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Autore: PeaceS    18/03/2012    4 recensioni
Premessa: Lord Voldemort non è mai esistito.
Nel Mondo Magico sta per scatenarsi una guerra: Bellatrix Lestrange decide di eliminare ogni Sanguesporco della comunità magica con l'aiuto di vecchi compagni. Ma il suo obiettivo principale sono Draco Malfoy, suo nipote, e Sirius Black, suo cugino.
Lily e James sono costretti a trasferirsi ad Hogwarts, e lì che intrecci su intrecci sconvolgono la vita dei protagonisti.
Antheia Potter, la secondogenita di Lily e James, è una undicenne tutto pepe, ma oltre a non avere amici è innamorata persa di Draco; troppo piccola per lui, e per tutti: non avrà vita facile con suo padre nei paraggi.
Harry Potter è innamorato perdutamente di Nadija, ma scoprirà che non tutto ciò che luccica è oro.
Poi ci sono Hermione Granger e Sirius Black.
Il giorno e la notte.
Innamorati persi l'uno dell'altra.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Sirius Black, Un po' tutti | Coppie: Hermione Granger/ Sirius Black, James/Lily
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Io ci sarò

 

 

 

 

 

 

 

Non aveva pazienza in quel campo.

Hermione Granger aveva perso completamente la pazienza da quando aveva perso la testa per un uomo. Non un ragazzo normale, dolce, gentile, che si innamorasse di lei e la prendesse per mano in strada, presentandola ai genitori. No, naturalmente no. A lei piaceva complicarsi la vita, questo l'aveva scoperto tre anni prima, quando il cuore accelerava terribilmente in presenza di lui.

Quegli occhi riuscivano a farla tremare da dentro, tanto da farle bramare continuamente quello sguardo su di sé. Tanto da bruciarla, tanto da mandarla in un inferno parallelo, dove lui era il suo diavolo personale. Era ritornata dalla francia da pochi giorni, eppure non riusciva a raccogliere il coraggio di entrare in casa Potter, sapendo che lui era lì.

Cosa avrebbe pensato Harry, il suo migliore amico, se gli avrebbe detto che era innamorata persa del suo padrino? L'avrebbe disprezzata, e guardata  quasi con disgusto, di quello ne era sicura. Valeva la pena perdere ogni cosa cara per quell'uomo che nemmeno la guardava? Per lui era come una figlia.

- Ciao. 

Hermione sobbalzò, girandosi di scatto e smettendo di respirare per un attimo. Era proprio nascosta in uno dei tanti vicoli di Godric's Hollow, non avendo il coraggio di oltrepassare quella via e bussare a casa Potter, quando qualcuno si era appena materializzato alle sue spalle.

- Sirius? - balbettò, guardando lui fulminarla con i suoi occhi grigi. Nonostante i trentasei anni suonati era bello, fin troppo per i suoi gusti. Aveva tagliato i capelli, li portava in un taglio sbarazzino, corto, che lo ringiovaniva di molto. Hermione tante volte aveva sognato di immergere le mani in quella zazzera nera e scompigliata, tanto da perderne il conto.

Gli occhi grigi, il sorriso malandrino, il suo modo di porsi da ribelle, da uomo vissuto, ma da bambino eterno. Quello era Sirius: un eterno sorriso, quel sole che brillava sempre, nonostante fuori ci stesse la pioggia. 

- La ragazza scomparsa. - disse, alzando un sopracciglio sarcastico. Sembrava arrabbiato, ed Hermione si ritrovò ad inghiottire a vuoto. Lo vide incrociare le braccia al petto, appoggiarsi indifferentemente al muro alle sue spalle, e guardarla come se aspettasse delle spiegazioni.

- In che senso? - domandò Hermione, ignorando il suo tono accusatorio. Lei non gli doveva un bel niente, specie da quando aveva scoperto che da nove mesi frequentava una donna. Maledetto, le aveva spezzato il cuore quando lo aveva sentito parlare con James. Certo, da parte sua non era stato corretto origliare, ma si era ritrovata in salone, e ne aveva approfittato per ascolarli. 

