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Autore: elfin emrys    18/03/2012    1 recensioni
Dal Capitolo 30
Prende la spada che un tempo fu della ragazza e la lucida. Mentre il corpo freddo viene sotterrato e la tomba viene ornata con candele e fiori, Garret conficca la spada nel terreno, come ricordo che lì, dentro quella terra, c'è qualcuno che riposa in eterno.
[Grazie a tutti quanti, perchè, nonostante da 300 lettori sia passata a 35, c'è sempre qualcuno che recensisce e c'è sempre qualcuno di nuovo che aggiunge questa storia fra le preferite/seguite/da ricordare]
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Guida ai capitoli:

Il titolo del capitolo significa “Primo”. Con questo titolo intendo il primo Mago del Tempo che si incontra nella storia.

I Red Hot Chili Peppers esistono davvero, e tutti lo sappiamo. Tutte le canzoni nominate appartengono a loro, non a me. Tutte le citazioni, anche, mi sembra ovvio. Sono, in ordine di apparizione: Under the Bridge (traduzione della citazione: “Non voglio più sentirmi come mi sono sentito quel giorno. Portami nel posto che io amo, portami là”), Californication (traduzione della citazione: “Spie psichiche cinesi tentano di rubare i pensieri dalla tua mente; ragazzine dalla Svezia...”),Can't stop, Breaking the girl, I could have lied e Scar Tissue.

La musica che sta sentendo Garret è un pezzo de “Le quattro stagioni” di Vivaldi.

La parola “Bite” è in francese ed è una parolaccia: equivale a “Ca**o”.

I Poison? Grandi anche loro. Purtroppo non penso compariranno loro canzoni, né ora né nei prossimi capitolo, ma chissà!

Mi dispiace per qualche possibile imprecisione perchè non so il francese, quindi mi sono dovuta basare su frasi fatte e su google traduttore. Le frasi che dicono Pierre e Richard sono: “Mio caro nipote! Bentornato!”; “Zio! Da quanto tempo!”; “E' quella la ragazza che mi dicevi?”; “Quale?”; “La mora”; “Sì”; “Richard, è carina!”; “Lo so”; “Ma è italiana...”; “La volevi pure francese: chiedi troppo”; “Forza, prendi la preda prima che qualcuno te la rubi!”

 

 

CAPITOLO DICIOTTO: CINTU



Elanor picchietta il dito su una gamba dando il ritmo alla canzone. Garret sta con le cuffiette e legge un libro, probabilmente un “Il Signore degli Anelli”. Richard dormicchia, o forse finge per trovare una scusa per appoggiarsi ad Arianna, che cerca in continuazione di toglierselo dalla spalla. Nell'aereo si sentono solo le risate di alcuni bambini che giocano. Garret sospira, mette un dito in mezzo alle pagine a mo' di segnalibro, guarda l'ora. Si toglie le cuffiette, mettendole al posto del dito. Elanor sta canticchiando.

-“I don't ever want to feel

Like I did that day

Take me to the place I love

Take me all that way”

Mentre canta, la ragazza prendo l'i-Pod e cambia canzone: è dall'inizio del viaggio che fa così. E' abituata a fare in questo modo. Continuamente, cambiare canzone senza mai farla finire, oppure mettere la stessa canzone per ore e ore, a ripetizione.

-“Psychic spies from China

Try to steal your mind's elation

Little girls from Sweden...”

Cambia ancora canzone, saltando anche “Can't stop”, “Breaking the girl”, “I could have lied” e “Scar Tissue”.

-Ma che ascolti?

-...Red Hot Chili Peppers!

-Che schifezza! No, no, noi ti dobbiamo educare!

-Cosa? Schifezza? Ma parla per te: cosa stai ascoltando?

Elanor si mette una cuffia di Garret all'orecchio.

-E questo?

-Si chiama Vivaldi.

-Puah!

