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Autore: Guido    17/10/2006    5 recensioni
Ormai è ufficiale: Voldemort è tornato. Il Mondo Magico si prepara per la guerra. Harry è ancora alle prese con la morte di Sirius, da cui solo Ginny lo riesce a distrarre. Invece, Draco Malfoy diventa un Mangiamorte, ma le cose non vanno come sognava: ben presto, deve capire se Voldemort lo voglia morto e se suo padre stia tradendo, ma non può più fidarsi neppure della sua stessa memoria. Mentre gli avvenimenti incalzano, i due arcinemici di Hogwarts intrecciano una corrispondenza che avrà conseguenze profonde per entrambi...
NOTA: l'OOC è cautelativo, ma un po' tutti i personaggi si trovano a manifestare lati del loro carattere poco visibili nel canone
Genere: Angst, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Da Mangiamorte a...'
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PROLOGO. PARTE PRIMA.

Prologo. Parte prima.


Ringraziamenti:
Come ho scritto nella presentazione, questo è il
prequel de “Il Profumo della Libertà”; quindi, ringrazio tutti i lettori della fic "madre", perché il loro entusiasmo mi ha spinto ad approfondire retroscena che, altrimenti, con ogni probabilità sarebbero rimasti inesplorati, o confinati in qualche sporadico flashback.
Oh, prima che mi dimentichi: Metánoia, nel Greco dei cristiani, significa "conversione".



A Oriana Fallaci

In memoriam.



Non appena l’ascensore lo ebbe portato al Primo Livello, sentì che la giornata buttava male.
La porta dell’ufficio del Ministro era spalancata, di certo: si sentiva la sua voce echeggiare di corridoio in parete. Avrebbe potuto raggiungere la propria méta ad occhi chiusi, affidandosi soltanto all’udito, a patto di non farsi confondere dal rimbombo.
Si incamminò a passo spedito, ostentando una spavalderia che non provava affatto. Avvicinandosi, gli parve di capire che il Ministro stesse dettando una Strillettera di reprimenda e distinse un martellio ritmico, quasi un rullo di tamburi, che sottolineava le frasi più incisive:
«”Non riuscite a trovare il Gigante”?! Che cosa vi serve, un Incantesimo alla vista o un ricovero al San Mungo? Vedete di trovarlo entro le prossime ventiquattro ore, se non volete finire a riordinare tutto l’Archivio senza bacchetta!»
Si bloccò sulla soglia, sgranando gli occhi: il braccio destro del Ministro gesticolava, accompagnando la dettatura, mentre il sinistro stampigliava timbri con foga su una minacciosa pila di pergamene; ad ogni colpo del pesante sigillo, il rotolo in cima decollava, ripiegandosi fino ad assumere la forma aerodinamica dei promemoria inter-uffici, e andava ad unirsi allo stormo che volava in cerchio nei pressi del soffitto. In quella, la Strillettera fu sigillata e prese a duplicarsi; lo sciame di cloni guadagnò la soglia, subito seguito dai promemoria, uno dei quali scese in picchiata verso la sua testa. Automaticamente, lo afferrò e lesse:



Circolare Organizzativa Generale

Da: Amelia Susan Bones

Ministro della Magia


A: Tutto il personale in servizio

OGGETTO: Ricomparsa dei Mangiamorte e riorganizzazione del Ministero

Colleghi,

l’associazione di Maghi Oscuri tristemente nota come “Mangiamorte”, che credevamo scomparsa insieme con il suo capo, è tornata in piena attività, tanto che ha osato irrompere nella sede stessa del Ministero. L’episodio in sé basterebbe a far palese la gravità degli errori commessi dalla precedente Amministrazione, che si è pervicacemente rifiutata di indagare sui sospetti di rinnovata attività della predetta associazione. Ma ancora più grave e preoccupante è il fatto che l’irruzione sia potuta passare inosservata: ciò mi costringe a dubitare seriamente della capacità del Ministero di affrontare questa nuova guerra.

1) Ciascuno di voi ha già ricevuto un questionario di autovalutazione sulla Difesa contro le Arti Oscure, la cui conoscenza è, ovviamente, fondamentale per combattere i Mangiamorte. Poiché, però, il tenore delle prime risposte pervenute fa temere che gravi carenze in materia siano ampiamente diffuse tra il personale, sono allo studio apposite iniziative di formazione. Auspico che, entro la fine dell’anno, ogni dipendente del Ministero possa dirsi in grado di affrontare un duello contro un avversario anche piuttosto versato nelle Arti Oscure; se così fosse, certo si ridurrebbe il costo di vite umane che ogni guerra comporta.

