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Autore: Doe    20/03/2012    7 recensioni
Avevo finito di scrivere questa storia "Delena" l'anno scorso, ma per errore l'ho cancellata da EFP. Convincendomi che "non tutto il male viene per nuocere" ho deciso di revisionarla, ho apportato alcune modifiche e corretto eventuali errori e oggi ho deciso di ripubblicarla. Spero tanto che qualcuno decida di (ri)seguirla e lasciare anche solo un piccolo commento. Aggiornerò rapidamente.
La storia riparte dall'episodio 11 della seconda stagione di The Vampire Diaries, con Elena segregata in casa, con Damon a farle da "balia", e Stefan imprigionato nella cripta insieme a Katherine.
CONCLUSA.
Genere: Science-fiction, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Katherine Pierce, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena, Katherine/Stefan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7 - CALORE

 

Era mattina presto quando Elena si svegliò. Il sole, che brillava fuori dalla finestra aperta della stanza, proiettava i suoi caldi raggi sulle lenzuola bianche del grande letto e su due paia di gambe attorcigliate tra loro.

Elena non aprì subito gli occhi. Ad essere sincera aveva ancora sonno, ma la luce nella stanza l'aveva fatta svegliare e non c'erano molte probabilità che riuscisse a perdere nuovamente i sensi.

La giornata precedente l'aveva davvero spossata, si meritava un po' di riposo. Inoltre la sua pelle era riscaldata da uno strano calore, non il solito calore prodotto dalla coperta. Era un calore del tutto nuovo, ma al contempo così tremendamente familiare e piacevole...

Sapeva esattamente dove si trovava e con chi. Sentiva il corpo di Damon sotto il suo, avvertiva il suo petto cullarla ad ogni respiro, su e giù. Il respiro le sembrava regolare, come se Damon stesse dormendo, ma non ne era poi così sicura. Il calore che sentiva era quello delle sue forti braccia che la avvolgevano completamente, stringendola ancor di più a lui.

La testa poggiata alla base del collo di lui, l'orecchio ad ascoltare il battito del suo cuore.

Elena aveva sempre pensato che il cuore dei vampiri non battesse. Era la prima volta che testava la cosa, non lo aveva mai chiesto a Stefan, ne aveva provato a sentirlo. Lo aveva scoperto solo adesso, mentre era in dormiveglia, eppure non ne fu stupita. Forse, una parte di lei, l'aveva sempre saputo. 

Si lasciò comunque sfuggire un sospiro, mentre sorrideva, beandosi di quella pace tranquilla, di quel calore piacevole e della dolce serenità che regnava nella stanza.

Damon dovette accorgersene e capire che era sveglia, perché d'un tratto si ritrovò adagiata sul materasso, che risultava freddo e scomodo in confronto al bel corpo del vampiro, senza nemmeno un cuscino a sostenerle la testa. Il respiro regolare, il battito cardiaco con cui era ormai entrata in sintonia, il suo calore e il suo profumo inebriante... erano spariti.

Spaventata da quell'idea, si raddrizzò, sedendosi sul letto, e cercò Damon con lo sguardo. 

Lui era lì, ancora sul letto, rannicchiato in un angolo con il suo cuscino tra le mani, e la fissava con un'espressione da cucciolo impaurito.

No, aspetta un secondo. Damon un Cucciolo Impaurito?!, si ritrovò a pensare Elena, sgranando gli occhi. Sembrava una specie di colmo. 

<< Che succede? >>, chiese Elena esitante e un po' scombussolata.

<< Beh, mi sono allontanato e ti ho tolto questo >>, disse accennando al cuscino. << Sai, nell'evenienza che tu possa nuovamente tirarmelo addosso >>.

Allora Elena capì e scoppio in una gran risata, ricordando ciò che era accaduto, in quella stessa stanza, qualche mattino prima. Damon sorrise, vedendola ridere così di gusto e le si  riavvicinò, stringendola nuovamente a se e, tra i capelli di lei, le sussurrò: << Ne dovrei dedurre che non corro nessun rischio? >>.

Le risate di Elena frenarono, nonostante lei portasse ancora un sorriso sereno e divertito, sul volto.

Il contatto tra i corpi e il fiato freddo di Damon, che soffiava sulle spalle e sul collo di Elena, lasciate scoperte dalla semplice canottiera con bretelle sottili del pigiama, la fecero rabbrividire, risvegliando nel suo stomaco un moto di farfalle. Il suo corpo si riscaldò di nuovo e vero e proprio fuoco le divampò sulle guance.

<< Non sei freddo >>, osservò imbarazzata, dopo qualche minuto di silenzio. In realtà nemmeno il corpo di Stefan era freddo, ma non ci aveva mai fatto troppo caso, si rese conto.

<< Non sono freddo >>, confermò lui.

Elena non riusciva a guardarlo in viso, visto che la abbracciava di spalle, ma immaginò che avesse sul volto quel sorriso bellissimo, felice e sincero che ben poche volte aveva visto dipinto su di lui. Si sentì orgogliosa e onorata, nel rendersi conto che stava sorridendo grazie a lei, per lei

Le farfalle, nel suo stomaco, si esibirono in un'altra giravolta.

<< Come mai? >>

<< Come mai, cosa? >>

<< Credevo che il corpo dei vampiri fosse... freddo >>. Elena non riusciva davvero a capire perché, in un momento come quello, si soffermasse a parlare della temperatura corporea dei Non-Morti.

Damon sghignazzò.

<< Beh, questo è solo merito tuo >>, le sussurrò nuovamente fra i capelli.

Poi prese a giocherellare col suo braccio, tracciandovi linee immaginarie con le dita. Cercando di trattenere i fremiti e approfittando del fatto che Damon era alle sue spalle, Elena chiuse gli occhi.

<< La nostra temperatura corporea è di qualche grado inferiore rispetto a quella umana >>, spiegò Damon. << Ma quando siamo in contatto con qualcuno di voi ne assorbiamo il calore. Non credo sia poi così diverso da ciò che accade tra due umani. E più chimica c'è tra quelle due persone... più il calore è forte >>.  

Elena riaprì gli occhi e abbandonò la stretta di Damon solo per poter incrociare il suo sguardo.

<< Chimica? >>, ripeté, alzando un sopracciglio, divertita.

Damon sorrise malizioso. << Già, chimica. Attrazione... >>

<< Amore? >>, chiese Elena, sfidandolo con lo sguardo.

Damon ridivenne serio. <molto di più di semplice chimica>>.

Quegli occhi, talmente chiari alla luce del mattino, da sembrare trasparenti come ghiaccio, la incatenarono completamente a lui.

Elena non riuscì più a proferire parola.

Ma non fu necessario, perché fu Damon a continuare, dopo pochi istanti. La sua voce era ritornata dolce e sensuale.

<< Però, ti basta sapere che, ogni volta che ti sfioro, mi sembra di andare a fuoco >>.

Elena si aprì in un sorriso che le illuminò sia il viso che lo sguardo color cioccolato.

Sapeva benissimo che si stava comportando esattamente come una ragazzina alla sua prima cotta, e stentava a riconoscersi per questo. Le farfalle allo stomaco, il rossore alle guance, i giochi di parole e i sorrisi ogni volta che lui le diceva qualcosa di dolce, ne erano la prova. Ma non riusciva a farne a meno, era come più forte di lei. Come se la matura e razionale Elena Gilbert si fosse presa una vacanza o fosse rimasta a dormire tra quelle lenzuola, tanto perché sentiva di meritarsi del riposo, e al suo posto avesse mandato questa Elena ancora un po' bambina.

Era da prima che i suoi genitori rimanessero uccisi nell'incidente d'auto, che Elena non sorrideva in quel modo. E le sembrava incredibile che proprio Damon potesse farle quell'effetto.

Il vampiro sollevò una mano per posarne il palmo sulla guancia della ragazza, sfiorandola dolcemente.

<< Non sai quanto mi rende felice vederti finalmente sorridere. Non lo facevi da tanto... >>. La sua voce era miele puro e sembrava accarezzarla molto di più con essa che con il palmo della mano.

Ancora si meravigliava delle miriadi di personalità che erano presenti in Damon. Dentro di lei, sapeva che quel Damon - quello che le accarezzava la guancia, le sussurrava parole dolci o che la abbracciava trasmettendole calore - era il Damon innamorato. E si ritrovò a sperare ardentemente che lui non dovesse sentirsi più costretto ad indossare la sua maschera.

Si sdraiarono nuovamente sul letto, Elena tra le braccia di lui. Affondò il viso nel collo del vampiro e gli sussurrò: << Grazie >>.

<< Di cosa? >>

<< Di tutto. Di avermi abbracciata. Di avermi consolata. Di aver dormito insieme a me stanotte... >>

<< Senza nemmeno provare a sedurti >>, sottolineò Damon, sarcastico, e Elena gli diede una gomitata sullo stomaco, ridendo.

<< Cosa stavo dicendo prima che tu, molto sgarbatamente, mi interrompessi? >>, domandò divertita.

<< Mmh... Credo che tu mi stessi ringraziando >>, sogghignò soddisfatto.

<< Ma davvero? >>, fece Elena con finto stupore. << Naaa, ci deve essere stato un errore di comprensione! >>

<< Tu dici? >>, fece Damon, aprendosi in un ghigno terrificante.

Per un momento Elena ne fu davvero terrorizzata. Poi lui si avventò su di lei e iniziò a farle il solletico a velocità sovraumana. Elena riprese a ridere, questa volta fino alle lacrime, cercando di ritrovare il fiato per urlare a Damon di smetterla.

<< Da... Damon! Bastaaaaaa! >> Ma lui non era minimamente intenzionato a smettere.

<< E no, Mia Cara! Prima devi dirmi quello che stavi per dirmi! Su, avanti dillo. "Grazie" >>, disse Damon, rimettendo giù Elena che cercava di alzarsi dal letto, e scandendo bene l'ultima parola, sillaba per sillaba.

<< Mai! >>, urlò lei, tra una risata e una lacrima.

Damon sorrise. Era così tenace, così testarda, così orgogliosa... così simile a lui, in quei momenti.

Ma Elena era anche altruista e d'animo buono. Lui no.

Rattristato da quei pensieri, lasciò andare Elena che riprese fiato, cercando di mettere a freno le risate. 

Rimase dapprima incuriosito, poi letteralmente incantato, da una piccola lacrima che scorreva lenta sul viso di Elena, scendendo giù per lo zigomo e fermandosi per pochi istanti sulla sua guancia. D'impulso, Damon le si fece vicino e catturò quella minuscola goccia con le labbra, bramoso di sentirne il sapore salato, così simile al sangue.

Si rese conto del suo gesto solo dopo, quando vide gli occhi marroni di Elena spalancati, le guance purpuree e si accorse che aveva smesso di respirare.

L'allegria e la spensieratezza di pochi attimi prima, sembrò svanire nel nulla.

Ancora una volta c'era tensione.

A Elena sembrò che la se stessa razionale si fosse finalmente risvegliata, pronta a riprendere il suo posto.

<< Damon, io... >>, iniziò, non sapendo bene cosa dire.

Fece un respiro profondo e riprese, fissandolo negli occhi e ritrovando la sua forza. << Non voglio che tu pensi che io ho già fatto una scelta. E' vero, ho lasciato Stefan e non credo di provare per lui ciò che provavo prima. E anche se lui continua a ripetere di amarmi, a volte ne dubito. Ma è vero anche che sento ancora qualcosa per lui e che ciò che ho provato per tuo fratello non può essere cancellato così, da un giorno all'altro.

Così com'è vero che... io sento di provare qualcosa per te, Damon. Ma non posso stare con nessuno di voi due, finché non avrò fatto chiarezza dentro di me e capito cosa provo per entrambi. Mi dispiace. E scusami se mi sono comportata come una scema, stamattina e anche ieri sera, quando ti ho chiesto di restare con me... Non avrei dovuto, ma non so che mi è preso... E' stato da sciocca e da egoista, non volevo. Ti chiedo sc... >>

<< No, non scusarti di questo, Elena. Non scusarti di niente. Non devi farlo, hai capito? >>

Damon la fissava negli occhi, puntando su di lei tutta la potenza del suo sguardo. Il tono della sua voce era dolce e... comprensivo.

<< Non mi aspettavo assolutamente che tu avessi già preso una decisione. Lo sapevo, sta tranquilla. Sono stato io a volerti comunque rimanere accanto, non è colpa tua. E ti rimarrò accanto finché mi vorrai con te, va bene? >>

Damon era sincero.

Sapeva che Elena non avrebbe mai potuto prendere una decisione del genere così in fretta, se quello che provava per suo fratello era sincero. E Damon non aveva alcun dubbio sulla sincerità di quella ragazza.

E per quanto il pensiero che lei avrebbe potuto comunque scegliere di ritornare da Stefan, scatenava in lui una rabbia e una gelosia capace di uccidere qualunque comune essere umano avesse provato anche solo una piccola parte di ciò che provava lui, aveva deciso di mettere da parte il suo egoismo.

Almeno con lei, si era detto.

Elena accennò un sorriso, ma era ancora tesa. Nonostante le parole di Damon, manteneva le distanza, credendo che se avesse cercato ancora un contatto con lui, si sarebbe comportata da pura egoista.

Così fu Damon a cercare un contatto con lei, sfiorandole nuovamente la guancia con la mano.

<< E sono io a doverti ringraziare, Elena >>, disse. << Per aver ammesso di provare qualcosa per me, pur sapendo ciò che questo avrebbe comportato. Quindi grazie >>.

L'intensità con cui Damon fissava Elena negli occhi e le sue parole la stordirono completamente. Si immerse in quelle due pozze d'acqua senza più riuscire ad uscirne, senza più volerne uscire, come se stesse annegando e pregasse perché nessuno venisse a salvarla.

Annegava e non riusciva a desiderare niente di meglio.

O forse qualcosa sì.

Senza rendersene conto aveva preso ad alternare lo sguardo, spostandolo dagli occhi di Damon alle sue labbra e poi di nuovo ai suoi occhi, a intermittenza. Anche lui stava facendo lo stesso, mentre i visi di entrambi si avvicinavano pericolosamente.

Elena sentì il soffio del respiro di Damon una sola volta, prima che anche lui smettesse di respirare. Percepiva quel tamburo impazzito, che era il suo cuore, ed ebbe paura che da un momento all'altro potesse uscirle dal petto.

Le loro labbra si sfioravano già e Elena si ritrovò a fremere d'impazienza, senza aver ancora realizzato bene cosa stesse accadendo.

Poi la magia fu interrotta dallo squillo del cellulare di Elena, proveniente dal comodino.

Nell'udire quel suono, Elena si ridestò e sembrò ritornare lucida. Si avvicinò al telefono, cercando di ricordare come si usassero le corde vocali, giusto per rispondere.

Ai piedi del letto, Damon sghignazzò affranto.

<< Pronto? >>

<< