1 Settembre 2013, ore 11:38
Nei pressi di Hogsmeade
Anastasia Berri
alzò la testa per osservare meglio l’enorme castello che le si parò davanti.
Era meravigliata, e sbalordita. Almeno, ‘sbalordimento’ era l’unica cosa che
era in grado di pensare. In teoria, lei c’era già stata lì, ma quella era
eppure una situazione completamente diversa. Quella non era Oxford. Quella non
era una gita di un giorno durante il suo viaggio a Londra. Quella era la
realtà. Quella era il vero castello di Hogwarts.
Il suo sogno stava
per diventare realtà. E stava quasi per soffocare. Non riusciva quasi a
respirare, e lei pensava al fatto che John Dorian
aveva torto quando aveva detto, parafrasando, che ‘vogliamo qualcosa solo fin
quando crediamo di non poterla avere’. Non poteva avere ragione, perché tutto
quello che lei poteva vedere in quel momento era la sua nuova vita, che se ne
stava proprio lì, di fronte a lei.
Draco Lucius Malfoy, il ragazzo di cui era innamorata, le strinse
gentilmente la mano, capendo quello che lei provava. Anche lui si era sentito
così una volta, di fronte l’imponenza di quella che non era solo una scuola.
Quella era la comune reazione di chiunque arrivasse lì, specialmente per i Nati
Babbani. Eppure dovette chiudere gli occhi. Quella
era stata la sua casa per sette, anzi no, otto anni e non poteva semplicemente
fare finta di non provare nulla. Eppure…
Aveva ritrovato
una casa quando era tornato a vivere con i suoi genitori dopo la scuola, e
anche nel suo matrimonio con Astoria, più o meno. E con quella ragazza, con Asia… be’, lei era unica nel suo genere. Casa era averla
tra le braccia, era il suo respiro, era nella sua testa, nel suo cuore e nella
sua anima. Era ricco, era schifosamente e dannatamente ricco, ed eppure lei era
tutto quello che aveva. E gli andava assolutamente bene così.
-Va tutto bene?-
le chiese, guardandola negli occhi.
-Non lo so,
davvero.- rispose, provando a respirare il più normalmente possibile.
-Perché?- le
sorrise, gentile, passandole una mano tra i capelli leggermente ricci.
-Perché ho
desiderato tutto questo per così tanto che ho paura di fare completamente e
totalmente schifo.- sussurrò in risposta lei.
-Vuoi davvero
affrontare di nuovo questo discorso? Vuoi davvero che io affronti di nuovo
questo discorso?- rise.
-Ma come osi
essere così… felice?? Io sto uscendo fuori di testa!-
gli disse Asia, sferrandogli un pugno sul braccio.
-Oso, perché io
venivo a scuola qui. E non è che importasse molto prima della faccenda dei
libri.- disse lui, alzando un sopracciglio.
-Bene, ma ora la
faccenda dei libri è stata conclusa, e così anche quella dei film. E mi
dispiace, ma ho scoperto di non essere solo una babbana
meno di tre anni fa. E tutto per colpa della tua dannata profezia. Quindi,
muovi il culo e coccolami!- gli ordinò, aggrappandosi al suo petto.
Draco rise dolcemente, stringendola forte. Si, lei
era il suo mondo. E a costo di smuovere pure il diavolo dall’inferno, nessuno
gliel’avrebbe mai portata via.
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I due ragazzi
stavano camminando per la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Draco stava mostrando alla ragazza dove avrebbe dovuto
insegnare e, nel frattempo, controllava che tutto fosse a posto. Tipo se il
Giardino di Inverno fosse ancora il luogo in cui si esercitavano i Serpeverde del
Club dei Duellanti, o se avesse dovuto uccidere qualcuno per restituire loro
quello che gli spettava di diritto. La ragazza si limitava a meravigliarsi
sempre di più.
Il ragazzo
controllò anche la sua di classe. Piton era stato il
suo Professore preferito, e semplicemente non riusciva a sopportare che quella
classe fosse stata rovinata da qualche stupido ragazzino che non conosceva
nemmeno la differenza tra un crine di unicorno e una lacrima di fenice.
