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Autore: PeaceS    17/03/2012    4 recensioni
Premessa: Lord Voldemort non è mai esistito.
Nel Mondo Magico sta per scatenarsi una guerra: Bellatrix Lestrange decide di eliminare ogni Sanguesporco della comunità magica con l'aiuto di vecchi compagni. Ma il suo obiettivo principale sono Draco Malfoy, suo nipote, e Sirius Black, suo cugino.
Lily e James sono costretti a trasferirsi ad Hogwarts, e lì che intrecci su intrecci sconvolgono la vita dei protagonisti.
Antheia Potter, la secondogenita di Lily e James, è una undicenne tutto pepe, ma oltre a non avere amici è innamorata persa di Draco; troppo piccola per lui, e per tutti: non avrà vita facile con suo padre nei paraggi.
Harry Potter è innamorato perdutamente di Nadija, ma scoprirà che non tutto ciò che luccica è oro.
Poi ci sono Hermione Granger e Sirius Black.
Il giorno e la notte.
Innamorati persi l'uno dell'altra.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Sirius Black, Un po' tutti | Coppie: Hermione Granger/ Sirius Black, James/Lily
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Note autrice:
Praticamente la storia è: E se...? Voldemort non è mai esistito, quindi coloro che sono morti a causa della sua guerra, sono ancora vivi e vegeti ma naturalmente diversi, alcuni personaggi saranno leggermente OOC per questo, non me ne volete. So che Lucius ama Draco, so che rischierebbe la vita per lui, ma in questa storia a Draco non interessa nulla della differenza di sangue, è solo un ragazzino, appunto, quindi qualche volta viene punito per questa sua indifferenza. Lucius sarà il cattivo della situazione, quindi niente critiche su: Lui amava Draco più della sua stessa vita! Qualcosa deve pur cambiare, infondo non sono la zia Row, e questa è una What if..? Bellatrix è in germania, per ora non ce l'abbiamo tra i piedi, quindi Sirius, Narcissa e Andromeda hanno recuperato quel rapporto che non hanno mai avuto.
Sirius non è sposato, mi dispiace dirvi che questa è una Sirius\Hermione, un esperimento, quindi se dovete scrivermi che è una coppia impossibile e tant'altro risparmiatevelo: non accetto critiche sulla coppia, ma sul mio modo di scrivere e di come lo scrivo.
Lupin, il mio adorato Lupin, è sposato con Ninfadora, conosciuta grazie a Black. Hanno un bambino, Teddy, che ha otto anni. 
Harry e Ron non sono amici: non si sono conosciuti grazie a quella cicatrice. In realtà Ron mi è sempre stato un po antipatico, troppo geloso degli amici per i miei gusti, ma questo non vuol dire che diventa invisibile oppure il cattivone che non si sopporta. 
Anzi, i Weasley avranno un bel ruolo, anche i gemelli che non posso escludere da questa storia. Sirius è il professore di Difesa Contro le Arti Oscure, anche per questo James è triste quando comincia il periodo scolastico. Nonostante il lavoro che lo occupa tutta la giornata, gli manca il calore del suo migliore amico, che poi va a trovarlo 24 ore su 24, e quello dei suoi bambini.
Non sarà di certo tutto rose e fiori, ci sarà una guerra che sconvolgerà il mondo magico, ma non di quelle proporzioni tragiche. 
Credo di aver detto tutto, se avete qualche domanda, qualche dubbio, chiedete pure. Dato che è un esperimento non so quante volte posso aggiornare: ogni giorno, ogni tre giorni, ma di solito sono molto veloce ad aggiornare. Ma mettiamo in conto che ho anche un altra storia in corso, sulla nuova generazione: Parole.
Spero di ricevere dei pareri, e che qualcuno recensisca, davvero: una recensione fa felice uno scrittore. Anche due righe, mi accontento.
Insomma... con questo ho finito, spero che la storia vi piaccia e non mi resta che dirvi: Buona lettura!

Io ci sarò
La pioggia cadeva fitta, picchiettando contro le finestre chiuse, bagnando quelle poche persone in strada, mettendo malinconia a chi, come lui, era costretto a restare in casa per non beccarsi un malanno proprio una settimana prima che iniziasse la scuola.