Era scappata, praticamente. Non era rimasta nemmeno per cena, semplicemente aveva baciato Harry sulla guancia dicendole che i suoi l'avevano chiamata dicendole che c'era un urgenza. Poi era partita per la francia, senza scrivere a nessuno, senza rispondere alle loro lettere e alle loro telefonate.

E in un certo senso le era servito: lì aveva conosciuto gente nuova, e aveva imparato il significato di "divertimento". Certo, non era diventata una festaiola, ma aveva frequentato molti locali, e un po' si era lasciata trascinare da quella folle vita.

Per un estate non era stata lei. Non era stata l'Hermione Granger innamorata persa di Sirius Black, ma una ragazza single senza pensieri, che vuole godersi la vita. Non era stata l'Hermione Granger "strega e studiosa, che dedica la sua vita allo studio per crearsi un avvenire" ma una babbana svogliata, che aveva solamente voglia di divertirsi.

- Nel senso che sei sparita, senza lasciare tracce. Per tre mesi non ti sei fatta sentire, e hai lasciato un Harry abbastanza preoccupato e triste. - disse Sirius, guardandola arrabbiato. Harry, non lui. Il suo figlioccio era preoccupato e triste, non lui. 

- E' stato tutto molto improvviso, nemmeno io sapevo di dover partire per la francia. - sbuffò Hermione, prendendo le sigarette dalla tasca posteriore dei Jeans che indossava. Non aveva preso il vizio di "fumare", ne accendeva una ogni tanto, solo quando sentiva il bisogno di isolarsi da tutto il resto del mondo. 

Non era di certo stupida, sapeva che faceva male, ma dopotutto lei di pensieri ne aveva fin troppi, e quello era solo un mezzo per lasciarsi andare. L'accese sotto lo sguardo avvilito di Sirius, che per poco non la cruciò. 

Cosa diavolo le era successo? Insomma, la lasciava dolce e sorridente, con quel suo modo di fare saccente che riusciva a farlo... impazzire, anche se aveva vergogna ad ammetterlo, e si ritrovava una ragazza completamente diversa.

In quella estate era cambiata tantissimo, ma non solo esteriormente. Intanto quella diciassettenne riusciva a farlo morire con quei riccioli bruni che le arrivavano sulla schiena esile. Con quegli occhi grandi e scuri riusciva a fargli perdere il senno, proprio come quel corpo piccolo, magro, e quelle labbra rosee e carnose, che mordeva continuamente.

Il seno piccolo, il sedere abbastanza tondo, e l'altezza di un puffo fin troppo sensuale. Chi diceva che nella "botte piccola c'è il vino buono" aveva perfettamente ragione, lì c'era da perderci la testa. Naturalmente conosceva quella diavoleria babbana che stava aspirando, l'aveva fatto anche lui quando aveva la sua età, ma di certo non voleva che la mostriciattola si rovinasse.

- Butta quest'immondizia. - sbuffò, facendole alzare gli occhi al cielo.

- Non sei mio padre, Sir. - sussurrò Hermione, facendolo sobbalzare. Cosa le era successo? L'Hermione che conosceva lui non avrebbe mai fumato, e non gli avrebbe mai risposto in quel modo così spento e... rassegnato. Come se comportarsi come un fratello maggiore fosse una brutta cosa per lei.

- Beh, potrei esserlo, e mi interessa la tua salute, quindi buttala. - disse, ma lei nemmeno lo ascoltò, anzi. La vide appoggiarsi con i fianchi al muro, un braccio sotto al seno e l'altro retto, che le dava la possibilità di aspirare più frequentemente.

Era abbronzata, e aveva fatto qualcosa ai capelli. Erano meno crespi, ma forse era solamente la crescita: non poteva sembrare una bambina con un cespuglio in testa per tutta la vita. Indossava una canottiera bianca che lasciava intravedere il profilo del seno, e un jeans che le fasciava le gambe snelle, con delle scarpe da ginnastica bianche. 