Fu quasi con
disappunto, ma soprattutto sollievo, che trovò la stanza tanto oscura quanto
l’aveva lasciata il professore. Poi Draco si ricordò
che Vitious gli aveva detto che Lumacorno aveva
usufruito di una classe diversa, perciò si permise un sospiro di sollievo. Draco stava controllando la dispensa del laboratorio di
pozioni, quando un pezzo del puzzle che era il suo passato bussò alla porta.
-Hey, Furetto! Passi degli anni al Ministero e ti
dimentichi dei vecchi amici?- chiese una voce sconosciuta alla ragazza.
E fu in quel
momento che Asia vide nel biondino lo sguardo amichevole che riservava solo a Hermione, Daniele e pochissime altre persone.
-Cosa vuoi che ti
dica, Paciock? Almeno io non sono rimasto bloccato
qui a scuola!- sogghignò Draco, voltandosi verso
l’uomo.
Neville Paciock. Quello era Neville Paciock.
Asia si posò una mano di fronte agli occhi, arrossendo.
“Dannazione, ormai
dovrei esserci pure abituata!”, pensò, vedendo il fidanzato dare una pacca amichevole
al Grifondoro.
-Perciò… sei ringiovanito per lei, eh? – gli chiese
Neville, facendo finta di strozzare Draco. –E non mi
hai detto niente fino a quando non siete andati a vivere insieme. Che gran bastardo!
E io che credevo avessimo abbattuto le barriere tra Case!-
-Oh, non ne hai
idea! Pensi davvero che se non fosse stato per noi due e la Granger
sarebbe stato possibile per una Serpe e un Grifone essere amici? Siamo stati
noi a dare l’esempio!- celiò lui in risposta, ridendo.
Asia guardava Draco strabiliata. Sapeva che lui e Hermione
erano legati da una profonda amicizia, nata nel suo secondo settimo anno ad
Hogwarts, e l’aveva visto discutere amabilmente anche con il resto del Trio
Miracoli; lui le aveva anche detto che durante quell’anno l’avvicinamento a Hermione l’aveva portato a stringere una profonda amicizia
con Neville, ma conoscendo Draco.. credeva che non
fosse nulla di che, ecco. E invece, una settimana prima, aveva scoperto che i
due si scambiavano ancora un mucchio di lettere e che erano rimasti in contatto
durante gli anni. E che quando Neville aveva saputo che Dray
avrebbe insegnato lì ad Hogwarts insieme a lui, aveva organizzato con gli elfi
una serata speciale per dare il bentornato al suo vecchio amico. E caspita, la
ragazza non si era mai sentita più orgogliosa del suo fidanzato.
Il resto della
giornata passò così, tra chiacchiere tra amici e il pranzo ai ‘Tre Manici di
Scopa’, che Hanna Abbott in Paciock aveva preso in
gestione da un paio di anni. Asia aveva davvero preso in simpatia i due
coniugi, che, d’altro canto, si erano rivelati alla mano e gentili. E
sarcastici, molto sarcastici. E al diavolo la spensieratezza Tassorosso della
moglie di Neville. Tornarono ad Hogwarts alle sei di sera, visto che gli
studenti sarebbero arrivati da lì a mezz’ora.
Ora, in teoria i
Professori avevano gli alloggi personali. E così sarebbe stato anche per i due Auror, se quel maledetto viziato di Malferret
non avesse insistito per poter restare insieme ad Asia. Anche se la ragazza non
aveva poi insistito così tanto. Soprattutto quando, durante l’incontro con il
Preside Vitious, aveva scoperto che avrebbero potuto alloggiare alla Torre Est,
dove sarebbero rimasti indisturbati anche per gli allenamenti privati che la
ragazza doveva fare per sviluppare i suoi poteri. Così Draco
si era trovato ad essere inseguito da un Neville imprecante che, nonostante
fosse il Direttore di Grifondoro e il Vicepreside, non aveva tutti quei
vantaggi. Certo la situazione non sarebbe degenerata se il ragazzo avesse
saputo tenere a freno la lingua…
-Senti, Paciock, non è colpa mia se mi sono dovuto rompere il
didietro e studiare come un porco per diventare Auror!
Ora voglio i vantaggi e i privilegi che mi spettano!- sbottò, facendo fumare le
orecchie al vero Professore. –E poi ti pare che sono come te? Mica coltivo
piantine illecite, io!-
-Oh, questa è
magnifica! Io coltivare piantine illecite? Ma se eri tu quello con le canne a
scuola!- disse Neville, alzandogli un dito medio.
“E menomale che
dovrebbero fare i maturi!”, pensò Asia, con le sopracciglia aggrottate.
Che poi vedere
quei due litigare così era uno spettacolo. Specie perché Draco
la prendeva sul personale, al contrario di Neville che, se fosse stato una
donna, mentre lanciava insulti al biondo, si sarebbe limato le unghia. Alla
fine si congedarono con un allegro ‘vaffanculo’ e un
dito medio alzato, in modo da potere indossare gli ‘abiti da cerimonia’, con
grande ilarità di Malfoy. Perché? Semplice: per Asia
e Draco l’abito da cerimonia consisteva nella divisa
ufficiale da Auror, che quindi permetteva loro di
conservare un po’ di decenza, essendo composta da un paio di pantaloni stretti blu
notte e una giacca dello stesso colore, ma dalle maniche grigie, adornata solo
dai bottoni dorati. Molto elegante, ma si indossava solo nelle cerimonie
ufficiali, e il Primo Banchetto di Hogwarts era una di queste. Neville? Neville
avrebbe dovuto indossare quelle che Draco chiamava
‘sottane’ o ‘camicie da notte che si possono indossare anche di giorno’, ma
questa era la tenuta da cerimonia dei Professori di Hogwarts. E Asia aveva
anche sentito Draco ringraziare Merlino e Salazar
Serpeverde, protettori della Casa in cui era stato smistato da bambino, per la
morte di Lord Voldemort, che aveva trascinato con sé
all’inferno anche l’avversione dei maghi a indossare abiti babbani.
E tante grazie.
La ragazza alzò
gli occhi al cielo, entrando in un quadro che era una scorciatoia per la Sala
Grande. Asia si era innamorata di Hogwarts come si era innamorata di Villa Mal Foi, in Francia e di Malfoy Manor nello Wiltshire. Era sicura
che entro l’anno, specie col suo ragazzo in giro, avrebbe imboccato tutte le
scorciatoie menzionate in Storia di Hogwarts e disegnate nella Mappa del
Malandrino. Cosa per cui necessitava un certo ragazzino che avrebbe dovuto
frequentare il quinto anno.
Entrarono nella
Sala Grande attraverso la saletta, e non dalla porta principale, che si sarebbe
aperta solo all’arrivo degli studenti. I due si sedettero alla destra del
Preside, che li salutò calorosamente, ringraziandoli ancora per aver accettato
il posto, anche se quella situazione era più vantaggiosa per loro che per lui. Lasciarono
il posto accanto al Preside a Neville, che stava attendendo le nuove matricole
fuori.
All’improvviso le
porte si aprirono ed entrarono i ragazzi, da quelli più grandi a quelli del
secondo anno. Tutti guardarono confusi verso il tavolo a cui sedevano i
Professori, facendo arrossire vagamente Asia. Draco
le strinse la mano sotto il tavolo, sogghignando verso uno degli studenti.
Asia sorrise a sua
volta. Ted Remus Lupin, da tutti chiamato Teddy,
tranne dal piccolo Jamie, che lo chiamava Teddy Bear,
facendolo avvampare, era un ragazzino dolce e gentile, che poco aveva del
tipico ragazzo teenager spaccone e in piena tempesta ormonale. E sia Asia che Draco lo adoravano. Lui si era rivelato essere un buon
cugino maggiore, quasi uno zio, presente nella sua vita come e quasi più di Harry;
lei semplicemente si era affezionata a quella parte di famiglia che il
fidanzato non aveva potuto vivere appieno prima della fine della guerra. Draco una volta le aveva confessato che si sentiva in colpa
verso di lui.
“Forse se fossi
stato più coraggioso avrei ucciso mia zia e tutti i pazzi che le stavano
attorno prima che Teddy restasse orfano.”, le aveva detto, dopo uno dei suoi
incubi.