2) Poiché lo sforzo bellico – mi sembra quasi superfluo ricordarlo – deve essere considerato necessità suprema della Nazione, è necessaria una riorganizzazione radicale del Ministero, al fine di assicurare un’allocazione ottimale delle risorse umane e strumentali. Pertanto:

a) tutti gli Uffici attualmente esistenti debbono considerarsi disciolti, con le sole eccezioni degli Auror e della relativa Scuola, dell’Ufficio per l’Applicazione della Legge sulla Magia e del Wizengamot. Gli Uffici disciolti proseguiranno le attività in corso, operando in regime di ordinaria amministrazione, finché non saranno state istituite le nuove strutture e individuate le relative dotazioni organiche;

b) mantengo, provvisoriamente, la carica di Direttore dell’Ufficio per l'Applicazione della Legge sulla Magia, onde attuarne il riassetto integrale, richiesto dalla necessità di prevenire e reprimere le azioni dei Mangiamorte senza, per questo, trascurare la criminalità comune, che potrebbe approfittare del clima di insicurezza generale;

c) l’Ufficio Misteri, com’è noto, dipende direttamente dal Ministro; ciononostante, gli Indicibili hanno ritenuto di non poter soddisfare la mia richiesta di informazioni dettagliate sulle attività in corso, adducendo “ragioni di riservatezza” non meglio precisate. Pertanto, ordino che l’Ufficio in parola cessi ogni attività, con effetto immediato, finché non si sarà provveduto a riorganizzarlo o a sopprimerlo definitivamente. La prosecuzione di singole attività potrà essere autorizzata soltanto su richiesta dell’Indicibile responsabile, che, oltre ad illustrarne in dettaglio natura e obiettivi, dovrà altresì comprovare la sua utilità e rilevanza per lo sforzo bellico nazionale, nonché il danno che esso potrebbe subire in forza di un’interruzione dell’attività stessa;

d) la recente irruzione dei Mangiamorte ci costringe a riconoscere gravi lacune nel sistema di sicurezza del Ministero; istituisco, perciò, un Ufficio per la Sicurezza Interna, indipendente da ogni altro, con il compito precipuo di rivedere le misure difensive attualmente in uso e di assicurare la massima protezione sia alla sede del Ministero, sia alla sua attività e ai relativi flussi documentali.

3) Il comportamento irresponsabile della precedente Amministrazione ha gravemente compromessa la fiducia nel Ministero, che, quindi, rischia di non riuscire a guidare uno sforzo bellico cui la Nazione è del tutto impreparata. Se vogliamo che ogni casa, ogni famiglia e ogni coscienza si trasformino in altrettanti fortilizi contro i Mangiamorte, dobbiamo bensì evitare che si diffonda il panico, ma, soprattutto, convincere la Nazione della nostra sincerità. Affinché si sappia che il Ministero è in grado di riconoscere insuccessi ed errori e che non cerca di tenerli nascosti, ma, al contrario, sa correggerli e punire i responsabili, istituisco l’Ufficio per la Trasparenza e la Comunicazione Esterna, che sostituirà tutte le strutture attualmente addette ai rapporti con la comunità magica e curerà altresì il controllo interno sulle attività in corso.

Confido che ciascuno di voi continuerà a svolgere il proprio lavoro in modo alacre, sereno e fruttuoso.

 

Amelia Susan Bones

Ministro della Magia

 

(Firma apposta con timbro personale, ai sensi del Decreto sulla Redazione e Formazione degli Atti Legislativi e Amministrativi, art. 250)


Rufus Scrimgeour alzò lo sguardo dalla pergamena e incontrò quello di Amelia Bones, che, con una smorfia, si stava massaggiando il bicipite sinistro. Il timbro taceva.
«Rufus! Entra, ti prego! Spero di non averti fatto aspettare.»
«Niente affatto, Amelia. Solo il tempo di leggere la mia copia della circolare.»
Il neo-Ministro non si alzò per accoglierlo, limitandosi ad indicargli la sedia di fronte alla scrivania, mentre, con pochi, efficienti tocchi di bacchetta, rimetteva al lavoro il timbro e indirizzava un plotone di Penne Prendiappunti verso la pila di fascicoli personali che torreggiava alle sue spalle.

