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Autore: mikilily    11/03/2012    6 recensioni
ispirata dalla canzone di Arisa a sanremo, eccovi la mia nuova One-shot.
la fine di un amore, le sofferenze di una donna, il poco coraggio di un uomo che si lascia manipolare dal padre, rinunciando a combattere per l'amore.
spero vi piaccia nonostante il finale.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo, Da VII libro alternativo
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FOSCHIA.

***

Ballarono avvinghiati al centro della pista, Draco parlava fitto fitto e lei semplicemente sorrideva senza mai staccarsi dal petto del marito.

Gli occhi avidi, degli altri invitati non perdevano nulla di quei momenti, fino a quando la musica finì e tutti furono invitati a sedersi nelle grandi tavolate per la cena. L’ennesima cena che avrebbero consumato a Hogwarts, questa volta dopo nove anni da quando non erano più alunni.

Camminarono lentamente verso il portone che collegava le due sale, alcuni si scansavano per fargli passare, cosa che non stupì Draco, ma che innervosì un bel po’ Hermione.

-Granger- la voce riconoscibile di Pansy Parkinson arrivò alle spalle dei coniugi Malfoy, facendoli voltare verso la donna dai capelli corvini.

Un abito azzurro l’avvolgeva e Hermione rimase sorpresa nel vedere l’ex nemica cambiata, oltre che più piacente con il tempo i suoi lineamenti e le sue espressioni erano più dolci, amicali.

Sorrideva. Sorrideva proprio a lei non a suo marito ma a lei.

-Parkinson- rispose Hermione osservando l’ex serpeverde, quella che non tanto tempo fa era innamorata di suo marito.

-Narcissa mi ha detto che hai fatto un capolavoro- disse la donna che camminava mano nella mano con Theodor Nott.

Sarà opera del tenebroso Nott, il cambiamento della Parkinson pensò Hermione.

Hermione sorrise leggermente, sorprendendo le altre persone che erano lì accanto, prima tra tutti Ginny che era stretta al braccio di Harry, guardava la sua amica con viso vuoto.

Incredula dalla situazione che si mostrava ai suoi occhi.

Uno scherzo, quello era uno scherzo e di cattivo gusto pensava invece, Harry Potter ma le fedi alle mani di Malfoy e Hermione erano identiche e le loro mani intrecciate.

Malfoy, sorrideva.

Malfoy sapeva sorridere.

-Si è veramente un bel bambino- rispose Hermione.

-anche noi presto ne avremmo uno disse Theodor, stupendo tutti, ma soprattutto Hermione non aveva mai sentito partale Nott, in sette anni di scuola.

-Oddio! Pansy -disse Draco.

-che miracolo hai fatto-aggiunse il biondo ridendo guardando prima la mora poi l’amico d’infanzia.

Lei rise alla battuta di Draco.

-Niente- rispose la mora – in confronto a quello che ha fatto Hermione in undici anni con te-concluse Pansy.

Draco rise guardò sua moglie e poi le baciò la guancia, mentre la Granger osservò per un solo attimo gli occhi verdi del suo migliore amico.

Ora sapeva il motivo per cui in due anni era agitata.

Ora sapeva che stava con lui durante la guerra.

-signori accomodiamoci- disse la preside, la professoressa Mc Granitt.

Invitandoli a incamminarsi nella sala.

***

 

Sedersi alla tavola di serpeverde per una Grifondoro non fu semplice, ancora più, complicato, fu costatare che era l’unica nata babbana tra loro.

Per fortuna stava seduta tra Draco e Blaise pensò Hermione, mentre Ginny e Harry dal lontano tavolo dei Grifondoro la guardavano, notò solo in quel momento che un posto accanto ai due migliori amici era vuoto.

Ron era andato via.

-tutto bene- chiese Draco osservandola.

-si tranquillo- rispose lei riportando un pezzo di carne alla bocca.

-non sai mentire, Granger. Almeno non sai mentire a me- disse ancora suo marito a voce talmente bassa da sembrava un sibilo.

Hermione si voltò appena guardandolo, appoggiando poi una mano sulla gamba, accarezzandola.

-vai da loro e chiarisci- disse ancora Draco.

-sei un tesoro- rispose lei, passandosi una salvietta sulla bocca e alzandosi lentamente dalla sedia, dirigendosi poi al tavolo della sua vecchia casa.

