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Autore: Ryta Holmes    12/03/2012    1 recensioni
"Può la perfezione assoluta andare d’accordo con il suo opposto? E L’amore, è vero che non ha ostacoli?" --- Una vecchia fanfic che ha atteso una decina d'anni per essere pubblicata. Un nuova storia che però riprende i personaggi della storica "Il mio destino è qui con te".
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Desclaimer: i personaggi di Harry Potter non sono miei, se lo fossero sarei ricca e pubblicherei su carta tutti questi vaneggiamenti!

L’AMORE NON HA OSTACOLI

SENTIMENTI

CAPITOLO 4

 

 
- Allora, tu cosa ne pensi? Credi che abbia capito?-
- Non lo so… sinceramente quella ragazza a volte è un mistero!- Andrew e Jody chiacchieravano nel silenzio della Sala Comune. Era ormai passata la mezzanotte, ma nessuno dei due si era ancora deciso ad andare a letto. La Sala si era svuotata già da un’ora e loro due erano gli unici ancora in piedi. La rossa sedeva davanti al fuoco scoppiettante che illuminava appena l’enorme stanza e il suo volto per metà in ombra. Andrew invece osservava le finestre, fuori dalle quali cadeva la neve.
- Hai visto? Ha ripreso a nevicare! Se continua così domani saremo sommersi dalla neve!- esclamò il ragazzo entusiasta. Jody invece sembrava meno contenta del fatto.
- Già, così domani dovremo fare lezione di Cura delle Creature Magiche al gelo… brrrr… mi vengono i brividi solo a pensarlo!- esclamò. Andrew sorrise.
- E’ vero, a questo non avevo pensato! Però se Hagrid ci presentasse qualche sua creatura che sputa fuoco, non mi dispiacerebbe una volta tanto!- esclamò ridendo assieme alla ragazza.
- Comunque ritornando al discorso di prima…- riprese Jody ritornando seria -… penso che dovremo parlare con Emily. Se prima era strana, quando c’era di mezzo quel tipo, adesso lo è ancora di più!-
- Hai ragione… ma ho avuto come la sensazione che ormai non gli importi più! E’ strano, ma è come se… se facesse finta che non fosse successo mai niente! Eppure fino a tre settimane fa stava sempre a pensare quel Lawrence! Era diventata insopportabile!- Jody ignorò l’ultima esclamazione del biondo e cercò invece di meditare sullo strano comportamento di Emily.
- Dopo la sfuriata che ha fatto in classe, quando l’ho rivista sembrava completamente diversa. Le ho chiesto spiegazioni, ma l’unica cosa che mi ha detto è stata che non vedeva l’ora di andare alla cena di Halloween. E poi non ha più parlato di quella storia! Sinceramente non ho mai capito che cosa sia successo veramente… tu per caso l’hai vista prima di cena quel giorno?- Andrew a quella domanda si irrigidì.
- Beh…- rispose imbarazzato -… in effetti l’ho incontrata mentre usciva dal castello… le ho chiesto dove andava e se si rendeva conto di quello che aveva combinato, ma lei era così in collera che abbiamo finito per litigare… e poi…-
- E poi?- chiese Jody curiosa, notando l’espressione impacciata dell’amico.
-… e poi mi ha tirato uno schiaffo…- Jody rimase sbalordita. Emily che tirava uno schiaffo? Non aveva mai fatto una cosa del genere, non era nel suo carattere! Eppure Andrew sembra sincero!
- Ma la cosa che più mi ha stupito – continuò il giovane – è che la sera, quando ci siamo visti mi ha preso a braccetto e ha scherzato con me e prima di entrare nella Sala Grande si è fermato e mi ha chiesto scusa!-
- Deve essere successo qualcosa quel pomeriggio…- ipotizzò Jody – chissà, forse si è resa conto dello sbaglio che ha fatto e magari ha capito che Lawrence è davvero un poco di buono!-
- Già deve essere proprio così!- esclamò Andrew, che non avrebbe voluto sentire nient’altro – quasi quasi che non le chiediamo più niente di questa storia!-
- Forse hai ragione… in ogni caso io ho provato a chiedere anche a Lily, se era a conoscenza di qualcosa, ma non mi ha saputo dire niente…-
- Strano! Di solito quella bambina sa tutto di Emily. Magari ti ha mentito, Jody –
- Può anche darsi… ma ormai è inutile stare a tediarci. Questa storia sembra che si sia conclusa! Per fortuna anche con McSmith è finita bene! Pare che sia intervenuto lo stesso Silente e abbia chiesto che si dimenticasse tutta la faccenda. McSmith ha una predilezione per Emily, perciò alla fine ha acconsentito e lei gli ha chiesto anche scusa. Ora possiamo finalmente dormire sogni tranquilli… E poi tra poco ci saranno le vacanze di Natale e sono convinta che quando torneremo a scuola questa storia l’avremo dimenticata completamente!-
- Forse hai ragione… speriamo solo che la dimentichi sul serio anche Emily…- concluse Andrew -… adesso che ci penso prima non avevi detto che eri stanca? Perché non te ne sei andata a dormire?-
- M-ma che dici…?- disse la ragazza imbarazzata -… beh, adesso che mi ci fai pensare il sonno mi è ritornato… buonanotte!- esclamò correndo verso il suo dormitorio. Andrew la osservò allontanarsi sbigottito.
- Certo che le donne sono proprio strane!-
 
