si vedeva quanto tenesse alla bambina. -Sono tornata perché non potevo lasciarti affrontare questo giorno da sola, comunque vada a finire. E poi ho anche lasciato Nicholas, troppo bambino, voleva impedirmi di venire qui perché voleva passare tutto il giorno a rotolarsi sul letto con me. Idiota.-
 
Hermione scoppiò a ridere. Sapeva com'era fatta Gin. Non le si poteva impedire di fare nulla, quel Nicholas non aveva capito nulla di lei se ci aveva solo provato.
 
-Grazie Gin, con te qui so che posso farcela. Ho una paura folle di scoprire che ha scordato tutto, che non si ricorda, che è uscito di testa o che semplicemente non vuole più avere nulla a che fare con me, con noi.- Hermione, contro tutti i suoi buoni propositi si mise a piangere sommessamente.
Gin le si sedette accanto e l'abbracciò.
 
-Se pensa solamente di dire che non gliene frega niente di voi dopo tutto quello che tu hai passato in questi anni gli spacco io la faccio con uno schiantesimo, o meglio ancora con uno dei miei potentissimi pugni. Deve solo provarci a farvi soffrire ancora- 
 
-Hai visto Alya quanto è contenta? Quando gli ho raccontato di Draco non vedeva l'ora di conoscerlo, gli ha persino fatto un disegno. E le ho promesso che oggi verrà con me.- Hermione sorrise e si asciugò le lacrime. Aveva un sacco di cose da fare prima di uscire di casa. Gin tornò di là da Alya ed Hermione andò in bagno a farsi una doccia.
 
Alya era sdraiata sul tappeto e stava disegnando. Gin si sporse sopra la bimba per guardare cosa disegnava. Sorrise vedendo le sagome di due persone che si abbracciavano. Una era grande e aveva i capelli, se così si potevano chiamare quei ciuffi colorati, biondi e l'altra era più piccina ma sempre bionda.
 
-Alya, siete tu e Draco quelli?-
 
-Si zia, ti piace? Lo porto a papà così capisce che gli voglio bene e viene con noi.- Tutto d'un tratto la bimba diventò triste.
 
-Ehi che c'è? Perchè sei triste?-
 
-E se papà non volesse tornare a casa con noi perché vuole avere un'altra famiglia? La mamma ci resterebbe male, e anche io.-
 
-Tesoro, non pensare a queste cose tristi. Vedrai che andrà tutto bene. Che ne dici ora di iniziare a vestirti e di farti trovare pronta dalla mamma? Io intanto do una sistemata alla casa che sembra essere passato un uragano, anzi due- disse Gin dandosi un'occhiata tragica in giro. La bimba rise e corse in camera sua per vestirsi.
 
Hermione intanto, dopo essere uscita dalla doccia, era in piedi davanti all'armadio aperto e decideva cosa mettersi. Non voleva sembrare troppo elegante e nemmeno troppo trasandata. Voleva fare di nuovo colpo su di lui. Decise di indossare i suoi jeans chiari, con un maglione verde bottiglia con lo scollo a barca e di sopra un giacchino nero tanto per non sentire freddo. Optò per le scarpe da ginnastica perché erano più comode, aveva sempre odiato le scarpe con il tacco. Si mise una fascia dello stesso colore del maglione fra i capelli e si guardò allo specchio. Si piaceva. Si rimise l'anello appeso al collo e prese le sue cose mettendole nella borsetta. Aprì il suo cassetto e prese una foto di Alya. Almeno in caso poteva lasciarla a Draco. Ok, era pronta. Ora doveva solo fare preparare la bambina.
 
Uscendo dalla stanza vide Gin che con decisi colpi di bacchetta sistemava tutta la casa. Era davvero unica quella ragazza, sapeva sempre fare le cose giuste al momento giusto, come essere lì con loro. Si diresse nella pseudo camera di Alya. Era una stanzetta con un armadio, un tavolo con la sedia imbottita e un divano posto davanti il balcone. Alya non stava mai in quella stanza. Dormiva sempre con lei, ecco perché non c'era un letto, e quelle volte che Gin rimaneva a dormire da loro dormivano tutte e tre nel lettone.
 
