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Autore: neme_    20/03/2012    7 recensioni
Dieci one shot in linea con la canzone che li accompagnano. Dieci storie autoconclusive su Lavi, personaggio di D.Gray-man, e su Rukia, personaggio di Bleach. Perché anche il crossover può dare grandi soddisfazioni.
01. Grace Kelly [ ~ perché non ti piaccio? ]
02. Minuetto [ ~ lo voglio non lo voglio ]
03. Oggi sono io [ ~ non voglio più nascondermi ]
04. Knocking on the mind [ ~ allora, ho indovinato? ]
05. S.E.X. [ ~ dovunque tu sia stata, mia metà ]
06. Shy [ ~ come la definiresti? ]
07. Dear God [ ~ ho bisogno di avere fede in te ]
08. Uso [ ~ perché la nostra promessa non diventi una bugia ]
09. Cirano [ ~ per sempre tuo, per sempre Lavi ]
10. To the end [ ~ perché a parte l'amore non posso offrirti altro ]
[raccolta][crossover][het][LaviRuki][song-fic]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuchiki Rukia
Note: Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolino; è la prima volta che aggiorno così tardi. Solitamente aspetto il giorno dopo se finisco così tardi di scrivere, ma stavolta non so, muoio dalla voglia di aggiornare. Forse perché questa raccolta mi sta prendendo più del dovuto. E va bè. La canzone che è capitata questa volta è Oggi sono io di Alex Britti -c'è anche una versione di Mina- che per Bookman è azzecatissima, sia fatta santa la modalità casuale. È come se questa canzone mi avesse permesso di svelare ogni piccola insicurezza che ha un ipotetico Bookman innamorato, con tutti i suoi conflitti e desideri alle prese con una Rukia che, fortunatamente, non ha bisogno di molte parole. Fortunatamente è abbastanza perspicace, la Kuchiki.

Ribadisco che questa raccolta si affida alle canzoni e non segue pertanto una precisa linea temporale, dunque qui non è segnato da quanto i due si conoscano. E non c'è molto da dire questa volta. Se non che ringrazio infinitamente M e g a m i, Ookami san e Sakuragi145 per aver inserito la raccolta tra le preferite, e KayeJ, Shaila Light e RedCherryFresh per averla inserita tra le seguite! Ringrazio ovviamente quelli che hanno lasciato un segno del proprio passaggio, mi fa sempre un enorme piacere sapete cosa ne pensate, soprattutto su un genere non molto quotato! Grazie infinitamente e buona lettura!





[crossover Bleach/D.Gray-man][LaviRuki][angst][introspettivo][POV Lavi]





Dieci volte tanto





Oggi sono io





« Se le parole fossero una musica potrei suonare ore ed ore,
ancora ore e dirti tutto di me, ma quando poi ti vedo
c'è qualcosa che mi blocca e non riesco a dire neanche “come stai?”,

come stai bene con quei pantaloni neri, come stai bene oggi”,
come non vorrei cadere in quei discorsi già sentiti mille volte
e rovinare tutto. »


« Come vorrei poter parlare senza preoccuparmi,
senza quella sensazione che non mi fa dire
che mi piaci per davvero, anche se non te l'ho detto,
perché è squallido provarci solo per portarti a letto,
e non me ne frega niente se dovrò aspettare ancora
per parlarti finalmente, dirti solo una parola,
dolce più che posso, come il mare, come il sesso,
finalmente mi presento. »


« Dolce più che posso, come il mare, come il sesso,
questa volta lo pretendo, perché oggi sono io.
Oggi sono io. »

[ Oggi sono io – Alex Britti ]





Io la chiamo Ruki. Mi viene spontaneo chiamarla così, però in realtà il suo nome ha una vocale in più, si chiama Rukia. In qualunque modo la chiami è sempre lei, la donna con cui mi hanno messo in squadra, la mia partner. Ci siamo conosciuti in una circostanza non proprio lieta, anzi, è il frutto di un'ennesima guerra. Ma questa guerra mi sta regalando delle esperienze che non avrei mai immaginato. Tutte le guerre sono uguali, sono orribili, eppure mi è capitata Rukia. Lei è così bella e soprattutto così sincera. Non mi ha mai nascosto i suoi pensieri, i suoi ideali e i suoi dubbi. È molto riservata ma ormai ci conosciamo da un bel po' e si è creato un rapporto strano, è qualcosa di più dell'amicizia ma non è nemmeno amore. Voglio dire, penso che lei la veda così. Io non so più come vederla.

I giorni passano, tra una missione e l'altra, e Rukia, Ruki, passa molto tempo con me. Mi porta il caffè quando sono al lavoro -non quello di esorcista ma di Bookman che mi porta a stare ore ed ore sui libri senza neanche dormire e rischio di svenire per la fame e la stanchezza e per la mole di informazioni che raccolgo ogni giorno e ogni notte- nonostante le riserve degli inizi adesso si mostra anche più socievole con me, più aperta, è sempre bella, splendida, sorride e mi parla in tutta sincerità. L'ammiro molto. Lei ha qualcosa che io non ho mai avuto il privilegio di avere.

Rukia, Ruki, lei non è un'amica o una semplice partner. Credo di essermi messo in un gran casino. Come Bookman non dovrei sentirmi così attratto da lei, ma la cosa che più inquieta è che non è solo attrazione fisica. Non è solo tirare a indovinare il colore delle mutandine, immagino invece quale immenso piacere proverei ad abbracciarla, baciarla, sentire il suo corpo minuto addosso a me e dirle ogni giorno che è splendida così com'è. È qualcosa che va al di là della semplice attrazione fisica, non è sesso, è voler stare con lei indipendentemente da quale sia il momento, consolarla nei momenti tristi e condividere quelli felici, bere caffè insieme, averla sulle mie ginocchia e leggere con lei qualcosa in biblioteca. Non è sesso. Credo che Rukia, Ruki, mi piaccia davvero. È tremendo, non solo per la mia posizione di Bookman. Perché lei ha qualcosa che io non potrò mai avere.

Mi conosce come Lavi, ma non è il mio vero nome. Le parlo spesso dei posti che ho visitato nel corso delle mie registrazioni ma non le dico mai cosa ho fatto nel dettaglio durante queste ultime. Ho fatto cose orribili e non voglio che le venga a sapere, a prescindere, non perché ciò compromette la mia reputazione professionale. Mi conosce come Lavi ma non sa che è solo un nome, non mi identifica, non è mio. Lei invece ce l'ha, un qualcosa di suo, soltanto suo, che nessuno le può portare via. Questa è la prima grande differenza che c'è tra noi e che mi spinge a non dirle nulla, ad essere il solito Lavi di sempre che l'abbraccia, sì, ma non fa intendere mai certi intenti.

La vita di Rukia, Ruki, è stata costellata da infelicità ed ingiustizie. Me le ha confidate tutte lei. È cresciuta nella miseria, nella fame, nel terrore di vedersi uccisa da un momento all'altro per un pezzo di pane o dell'acqua, anche sporca. Anche da lei ci sono le stesse guerre che scoppiano qui, anche lei è stata vittima. Quando me lo ha raccontato mi sono sentito uno schifo. Mi sono rivisto in giro, col vecchio panda, a registrare, e siccome Bookman è un semplice spettatore non può interferire molto nel corso degli eventi. Ho perso il conto di quante persone ho lasciato morire per registrare, tutto quel sangue perso che poteva essere fermato, tutti quei lividi che si è beccato un bambino che potevano essere evitati. Mi vergogno sempre così tanto quando me lo racconta ma non glielo dico mai, perché uno che non ha nome non ha il diritto di vergognarsi. Lei ce l'ha un nome, ha qualcosa che io non potrò più avere.

Rukia, Ruki, è sincera. Si mostra per così com'è. Io invece... una volta non mi sarebbe importato. Adesso però per me conta, conta troppo perché si tratta di lei. Vorrei svelarle ogni cosa, dove sono nato, la mia infanzia, dirle senza preoccupazioni il mio vero nome e, perché no, togliermi la benda davanti a lei, svelarmi senza pensare a niente perché lei non mi rifiuterà, perché dovrebbe, sono stato sincero. Sarebbe molto più sensato se mi respingesse adesso. Lei neanche immagina quante cose le nascondo e questa situazione comincia a starmi stretta.

« Non farti prendere dalla guerra, stupido! Ai fini della cronaca, siamo diventati loro alleati solo per caso. Non ti ho insegnato ad essere imparziale in qualsiasi situazione? »

Sì, lo hai fatto, vecchio. Ma non è giusto.

« A Bookman un cuore non serve. »

Lo so. Ma non è giusto. Tutti ce l'hanno, perché noi non possiamo? Possiamo registrare comunque anche con un cuore, proviamoci, non ci costa niente. La storia avrebbe un aspetto così diverso se noi ci mettessimo il cuore. Ho accettato questo lavoro, mi piace tantissimo, io voglio diventare Bookman, amo il mondo, voglio scoprirlo, sapere tutto. Ma è importante anche Rukia, Ruki, adesso.

Voglio essere onesto con lei. Non nasconderle niente. Dirle che questa situazione mi fa paura perché lei mi piace, mi piace da morire, è così bella, così sincera, così Rukia. Perché lei ha un nome con cui si può identificare, nessuno le potrà portare via la propria identità o il proprio cuore, nessuno sarà mai come lei prendendo il suo nome. Al contrario, io non sono nessuno. Non è giusto, non è giusto per lei. E non è giusto nemmeno per me.

« Perché il quarantanovesimo io deve soffrire così? Non vuoi più diventare Bookman, “Lavi”? »

Voglio anche Rukia, Ruki. Perché non posso confidarle nulla? Non mi respingerebbe. Forse mi abbraccerebbe, magari lo facesse, così per me sarebbe più facile dirle quanto mi piace, non è amicizia, non è solo sesso, è qualcosa di più dolce, di più vero, ma io non posso darglielo perché sono l'esatto opposto della verità.

Però lei mi conosce come Lavi. Quando mi chiama, questo nome sembra diverso. Lavi, Lavi, Lavi. Sembra appartenermi. Forse è questo sentimento che come Bookman non dovrei provare che me lo fa percepire così, ma dopotutto che male c'è a pensarlo? Chiamami, Rukia, Ruki, chiamami ancora, dimmelo tu chi sono io, rendilo mio questo nome, rendimi speciale, rendimi vero, così che io possa dirti tutto quello che penso di te.

« Sai, Ruki, io in realtà mi chiamo... »

Voglio dirglielo, voglio dirglielo.

« E sono nato a... »

E ti ci porterò un giorno, tornerò a casa con te, con te avrà tutt'altri colori e sapori.

« E i miei genitori erano... »

Chissà se sono vivi, chissà se mi riconoscerebbero, chissà, scopriamolo insieme, Ruki, vieni con me.

« Ti ho detto queste cose perché... »

Voglio essere onesto con te. Sincero. Ma non potrò mai esserlo. Perché, perché? Non è giusto.

Vorrei chiederti di aiutarmi, Ruki, ma con che faccia te lo dico? Io non ho il diritto di fare niente, io che non ho un nome e uso un'identità fittizia, è uno schifo nei tuoi confronti. Se davvero un rapporto si basa sulla fiducia reciproca, allora ho perso in partenza, ma non è giusto. Rukia, Ruki, dimmelo tu, cosa dovrei fare?

Purtroppo nemmeno tu me lo puoi dire, non hai la risposta a tutto. E nemmeno sai, nemmeno immagini quanto mi senta in difficoltà e non posso dirtelo. Ci ho provato, credimi. Ho provato mille volte a farmi avanti. Però all'improvviso, proprio quando mi sono deciso, faccio un passo indietro e faccio una battuta delle mie, tornando al circolo vizioso che è il nostro rapporto, qualcosa di più dell'amicizia ma nemmeno amore. Tu cosa senti, Ruki? Dammi un indizio, così per me è più facile.

È una situazione che comincia a starmi troppo stretta. Ti vedo ogni giorno ed ogni giorno è sempre più dura. Perché sei così bella e sincera che è venuta voglia anche a me di esserlo, vedere se mi accetti per quello che sono. Poterti dire finalmente tutto quello che penso senza vergognarmi di nulla.

Facciamo un ultimo tentativo, Ruki? Se non funziona, getto la spugna. Se ti guardo negli occhi forse riesco a trovare la forza, se ti prendo le mani magari trovo le parole. Che buffo; io, Bookman, che non trovo le parole.