A differenza di molti, però, quel ragazzo dai folti capelli neri e dai bei occhi verde smeraldo, fremeva all'idea dell'inizio di un nuovo anno scolastico. L'idea di rivedere tutti i suoi amici lo eccitava! Certo, lasciare i suoi genitori per altri nove mesi come ogni anno lo rattristava, ma dopotutto li avrebbe rivisti ad ogni "festicciuola" come chiamava le feste natalizie, pasquali e tant'altro, il suo adorato preside. 
Harry Potter, colui che guardava la pioggia cadere con il viso appoggiato sulla mano destra, non era un normale diciassettenne. 
Era un mago, e frequentava la scuola più nominata e famosa della Gran Bretagna e non: la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Era un collegio, dove i "maghi" ricevevano un istruzione, per poi diplomarsi dopo sette anni.
La scuola era un castello sperduto e nascosto agli occhi dei Babbani, persone senza poteri magici, ed era la seconda casa di ogni studente che aveva varcato quella soglia. C'erano quattro dormitori: Gryffindor, Slytherin. Hufflepuff e Revenclaw. 
Harry era Gryffindor, ed era il capitano della squadra di Quidditch, uno sport magico dove si giocava a cavallo di scope volanti mentre l'obiettivo era fare punti negli anelli in alto e prendere il boccino - una palla velocissima molto difficile da prendere a cavallo di una scopa -. Non esisteva la matematica, quella che si studiava nelle scuole babbane, ma in compenso c'era Trasfigurazione, Pozioni, Storia della magia, Antiche Rune e tante altre materie faticose e molto più difficili di due calcoli fatti a mano.
Harry aveva molti amici, ed era anche abbastanza ben voluto a scuola. Andava bene in tutte le materie, anche se i suoi professori lo rimproveravano per il suo essere pigro e svogliato, che contribuivano ai suoi voti nella media, che sarebbero molto più alti con un po' di impegno.
La sua stanza era tappezzata di rosso-oro, proprio come i colori del suo dormitorio, ed era molto incasinata, almeno in quello, Harry, riusciva ad essere "normale" come gli faceva notare suo zio Vernon ogni volta che andava a fargli visita. Quasi mai.
- Harry, amore, è pronta la colazione. 
La porta della sua stanza si aprì, rivelando una donna dai lunghi capelli rossi e i suoi stessi occhi. Era sicuramente sua madre, e questo lo si intuiva dal sorriso solare e amorevole che solo una madre orgogliosa e preoccupata per il suo bambino poteva avere.
Entrò, sorridendo alla foto attaccata al muro: ritraeva il suo Harry, una ragazza dai folti riccioli bruni e un ragazzo dai capelli biondo chiaro, che faceva smorfie non proprio carine verso l'obiettivo; nonostante suo marito non fosse d'accordo sulle amicizie di suo figlio, alla donna piacevano molto quei due ragazzi così diversi tra loro.
- Cosa c'è? - domandò Lily, accarezzando il capo di Harry, che fece spallucce. Sembrava triste, e questo la preoccupava: di solito un mese prima che iniziasse la scuola era gioioso e pimpante. 
- Sono felice che inizi la scuola, ma sono anche triste perché so che papà si deprimerà appena varcherò quella soglia. - disse, guardandola con i suoi occhioni sinceri, che riuscivano sempre a farla sorridere. Si sedette al suo fianco, spostando di poco le tende e guardando la pioggia intensificarsi.
- Credo che tuo padre quest'anno, nonostante Antheia debba frequentare il suo primo anno, abbia il suo bel da fare. - rise la donna, rincuorandolo.
- Davvero? - domandò Harry, a cui si illuminarono gli occhi.
Il ragazzo era molto affezionato alla sua famiglia, e sapeva che suo padre si intristiva ogni volta che se ne andava. 
