Camminare
nella neve era
veramente fatico e se a questo si aggiungeva il vento freddo e
pungente, il
risultato era una marcia faticosa e lenta, guidata dal solo desiderio
di
raggiungere un luogo sicuro, possibilmente caldo e fornito di giacigli
in cui
riposarsi. Non avevano idea di che ora fosse, anche se non erano
esattamente
sicuri che le ore, i minuti e i secondi fossero intesi nella Terra dei
Sogni
proprio come sulla Terra. Il cielo plumbeo non lasciava trasparire
neanche un
raggio di luna o di sole che permettesse loro di stabilire se stessero
camminando
in piena notte o di giorno. Il paesaggio intorno a loro aveva una
monotonia
estenuante: un’immensa distesa di neve e ghiaccio, non piana
come avevano
pensato all’inizio, ma bensì disposta su diversi
livelli, come se si trovassero
su una montagna d’acqua solida. Durante la marcia si
accorsero di un altro
bizzarro particolare del paesaggio: piccoli torrenti di uno strano
fluido blu
scendevano dalla parte alta della montagna, emettendo un denso vapore
gelido.
Per fortuna, date le loro dimensioni, superarli non era molto
difficile, ma
bisognava far attenzione a non caderci dentro. A pensarci bene sembrava
di
trovarsi vicino ad un vulcano che rilasciava continuamente rivoli di
lava
“ghiacciata”.
<< Marco, la parte
dietro della mappa dice qualcosa a proposito di questo posto?
>>, gli
chiese Dalon, incuriosito dalla geografia di quel luogo. Il suo miglior
amico
stava già armeggiando con la mappa, in cerca di qualche
riferimento o
spiegazione riguardante i Vulcani di Ghiaccio.
<< Eccolo, qua! Allora,
vi leggo cosa c’è scritto…I
Vulcani di Ghiaccio si sono creati dalla
collisione tra un gruppo di vulcani presenti ad Atlantide e i Ghiacciai
del
Nord di Tarmond (il mondo su cui la Terra dei Sogni è
precipitata). Invece di
emettere la normale lava, i vulcani rilasciano il cosiddetto Magma
Glaciale,
una sostanza che a contatto con l’aria crea vapore ed
è in grado di congelare
qualsiasi sostanza in pochi secondi. Proprio grazie al Magma Glaciale e
alla
loro posizione, la temperatura ai Vulcani di Ghiaccio rimane
costantemente
sotto gli 0°C, raggiungendo anche i -30°C.
>>.
Dalon e gli altri osservarono
ancora meglio il paesaggio dopo quella breve lettura. Si trattava
sicuramente
di un luogo eccezionale che nel loro mondo sarebbe stato del tutto
inconcepibile. Dalon si era aspettato di finire in un luogo ricco di
stranezze
e a quanto pareva non si era affatto sbagliato.
Camminarono a lungo,
chiacchierando e commentando quel posto straordinario, quando
finalmente
scorsero una costruzione lontana, che sorgeva su un crinale
più in alto
rispetto alla loro posizione. Animati e incoraggiati da quella visione,
cominciarono ad accelerare il passo, per raggiungere la Torre il
più
velocemente possibile.
Incespicarono per un’altra
mezz’ora buona, quando finalmente arrivarono nei pressi della
costruzione. Non
si erano sbagliati, si trattava proprio di una torre e speravano che
fosse
anche la Torre
di cui gli aveva parlato il Professore. Era circolare e
costruita completamente in pietra, incrostata dal ghiaccio e dalla
neve. Tante piccole
feritoie si aprivano su tutta la struttura e un vecchio portone di
legno, ormai
marcio, era posto alla base della struttura.
<< La mappa dice che si
tratta di un vecchio avamposto di guardia che serviva per proteggere il
confine
con le Terre del Nord e per avvistare eventuali attacchi da parte di
nemici
ancora prima che Atlantide e Tarmond si scontrassero e si unissero.
E’ l’unica
ad essere sopravvissuta al collasso dimensionale, mentre tutte le altre
che
proteggevano il confine sono crollate. Al momento è stata
abbandonata >>,
spiegò Marco, ricorrendo alla mappa che ormai sapeva
adoperare alla perfezione.
<< E’ inutile stare qui
ad osservarla. Proviamo ad entrare e vediamo cosa
c’è dentro >>, disse
Elena, indispettita dal freddo. Gli altri annuirono d’accordo
e i tre ragazzi
tentarono di aprire la porta, che ovviamente era stata ben chiusa prima
di
essere abbandonata. Quando si resero conto che non avrebbero ottenuto
nulla con
le buone maniere, iniziarono a spintonare e a tirare calci al legno
marcio, con
la speranza che la struttura cedesse. Purtroppo neanche in questo modo
riuscirono ad aprire l’entrata della Torre.