- Per caso la francia ti è andata in testa? - sibilò Sirius, che l'avrebbe azzannata volentieri sotto forma di cane. La vide sorridere, abbassare il capo, e poi quegli occhi illuminarsi come non mai. Hermione buttò la sigaretta, schiacciandola sotto le scarpe e facendola evanescere, per poi avvicinarsi pericolosamente a lui.

Cosa aveva da perdere? Lo vide raddrizzarsi e guardarla in modo strano. Arrivò a pochi centimetri dalle sue labbra, lasciandosi inebriare dal suo profumo. Cosa aveva da perdere? La dignità? L'aveva persa quando era scappata.

Lui? Non era mai stato suo. Sé stessa? Si era persa tre anni fa, quando per la prima volta aveva sognato di baciarlo e farci l'amore. Era una bambina per lui, era come una figlia, ma lo sarebbe sempre stata se l'avrebbe baciato... davvero? 

Lo afferrò per il capo, immergendo le mani nei suoi capelli e avvicinandolo a sé. Appoggiò delicatamente le labbra sulle sue, trattenendo brutalmente il respiro. A contrario di quel che pensava Sirius non si allontanò, rimase lì, come se fosse stato appena fulminato. 

Fu un secondo, un millesimo di secondo, e lei si allontanò. Come se fosse stato un miraggio, come se l'avesse appena immaginato, oppure sognato, come sempre. Ma il sapore di lei sulle labbra gli confermava che l'aveva fatto davvero. Quella ragazzina l'aveva appena baciato.

- Ora la francia mi è andata in testa. - disse Hermione, lanciandogli l'ultima occhiata e avviandosi verso casa Potter, dove fu accolta da un Harry cinguettante e un Draco sospettoso. Lui lo sapeva, oh se lo sapeva. E vederla entrare con un sorriso luminoso, subito seguita da un Black pensieroso e mezzo sconvolto, gli fece intuire che la Granger aveva fatto qualcosa.

Finalmente!

 

 

 

- Tu hai fatto cosa? - urlò Draco, spaventando alcuni uccellini che stavano cantando allegramente per fatti loro. Con una scusa aveva trascinato via Hermione da casa Potter, approfittando della distrazione dei presenti concentrata sul "Quidditch, lavoro e scuola". Lui non era Potter, non era cieco.

- L'ho baciato, cosa avrei dovuto fare? Mi considera sua sorella, o peggio: sua figlia! Almeno ora non mi immaginerà mentre mi accompagna all'altare per portarmi dal mio futuro marito. - sbottò Hermione, sedendosi di botto sotto un faggio che poteva ricoprirli dal sole e dagli occhi curiosi che davano sul salone di casa Potter che affacciava proprio nel giardino, dove si erano accucciati lei e Draco.

- Hermione... lui potrebbe essere seriamente tuo padre, e tra poco sarà nuovamente un tuo professore! Cosa avresti intenzione di fare ad Hogwarts? Violentarlo sulla cattedra? - sbuffò Draco, guardandola come se fosse impazzita. Non le aveva mai negato niente, le aveva sempre dato appoggio, ma sapeva che quella storia non sarebbe finita bene. 

Insomma, lei era la sua migliore amica,  non voleva che soffrisse, ma lei faceva di tutto per ferirsi. - No, certo che no. Mi sono ripromessa di stargli alla larga fin quando non si avvicini lui a me. - sospirò, sorridendogli.

- Dovresti farlo ingelosire... - bisbigliò Draco, pensando un piano subdolo da bravo Slytherin, giusto per far capire al suo caro cugino ciò che stava perdendo. Per dare ad entrambi una spintarella che li avrebbe spinti l'uno nelle braccia dell'altro.

- Ingelosire? - mormorò Hermione, guardandolo stranamente. Un ghigno si dipinse sulle labbra di Draco, che guardò di sottecchi verso la finestra, dove Sirius li guardava da lontano, quasi disinteressato. 

- Sì, non prenderla a male, Granger, lo faccio per il bene della mia salute mentale. - disse Draco, prima di afferrarla per i riccioli bruni e baciarla delicatamente sulle labbra. Sirius da lontano sputò la burrobirra che stava bevendo, guardando quella scena quasi con furia omicida negli occhi.

Come si era permesso?

   
 
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