Entrando vide Alya già vestita e pronta che si stava mettendo le scarpe. Si era messa un vestitino rosso con le maniche lunghe a palloncino, la calze pesanti e le scarpette rosse. Sulla testa, messo un poco a caso un fiocchetto rosso, regalo di Natale da parte dei signori Weasley. Quando si accorse della presenza della madre la bambina si girò a guardarla e sorrise.
 
-Visto mamma sono già pronta, possiamo andare ora?ti pregooooo-
 
-Ma sono ancora le nove piccina, è presto. Fra un'oretta andiamo.-
 
-uffa sei cattiva. Ma viene anche la zia con noi vero?-
 
-Certo che viene. Non ti dimenticare i disegni mi raccomando.-
 
Alya annui correndo in cucina per prenderli.
 
Gin nel frattempo aveva rimesso a posto tutta la casa e aveva anche pulito. Ora era seduta sul divano con in mano un bicchiere di succo di frutta ghiacciato. Herm entrando nella stanza sorrise e si sedette vicino a lei.
 
-Grazie Gin per tutto.-
 
-Ma figurati! Per gli amici questo e altro.- Le due ragazze si sorrisero, poi la rossa tornò seria.
 
-Senti Herm, devo dirti una cosa importante. Ieri sera mi è arrivato un gufo di Ron- La mora si irrigidì a sentire pronunciare quel nome, ma Gin continuò lo stesso a parlare. -Mi diceva che Harry- altro irrigidirsi dell'amica - è stato nominato capo degli Auror e spesso si trova ad Azkaban per motivi di lavoro. Quindi oggi potresti anche incontrarlo. Volevo avvisarti così in caso sei preparata.- Hermione sospirò e si mise a fissare un vaso poggiato sul tavolino accanto a loro. -Come pensi di comportarti se lo dovessi incontrare?-
 
-Non lo so Gin, mi hanno fatto molto male lui e Ron. Non li ho ancora perdonati di avermi abbandonata dopo la nascita di Alya, non hanno mai risposto alle lettere e non hanno mai voluto conoscerla. Erano i miei migliori amici e mi hanno voltato le spalle proprio quando avevo più bisogno di loro. Non mi sembra di averlo meritato. Non così tanto almeno. Se lo dovessi incontrare lo ignorerò. O farò finta di non conoscerlo.-
 
-Maaaaaaaammmmaaaaaaaaaaa! Sono le 10. Muovetiviii-
 
Le due ragazze sorrisero e si alzarono dal divano. Dopo aver preso cappotti, sciarpe, e quant'altro, uscirono di casa e si diressero in un vicolo isolato dietro casa.
 
-Alya vieni in braccio a mamma. Ora ci smaterializzeremo davanti Azkaban. Mi raccomando stai buona fino a quando arriviamo.- così dicendo prese la bimba in braccio e dopo essersi assicurata che non ci fosse nessuno fece un elegante giro su se stessa e si smaterializzò. Due minuti dopo Ginny fece la stessa cosa.
 
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Si materializzarono davanti un possente edificio dalla forma di un castello posto su un isola al centro del mare. Hermione posò la figlia a terra che si guardò attorno estasiata. Lei adorava il mare.
 
-Mamma è bellissimo qui, c'è tanto mare.-
 
-Si amore, ma è un posto brutto, non bello, ci sono delle creature che risucchiano tutta la felicità. Per questo non voglio che entri, chiaro? Rimarrai qui fuori con la zia Gin mentre io entro là dentro.-
 
-No io voglio venire con te. Voglio vedere papà. Voglio dargli il mio regalo. Fammi venireeee.- e scoppiò a piangere. Ad Hermione si strinse il cuore a vederla così, ma non voleva che mettesse piede dentro quelle mura piene di dissennatori, aveva paura per lei.
 