<< Ho capito, siete
completamente inutili certe volte >>, sbuffò
Elena, in grado di rimanere
impassibile in situazioni disperate, ma completamente allergica al
freddo.
Fece un profondo respiro e
tiro un calcio tremendo con tutte le sue forze al legno marcio,
spalancando con
un cigolo acuto la porta.
<< Hanno ragione quando
dicono che chi fa da sé fa per tre >>,
continuò la ragazza, più serena
dopo aver dato libero sfogo alla sua frustrazione. I cinque ragazzi si
avventurano all’interno della costruzione e si ritrovarono
subito davanti a una
scala a chiocciola in pietra, che conduceva nella parte più
alta della torre.
L’ambiente rimaneva comunque freddo a causa delle feritoie,
da cui entrava un
venticello gelido, anche se molto più caldo che
all’esterno. Salirono le scale
ripide in fila indiana appoggiandosi al muro di pietra, ansiosi di
vedere cosa
ci fosse sopra di loro. Dopo pochi minuti raggiunsero uno stretto
pianerottolo,
sul cui soffitto si apriva una vecchia botola, anch’essa
fatta in legno ormai
marcio. Elena la spalancò con violenza e
dall’apertura scese una corta scala
fatta di corda, stranamente nuova rispetto all’ambiente che
la circondava.
Quando ebbero salito anche quella, si ritrovarono finalmente in una
bella
stanza circolare, illuminata da alcune torce appese sulle pareti e
riscaldata
da un braciere ancora accesso, posto sotto l’unica finestra,
sbarrata con un
asse di legno. Intorno alle pareti erano stati improvvisati cinque
giacigli e
al centro della stanza vi era un’altra scala a chiocciola,
questa volta in
ferro, che saliva al piano superiore. Abbandonarono i loro zaini
pesanti nella
stanza e le ragazze decisero di fermarsi lì a riposare,
mentre i ragazzi
decisero di continuare l’esplorazione. Il secondo piano non
era adibito ad
abitazione come il primo, ma fungeva più da magazzino: sulle
pareti e in buona
parte della stanza erano stipati diversi generi alimentari, come carne
secca,
pane duro, formaggi, vini, acqua e anche vestiti pesanti particolari,
che
ricordavano molto quelli del periodo medievale. Dalon non
riuscì a trattenere
un sospiro di sollievo alla vista dei rifornimenti e degli abiti di cui
il
Professore gli aveva parlato in Piazza Castello.
<< C’è un sacco di roba
qua dentro…potremmo sopravvivere un mese
intero…>>,
disse Marco, anche lui entusiasta della
scoperta. Fecero una sorta di veloce catalogazione degli oggetti
presenti nella
stanza e durante l’operazione trovarono un rotolo di
pergamena, racchiuso da un
sigillo di ceralacca rosso porpora. Il simbolo impresso non era ben
visibile,
ma si vedevano ancora il
perimetro di un
pentagono.
<< Questa lettera è
stata lasciata qui dal Professore, ne sono sicuro. Il simbolo
è lo stesso
impresso in uno degli anelli che gli ho visto a casa >>,
disse Marco,
rigirandosi il rotolo nelle mani indeciso sul da farsi.
<< Finiamo di esplorare
la Torre e quando torniamo dalle ragazze lo apriamo >>,
decretò Dalon.
La scala a chiocciola in
ferro saliva ancora al di sopra del soffitto e conduceva sul tetto
della Torre.
Il paesaggio sottostante era a dir poco strabiliante: i Vulcani di
Ghiaccio si
estendevano intorno a loro, enormi montagne di ghiaccio e neve dalle
cui
sommità scorrevano verso valle torrenti di Magma Glaciale.
Il cielo sopra di
loro sembrava ancora più cupo e scuro, come se si stesse per
scatenare un
bufera di neve. Dalon non poté non sentirsi piccolo e
insignificante rispetto
alla maestosità della natura che lo circondava, aumentando
il senso di disagio
e inadeguatezza che lo accompagnava da quando erano arrivati.
Dopo aver osservato con
attenzione il paesaggio che li circondava, ritornarono dalle ragazze,
che si
stavano scaldando vicino al braciere, chiacchierando fittamente tra
loro.
Quando li videro arrivare si zittirono e aspettarono che riportassero
quello
che avevano visto e trovato.
<< Questa è proprio la
Torre di cui parlava il Professore, al piano di sopra ci sono vestiti e
provviste in abbondanza. Abbiamo trovato anche un’altra cosa
che pensiamo
appartenga a William >>, spiegò loro
Dalon. Fece un cenno con la testa a
Marco e il ragazzo porse alle sue sorelle il rotolo di pergamena con il
sigillo
del Sempiterno. Elena lo squadrò con attenzione e
annuì convinta. Apparteneva
proprio al suo padre adottivo.