Quando Emily aprì gli occhi desiderò ardentemente che fosse ancora presto per alzarsi, visto che dalle finestre non entrava luce, ma dando un’occhiata alla sveglia, si rese conto che era addirittura in ritardo.
- Accidenti!- imprecò mentre si alzava di corsa. In realtà non aveva molte forze, erano tre settimane che la mattina si alzava controvoglia e la sera andava a letto distrutta. Possibile che la causa di tutto fosse stata la sua decisione? Durante il giorno cercava di essere sempre allegra e disponibile con tutti, ma in realtà dentro di sé si sentiva a terra e avrebbe desiderato di più stare da sola e in pace per un po’. Il suo unico conforto era la vicinanza con Lily, che le stava sempre accanto, forse perché aveva intuito il suo stato d’animo. Si preparò in fretta e in furia, cercando anche di svegliare le sue amiche, che ancora credevano che fosse notte fonda e scese velocemente a fare colazione. Nella Sala Grande c’erano pochi ragazzi, probabilmente gli altri erano rimasti vittime dello scherzo del tempo e ancora erano in camera a prepararsi; perfino alcuni professori non erano presenti. Appena entrata Emily notò che Lawrence era già seduto a fare colazione, ma lo ignorò e si sedette dal lato opposto del lungo tavolo riservato ai Grifondoro, dove Michael era intento a fare colazione e ripetere gli ingredienti di una pozione da un libro.
- Cos’è già studi di prima mattina?- chiese ironicamente Emily. Michael alzò lo sguardo sorpreso dal libro e dalla sua tazza di latte.
- Oh ciao Emily…ti sei dimenticata? Oggi Piton ha detto che avrebbe interrogato tutti quanti, l’hai dimenticato forse?-
- No, non mi sono dimenticata – rispose Emily con noncuranza mentre si serviva di succo d’arancia – è da una settimana che ho imparato a memoria tutti gli ingredienti di quella pozione. Non ho problemi!-
- Beata te!- piagnucolò il ragazzo – per te è tutto così facile! In effetti anch’io la sto studiando da una settimana, ma ancora non riesco a ricordare quanta bile di armadillo ci vuole e un sacco di altre cose!-
- Ehm… veramente era fegato di armadillo, e ce ne vogliono due!- lo corresse la strega.
- Ecco, hai visto, è da una settimana che lo ripeto e ancora non mi è entrato in testa!- Emily rise, mentre Michael riaffondava disperato il viso nel libro. Come ogni mattina il soffitto della Sala fu invaso dalle centinaia di gufi che consegnavano la posta agli studenti. La civetta di Emily, dopo alcuni volteggi, planò davanti al piatto di bacon della padrona e attese pazientemente che la ragazza gli sfilasse dalla zampa la lettera che portava.
- Oh ciao Liù, posta in arrivo?- chiese la ragazza mentre la civetta arruffava le sue splendenti penne grigie intirizzite dal freddo. Emily la accarezzò con le sue mani per riscaldarla un po’ e le offrì una parte della sua colazione. Liù dopo essersi rifocillata, ringraziò la sua padrona becchettandola delicatamente e con uno stridio volò verso la Gufiera per riposare. Emily aprì la lettera incuriosita dopo aver visto che il mittente era la madre.
 