-Tesoro, se ti succedesse qualcosa là dentro non lo potresti vedere lo stesso il tuo papà. Ascoltami.-
 
La bimba tirò su col naso e annuì. A quel punto intervenne Ginny.
 
-Herm guarda che possiamo entrare. Almeno fino alla sala d'attesa. Lì non ci sono dissennatori, mi sono informata, stai tranquilla.-
 
-oh, e va beh andiamo, ma non devi perdere di vista Alya nemmeno un momento, o passerai il resto della tua giovane vita a scappare da me.- Gin annui preoccupata e dopo aver dato la mano alla nipote di incamminarono verso l'entrata. Un enorme portone di metallo si stagliava davanti a loro. Hermione bussò e questo si aprì cigolando per farle passare. Camminarono per un corridoio stretto e poco illuminato e arrivarono in una saletta con delle sedie dall'aria molto scomoda. Alya si guardò intorno e si strinse di più alla zia. Nel frattempo arrivò un Auror e si presentò come Mark. Lui ed Hermione iniziarono a parlare e dopo poco Herm si rivolse alle altre due nella stanza.
 
-Io vado. Devo parlare con il direttore di qui. Voi aspettatemi qui e tu, Alya fai la brava e stai tranquilla. Tornerò vittoriosa.- e si chinò a dare un bacio alla figlia.
 
-Mamma!- la chiamò mentre se ne stava per andare -Dagli questo così si convince. Io gli do l'altro dopo quando tornate.- Hermione prese il foglio con le due figure abbracciate e sorrise alla figlia mentre usciva dalla stanza da una porticina laterale.
 


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Draco POv
 
Sono passati sei anni da quando mi hanno chiuso qui dentro, escludendomi dal mondo reale. Non ho più avuto nessuna notizia di quello che succede fuori da queste mura, di come stanno le persone a me care. Sono solo, io e i miei pensieri. Pensieri che non sono mai allegri, pensieri pieni di odio verso chi ha deciso della mia vita, pensieri pieni di rimorsi, pensieri rivolti alla mia vita fuori di qui. Ormai mancano poche ore al mio reintegro nel mondo vissuto. Cosa mi aspetta una volta fuori di qui? Una società che continuerà a vedermi come quello che in fondo non sono mai stato, un mangiamorte. Una società che eviterà ogni contatto con me, per paura di macchiare il proprio nome del fango che mi porto addosso. Nessuno guarderà oltre l’apparenza. Nessuno mi aspetterà fuori di qui. Sono passati sei anni da l’ultima volta che ho visto quegli occhi dorati, occhi che mi hanno perseguitato tutte le notti, che mi accusavano, che mi rimproveravano di averla abbandonata. Hermione. Dopo sei ani si sarà rifatta una vita, sarà sposata e magari avrà anche dei figli. Sicuramente con Lenticchia. Mi avrà del tutto dimenticato. Come è giusto che sia. Lei merita di meglio, lei merita IL meglio. Cosa avrei da offrirle io? Mi hanno sequestrato tutto, non mi è rimasto più nulla. La prima cosa che farò appena messo piede fuori di qui sarà andarmene via, rifarmi una vita dove non mi conosce nessuno, e non ci sono ricordi legati a lei, lei che mi ha insegnato cos’è l’amore, cosa vuol dire vivere la vita. E’ appena passato il direttore di questo posto infernale, un’ora e sono libero, gli ho chiesto se mi è possibile utilizzare un bagno per darmi una lavata e per rendermi presentabile. Per chi poi? Non lo so, mi ha sorriso e mi ha detto che una guardia mi porterà le mie cose e mi accompagnerà. Finalmente potrò farmi la barba, mi da un fastidio enorme averla così lunga, è quasi un mese che non mi è concesso farla. Sembro uno di quei barboni che vedevo sempre alla stazione di King’s Cross e che mi facevano ribrezzo. Com’è ironica la vita eh!
Mentre mi dirigo al bagno accompagnato da questa guardia incrocio Potter, vestito elegante, pettinato e profumato, Da quello che ho capito dai discorsi dei secondini è diventato il nuovo capo degli auror e per questo è sempre a gironzolare qui intorno. Mi vede e mi si avvicina con un sorriso beffardo in faccia.
 