<< Conterrà sicuramente
delle informazioni su ciò che ci aspetta. Vi dispiace se la
leggo io ad alta
voce per tutti? >>, chiese la ragazza, più
serena rispetto a prima grazie
al cambiamento di temperatura. Gli altri non obbiettarono,
così ruppe il
sigillo di ceralacca e srotolò
con cura
il rotolo, timorosa di strappare la pergamena sottile. Si
schiarì la voce e
incominciò a leggere.
<< Il mio nome è
William il Sempiterno e se state
leggendo questa lettera vuol dire che per una qualche ragione non sono
riuscito
a tornare su Atlantide insieme a voi. Se il braciere e le torce sono
ancora
accese allora siete riusciti ad arrivare nell’epoca giusta,
altrimenti vi
trovate in situazione tragica. Tuttavia, anche se ancora non vi
conosco,
confido nelle vostre capacità e sono sicuro che siate
riusciti ad attraversare
il Portale seguendo il giusto percorso. Questa Torre non è
che il punto di
partenza verso un lungo viaggio che vi aspetta. Non potrete rimanere
qui in
eterno, quindi dovrete attraversare tutta Nuova Atlantide e dirigervi
verso sud
a Selonar, la capitale degli Elfi e l’unica città
dei Cinque Popoli ancora
libera. Le Tenebre hanno conquistato per mezzo di
Arkazaz e dell’Esercito della Distruzione
quasi tutta la Terra dei Sogni odierna. A Selonar troverete tutto
l’aiuto di
cui avrete bisogno e verrete addestrati per combattere contro il nemico
da uno
dei migliori maestri di tutti i tempi.
<<
Il mondo in cui
siete finiti è molto diverso da quello da cui provenite: non
esiste quella che
voi chiamate “tecnologia” poiché la
magia ci permette di vivere dignitosamente
senza danneggiare la natura che ci circonda. Per questo motivo
troverete un
mondo per voi molto arretrato, ma sono sicuro che riuscirete a
cavarvela. I
territori che dovrete attraversare sono interamente in mano ai nemici,
quindi
siate prudenti e non fidatevi di nessuno se non avrete la certezza che
è dalla
vostra parte. Cercate di evitare le strade affollate e le guarnigioni
nemiche ,
ma soprattutto non entrate mai nei villaggi se non in caso di estrema
necessità, dividendo in gruppi per non attirare
l’attenzione della gente. Al
piano di sopra, comunque troverete molte provviste e bisacce
sufficienti per
trasportarne una buona parte di esse, insieme ad abiti consoni alla
Terra dei
Sogni ed a del denaro, all’interno di un sacchetto di velluto
nero ben
nascosto. Anche in questo mondo i soldi sono importanti quindi state
attenti a
non perderli o a farvi derubare. Le monete più grandi sono
quelle di maggior
valore, mentre quelle di taglio più piccolo valgono
esattamente la metà.
<< Spero di aver
scritto in questa lettera tutte le informazioni e i consigli necessari
alla
vostra sopravvivenza. Se così non è, allora
chiedo umilmente di perdonarmi per
le mie mancanze. Che gli Dei proteggano il vostro cammino. Con affetto,
William
il Sempiterno. Ps: Non preoccupatevi della lingua in cui parlare: sulla
Terra
dei Sogni si parla la “Lingua", l’unione di tutte
le lingue di tutte le
dimensioni. Gli abitanti di questo mondo vi comprenderanno proprio come
voi
comprenderete loro, anzi sarete in grado di leggere anche la loro
scrittura.
Questa lettera ne è un esempio >>.
I ragazzi avevano ascoltato
tutti in silenzio, senza commentare. Quel rotolo conteneva delle
informazioni
che si sarebbero sicuramente rivelate fondamentali per la loro
sopravvivenza,
ma soprattutto era stato scritto dal Professore e leggere
ciò che aveva scritto
li faceva sentire più vicini all’uomo. Elena
mostrò agli altri la lettera: la
scrittura utilizzata non apparteneva a nessun lingua umana ed era
l’unione di
tanti simboli differenti e sconosciuti. Eppure erano in grado di capire
ciò che
c’era scritto in quelle righe e ogni ideogramma aveva
significato per loro.
<< Cosa facciamo?
Lasciamo la Torre è andiamo verso sud come voleva
papà o rimaniamo qui
aspettando il sui ritorno? >>, chiese Marco a un certo
punto.
<< Non ci sono
decisioni da prendere questa volta. Il Professore voleva che andassimo
a
Selonar e noi seguiremo la sua volontà >>, gli
rispose Dalon, sollevato
dal fatto di non dover decidere il da farsi, come capo del gruppo.
<< Ma
prima di tutto ci riposeremo >>.