Tacquero entrambi, mentre le ultime copie della circolare finivano di ricevere il timbro e le Penne, alacri, cominciavano a stendere richiami disciplinari a tutta velocità.

Rufus sentiva uno strano nodo allo stomaco.

Finalmente, l’ultima copia decollò e il timbro tacque. Amelia lo fissò. «Avrei potuto timbrarle tutte con la magia fin dall’inizio, naturalmente, ma sentivo il bisogno di pestare qualcosa. Mi capisci, Rufus?»
«Perfettamente. E’ successo anche a me, negli ultimi giorni.»
«Devo forse dedurne che non mi porti alcun risultato?»
Scrimgeour si fece cremisi per la collera e la frustrazione, ma ingoiò le lamentele (fondate, fondatissime) sugli Uffici che non collaboravano e si concentrò sull’obiettivo: salvare la propria carriera.
«No, Amelia. Nessun risultato concreto.»
Il Ministro scosse il capo. «Lo immaginavo, purtroppo. Il tuo Ufficio, Rufus, non ha ottenuto grandi risultati, negli ultimi quindici anni.»
Il Direttore dell’Ufficio degli Auror fece per protestare, ma Amelia lo zittì con un semplice cenno: «Pensa soltanto a questo: chi avrebbe dovuto sorvegliare i Mangiamorte? Parlo di quelli riabilitati e scagionati. Com’è possibile che ci siamo trovati Macnair come collega e Lucius Malfoy come ospite fisso del mio predecessore?»
Rufus trattenne una risposta secca sul groviglio di competenze – che Amelia conosceva bene quanto lui – e tacque.
«Non parliamo, poi, degli evasi da Azkaban. O devo forse ricordarti che Sirius Black, l’uomo più ricercato di tutto il Mondo Magico, è arrivato tranquillamente nell’Ufficio Misteri, dove è morto, per giunta combattendo al posto vostro? Perché si dà il caso che, quella sera, gli Auror fossero fuori a cena!»
«Suppongo di doverti ringraziare, per aver mantenuto il mio Ufficio in vita.» A volte, una risposta sfacciata salvava la situazione.
«Supponi giusto. Anche se non avevo molta scelta: siete i migliori combattenti del Mondo Magico. Certo, vista la cronica mancanza di risultati apprezzabili, mi chiedo come potremo vincere questa guerra.» Lo squadrò con aria critica.
Scrimgeour estrasse un grosso rotolo di pergamena, scritto a mano su entrambe le facciate. «Qui troverai un mio progetto di riorganizzazione dell’Ufficio. Al momento, il venti per cento del tempo di un Auror è speso dietro la scrivania; io voglio i miei uomini sul campo, non importa quanti scribacchini dobbiamo sottrarre ad altri Uffici.»
«Bene, è un inizio.» Amelia spedì il rotolo in uno dei tanti cassetti della scrivania. «Ho avuto qualche idea anch’io. Riorganizzare la sicurezza interna, per esempio.» Rufus assentì. «O richiamare gli Auror in pensione.»
«Qualche rinforzo farebbe senz’altro comodo.»
«Non ne dubito, ma pensavo di destinarli alla Scuola per Auror.»
Scrimgeour la fissò, sorpreso: la Scuola, in quel momento, era priva di allievi.
Amelia gli indicò un angolo in ombra dell’ufficio: da una porta di servizio entravano fogli su fogli, che si ammucchiavano su un tavolo basso dove uno sciame di Penne Prendiappunti compilava statistiche.
«Quelle sono le risposte ai questionari di autovalutazione in Difesa. Sono arrivate quasi tutte, ormai. Ebbene, non l’avrei mai creduto, ma al Ministero lavora gente che non sa lanciare neanche un Sortilegio Scudo! Griselda Marchbanks mi sentirà!»
Rufus fischiò: era un bel guaio. «Se vogliamo rimediare, in qualche modo, hai ragione tu, l’unica struttura adeguata è la Scuola. Dovremo organizzare alcuni corsi… Quelle Penne redigono statistiche anche sulle risposte alle singole domande?» Cenno di assenso. «Bene. Allora dovrebbe essere semplice organizzare, che so, tre corsi: Di Base, Intermedio e Avanzato.» Sorrise, sentendosi di nuovo sicuro di sé: come ogni buon Auror, sapeva pensare molto in fretta.
«Tieni conto che stiamo parlando di circa duecento persone.»
«Duecento…? Rischiamo di paralizzare il Ministero!»
«Lo so bene, ma non c’è altro da fare: non abbiamo più Gira Tempo e pare che siano complicatissime da fabbricare. Inoltre, molti Uffici saranno soppressi, quindi può anche darsi che l’attività non ne risenta troppo.»
«Molto bene. Vedrò di trovare i locali, perché quelli della Scuola non bastano di certo.»
«Prova con le vecchie aule di giustizia: non le usa nessuno e di certo sono spaziose.»
«Buona idea, Amelia.»
«Perfetto. Non appena saranno complete, ti spedirò le statistiche, così potrai organizzarti al meglio. Intanto, eccoti gli insegnanti.» Un colpo di bacchetta su un rotolo vergine lo trasformò in un ordine di servizio:

 

Per ordine del Ministro della Magia

 

Tutto il personale in quiescenza, già inquadrato presso l’Ufficio degli Auror e/o la relativa Scuola, è richiamato in servizio, con effetto immediato.

Sarà cura del Direttore del predetto Ufficio, Rufus Scrimgeour, comunicare agli interessati le mansioni cui saranno adibiti.

 

Amelia firmò e aggiunse: «Oh, prima che mi dimentichi… Non assegnare incarichi ad Alastor Moody.»
«Giusto. Non credo che abbia voglia di riprovarci, con l’insegnamento.»
Risero entrambi, un po’ nervosi.
«Vero. Ma la ragione principale è un’altra: per lui ho in mente la Direzione dell’Ufficio per la Sicurezza Interna.»
«Cosa!? Ma ci farà ammattire tutti quanti!»
«Lo spero» ribatté Amelia, con calma glaciale. «Preferisco cento allarmi falsi ad un solo allarme che non scatta quando dovrebbe. Quindi, un paranoico come Malocchio mi sembra perfetto per l’incarico. Hai qualche altro nome, Rufus?»
Scrimgeour esalò un lungo respiro inorridito, rassegnandosi. «Alastor avrà la piena collaborazione di tutti noi.»
«Magnifico. Credo che questo sia tutto. Torna pure al lavoro, Rufus. Alle quattro, però, ho un appuntamento con Silente: vorrei che partecipassi anche tu. Dopotutto, dobbiamo assicurare la massima protezione a Hogwarts e Hogsmeade.»
«Ci sarò» le assicurò il Direttore dell’Ufficio degli Auror, che uscì appena più sereno di quando era entrato. D’accordo, ne usciva ancora in sella e con buone probabilità di vedere finalmente risolti tutti gli intoppi burocratico-organizzativi; ma quella vittoria rischiava di trasformarsi in una condanna più grave. Il Ministro, l’opinione pubblica, tutti si aspettavano risultati. E forse li avrebbe ottenuti, ma forse no.
Molto preoccupato, ma deciso a mettere i propri uomini alla frusta, Rufus si diresse all’ascensore.