Voglio essere onesto. Sincero. Perché non è amicizia e non è solo desiderio sessuale quello che provo per te. La voglia che ho di averti fa solo da contorno e centuplica la voglia irrefrenabile che ho di confessarmi. Fosse facile. Ma ci devo provare, anche se sono indegno, io che non ho un nome, sono convinto che tu mi accetteresti. E se non lo facessi, incasserei con la coscienza pulita, almeno ci ho provato e sono stato io.

« Ruki. »

« Sì, Lavi? »

« Stai molto bene oggi. »

« Grazie. »

No, non così! Pessimo inizio! Devo andare dritto al punto e subito, un bel respiro, ce la devo fare, altrimenti sarà sempre più difficile.

« Senti, Ruki... ti va di chiacchierare un po? »

« Non ti seguo. Che è successo? »

« Ascoltami bene. »

« Non ti ho mai visto così serio, mi preoccupi. »

« Invece dovresti essere felice, perché oggi sono io che ti parlo. »

Si zittisce di colpo. L'ho spaventata. Forse ho sbagliato tutto, in realtà lei non vuole conoscermi. Sa della mia posizione da Bookman, per questo per un po' ha diffidato di me, ma pensavo fosse passato. E invece. Chi vuoi che si fidi di uno che non ha nome? Ho perso in partenza, stroncato sul nascere. Per evitare mille figuracce, ne ho fatta una colossale.

« Lavi. » mi chiama con un nome che non mi appartiene. Eppure quando lo dice sembra così vero, sembra mio. Mi prende le mani, le mie mani, come sei calda, Ruki, che tocco gentile. Toccami e chiamami ancora. Rendimi tu Lavi.

« Va bene così. »

« Ma non ho neanche iniziato. »

« Invece hai fatto anche troppo. Va bene così. Non ti sforzare, non ce n'è bisogno. »

« Adesso sono io che non ti seguo. »

« Lavi. So che metto in difficoltà la tua posizione di Bookman. »

« Ma no. Semmai, sono io che... »

« Tu non devi sentirti obbligato a fare nulla. Per me va bene anche così. »

« Ma... »

« Lavi. Va bene così. Tu vai bene così. Perciò, non dire niente. »

Lei aveva già capito. Perché è sincera e ha reso mio un nome che non mi appartiene. Oh, come l'ho sottovalutata. Pensavo che fosse così necessario svelarmi quando lei aveva già capito. E io, ancora più idiota, non mi ero reso conto di averglielo già detto.

Oggi sono io, Ruki, e anche domani, dopodomani, quando vorrai. Basta che tu mi chiami, e io accorrerò. Basta che tu mi prenda le mani e mi tranquillizzi come oggi, che io sarò il Lavi di sempre, il Lavi che tu hai accettato e che ti va bene anche così.

Rukia, Ruki, non so come ringraziarti. Tu che sei così bella e sincera, mi hai aiutato a svelarmi, a essere onesto.

« Non hai nient'altro da dire? »

« No, non oggi. Va bene così, Lavi. »

« Posso abbracciarti? »

« Non me l'hai mai chiesto. »

« Ruki. »

« D'accordo. D'accordo, Lavi. Se tu vuoi... »

Sì, lo voglio io. E grazie a te, Rukia, Ruki, posso farlo senza problemi. Mi vergogno ancora così tanto, ma tu intanto mi hai accettato, e non sai quanto ne sia felice. Io che non ho un nome posso toccare qualcuno che ce l'ha, abbracciarlo e respirare quel profumo bellissimo che solo una bella e sincera come te ha.

Oggi sono io, ma anche domani, dopodomani, quando vorrai, Ruki. Tornerò ad essere quel Lavi che tu chiami, che fa battute, ti abbraccia, ti fa sorridere e aspetta con ansia il tuo caffè. E tornerò a casa con te, un giorno, ti bacerò, ti terrò tutta per me, ti permetterò di custodire quel Lavi che sono io oggi. Ti dirò dove sono nato, chi erano i miei genitori, cosa provo davvero, cosa ti farei, cosa penso sempre di te. Ti dirò il mio vero nome.

Anche se a me va bene anche Lavi, ormai. Perché oggi sono io.

   
 
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