Asia lo
tranquillizzava spesso dicendogli che non avrebbe potuto fare nulla, che non
poteva prendersi la colpa delle morti di Remus e Tonks, ma a volte provare a capire quel ragazzo era
impossibile. Un giorno era il felicissimo e bastardissimo ragazzo capace di
farla impazzire, e il giorno dopo aveva degli incubi che lo tenevano sveglio
per tutto il resto della notte e che portavano a galla tutte le paure e le
preoccupazioni di Draco. Ma lo amava, e l’avrebbe
aiutato. Sempre.
Asia strinse la
mano del ragazzo, facendo l’occhiolino a Teddy, che avvampò. Non nel viso, ma
nei capelli, solo per un breve attimo, prima di farli tornare del suo tipico
blu elettrico. Ma ricambiò il sorriso timidamente, lasciando scintillare gli
occhi. Poi Asia sviò lo sguardo, evitando di farlo sentire fissato. Si girò
anche verso il tavolo di Grifondoro, dove la mano della piccola Victoire Weasley, figlia di Bill
e Fleur, scattò subito in segno di saluto. La ragazza
sorrise anche a lei, pensando davvero che stava andando meglio del previsto.
Alla fine
arrivarono anche le matricole, che furono smistate sotto l’attenzione della
nuova professoressa, e anche con sua grande invidia. Era stata una bella scena.
Il Cappello Parlante aveva recitato un bel canto sulle Case e aveva smistato
con molta cura. Dopo che anche i primini si
accomodarono, il Preside Vitious decise di prendere la parola, arrampicandosi
nel leggio e puntandosi la bacchetta alla gola dopo aver lanciato un Sonorus.
-Salve ragazzi, e
bentornati. Do il mio benvenuto agli studenti del primo anno, con il caloroso
augurio che la vostra permanenza qui, ad Hogwarts, possa aiutarvi a quella che
sarà la vostra vita fuori. Direi di dare anche il bentornato al Caposquadra Auror Malfoy, che quest’anno
prenderà il posto del Professor Lumacorno, ora in
pensione, alla Cattedra di Pozioni.- disse, scatenando gli applausi di
Serpeverde specialmente e di tutti i ragazzi che sbavavano di fronte alla loro
divisa.
-E diamo il nostro
più caloroso benvenuto all’Auror in servizio alla
squadra di Ronald Weasley Anastasia Berri, che
prenderà il posto del Professore McMartin in Difesa
Contro le Arti Oscure!-
Asia sorrise a
tutti, calorosa, alimentando il suo ego con l’applauso degli studenti. Dopodiché
il Preside diede il buon appetito agli studenti ed allora tutti si poterono
godere la cena in pace. Era una bella serata. E così com’era arrivato lo stress
se ne andò.
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La notte passò
tranquillamente. Erano lontani metri dal resto della scuola, il che voleva dire
che avrebbero potuto pure organizzare dei rave party e lì non se ne sarebbe
accorto nessuno. Asia si alzò talmente di buonumore da stupirsi dell’assenza di
uccellini cinguettanti alla finestra di quella che sarebbe diventata la loro
camera da letto in quei mesi in perfetto stile Disney. Era così felice che si
preparò per la giornata canticchiando, facendo mugugnare Draco,
che di mattina non connetteva nemmeno a pregarlo.
Così, mentre Asia
era fresca come una rosa e cinguettante come un fringuello, Draco
aveva la stessa vitalità di uno zombie in piena Apocalisse, visto che non
poteva appellare un caffè dai suoi alloggi. Perciò quando si buttò sulla sedia
al tavolo della Sala Grande, Neville, con un ghigno sul volto, aveva già
preparato due tazze di caffè fumante per i piccioncini.
-Grazie, Neville.-
gli disse Asia, zuccherando la sua tazza e correggendolo con del latte. –Questo
qui probabilmente ancora non si ricorda come si chiama.-
-Al diavolo, Sanguesporco!- rispose Draco, che
dopo aver sorseggiato la sua tazza di caffè amaro(“orrore”, pensava la
ragazza), aveva ripreso le sue funzioni vitali.
-Frena la lingua, Malferret. Ci sono bambini di 11 e 12 qui che carpiscono le
parolacce peggio di microspie. Quindi non ti conviene farti sentire.- ridacchiò
Neville.
-Senti, dovrò
servire pure a qualcosa come Prof, no?- ribatté Draco,
dando finalmente il bacio del buongiorno alla sua ragazza, facendo sospirare
tutta la popolazione femminile di Hogwarts.