Amelia crollò all’indietro contro lo schienale della poltrona, sentendosi esausta, e chiuse gli occhi. Non dormiva da tre giorni, da quando si era ritrovata al posto di Caramell.
Un colpo di tosse discreto la riscosse dal meritato riposo. «Sì?» Una figuretta minuta si stagliava sulla soglia. «Oh, Griselda! Entra, accomodati.»
Griselda Marchbanks era un burosauro di annata, sopravvissuta a centinaia di crisi, purghe, lotte intestine e rimpasti ministeriali: né la caduta di Caramell né la rivoluzione che Amelia Bones stava scatenando l’avevano colta alla sprovvista. Infatti, passò subito all’offensiva:
«Buongiorno, Amelia. Immagino che tu mi abbia convocata per discutere il futuro del mio Ufficio?»
Il Ministro si strofinò gli occhi, ricacciando indietro il sonno. «Anche, ma non solo. Per prima cosa, vorrei parlare del suo rendimento.» Accennò alla pila di questionari, ormai quasi completa. «Puoi spiegarmi per quale motivo una buona metà degli impiegati del Ministero – gente che è uscita da Hogwarts con GUFO e MAGO in saccoccia – confessi gravi carenze in Difesa contro le Arti Oscure? Che lavoro ha fatto la Commissione Magica d’Esame, negli ultimi vent’anni?»
La Marchbanks non batté ciglio: aprì la valigetta di cuoio e ne estrasse un grosso volume, rilegato in pelle nera. «Cinque anni fa, il mio Ufficio ha elaborato questo dossier sul sistema di istruzione, formulando diverse proposte di riforma, cui, peraltro, il tuo predecessore non ha ritenuto opportuno dar seguito alcuno. In particolare, abbiamo chiesto di essere coinvolti nel processo di reclutamento e selezione del personale, da cui, come ben sai, siamo completamente esclusi.»
Amelia annuì e diresse quella mostruosità burocratica in un altro dei suoi tanti cassetti.
«Ora, Amelia, non c’è bisogno che ti ricordi che ogni Ufficio recluta il personale in piena autonomia e stabilisce propri requisiti di ingresso; lasciamo perdere il caso dei trasferimenti…» Fece una pausa significativa: conoscevano entrambe quel sottobosco di raccomandazioni, promozioni e scaricabarile velati. «Pensiamo ad un giovane che è appena uscito da Hogwarts, con un GUFO o un MAGO, poco importa. Sì, ho detto uno: come tu sai, ci sono tanti GUFO e MAGO quante sono le materie, non è prevista alcuna forma di giudizio complessivo. Questa è un’altra delle storture contro cui mi batto da anni, perché ci porta ad assumere gente che conosce bene anche una sola materia: quella richiesta dall’Ufficio in cui vuole entrare. Eppure, questa stessa gente non avrà difficoltà a trasferirsi in qualsiasi altro Ufficio!»
«Uno studente impreparato nella maggior parte delle materie non dovrebbe uscire da Hogwarts.»
«Vero. Dovrebbero pensarci gli esami interni alla Scuola e, per lo più, va proprio così. Anche se, al quinto anno, non è previsto uno scrutinio di ammissione ai GUFO – che, secondo me, sarebbe utile – i candidati mostrano una preparazione adeguata in quasi tutte le materie.»
«Quasi, eh?»
«Quasi. Il problema è proprio Difesa. Gli insegnanti cambiano di anno in anno, così gli esami interni non garantiscono granché. Normalmente, possiamo fidarci del fatto che, nei primi quattro anni, il collega svolga il programma con ordine e verifichi la preparazione dei propri studenti; con Difesa, gli studenti sono reduci da cinque insegnanti diversi, ciascuno con il proprio metodo e, spesso, con il proprio programma. Gli esami di fine anno, in queste condizioni, non sono omogenei, perdono quasi significato, parlano più dell’insegnante che dello studente!»
«Capisco,» rispose Amelia, temendo che la Marchbanks si accalorasse troppo.
«Scusa se mi scaldo. Sai da quanti anni combatto con questo stato di cose? Ho costretto i commissari a studiarsi i compiti in classe di ogni singolo candidato al GUFO di Difesa!»
«Un’ottima idea. Che frutti ha portato?»
Griselda inarcò un sopracciglio. «Nel dossier troverai le statistiche sugli ultimi quarant’anni di attività: mai, in nessuna materia, la percentuale di bocciati è scesa sotto il trenta per cento. A Difesa si mantiene stabile, intorno al trentotto.»
«Oh.»
La Marchbanks vide che Amelia cominciava a sentire il peso della stanchezza e ne approfittò per sferrare il colpo finale: «Incrocia i dati del questionario con i fascicoli personali: le schiappe – passami il termine – non hanno mai preso un GUFO in Difesa. Anzi, probabilmente non ne hanno nessuno: cinque anni fa, il 9,6% del nostro personale era sprovvisto di titoli di studio!»
L’informazione sortì l’effetto desiderato. «Ti ringrazio, Griselda. Parla con Rufus, alla prima occasione: l’ho incaricato di rimediare a queste carenze in Difesa, potresti dargli una mano. E penso che sia ora di mettere mano al reclutamento del personale, ai trasferimenti e alle progressioni in carriera.»
«Nessuno è più d’accordo di me!»
«Ne sono lieta… Ah, Griselda, ancora una cosa: vorrei che tu rientrassi nel Wizengamot. I criminali da processare non mancheranno di certo.»
«Be’, adesso che Silente è stato reintegrato nel ruolo di Stregone Capo, posso certamente ritirare le mie dimissioni.»
Ma Amelia scosse il capo. «Temo proprio di no, visto che sono state accettate. Per rientrare, dovrai seguire la trafila ordinaria.»
«Cosa!?» Protestò la Marchbanks, sinceramente indignata. «Vorresti farmi fare tre anni come Cancelliere? Alla mia età e con la mia esperienza?»
«Vedremo di limitarci ad un processo soltanto, dopodiché potrò promuoverti per “meriti insigni”. Più di così non posso fare.»
«Immaginò di no» commentò Griselda, scura in volto. «Certo, Grogan Stump…»
«…ha stabilito queste regole» la interruppe Amelia Bones. «E, già che ci siamo, Griselda: per favore, risparmiaci la tua passione per le lingue morte. Non voglio vedere verbali in Latino…»
«In Law-French, semmai. E sono perfettamente legali.»
«Non ha la minima importanza! Chi vuoi che li capisca più?»
La Marchbanks si schiarì la gola in modo terribilmente professorale. «Grogan Stump ha pensato anche a questo, sai?»
«Ah sì?»
«Ma certo. Una volta risolto il problema di classificare le Creature Magiche e riconosciuto a molte di loro il diritto di collaborare alla formazione delle leggi, è chiaro che queste leggi dovevano essere scritte in un linguaggio comprensibile anche ai non-Maghi.»
«Conosco la storia, grazie.»
«Non ne dubito. Ma forse non ricordi che Grogan ha, bensì, permesso la redazione degli atti ufficiali in Inglese – la lingua umana più nota tra le Creature Magiche – però non ha affatto vietato di scriverli in Latino, o in Law-French, o in altra lingua tradizionale.»
«Insomma, legalmente non posso impedirtelo, giusto?»
«Giusto.»
«Controllerò, Griselda. Controllerò con molta cura. Ti farò sapere nei prossimi giorni.»
«Molto bene. Se, per adesso, non c’è altro,…»
«No. Va’ pure e buon lavoro.»
«Grazie. Anche a te.» E Griselda Marchbanks uscì, mantenendosi impassibile, a dispetto della soddisfazione che provava: poteva dirsi certa di aver salvato il proprio Ufficio. Cosa importava se avrebbe dovuto affrontare tagli e trasferimenti di personale? Aveva buone probabilità di realizzare – finalmente! – le riforme che più le stavano a cuore!
E il suo migliore alleato, Albus Silente, era di nuovo in sella…
Sorrise. Le cose non sarebbero potute andare meglio.

