Una possibilità.
L’ultima
Gwen si svegliò più tardi del solito quel mattino, stupita di trovarsi stese tra le soffici coperte della propria stanza, con Hannah che sonnecchiava su una sedia lì accanto.
Non riusciva a ricordare cosa fosse successo, era ancora molto insonnolita.
Si sedette e fece per alzarsi, ma un forte dolore le impedì di appoggiare il piede a terra.
Guardò giù e vide la caviglia fasciata e le stampelle contro la parete.
In quel momento, tutto le tornò alla mente e si maledisse per essersi addormentata la sera precedente.
Era quasi riuscita ad andare a trovare Artù e si era fatta vincere dalla stanchezza, qualcuno doveva averla poi riportata in camera.
Ma forse non tutto era perduto.
Se avesse incontrato di nuovo il soldato che era stato gentile con lei, forse l’avrebbe fatta entrare.
Prese le stampelle (probabilmente Percival le aveva intagliato anche l’altra ed Elyan gliel’aveva portata prima del suo risveglio) e si avvicinò all’armadio per vestirsi il più in fretta possibile e tentare nuovamente di vedere il principe.
Scoprì presto, però, che non era così facile come pensava.
Non riusciva a tenere aperte le ante, prendere un abito e reggersi sulle stampelle allo stesso tempo.
Così cadde e il rumore svegliò Hannah, che corse subito in suo aiuto.
“Milady, vi siete fatta male? Perché non mi avete chiamato?”.
“È tutto a posto” disse, mentre veniva aiutata a sedersi.
La serva le portò un vestito e glielo fece indossare, poi si alzò per prepararle la colazione.
Gwen, però, non aveva intenzione di aspettare oltre.
Si sollevò sulle stampelle e si diresse verso la porta.
Hannah le si parò davanti.
“Milady, fermatevi. Non avete ancora mangiato. Sedetevi”.
“Hannah, fammi uscire. Devo andare” disse cercando di avanzare.
La serva le sbarrò la strada: “Mi dispiace, non posso. Vostro fratello mi ha ordinato di non farvi uscire senza di lui, quando è venuto a trovarvi questa mattina”.
“Dovrai trasgredire al suo comando allora, perché io uscirò, che voi lo vogliate o no” e si fece avanti.
Ma la ragazza non si spostava.
“Hannah, fammi passare”.
“Milady, vi prego” tentò di dire.
“Spostati!” disse, tirandola da parte “Io devo vederlo!” e uscì in corridoio.
Si diresse spedita verso le stanze del principe, ma la porta era di nuovo sorvegliata e dallo stesso soldato che la sera precedente aveva rifiutato di ascoltarla.
Qualche lacrima di nervosismo le solcò le guance.
Alcuni nobili stavano passando di lì, con sguardi preoccupati, ma nessuno la fissava curioso o con fare prepotente.
Sembrava che non importasse loro la sua presenza.
Erano persi in altri pensieri.
Era la prima volta.
Provò ad avvicinarsi e riuscì a sentire spezzoni di una conversazione tra due dame.
“È terribile. Mi dispiace così tanto” disse la prima.
“Già, è una disgrazia. E poi hai visto il re? Era distrutto” continuò l’altra.
“Sì, non l’ho mai visto così. Ora sta inviando degli araldi nella città bassa per informare il popolo. Entro questo pomeriggio il mastio sarà pieno di gente …”.
Non sentì altro, le due donne si erano ormai allontanate.
Il re doveva aver tenuto una riunione con la nobiltà per metterla al corrente dell’accaduto.
Per farle sapere di Artù …
Solo pensare il suo nome le faceva male e scatenava un fiume di lacrime.
Doveva vederlo.
Stava camminando triste verso la propria camera, quando le venne un’idea.
Non tutto era perduto.
C’era ancora una cosa che poteva tentare.
Cambiò la sua destinazione.
Uther doveva essere ancora nella sala delle udienze.
Angolo Autrice:
nuovo capitolo!
Che ve ne pare?
Spero che vi piaccia e prometto che l’incontro con il nostro caro Artù è sempre più vicino …
Sopravvivrà? Uther permetterà a Gwen di vederlo un’ultima volta? E Merlino, sarà in grado di aiutarlo?
Le risposte saranno nei prossimi capitoli!
Perciò vi mando un bacione
Sweet_Juliet