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Autore: dalon    12/03/2012    1 recensioni
Sognare è potere. Questa storia nasce sognando, si basa sui sogni e vuole far sognare coloro che la leggono. Dalon e gli altri protagonisti della storia vivono per i loro sogni e sono pronti ad affrontare le Tenebre per proteggere i Sogni di tutte le creature dell'universo. Perchè sognare è ciò che ci rende vivi. Vi prego di recensire la storia e dare la vostra opinione per potermi migliorare, grazie mille.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Camminare nella neve era veramente fatico e se a questo si aggiungeva il vento freddo e pungente, il risultato era una marcia faticosa e lenta, guidata dal solo desiderio di raggiungere un luogo sicuro, possibilmente caldo e fornito di giacigli in cui riposarsi. Non avevano idea di che ora fosse, anche se non erano esattamente sicuri che le ore, i minuti e i secondi fossero intesi nella Terra dei Sogni proprio come sulla Terra. Il cielo plumbeo non lasciava trasparire neanche un raggio di luna o di sole che permettesse loro di stabilire se stessero camminando in piena notte o di giorno. Il paesaggio intorno a loro aveva una monotonia estenuante: un’immensa distesa di neve e ghiaccio, non piana come avevano pensato all’inizio, ma bensì disposta su diversi livelli, come se si trovassero su una montagna d’acqua solida. Durante la marcia si accorsero di un altro bizzarro particolare del paesaggio: piccoli torrenti di uno strano fluido blu scendevano dalla parte alta della montagna, emettendo un denso vapore gelido. Per fortuna, date le loro dimensioni, superarli non era molto difficile, ma bisognava far attenzione a non caderci dentro. A pensarci bene sembrava di trovarsi vicino ad un vulcano che rilasciava continuamente rivoli di lava “ghiacciata”.
<< Marco, la parte dietro della mappa dice qualcosa a proposito di questo posto? >>, gli chiese Dalon, incuriosito dalla geografia di quel luogo. Il suo miglior amico stava già armeggiando con la mappa, in cerca di qualche riferimento o spiegazione riguardante i Vulcani di Ghiaccio.
<< Eccolo, qua! Allora, vi leggo cosa c’è scritto…I Vulcani di Ghiaccio si sono creati dalla collisione tra un gruppo di vulcani presenti ad Atlantide e i Ghiacciai del Nord di Tarmond (il mondo su cui la Terra dei Sogni è precipitata). Invece di emettere la normale lava, i vulcani rilasciano il cosiddetto Magma Glaciale, una sostanza che a contatto con l’aria crea vapore ed è in grado di congelare qualsiasi sostanza in pochi secondi. Proprio grazie al Magma Glaciale e alla loro posizione, la temperatura ai Vulcani di Ghiaccio rimane costantemente sotto gli 0°C, raggiungendo anche i -30°C. >>.
Dalon e gli altri osservarono ancora meglio il paesaggio dopo quella breve lettura. Si trattava sicuramente di un luogo eccezionale che nel loro mondo sarebbe stato del tutto inconcepibile. Dalon si era aspettato di finire in un luogo ricco di stranezze e a quanto pareva non si era affatto sbagliato.
Camminarono a lungo, chiacchierando e commentando quel posto straordinario, quando finalmente scorsero una costruzione lontana, che sorgeva su un crinale più in alto rispetto alla loro posizione. Animati e incoraggiati da quella visione, cominciarono ad accelerare il passo, per raggiungere la Torre il più velocemente possibile.
Incespicarono per un’altra mezz’ora buona, quando finalmente arrivarono nei pressi della costruzione. Non si erano sbagliati, si trattava proprio di una torre e speravano che fosse anche la Torre di cui gli aveva parlato il Professore. Era circolare e costruita completamente in pietra, incrostata dal ghiaccio e dalla neve. Tante piccole feritoie si aprivano su tutta la struttura e un vecchio portone di legno, ormai marcio, era posto alla base della struttura.
<< La mappa dice che si tratta di un vecchio avamposto di guardia che serviva per proteggere il confine con le Terre del Nord e per avvistare eventuali attacchi da parte di nemici ancora prima che Atlantide e Tarmond si scontrassero e si unissero. E’ l’unica ad essere sopravvissuta al collasso dimensionale, mentre tutte le altre che proteggevano il confine sono crollate. Al momento è stata abbandonata >>, spiegò Marco, ricorrendo alla mappa che ormai sapeva adoperare alla perfezione.