 

L’ottimismo della Marchbanks, quella mattina, era una nota isolata al Ministero, come isolata rimase la compostezza del Responsabile dell’Archivio – ospitato nei sotterranei, accanto alle vecchie aule di giustizia - che, impugnata la piuma, seppe vergare tre rotoli che illustravano il molteplice contributo del suo Ufficio allo sforzo bellico, contributo che una massiccia riorganizzazione avrebbe permesso di accrescere anche se la pianta organica fosse stata ridotta di dieci unità. No, quel giorno, ottimismo e compostezza erano merci rare, negli Uffici: l’uragano Bones le aveva spazzate via.
Anche il Primo Livello, che ospitava gli Uffici di diretta collaborazione del Ministro, non era il tranquillo occhio del ciclone che soleva essere in occasioni consimili: completamente ignorato dalla circolare, temeva di essere ridimensionato o, al contrario, costretto ad un ruolo di primo piano, ma anche di prima linea. Di scrivania in scrivania, correvano le voci più disparate sulle intenzioni del Ministro, mentre anche i meglio informati non riuscivano a capirci più niente. E, con il passare dei minuti, l’apprensione montava.
I Livelli inferiori non erano da meno: chi temeva il superlavoro (Applicazione della Legge sulla Magia), chi, peggio ancora, la soppressione e i nuovi incarichi (Cooperazione Magica Internazionale), o addirittura il licenziamento in tronco (Giochi e Sport Magici).
Di ufficio in ufficio, di Livello in Livello, la fama dell'Amelia Bones riformatrice scorrazzava per tutto il Ministero e il moto ne accresceva la forza, come se fosse stata un gigantesco ciclone.
«Il Ministro? E’ una dura, amico, durissima.»
«Ha appena fatto frustare quattro impiegati che avevano tardato un paio di minuti a consegnare un rapporto.»
«No, erano sei dirigenti.»
«Macché, sette Auror, vorrete dire!»
«Frustati? Questo è niente! Avete saputo di quello che ha fatto cucinare in crosta? E poi lo ha licenziato!»
«Chi, quello che si era portato uno spuntino in ufficio?»
«No, no, quello è finito a dar la caccia al Gigante…»
«E a ricevere una Strillettera.»
«Di licenziamento, senza dubbio.»
«Non mi stupirei se sopprimesse l’intero Ufficio.»
«Dicono che perfino gli Auror si siano salvati per un pelo.»
«Avete letto la circolare? Deciderà lei il destino del nostro lavoro.»
«Anni di onorato servizio, e di colpo mi trovo a non sapere cosa farò domani!?»
«Se farai qualcosa.»