Garret la guarda, cominciando a dirle che Vivaldi era un genio e che sono I Red Hot Chili Peppers quelli a cui dire “Puah!”. Arianna cerca di calmarli, dando loro dei picchiettini alla testa e continuando a ripetere con un grande sorriso forzato a rimanere calmi. Richard, non aiuta: ogni tanto allunga le mani per dare una sfioratina al sedere della ragazza. Ovviamente l'italiana, che non può rimanere ferma davanti a tale azione, gli manda con un piccolo incantesimo una scossa elettrica. Nell'aereo, tutti li fissano. Elanor dà una schicchera a Garret su una guancia.

-Ripetilo e ti butto giù dall'aereo.

-Non puoi farlo!

-Certo che posso. E se non posso ora, potrò. Mi ricorderò di questa tua bestemmia...

La ragazza assottiglia gli occhi, poi scaccia la mano di Arianna che le sta ancora picchiettando in testa.

-E la vuoi piantare?!

La mora la guarda e sorride amabile.

-...No! Un attimo, fammici ripensare... no, proprio no.

Mentre parla, la ragazza dà una gomitata in faccia a Richard, che urla.

-Bite!

Una signora francese sbarra gli occhi e lo fissa.

-Eh eh, salve!

La signora diventa pallida... e sviene. Elanor e Garret continuano a darsi schicchere e a dirsi degli unsulti che sarebbe impossibile ripetere, mentre Arianna aiuta la donna svenuta ad alzarsi con una hostess (a cui Richard palpa allegramente il sedere). Un pizzico più forte degli altri fa alzare Garret dal sedile, dando una testata al soffitto.

-Ma la vuoi finire?

Elanor gli fa la linguaccia, mettendogli a forza le proprie cuffiette e mettendogli i Poison.

-Piantala!

Magor, che fino a quel momento aveva dormito, svegliato dalla confusione, si alza, facendo attenzione alla testa, arriva dai quattro e... fa loro una lavata di capo.

-Vergognatevi! Alla vostra età! Garret, da te non me l'aspettavo proprio: che delusione.

-Mi spiace.

-Spero non accada mai più.

I quattro si rimettono a sedere, aspettando che Magor si allontanasse. L'ultimo sussurro è “Ecco, hai visto cosa hai combinato?”. E poi c'è nuovamente la pace.

 

Se non sapesse per certo di essere in Francia, Elanor penserebbe di essere nel deserto. Per le strade ci sono poche persone e quelle poche quasi corrono. Le auto sono tutte parcheggiate. I negozi sono aperti, ma solo alcuni. Qualche ubriacone già si diverte per le vie. Musei, monumenti, tutti aperti ma vuoti al loro interno di persone. La cattedrale di Notre-Dame impera su quel misterioso silenzio, conversando grazie ai rintocchi palpitanti delle sue campane con la grande Tour Eiffel, da cui si sentono delle note da radio di ristoranti e bar. E pensare che sull'aereo l'unica nota di anormalità erano stati loro. Tutti i passeggeri erano rimasti all'aereoporto, aspettando che qualcuno li venisse a prendere. Elanor si guarda ancora intorno: ha paura di chiedere il perchè di tutto quel silenzio. Sente dalle case dei telegiornali, ma non ha il macchinario che le avevano dato arrivata ad Avalon e non capisce quello che gli inviati dicono. Dei piccolissimi cocci di una bottiglia rotta scricchiolano sotto le scarpe della ragazza.

-...Garret?

-Mh?

-Perchè c'è tutto questo silenzio?

-Non ne ho idea.

Ecco un'auto che corre veloce, provocando rumorosi rombi, poi di nuovo il solitario silenzio. Richard fa loro da guida, passando abilmente fra tutte le viottole e le stradone, senza mai fermarsi, sicuro. Ma anche lui sembra inquieto.

-Eccoci arrivati.