<< E’ inutile stare qui ad osservarla. Proviamo ad entrare e vediamo cosa c’è dentro >>, disse Elena, indispettita dal freddo. Gli altri annuirono d’accordo e i tre ragazzi tentarono di aprire la porta, che ovviamente era stata ben chiusa prima di essere abbandonata. Quando si resero conto che non avrebbero ottenuto nulla con le buone maniere, iniziarono a spintonare e a tirare calci al legno marcio, con la speranza che la struttura cedesse. Purtroppo neanche in questo modo riuscirono ad aprire l’entrata della Torre.
<< Ho capito, siete completamente inutili certe volte >>, sbuffò Elena, in grado di rimanere impassibile in situazioni disperate, ma completamente allergica al freddo.
Fece un profondo respiro e tiro un calcio tremendo con tutte le sue forze al legno marcio, spalancando con un cigolo acuto la porta.
<< Hanno ragione quando dicono che chi fa da sé fa per tre >>, continuò la ragazza, più serena dopo aver dato libero sfogo alla sua frustrazione. I cinque ragazzi si avventurano all’interno della costruzione e si ritrovarono subito davanti a una scala a chiocciola in pietra, che conduceva nella parte più alta della torre. L’ambiente rimaneva comunque freddo a causa delle feritoie, da cui entrava un venticello gelido, anche se molto più caldo che all’esterno. Salirono le scale ripide in fila indiana appoggiandosi al muro di pietra, ansiosi di vedere cosa ci fosse sopra di loro. Dopo pochi minuti raggiunsero uno stretto pianerottolo, sul cui soffitto si apriva una vecchia botola, anch’essa fatta in legno ormai marcio. Elena la spalancò con violenza e dall’apertura scese una corta scala fatta di corda, stranamente nuova rispetto all’ambiente che la circondava. Quando ebbero salito anche quella, si ritrovarono finalmente in una bella stanza circolare, illuminata da alcune torce appese sulle pareti e riscaldata da un braciere ancora accesso, posto sotto l’unica finestra, sbarrata con un asse di legno. Intorno alle pareti erano stati improvvisati cinque giacigli e al centro della stanza vi era un’altra scala a chiocciola, questa volta in ferro, che saliva al piano superiore. Abbandonarono i loro zaini pesanti nella stanza e le ragazze decisero di fermarsi lì a riposare, mentre i ragazzi decisero di continuare l’esplorazione. Il secondo piano non era adibito ad abitazione come il primo, ma fungeva più da magazzino: sulle pareti e in buona parte della stanza erano stipati diversi generi alimentari, come carne secca, pane duro, formaggi, vini, acqua e anche vestiti pesanti particolari, che ricordavano molto quelli del periodo medievale. Dalon non riuscì a trattenere un sospiro di sollievo alla vista dei rifornimenti e degli abiti di cui il Professore gli aveva parlato in Piazza Castello.
<< C’è un sacco di roba qua dentro…potremmo sopravvivere un mese intero…>>,  disse Marco, anche lui entusiasta della scoperta. Fecero una sorta di veloce catalogazione degli oggetti presenti nella stanza e durante l’operazione trovarono un rotolo di pergamena, racchiuso da un sigillo di ceralacca rosso porpora. Il simbolo impresso non era ben visibile, ma si vedevano ancora  il perimetro di un pentagono.
<< Questa lettera è stata lasciata qui dal Professore, ne sono sicuro. Il simbolo è lo stesso impresso in uno degli anelli che gli ho visto a casa >>, disse Marco, rigirandosi il rotolo nelle mani indeciso sul da farsi.
<< Finiamo di esplorare la Torre e quando torniamo dalle ragazze lo apriamo >>, decretò Dalon.
La scala a chiocciola in ferro saliva ancora al di sopra del soffitto e conduceva sul tetto della Torre. Il paesaggio sottostante era a dir poco strabiliante: i Vulcani di Ghiaccio si estendevano intorno a loro, enormi montagne di ghiaccio e neve dalle cui sommità scorrevano verso valle torrenti di Magma Glaciale. Il cielo sopra di loro sembrava ancora più cupo e scuro, come se si stesse per scatenare un bufera di neve. Dalon non poté non sentirsi piccolo e insignificante rispetto alla maestosità della natura che lo circondava, aumentando il senso di disagio e inadeguatezza che lo accompagnava da quando erano arrivati.
Dopo aver osservato con attenzione il paesaggio che li circondava, ritornarono dalle ragazze, che si stavano scaldando vicino al braciere, chiacchierando fittamente tra loro. Quando li videro arrivare si zittirono e aspettarono che riportassero quello che avevano visto e trovato.
<< Questa è proprio la Torre di cui parlava il Professore, al piano di sopra ci sono vestiti e provviste in abbondanza. Abbiamo trovato anche un’altra cosa che pensiamo appartenga a William >>,  spiegò loro Dalon. Fece un cenno con la testa a Marco e il ragazzo porse alle sue sorelle il rotolo di pergamena con il sigillo del Sempiterno. Elena lo squadrò con attenzione e annuì convinta. Apparteneva proprio al suo padre adottivo.