- Davvero... ora andiamo, su, che devo darvi una notizia importante. - disse Lily, prendendolo per mano e trascinandolo giù per le scale, in cucina, dove alleggiava un aria tranquilla e serena. Un profumino gli arrivò all'olfatto, ed Harry si accorse che infondo aveva un certo languorino.
- Papà, Athe. - disse, baciando suo padre sulla guancia e sua sorella minore sulla fronte, per poi sedersi proprio di fianco a quest'ultima, strofinandosi le mani dinnanzi a uova, pancetta, bacon e succhi di frutta, colazione deliziosa che solo le mani speciali di sua madre sapevano preparare. 
- Prima di iniziare, proprio come ti ho detto cinque secondi fa, volevo darvi una notizia impor... - iniziò Lily, venendo interrotta da un "pop" di materializzazione, mezzo di trasporto molto usato dai maghi più grandi ed esperti.
Sirius Black, migliore amico di suo padre e padrino di Harry, apparve con un sorrisetto maladrino, afferrando un pezzo di bacon, baciando Athe sulla guancia, Lily e dando il cinque ad un James Potter che si rilassò impercettibilmente.
- Importante. - sbuffò sua madre, guardando in tralice l'uomo.
- Ecco, Sir, siediti, ascolta e non interrompere! - disse, alzando gli occhi al cielo. Sirius si sedette di fianco a Harry, scompigliandogli i capelli e rubandogli una salsiccia da piatto.
- Perché lui può mangiare e noi no? - disse Harry, schiaffeggiando la mano del padrino intenta a fregarsi tutta la sua colazione.
- Grazie per aver rovinato questo momento!
Niente, volevo avvisare la mia famiglia scapestrata che sono incinta di tre mesi! - disse Lily, stufa, sedendosi e servendosi anche abbastanza arrabbiata la colazione.
Non una mosca volò in cucina, dove regnò per cinque secondi esatti un assoluto silenzio. Prima che si scatenasse il caos, ovvio.
Sirius sputò il succo che stava bevendo, Harry rimase con una mano a mezz'aria, intenta a voler schiaffeggiare nuovamente il padrino per la mano lunga. Antheia sbattè ripetutamente le palpebre, imbambolata, mentre James ebbe la stessa reazione delle prime due gravidanze: svenne.
In un attimo Lily fu circondata dai suoi bambini, che l'abbracciavano riempiendola di domande: - davvero mamma? E' maschio o femmina? Come lo chiamerai? Non vedo l'ora che nasca! - alla quale si unì anche Sirius, che era un eterno bambino anche lui.
James fu ignorato bellamente, ma quando si riprese, da solo, afferrò la sua bellissima moglie per i fianchi facendola volteggiare su sé stessa.
Quando Lily toccò terra fu il turno dei due idioti: Jamie e Sir si afferrarono le mani a vicenda, saltando su loro stessi e cantando: - Avremo un bambino, avremo un bambino, avremo un bambino, avremo un bambino! - come se poi il bambino fosse loro, e non della donna che alzò gli occhi al cielo, oramai abituata a quelle scene.
Quando la famiglia si fu calmata, finalmente ritornarono a sedersi a tavola, tutti felici e con una fame ancor più grossa di quella precedente.
- Perché non me l'hai detto prima? - domandò James sbuffando, guardando Lily mangiare con tanta voglia una fragola con del cioccolato fuso sopra.
- Non ne vedevo il bisogno, in realtà non ne ero sicura nemmeno io. Certo, c'era un enorme ritardo, ma oramai pensavo che la menopausa cominciasse a farsi sentire prematuramente. - disse, scuotendo il capo per l'idea balzana che le era saltata in mente.
- Ma se non hai nemmeno trentotto anni! - disse Sirius, scuotendo il capo.
- Beh, con la partenza di Antheia mi sono sentita... vecchia, ecco. - mormorò Lily, mostrando anche lei una certa tristezza alla partenza di tutte e due i suoi bambini. 
Con Harry era stato difficile, molto difficile, ma aveva già Athe, quindi a casa lei e Jamie avevano il suo bel da fare. Ma ora che anche la sua bambina partiva per Hogwarts, si sentiva sola, anche se quella gravidanza era una manna dal cielo per lei: desiderava davvero quel bambino.