***

Arrivò velocemente vicino ai coniugi Potter e ancora più velocemente si sedette tra loro, Dean la guardò sorridendo, cosa che non le piacque nemmeno un po’. Sapeva che ora lavorava alla gazzetta del profeta e lei, era sicuramente una preda ambita, visto quello che solo poche ore fa avevano scoperto tutti.

L’eroina del mondo magico era diventata la moglie di Draco Malfoy, l’indomani la sua tanto amata privacy sarebbe stata violata.

Sospirò, per poi girarsi di scatto, dando la schiena all’ex compagno di casa, rivolgendosi a Ginny.

-posso- chiese e la rossa le sorrise abbracciandola.

-credevo che dopo... ecco non ci avresti più rivolto la parola-

Hermione rise,

-dai eravate solo sconvolti- rispose – è uno shock infondo vi capisco-

-dovremmo parlare- disse secco Harry Potter senza mai distogliere lo sguardo dal tavolo dei serpeverde. I suoi occhi verdi non lasciavano mai il biondo Malfoy che ora chiacchierava divertito con gli ex compagni e sempre amici Blaise e Theo.

-se ti ha ricattato, io ti posso aiutare- disse serio.

Ginny gli diede un colpo al braccio e a Hermione si spense il sorriso.

-Harry mi spiace ma per fortuna non è come pensi, tu- rispose secca.

-Ginny- disse ancora Hermione domani se sei libera, vorrei farti conoscere Scorpius, mio figlio.

Alla rossa s’illuminò lo sguardo.

-che ne dici se andiamo a trovare mia madre sarebbe felice di vederti, magari stiamo lì a pranzo-

Hermione ci pensò su un attimo.

-devo sapere cosa deve fare Draco, mi scoccia lasciarlo solo al manor quel posto lo destabilizza-.

-Non vorrai portarlo con te alla tana- disse ancora Harry ricevendo uno sguardo truce dalla moglie.

-No Harry, uno perché non è stato invitato e due perché mio marito non ci verrebbe mai- rispose lei secca, poi si alzò e andò nuovamente al tavolo serpeverde, ricongiungendosi al marito che le baciò la tempia riservando un’occhiata per niente amichevole a Potter.

Draco sapeva quando la sua donna era tesa e arrabbiata e in quel momento lo era e parecchio.

***

La cena al castello di magia e stregoneria continuò tranquillamente tra chiacchiere e risate, ogni tanto qualcuno riprese a ballare, i coniugi Malfoy, però dopo aver salutato alcuni amici si congedarono dalla padrona di casa la preside McGranitt che sembrava in imbarazzo di fronte alla coppia.

-credo che la vecchia non approvi chi ti sei sposato, Granger- disse Draco ormai fuori dal castello.

-Draco, tu vedi sempre fantasmi anche quando non ce ne sono- rispose lei stringendosi maggiormente al braccio del marito, che si sfilò la giacca e la posò sulle spalle nude della donna.

-Già, io vedo sempre quello che non c’è, sicuramente è stata una mia impressione che Potter non sia convinto del nostro matrimonio e crede che ti abbia in qualche modo incastrato. Se lo conosco, ti avrà detto che ti ricatto. Immagino che le voci gli siano già giunte-

Hermione non seppe replicare e si accoccolò tra le braccia del marito.

-sarei dovuta rimanere a casa con Scorpius- disse infine.

-Oddio! Mi avresti lasciato venire qui con tutte queste donne pronte a saltarmi addosso- la canzonò il biondo ex Serpeverde.

-nessuna ti è saltata addosso- rispose lei irrigidendosi,

-dici? Allora controlla nella tasca sinistra- Hermione frugò distrattamente trovando tanti biglietti da visita.

-li hai tenuti solo per vantarti- sbuffò la riccia.

-può darsi- rispose lui girandola verso di se.

-non vedo l’ora di arrivare a casa per toglierti questo vestito- le sussurrò Draco in un orecchio, smaterializzandosi direttamente nella loro camera da letto.

-ah si- lo canzonò – se ti lascio questa libertà, non ti arrabbierai se ti dico dove passerò la mia giornata domani- enunciò Hermione.

Draco la guardò perplesso, inarcando un sopracciglio, sganciandole la zip dell’abito color oro .

-Ginny, mi ha invitato alla Tana. – disse guardando Draco negli occhi per poi continuare a parlare,

- voglio farle conoscere Scorpius, sia a lei sia a Milly, sai che...-.

-si, la consideri una seconda madre- borbottò il biondo fiondandosi poi sulle labbra della moglie che ricambiò il bacio desiderosa si fondersi ancora una volta con l’unico uomo della sua vita.

   
 
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