-Ma guarda un po’ chi si vede, Malfoy. Non ti avrei mai riconosciuto così elegante, direi che il tuo è un abbigliamento adatto al tuo stato sociale, non trovi?- e scoppiò a ridere. Io mi ripromisi di non dargli retta, era inutile metter su una rissa quando mancava meno di un’ora alla mia uscita. Continuai a camminare, seguendo il secondino fino a quando Potter non parlò di nuovo.
 
- Che fai, Malfoy, scappi? Sei diventato un codardo ora? O hai solo fretta di uscire di qui? Per cosa poi, nessuno ti vuole più in questo mondo, sei un rifiuto della società ormai, faresti meglio a rimanere qui dentro.- e se ne andò, non sapendo – o forse si – di aver fatto più male con quelle parole che se non mi avesse tirato un pugno in pieno stomaco. Mi aveva buttato addosso una verità che non volevo sentire, che mi rifiutavo di credere, ma della quale, nel profondo, ero consapevole. Ero solo un rifiuto umano, nessuno mi avrebbe aspettato lì fuori, non avevo nessuno.
 
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Seguì la guardia per corridoi bui e freddi, salimmo di qualche piano ed infine arrivammo davanti una porta di legno lucido. La guardia mi disse di aspettare li fuori che il direttore era impegnato, ma appena libero mi avrebbe ricevuta. Mi sedetti su una sedia che aveva sicuramente visto tempi migliori e aspettai. Dopo pochi minuti la porta si aprì facendone uscire una delle ultime persone che avrei voluto vedere in un momento come quello, Harry Potter. Vedendolo mi si chiuse lo stomaco, ma mi alzai mostrando il mio sguardo più orgoglioso e lo fronteggia, aspettando che facesse una qualche mossa.
 
- Ma guarda un po’ chi si vede in giro, quella che un tempo era come una sorella per me. Che piacere rivederti, Granger.- lo disse con un’espressione talmente fredda e distaccata che dopo anni riuscì ancora a ferirmi. Decisi di provare per una strada semi amichevole:
 
- Harry, spero vorrai scusarmi ma devo discutere di cose importanti con il direttore. – cercai di scansarlo per arrivare alla porta, ma mi prese dal polso e mi avvicino a sé:
 
- Sei qui per lui, vero? Ma non ti vergogni, non hai un minimo di orgoglio? Prima ci abbandoni per mettere al mondo il figlio del demonio e adesso corri da lui? -
 
Il mio ceffone lo colpì in pieno volto, era furibonda con lui, ma come si permetteva??
 
-Non osare più dire una sola parola su mia figlia e su Draco, tu…tu…tu….ma come osi? Non puoi giudicarmi, sparisci dalla mia vista, ORA – e detto questo gli diedi le spalle e dopo aver preso un bel respiro per calmarmi bussai alla porta.
 
-Avanti!- Entrai in quella stanza con un’aria talmente tranquilla e rilassata che era facilmente riconoscibile come falsa.
 
- Buongiorno Direttore, sono venuta a prendere il Signor Malfoy, dovrebbero essere rilasciato a momenti, se non sbaglio. – Il mio tono era sicuro e non faceva trasparire nemmeno un poco dell’agitazione che provavo in quel momento, ed era veramente tanta.
 
-Buongiorno a lei, Signorina Granger. Ero sicuro che oggi l’avrei vista, ma si accomodi, prego. Il Signor Mallfoy verrà rilasciato stamattina, il tempo delle ultime scartoffie e di darsi una sistemata. –
 
Avrei voluto chiedergli di più, volevo sapere come stava, volevo sapere un miliardo di cose, ma i miei pensieri vennero interrotti dalle parole del direttore, che evidentemente doveva aver letto sul mio viso i miei timori.
 