Il ragazzo si ferma davanti a un bel palazzo di un dolce color pastello, a un angolo di un viottolo. Suona al campanello, una, due volte. Poi, finalmente, qualcuno apre.

-Mon cher neveu! Bienvenue!

-Mon oncle! Combien de temps!

L'uomo guarda gli altri mentre abbraccia il nipote. I suoi occhi si soffermano su Arianna.

-C'est la fille que tu me disais?

-Lequel?

-La brune.

-Oui.

Elanor guarda il mago. E' alto quanto Garret. Ha i capelli neri e ricci, è pallido, come Richard: gli assomiglia molto. I suoi occhi, però, sono nocciola. L'uomo si avvicina a Garret e Magor, dicendogli qualcosa in inglese. Guarda Elanor e Arianna, tirando fuori dei cartoncini colorati e mettendoseli davanti. Comincia a leggere.

-Ben...venute. Sono Pierre, il Mago... del Tempo fr... francese.

-Ciao.

Lo zio di Richard guarda Arianna. Ride. Si gira verso il nipote.

-Richard, c'est mignonne!

-Je sais.

-Mais elle est italienne...

--Tu la voulais aussi française: tu demandes trop

L'uomo si rigira verso le ragazze, sorridendo. Le invita, grazie a un altro cartoncino verde, a entrare in casa. L'ingresso era molto carino e accogliente. Un tappeto dai bei disegni copriva il parquet, che continuava per un'altra stanza da cui partono delle scale. Piante, mobili di legno pregiato: è tutto molto elegante. L'unica cosa che sembra dire “Qua abita un single!” è un reggiseno di pizzo rosa dietro al divano e un altro scuro ben nascosto sotto lo stesso sofà. Garret fa cenno a Elanor di mettersi il macchinario per capire ciò che Pierre dice. La ragazza apre una tasca della valigia e lo tira fuori.

-Benvenuti. La stanza che vi ho riservato sta al piano di sopra. Purtroppo non ho un altro posto dove mettervi. Sistematevi ricordando che domani pomeriggio dovrete andare a prendere Antonio, in Italia. Poi magari potrete andare a visitare la città, che ne dite? Purtroppo come avete visto... non c'è molta gente per strada... sono successi strani avvenimenti e le persone non vogliono... sono... vabbè, avrete capito: sapete com'è la gente. Appena succede qualcosa, anche di poco conto, si spaventa.

Ride nervoso.

-Però ciò per voi si potrebbe trasformare in qualcosa di positivo: non ci sarà alcuna fila e potrete entrare direttamente.

I ragazzi annuiscono.

-E ora... presto, su!

L'uomo ferma Richard per una spalla.

--Allez, prends la proie avant que quelqu' un te la vole!"

Il ragazzo annuisce convinto, correndo verso gli altri che già stanno sulle scale.

-Ragazzi! Terza porta a sinistra!

 

-Da' qua!

Arianna strappa dalle mani di Garret la cartina, cominciando a osservarla attentamente e girarla in continuazione.

-Ma non ci si capisce niente!

-Chiediamo a qualcuno.

Si guardano intorno.

-Già, Magor, bella trovata.

-Veramente, sei l'orgoglio di Avalon!

-Scusate!

Richard si gira, guardando la Tour Eiffel. Da quant'era che non andava in giro per Parigi? Otto anni? Forse sette. Non si ricorda più niente: non ha mai visitato davvero la città. Si era sempre limitato a casa dello zio e qualche pub qui e lì.

-Per me è di là.

-E invece per me dovremmo tornare da Pierre.

-Se, e che può fare lui?

-Ci dà le indicazioni!

-Ma che, vedrai che ci rimanda fuori. Per me ha qualche donna a casa ed è per questo che ci ha buttati fuori.

Garret si riprende la cartina, facendo smorfie col viso. Dunque, erano passati di là per andare dall'altra parte... ma non c'è quella traversa, allora non sono là. Ummmm...