Mia cara Emily,
 
come stai? Spero con il cuore che tu, Thomas e Joey stiate bene, e vi stiate impegnando con lo studio(come al solito pensò Emily). Purtroppo sono costretta a comunicarti che per Natale non potremo vederci, perché io e tuo padre saremo impegnati in un viaggio di lavoro. Non potete immaginare quanto mi dispiaccia! Ryta mi ha chiesto di dirvi se volete trascorrere il Natale da lei, io non le ho ancora dato una risposta: siete grandi, perciò credo che dobbiate prendere voi una decisione. Mi raccomando soprattutto a te Emily, comunica ai gemelli la notizia, e rispondimi presto sul da farsi. Spero solo che non siate tristi di non vederci…vi chiedo ancora scusa per questo impegno improvviso. Un abbraccio forte forte da parte mia e di papà, e un bacio a tutti voi.
Con affetto
La mamma
 
Emily chiuse la busta in silenzio. Questa poteva essere proprio una buona occasione! Era da un po’ che voleva stare da sola per conto suo e le vacanze di Natale erano l’occasione giusta. Finì velocemente di fare colazione e raggiunse i gemelli che entravano proprio in quel momento nella Sala Grande.
- Calma ragazzi, prendetevela comoda, mi raccomando!- esclamò senza dimenticare di essere una Caposcuola.
- Oh Emily, non rompere!- ribatté Joey sbadigliando e indicando la finestra, dalla quale appariva un paesaggio innevato, ma plumbeo – non lo abbiamo fatto apposta, è tutta colpa di questo tempaccio!- Emily fece finta di non sentirlo e cambiò discorso.
- Ascoltatemi piuttosto! La mamma ha spedito una lettera e ci ha avvisato che per quest’anno non potremo passare le vacanze a casa. A quanto pare devono partire sia lei che papà. Ryta ci ha chiesto se volevamo andare da lei, che ne pensate?-
- Tu che vuoi fare?- chiese Thomas rispondendo con un’altra domanda.
- Beh, io sinceramente pensavo di rimanere a scuola. Abbiamo un sacco di compiti per le vacanze e vorrei starmene un po’ tranquilla…-
- Uffa Emily, ma è possibile che per te esista solo la scuola? Comunque il nostro amico Erick Jordan ci ha invitato nella sua villa a passare le vacanze e volevamo appunto chiedere alla mamma se ci dava il permesso!- conclusero in coro entrambi i ragazzi.
- Ho capito – sospirò la ragazza – a quanto pare l’unica ad essere triste è la mamma! Meglio così, allora le rispondo che recliniamo l’invito di Ryta, d’accordo?- i gemelli annuirono.
- Ora per favore vuoi farci andare a mangiare? Stiamo morendo di fame e tra poco suonerà la campana!-
 
E così alla fine erano partiti tutti. Lily avrebbe preferito che la sua amica passasse il Natale con lei, ma in qualche modo aveva compreso che per la ragazza sarebbe stato meglio rimanere un po’ da sola. Anche i suoi amici le avevano chiesto se voleva andare da loro, ma Emily aveva sempre rifiutato utilizzando la storia dei compiti; dato che tutti la conoscevano come una secchiona incallita, alla fine si erano decisi a lasciarla rimanere da sola ad Hogwarts. Ora passeggiava per i corridoi finalmente deserti e silenziosi, diretta alla torre dei Grifondoro. Aveva salutato tutti quanti e la prima cosa che voleva fare era accomodarsi su una delle poltrone più comode e leggere un libro. Non appena entrò nel buco del ritratto notò che qualcuno ad Hogwarts era rimasto…
Non è possibile, credevo che non ci fosse rimasto proprio nessuno, esclamò dentro di sé, mentre un forte imbarazzo le assaliva il cuore.
Marck Lawrence evidentemente, non tornava a casa per le vacanze. Non appena lei entrò, Lawrence alzò lo sguardo per vedere chi era entrato. Anche se non lo dava a vedere, forse pure lui non credeva ci fosse qualcun altro della loro Casa rimasto a scuola.
- C-ciao – disse Emily impacciata.
- Ciao…- rispose lui pacato, riportando la testa sul disegno che stava componendo. Dato che sedeva dal lato opposto della meta di Emily, lei prese uno dei suoi libri e decise di non cambiare i suoi programmi.
Immergendosi nella lettura, Emily scordò completamente di dove si trovava e cosa “incombeva alle sue spalle”, tanto che rimase così isolata dal resto del mondo per alcune ore. Ormai era già buio e il paesaggio imbiancato dalla neve, già non si notava più dalle alte finestre. Il fuoco ardeva nel camino e illuminava le pagine del libro di Emily. La ragazza era ancora immersa nel suo mondo, quando una voce all’improvviso la fece trasalire.
- Mi hai stancato…-
- C-cosa?- chiese la ragazza alzando di scatto lo sguardo dal libro e guardando verso Lawrence.
- Ho detto che mi hai stancato!- ripeté lui con più insistenza. Era strano, Emily stessa non ci avrebbe giurato, ma Lawrence per la prima volta sembrava in collera. Il suo sguardo la fissava severo. La ragazza non si fece certo scrupoli per quella affermazione.
- Non so di cosa tu stia parlando… - replicò indispettita.
- Per quanto tempo ancora pensi di ignorarmi a questo modo?- chiese lui, dando sempre di più alle sue parole un’espressione di rabbia.
- Se è per questo sappi che mi ci hai costretto tu!- ribatté lei. Non sapeva perché ma quella discussione così apparentemente normale fatta con lui, sembrava uno sfogo.
- Non mi piace questa situazione!- esclamò lui alzandosi in piedi e abbandonando il suo disegno.
- Ah si? E da quando a te piace qualcosa?- chiese, anche lei alzandosi in piedi – non fai altro che startene in un angolo zitto e fermo, non esprimi mai un’opinione, non provi mai niente! A volte non sembri neanche un essere umano!-
- Sono fatti miei se mi comporto così… non ci posso fare niente se il mio carattere è questo!-
- No il tuo carattere non è questo!- lo interruppe Emily – ma non vedi che ti stai innervosendo? Questa è la prima volta che ti vedo arrabbiato, non mi meraviglierei se non fosse anche la prima volta per te!- Lawrence rimase sconvolto da quelle parole: cosa gli stava accadendo?
- E’… è tutta colpa tua se mi succedono queste cose!- ribatté cercando di trovare una soluzione. Emily si avvicinò a lui rabbiosa e lo prese per la cravatta allentata.
- Non credere di scaricare la colpa sugli altri e vedi di farti un esame di coscienza! Per colpa della tua strafottenza non riesco più a starmene un poco tranquilla. Ogni mio pensiero va te che te ne stai sempre così chiuso e solo e non ti godi un po’ la vita. Se c’è qualcuno che si è stancato, quella sono propr…- le parole le morirono in gola, quando il tocco delle labbra calde di Marck Lawrence sfiorò le sue.
Marck Lawrence la stava… baciando?… Ma cos’era quel dolce tepore che la circondava? Possibile che mentre le braccia di lui le cingevano i fianchi quella dolce sensazione di felicità continuava ad espandersi nel suo cuore, fino a farle perdere ogni traccia di quella tristezza che l’aveva attaccata nelle ultime settimane? Possibile che improvvisamente provasse la sensazione che da sempre aveva voluto che il freddo, schivo e strafottente Marck Lawrence la baciasse?
Quel tocco così dolce, però si allontanò bruscamente dopo qualche istante ed Emily aprì gli occhi turbata. Fissò Lawrence negli occhi, ma in lui vide una traccia di penoso terrore. Poi la sua voce le rimbombò nelle orecchie, come per far crollare tutte le sue speranze.
- Ch-che cosa sei tu…?- chiese terrorizzato. Senza aggiungere altro corse verso la sua stanza e richiuse la porta violentemente. Emily non sapeva più cosa pensare, lo rincorse cercando di richiamarlo, ma lui non ne volle sapere. Una volta giunta davanti alla sua porta chiusa bussò con insistenza.
- Lawrence, ti prego vieni fuori, non scappare… ti prego Marck!-
 
Continua…

 
   
 
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