In un Ufficio soltanto ferveva un’attività intensa: era l’Ufficio su cui la circolare colpiva più duro. Al Nono Livello regnava il panico vero e proprio. Ogni Indicibile cercava il proprio superiore, conciliaboli concitati fiorivano in tutti gli angoli, quasi sempre con lo scopo di decidere il da farsi; molti erano indaffarati a nascondere o distruggere le prove di attività illegali o comunque compromettenti. Un gruppo di temerari stava addirittura pensando di sottoporsi ad una raffica di Incantesimi di Memoria, una volta distrutti i documenti: erano, naturalmente, i responsabili del progetto più segreto e più illegale della storia dell’Ufficio, nome in codice “DP”. In mezzo a questo caos frenetico, pochi volenterosi sudavano sulle istanze previste dalla circolare, sforzandosi di vincere l’abitudine alla segretezza.

Tre «Urrà!» raggelarono tutte le attività.

Altrettante pergamene, levatesi in volo, recavano le prime istanze verso l’empireo.

Sui malcapitati autori, rei di esultare nella comune sventura, piombò una raffica di sguardi raggelanti. Avessero almeno avuto il buon gusto di vergognarsi! Crumiri! Traditori!

Così, nessuno notò che stava spiccando il volo anche una quarta pergamena, destinata a scatenare l’ira funesta di Giove.

 

Amelia Bones scorse soddisfatta le tre istanze degli Indicibili, ripromettendosi di esaminarle con cura alla prima occasione; ma l’incipit della quarta pergamena riuscì a sbalordirla dapprima, a farla infuriare poi.

Egregio Ministro,
temo che la Sua cosiddetta “circolare organizzativa generale” non sia suscettibile di applicazione…


E giù uno sproloquio sul fatto che una circolare non può revocare i Decreti, tantomeno quelli che istituiscono gli Uffici, e neppure sospenderli, e comunque l’Ufficio Misteri godeva di autonomia fin dalla sua istituzione. Era sottinteso, tra i cavilli e l’ironia, un “Chi si crede di essere, Lei, per tartassarci i coglioni a ‘sto modo?
Il viso contorto dalla rabbia, Amelia afferrò piuma e pergamena, cominciando a scrivere furiosamente.

Un rumore improvviso azzittì tutti gli Indicibili. Non fecero neanche in tempo ad alzare gli occhi, che già un stormo di pergamene invadeva tutte le stanze, spiegava le ali, si affiggeva alle pareti.

 

Decreto del Ministro della Magia

 

Questo Ufficio, il suo personale, tutte le sue attività e l’intera documentazione debbono considerarsi sottoposti ad ispezione ministeriale di primo grado, ai sensi del Regolamento Generale sui Poteri Ispettivi e di Vigilanza, art. 25, con effetto dall’affissione del presente Decreto.

Di conseguenza:

  1. locali e documenti sono sigillati magicamente, in modo tale che sia impossibile manometterli;
    2.il personale deve considerarsi sospeso dalle funzioni e dallo stipendio, in quanto passibile di inchiesta disciplinare, finché non sia altrimenti disposto;
    3.le richieste di prosecuzione delle attività, predisposte e/o inoltrate ai sensi della mia Circolare Organizzativa Generale di cinquantotto minuti fa, saranno esaminate nel corso delle visite ispettive; qualora l’Indicibile responsabile del progetto non sia in grado di illustrarle o di sostenerle, esse dovranno ritenersi improcedibili e non potranno essere ripresentate.