-Volete sapere la mia opinione?

Il rosso prende parola.

-La mia illuminante opinione è che ci siamo persi.

-Da quale brillante logica sei riuscito a capirlo, Sherlock?

-Intanto l'abbiamo ammesso ed è un passo avanti.

-Sì, sì.

Arianna chiama Richard, chiedendogli se si ricorda qualcosa. Intanto una signora avanti con gli anni apre le imposte per dire loro qualcosa (probabilmente di fare silenzio). Elanor si siede sul marciapiede, mettendosi una mano sulla fronte. Come diamine hanno fatto a perdersi? Alzò una mano, zittendo gli altri.

-Per me l'unica soluzione è rinunciare a quest'altra visita e tornare a casa. E poi usciamo, che ne so, andiamo da qualche parte, così, a berci qualcosa. Tanto abbiamo visto Notre-Dame, la Tour Eiffel, il Louvre...

-Infatti, le cose principali l'abbiamo viste.

-Siamo pure andati a Disneyland.

-Era chiuso, Magor: se è chiuso non conta.

Garret ripiega accuratamente la cartina, rimettendosela in tasca.

-Per me ha ragione Elanor. Dovremmo tornare a casa, darci una sistemata e uscire ancora.

I ragazzi annuiscono e si mettono in moto. Mezzora dopo, grazie a vari giri, perdite di tempo e strani passaggi, arrivano a casa. Subito, salgono, entrano nella camera, fanno la fila al bagno, si vestono e riescono. Pierre dice loro che sistemerà lui le loro valigie. Non l'avesse mai fatto. Entra.

-Che diavolo...?

Davanti a lui c'è un disastro pieno di abiti sparpagliati, libri, riviste, manga e... e sono calzini quelli sul lampadario? L'uomo sospira, pensando a come riuscire a sistemare tutto. Si guarda intorno. Quella maglia è di Elanor o di Arianna? E quei boxer... ah, no, quelli sono sicuramente di Richard, nessun altro lascerebbe le proprie mutande in giro.

-Beh, che si arrangino.

E comincia a mettere gli oggetti nelle valigie. A caso, senza ragionarci nè seguire uno schema. Intanto i nostri eroi, ignari di tutto, entrano in un bar.

 

Piccione viaggiatore dell'autrice:

Innanzitutto vi ringrazio per aver letto ^^ se è simile ad altre storie già messe, mi dispiace tanto, non lo sapevo (è una storia che può venire in mente a tanti)

Domenica, all'ultimo secondo XP Dunque, come alcuni di voi avranno notato, il francese che ho usato in questo capitolo fa pietà e misericordia. Il problema è che... non so il francese. Avevo chiesto a una mia amica di scuola, ma non mi ha richiamato, quindi... ecco, se qualcuna di voi sa il francese mi può correggere le frasi? Le cambierei, così, per essere più precisa. Grazie tante =)

Come avete visto, Pierre assomiglia molto a Richard, ma nel prossimo capitolo sarà molto più evidente.

Ecco, prossima tappa: Italia (prima Roma, poi la Sardegna). Già in questo capitolo notate qualcosa di anormale nel comportamento delle persone: stanno chiuse in casa e non escono. Nel prossimo capitolo, come vedrete nello spoiler qui sotto, ciò non sarà particolarmente evidente, ma avverrà qualcosa di assolutamente inaspettato.

"Elanor vede la stanza intorno a sè girare. Non riesce più a capire quale sia il soffitto, quale il pavimento. Il bagno dell'aereoporto diventa una stanza senza fine, che sfida le leggi della fisica, con prospettive impossibili e forme assurde. La ragazza si mette una mano al petto. Non riesce a respirare. Poi sente la porta aprirsi, ma non vede nessuno. Due mani l'afferrano prepotentemente, mentre la porta si richiude. L'ultimo colore è una sfumatura di rosso."

Kiss

   
 
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