<< Conterrà sicuramente delle informazioni su ciò che ci aspetta. Vi dispiace se la leggo io ad alta voce per tutti? >>, chiese la ragazza, più serena rispetto a prima grazie al cambiamento di temperatura. Gli altri non obbiettarono, così ruppe il sigillo di ceralacca e srotolò  con cura il rotolo, timorosa di strappare la pergamena sottile. Si schiarì la voce e incominciò a leggere.
<< Il mio nome è William il Sempiterno e se  state leggendo questa lettera vuol dire che per una qualche ragione non sono riuscito a tornare su Atlantide insieme a voi. Se il braciere e le torce sono ancora accese allora siete riusciti ad arrivare nell’epoca giusta, altrimenti vi trovate in situazione tragica. Tuttavia, anche se ancora non vi conosco, confido nelle vostre capacità e sono sicuro che siate riusciti ad attraversare il Portale seguendo il giusto percorso. Questa Torre non è che il punto di partenza verso un lungo viaggio che vi aspetta. Non potrete rimanere qui in eterno, quindi dovrete attraversare tutta Nuova Atlantide e dirigervi verso sud a Selonar, la capitale degli Elfi e l’unica città dei Cinque Popoli ancora libera. Le Tenebre hanno conquistato per mezzo di  Arkazaz e dell’Esercito della Distruzione quasi tutta la Terra dei Sogni odierna. A Selonar troverete tutto l’aiuto di cui avrete bisogno e verrete addestrati per combattere contro il nemico da uno dei migliori maestri di tutti i tempi.

<< Il mondo in cui siete finiti è molto diverso da quello da cui provenite: non esiste quella che voi chiamate “tecnologia” poiché la magia ci permette di vivere dignitosamente senza danneggiare la natura che ci circonda. Per questo motivo troverete un mondo per voi molto arretrato, ma sono sicuro che riuscirete a cavarvela. I territori che dovrete attraversare sono interamente in mano ai nemici, quindi siate prudenti e non fidatevi di nessuno se non avrete la certezza che è dalla vostra parte. Cercate di evitare le strade affollate e le guarnigioni nemiche , ma soprattutto non entrate mai nei villaggi se non in caso di estrema necessità, dividendo in gruppi per non attirare l’attenzione della gente. Al piano di sopra, comunque troverete molte provviste e bisacce sufficienti per trasportarne una buona parte di esse, insieme ad abiti consoni alla Terra dei Sogni ed a del denaro, all’interno di un sacchetto di velluto nero ben nascosto. Anche in questo mondo i soldi sono importanti quindi state attenti a non perderli o a farvi derubare. Le monete più grandi sono quelle di maggior valore, mentre quelle di taglio più piccolo valgono esattamente la metà.
<< Spero di aver scritto in questa lettera tutte le informazioni e i consigli necessari alla vostra sopravvivenza. Se così non è, allora chiedo umilmente di perdonarmi per le mie mancanze. Che gli Dei proteggano il vostro cammino. Con affetto, William il Sempiterno. Ps: Non preoccupatevi della lingua in cui parlare: sulla Terra dei Sogni si parla la “Lingua", l’unione di tutte le lingue di tutte le dimensioni. Gli abitanti di questo mondo vi comprenderanno proprio come voi comprenderete loro, anzi sarete in grado di leggere anche la loro scrittura. Questa lettera ne è un esempio >>.

I ragazzi avevano ascoltato tutti in silenzio, senza commentare. Quel rotolo conteneva delle informazioni che si sarebbero sicuramente rivelate fondamentali per la loro sopravvivenza, ma soprattutto era stato scritto dal Professore e leggere ciò che aveva scritto li faceva sentire più vicini all’uomo. Elena mostrò agli altri la lettera: la scrittura utilizzata non apparteneva a nessun lingua umana ed era l’unione di tanti simboli differenti e sconosciuti. Eppure erano in grado di capire ciò che c’era scritto in quelle righe e ogni ideogramma aveva significato per loro.
<< Cosa facciamo? Lasciamo la Torre è andiamo verso sud come voleva papà o rimaniamo qui aspettando il sui ritorno? >>, chiese Marco a un certo punto.
<< Non ci sono decisioni da prendere questa volta. Il Professore voleva che andassimo a Selonar e noi seguiremo la sua volontà >>, gli rispose Dalon, sollevato dal fatto di non dover decidere il da farsi, come capo del gruppo. << Ma prima di tutto ci riposeremo >>.

  
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