“E tante grazie!”,
pensò Asia, mentre Draco le ficcava dolcemente la
lingua in bocca, facendo gemere disgustato Neville che non aveva mai visto un
porno in tutta la sua vita, e facendosi imprecare contro dalla ragazza, che lo
minacciò di lasciarlo in bianco per un mese se non avesse finito di dare
spettacolo.
-Senti, Neville,
gli orari delle lezioni hai intenzione di darmeli prima della fine della
colazione, o devo aspettarmi sorprese?- chiese Asia, rossa in viso.
-Oh, Godric, l’avevo dimenticato. Oggi hai il quinto anno le
prime due ore e poi hai un’ora buca. Poi terzo anno per due ore. Poi pranzo e
due ore con i ragazzi del sesto.- le disse l’uomo, porgendole una piccola
pergamena su cui era scritto l’orario della settimana.
-E io?- chiese Draco.
-Tu inizi tra due
ore. Ma hai tre ore di lezione con i Grifondoro e i Serpeverde del quarto anno,
poi dopo pranzo hai due ore con le matricole. E vedi di non spaventarmeli come faceva
Piton. Io ogni tanto ho ancora i brividi.- lo avvertì
Neville.
-Se non li
spavento mi spieghi come diamine faccio a farmi obbedire da loro?- celiò Draco.
-Be’, su questo non
so cosa risponderti. Rispettano me in quanto eroe di guerra,- rispose con una
smorfia. –Ma non so come potrebbero prenderla con te. Anche se il fatto che sei
un Auror aiuta. E poi diamine, Draco,
hai una squadra ai tuoi ordini! Usa gli stessi metodi che usi con loro!-
-Quindi posso
frustrarli?- celiò Draco, soave.
-Quindi posso
trasformare i Professori brontoloni in furetti?- ringhiò Asia, con un’occhiataccia.
Neville rise,
dandole il cinque per come aveva messo a tacere Draco.
-Comunque, gente,
io vado. Le serre mi aspettano.- disse Neville, dando una pacchetta sulla testa
a Draco, facendogli fumare le orecchie.
-Vado anch’io. La lezione
mi inizia tra dieci minuti.- rispose Asia, alzandosi. –Tu fai il bravo, eh?
-Certo che faccio
il bravo. Io faccio sempre il bravo.- le rispose Draco,
trascinandola verso di lui per lasciarle un bacio sulla bocca, questa volta
molto casto e dolce.
-Bene, ci vediamo
a pranzo, allora.- gli disse con un sorriso.
Asia uscì dalla
Sala Grande, attraversando mezza scuola il più presto possibile, per poi
entrare nell’Aula di Difesa e appropriarsi di quell’ambiente che sarebbe stato
suo per i mesi successivi. Entrò nell’ufficio adiacente alla classe, dove la
ragazza aveva portato i suoi libri il giorno prima e prese il libro che aveva
fatto assegnare per il quinto anno. Era un buon libro, che permetteva di
ripassare tutto quello che avevano fatto fino a quel momento, eppure
approfondire gli argomenti aggiungendo dei piccoli particolari che rendevano
gli incantesimi leggermente più difficili. In più avrebbe insegnato loro
qualcosa su delle creature magiche che, come aveva notato nei programmi degli
anni precedenti, non avevano mai studiato. Fu dopo qualche minuto che entrò
Teddy, insieme ad un altro paio di ragazzini da Tassorosso e da Grifondoro, più
un Corvonero e due Serpeverde. Lì salutò gioviale, per poi ricontrollare l’orologio.
In teoria la lezione avrebbe dovuto già iniziare da cinque minuti, ma erano
talmente pochi gli alunni che non voleva iniziare la lezione con una classe
vuota.
Asia aspettò un
altro po’, ma dopo essere scattato il quarto d’ora di ritardo le stava
cominciando ad uscire il fumo dalle orecchie.
-Teddy, ma dove
sono tutti gli altri?- gli chiese, facendo sobbalzare leggermente il ragazzo,
che stava prendendo qualche appunto da un libro aperto sul banco.
-Oh, ehm… Asi… cioè, Professoressa
Berri, veramente siamo solo noi del quinto anno a frequentare Difesa.- mugugnò
Teddy, arrossendo.