-Non si preoccupi, il Signor Malfoy sta bene, non è stato a contatto con i dissenatori, se non per brevi periodi, come mi era stato richiesto da Silente, non lo sapeva? Credevo il Signor Potter l’avesse avvertita di stare tranquilla.- A quelle parole non sapevo se essere principalmente contenta o incazzata nera. Harry lo sapeva, mi ha fatto stare in pena tutti questi anni quando poteva alleviare la mia preoccupazione. Ero delusa e amareggiata, ma subito realizzai che Draco almeno stava bene, non era stato costretto a rivivere i momenti orrendi della sua giovinezza. Ero al settimo cielo.
 
-La ringrazio per questa rassicurazione, non ne ero al corrente. Ma non posso che esserne felice.-
 
-Lo immagino, e ora, se vuole seguirmi la accompagno personalmente dal suo ragazzo.-
 
Il mio ragazzo, oddio come suonava strano sentirlo dopo tanti anni detto da una persona estranea. Mi alzai e lo seguii timorosa, con il cuore che batteva a mille. Camminammo per svariati minuti fino ad arrivare ad una porta nera, di pesante metallo. Era lontana dalle altre celle delle prigione, più isolata, ma lo stesso tremendamente tetra. Il Direttore bussò e poi fece scattare la pesante serratura, aprendo un poco la porta e facendo un passo avanti parlò: -Signor Malfoy, ha una visita. Quando ha finito, le riconsegnerò la bacchetta e le farò firmare le ultime carte.- Arretrò e mi fece segno di entrare. Presi un bel respiro e mi feci avanti.
 
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Draco POv
 
Sono tornato di nuovo in quella che per sei lunghi anni è stata la mia cella e la mia casa. Ora sono di nuovo presentabile, mi hanno tornato i miei vestiti e i miei oggetti, tutti messi in uno scatolone poggiato sulla sedia. Mi ci avvicino e guardo dentro, mi fa uno strano effetto rivedere quelle cose e vengo assalito dai ricordi: la conchiglia che ho raccolto a mare durante la nostra stupenda vacanza estiva, il fiocco che legava i suoi morbidi capelli la prima volta che abbiamo fatto l’amore a Hogwarts, e il regalo che mi aveva fatto il nostro ultimo natale, un boccino in miniatura che solo io potevo aprire e che racchiudeva al suo interno una nostra fotografia. Me lo aveva regalato per darmi forza durante le riunioni con i mangiamorte, per ricordarmi che lei era sempre accanto a me, per gli altri era un comune boccino, ma per me no. Infondo chi si sarebbe stupito di trovarmi un boccino in tasca? Erano tutti oggetti facilmente nascondibili. Non ebbi il tempo di aprirlo che sentì bussare alla mia porta, che subito dopo venne aperta, permettendo alla figura del direttore di farsi avanti. Finalmente ero libero!
 
-Signor Malfoy, ha una visita. Quando ha finito, le riconsegnerò la bacchetta e le farò firmare le ultime carte.-
 
Eh?? Una visita? Ma se non ne ho mai potute ricevere. La mia faccia stranita lo fece sorridere e si tirò indietro, incoraggiando un’esile figura accanto a se a farsi avanti. Ero curioso, che fosse mia madre? In fondo era l’unica che a parer mio potesse aspettare il mio ritorno. Aspettai impaziente che si facesse avanti, fino a quando qualcosa colpì il mio olfatto. Odore di gelsomino. Solo una persona poteva avere quel odore.
Lei. Lei che aveva occupato i miei pensieri ogni santo giorno, lei che era stato il mio appiglio ma anche il mio peso attorno al collo mentre il tempo passava e io cadevo sempre più giù. Possibile che fosse proprio lei e non solo uno scherzo del mio cervello che aveva un disperato bisogno di vederla?

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Angolo dell'autrice:

Eccomi qui con il secondo capitolo! Spero che la storia vi stia piacendo.
Vorrei ringraziare tutti quelli che la stanno leggendo e quelli di voi che l'hanno inserita tra le
seguite e le preferite :) e soprattutto un saluto a Fletus Chattongue che ha lasciato un commento!
Ci rivediamo con il prossimo capitolo!
Un bacio

Nikyblack

  
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