- Ma mamma! Noi ci sentiremo tutti i giorni, anche perché non so se troverò amici o altro, quindi tu sarai il mio unico appoggio... la mia unica migliore amica. - disse Antheia, commuovendola.
Era proprio uguale a suo padre, tranne per i capelli: aveva un taglio corto, maschile, di un rosso scuro, ma comunque vivace. Gli occhi color nocciola, la carnagione pallida, le labbra piene e un sorriso malandrino che solo l'erede di James Potter poteva possedere.
La stessa predisposizione agli scherzi, ma tanta voglia di imparare, proprio come l'aveva lei quando sapeva di dover andare in una scuola per maghi.
- Oh... la mia bambina! - disse Lily, sorridendole e abbracciandola stretta a sé. Essendo le due uniche donne della casa, lei e Athe erano molto unite. Insomma... quella bambina era la sorella che non aveva mai avuto. Quella sorella che aveva perso per colpa dei suoi poteri magici.
- Ecco, approposito di migliori amiche, prima ha chiamato Hermione. - disse James, e per poco Sirius non si soffocò con una fetta di pane tostato.
Tossì ripetutamente, attirandosi un occhiataccia da Lily e uno sguardo confuso dagli altri presenti. - Sì, comunque dicevo, si scusa per non essersi fatta sentire questa settimana, ma ha avuto molto da fare con i compiti e le "gite" che ha fatto in francia. - disse, mentre ad Harry gli si illuminarono gli occhi.
Hermione era la sua migliore amica: l'aveva conosciuta il suo primo anno ad Hogwarts. All'inizio lei non gli era molto simpatica, insomma, era una secchiona e sembrava conoscere tutto e tutti, cosa alquanto fastidiosa per lui. Veniva presa in giro proprio per quel motivo, ed Harry la vedeva isolarsi sempre di più. Un giorno la beccò a piangere nel bagno delle ragazze, quello in disuso perché occupato da un fantasma piagnucolone, e consolandola una specie di filo l'aveva uniti.
Avevano cominciato a studiare insieme, ad andare a colazione, pranzo e cena insieme, per poi vivere in simbiosi. Lei infondo era molto simpatica, anche se ligia alle regole, ma era l'anello solido del loro terzetto.
Infatti, Harry, aveva un altro amico. Un amico che... beh, a suo padre non stava molto simpatico per la sua provenienza: Draco Malfoy. La sua famiglia e quella di Draco non si volevano tanto bene, in poche parole si odiavano, ma infondo a loro non importava.
All'inizio anche loro non è che si fossero "innamorati" a primo sguardo, ma Draco si era rilevato un buon amico, confidente, e ottimo per fare marachelle insieme. Insomma, lui era Slytherin ed Harry Gryffindor, quando i rappresentati dei loro dormitori, la prof. Mcgranitt e il professor Piton, volevano toglier punti, ci pensavano due volte: avrebbero mandato in rovina il punteggio delle case e avrebbero perso miseramente la coppa.
- E Dracucciolo? - sibilò Sirius, sogghignando. 
Nonostante non avesse un buon rapporto con la sua famiglia, che lo avevano rinnegato appena il cappello parlante tanti anni fa aveva pronunciato Gryffindor, era rimasta in buoni rapporti con sua cugina Narcissa. Bellatrix, la sorella maggiore, non ne voleva sapere di lui e né del resto dei traditori: partita per la Germania aveva deciso di interrompere anche lei ogni contatto.
Morta tutta la famiglia, poi, si erano sentiti liberi di fare le loro scelte: si sentivano molto spesso, e si ritrovavano a casa di Andromeda, la cugina di Sirius e l'altra sorella di Narcissa. 
A lui Draco, invece, stava molto simpatico: nonostante l'avesse conosciuto quando oramai avesse undici anni, quando finalmente Bellatrix, che impediva ai cugini di vedersi, si era tolta dalle "palle", subito avevano legato.