-Oh, Teddy, per
cortesia, continua a chiamarmi Asia che mi fai sentire vecchia, altrimenti. Aspetta,
che vuol dire che siete solo voi gli alunni del corso di Difesa del quinto
anno? Ma questo è l’anno dei GUFO!- disse Asia, confusa.
-Be’.. non è più
una materia obbligatoria. Cioè, lo è, ma solo per i primi due anni. Poi
possiamo decidere se continuare a seguirla oppure no.-
rispose il ragazzino.
Asia era allibita.
-No, aspetta,
fammi capire. Vuol dire che se voi, fuori da Hogwarts, camminaste per strada di
notte, e incontraste.. che ne so, un vampiro, o, in un colpo di sfiga
colossale, un dissennatore, praticamente il 95% della scuola non saprebbe come
scagliare un incantesimo di difesa decente? No, dico, ma Vitious è impazzito?-
sbottò Asia, scattando in piedi.
-Be’.. non ci sono
più pericoli ormai.. non c’è più il pericolo di una guerra. Ormai Tu Sai Chi
non c’è più, e così i Mangiamorte. Non c’è più pericolo per noi maghi.- disse
Teddy, facendosi piccolo piccolo.
Asia inspirò
profondamente, contando fino a 30 nella sua testa.
“No, che non c’è
più pericolo, Teddy. Infatti, non è entrato un pazzo psicolabile con manie di
grandezza in casa mia pochi giorni fa. Proprio no.”, pensò Asia, massaggiandosi
le tempie.
-Teddy. Facciamo pure
finta che questa non sia la nostra prima lezione. Tornate ai dormitori, andate
a disturbare le ragazze in biblioteca, fate quello che vi pare, io devo andare
a fare una cosa.- disse, sperando di non aver
ringhiato.
-Ehm, Asia… che hai intenzione di fare?- le chiese Teddy.
-Io? Niente Presidicidio!-
E dannazione,
nessuno poteva distruggere la giornata ad Anastasia Berri in quel modo!
Spazio Autrice: Salve a tutti!!! Scusate l’immenso
ritardo, ma, dovendo concludere un’altra long ho deciso di terminare quella
prima di scrivere questo capitolo. E comunque, sappiate che vi conviene avere
aspettato. Ora che ho solo questa storia all’attivo, mi verrà molto più
semplice aggiornare più velocemente questa!!! ;)
Ah, ho amato scrivere questo capitolo. Forse perché sto
rileggendo una delle mie fiction preferite e quindi rido come una matta, ma
diamine, ho adorato Draco in questo capitolo. :D
Passo ai riferimenti, va:
- Ah,
cara vecchia Hogwarts. Non cambiare mai. ;w;
- Ora,
ditemi voi se Neville non è magnifico. Ora, so che non c’entra niente con il
ragazzino timido che andava perdendo sempre il suo rospo dei libri, però ho
pensato al fatto che con gli anni diventa sempre più mitico, il che vuol dire
che alla bellezza di 33 anni sarà un figo assurdo. Poi
il fatto che l’amicizia tra Draco e Neville sia
ispirata a quella tra Tom Felton e Matthew Lewis è
tutto un altro discorso. U_U
- Per
quanto riguarda la divisa da grandi occasioni degli Auror,
sappiate che pubblicherò l’immagine della giacca su Facebook.
Per chi non ha facebook spulciatevi la collezione
Oscar Wilde di Dolce&Gabbana di qualche anno fa. U.U
- Teddy
è l’esserino più tenero e puccioso
dell’intero universo. O almeno, io lo immagino così. E tanto basta. Poi, altra
cosa. Jamie(ovvero James Sirius)
lo chiama Teddy Bear che vuol dire ‘orsacchiotto’. Molto affettuoso. Si, shippo Jamie/Teddy.
- Ta-da! Asia prof. Ora so che
può sembrare stupida la cosa che ho fatto e anche inverosimile. Cioè parlo del
fatto che le lezioni di Difesa( che diaciamocelo, è la
materia più bella) siano frequentate da 4 gatti. Ma mi serve. Per il futuro! ;)
Non ho nient’altro da dire. Ringrazio chi preferisce,
segue e ricorda e chi recensisce! ;)
A presto
Micaela!