 

Firmato:

Amelia Susan Bones

Ministro della Magia

 

Prima ancora che gli Indicibili, attoniti, riuscissero a cogliere la portata dell’uragano Bones, che li aveva investiti con l’arma più potente di tutto l’arsenale ministeriale, esso uragano assunse forma fisica e tangibile. Le porte dell’Ufficio si spalancarono per accoglierlo.
Avviluppati in lunghi mantelli neri, più raggelanti dei Dissennatori, i leggendari Inquisitori del Ministro facevano il loro ingresso nell’Ufficio Misteri; alla loro testa, marciava Amelia Susan Bones in persona, decisa a stroncare senza indugio la fronda interna.
Quella processione lugubre, malaugurate, era chiusa da due figure talmente incongrue e variopinte che, per un momento, gli Indicibili non seppero identificarle; poi, una di loro prese a scattare foto a raffica, mentre i lampi del flash illuminavano un ghigno omicida sul volto del Ministro.
«Signore e signori,» esordì Amelia, «vi presento il primo Direttore dell’Ufficio per la Trasparenza e la Comunicazione Esterna! Mi è parso opportuno offrire a tutto il Mondo Magico un segno concreto della nostra incrollabile volontà di trasparenza; segno che, in verità, è duplice, potendosi ravvisare sia nella stessa persona del Direttore» accennò un inchino «sia nella sua presenza qui, in quest’occasione triste, e tuttavia storica.»
Rita Skeeter piegò appena il capo, ma il gesto non valse a mascherare lo scintillio avido degli occhi, ansiosi di scandagliare centinaia di documenti segretissimi.
Tra i bagliori incessanti del flash, gli Indicibili riuscirono solo a scambiarsi occhiate inorridite.
I più colpevoli di tutti trassero un intimo e sacrosanto sospiro di sollievo: erano riusciti a distruggere tutto appena in tempo! Con un po’ di fortuna, nessuno avrebbe mai scoperto nulla nel Progetto DP; il quale, essendo un essere senziente, era immune dalle magie ispettive e se la sarebbe cavata benissimo, anche senza la loro sorveglianza. Un giorno, chissà, avrebbero potuto riprendere il lavoro interrotto….


Note:
so bene che è insolito suddividere un prologo in due parti, ma questo sta raggiungendo una lunghezza mostruosa. No, non è colpa della mia inguaribile verbosità. Non solo, almeno; gli argomenti trattati sono molti e piuttosto complessi.
Se anche voi siete rimasti delusi e pure un po’ schifati dal Ministero guidato da Scrimgeour, spero che apprezzerete la mia scelta di far sopravvivere Amelia Bones. In questa fic, Caramell si è comportato in modo più dignitoso, dimettendosi subito dopo aver annunciato il ritorno di Voldemort (fine del quinto libro), così Amelia è diventata Ministro e questo le ha evitato la sorte riferita nel cap. 2 de
“Il Principe Mezzosangue”.
Vi siete mai chiesti in che modo reclutino il personale? Soprattutto considerato che Bertha Jorkins, per comune consenso un caso clinico, non è stata licenziata, come vorrebbe il buonsenso, bensì scaricata da un Ufficio all’altro, a guisa di peso morto? Bene, qui ci sono le mie risposte. Spero tanto che non rispecchino il canone, ma temo che le informazioni di cui disponiamo le rendano
molto plausibili.

Grogan Stump, di cui Griselda Marchbanks è un’ammiratrice fanatica, è stato un Ministro molto popolare, noto soprattutto per aver risolto il problema della classificazione delle Creature Magiche. Ho immaginato che, una volta chiarito quali di esse avessero il diritto di partecipare alla vita politica della comunità magica, egli si sia posto anche il problema della lingua ufficiale dei Maghi. Di qui il Decreto che gli ho fatto escogitare e che, per fortuna vostra e mia, non pubblico qui, ma all’indirizzo http://xoomer.alice.it/jfk84/Fanfiction_Extra/De%20Instrumentis%20in%20Curia%20Magorum%20conficiendis.doc. Mi scuso per la scarsa qualità del Latino.
Il Law-French è uno strano gergo, simile al Francese, che è stato la lingua ufficiale dei giuristi, nell’Inghilterra Gabbana, fino all’Ottocento. Niente di strano che la Marchbanks si comporti come un’accesa conservatrice e ne pretenda il mantenimento.
E, a proposito di Griselda, ricordate le sue dimissioni dal Wizengamot e la protesta che “Hogwarts è una scuola, non una succursale dell’ufficio di Caramell”? Ci ho ricamato un po’ sopra ed ecco a voi gli Inquisitori del Ministro, temutissimi super-ispettori dai poteri tanto rari quanto raramente usati, tanto che su di loro si raccontano leggende. Nere, naturalmente. Meditateci sopra, per un momento, e capirete perché Caramell abbia scelto di nominare la Umbridge “Inquisitore Supremo”.

Un’ultima domanda: ma cosa diavolo fanno all’Ufficio Misteri?

La risposta alla prima occasione…

  
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