Lui era... diciamo, proprio come Harry: i figli che non aveva mai avuto. Non era mai riuscito a legarsi veramente ad una donna, ad innamorarsi, e questo gli pesava. Avevano trentasette anni e l'unica ragazza che era riuscita a rubargli il cuore poteva essere sua figlia. Ridicolo, proprio ridicolo!
- Ci siamo sentiti ieri sera, mi ha detto che oggi veniva alle cinque. Sai no, quando c'è suo padre in giro deve stare - ai suoi ordini signore! - cose da pazzi. - sbuffò Harry, che proprio come suo padre provava antipatia per Lucius, il padre di Draco. Era stata colpa sua se all'inizio Harry e Draco non andavano d'accordo. Lui li aveva messi contro.
Ma con la benedizione di Narcissa, e le frequenti partenze di Lucius per motivi di lavoro, i due avevano legato anche grazie a Sirius. 
- Quanto lo odio! - disse James, sbandierando la forchetta e spargendo pezzi di uova per il tavolo.
- Anche io. - disse una voce alle loro spalle. Si girarono, e la prima cosa che videro furono la smorfia di Draco e del sangue che gli colava dalla fronte. 
- Cosa ti è successo? - sbottò Sirius, correndo da lui insieme a Lily, che lo fece sedere su una sedia e controllandogli la fronte.
- Ho litigato con... Lucius. Stamattina si è svegliato di buon umore, e questo già mi puzzava, e a colazione ho avuto la conferma: vuole che io vada a Drumstrang e che interrompa ogni rapporto con voi. Quando mi sono rifiutato si è arrabbiato, e mi ha schiantato. So che non l'ha fatto apposta, e che quando perde il controllo la bacchetta comanda al suo posto, ma questa volta ha esagerato; mamma mi ha dato della polvere volante e mi ha detto di venire qui, e anche di chiederti di andare a casa, Sirius. - disse Draco, guardandolo con quegli occhi grigi che a Sirius gli ricordavano tanto il "lui" del passato.
- Vado subito. Tu fatti curare da Lils e fai colazione, sei pallido. - disse, facendogli l'occhiolino e materializzandosi.
- Ti sei fatto tanto male, Dray? - domandò Antheia, quando si fu seduto a tavola con la fronte nuovamente intatta. Draco la guardò sogghignando, per poi scuotere il capo.
- Ho la testa dura, ragazzina. - disse, facendole l'occhiolino. Era proprio sorprendente che nonostante avesse undici anni, Athe avesse la purezza e la genuità di un bambino di otto.
Si sporse verso il tavolo e gli diede un piccolo bacio sulla fronte, proprio dove prima aveva visto il sangue. - Quando mi faccio male mamma fa sempre così, dice che l'affetto fa passare qualsiasi male, e ha proprio ragione. - disse, ritornando al proprio posto. Da pallido da sembrare morto, Draco arrossì così tanto da far ridere Harry e insospettire James. 
- Giù le mani, coccodè. - disse, riferendosi a sua figlia.
- Non potrà mica proteggerla per sempre. - disse Draco, fischiettando e addentando delle uova. 
- Questo lo dici tu. - sibilò James, puntandogli la forchetta contro.
- Ora andrà ad Hogwarts, e molti ragazzini le ronzeranno attorno. - ridacchiò perfidamente Malfoy.
James sbiancò, guardando la sua bambina che beveva il suo succo appaciata. Lily, che stava cucinando altra roba per quella serpe, si schiaffeggiò la fronte.
- Harry, Harry... amore di papà, vita mia... giurami che le starai incollato come una cozza allo scoglio, come culo e camicia, come ... sì, insomma, giurami che la proteggerai a costo della vita. Che non lascerai che nessun ragazzo si avvicini, che rimanga intatta e pura fino ai quarant'anni. - balbettò vicino al figlio, che si era preso un bel colpo quando aveva visto il suo migliore amico in quelle condizioni.
Ma tutti sapevano quanto fosse protettivo verso la sorella, quindi fece l'occhiolino in direzione del padre, che si rilassò. - A costo della vita, papino. - disse, annuendo ovvio.
Ringraziando Godric Gryffindor, in quella casa, qualcuno aveva ancora cervello!
   
 
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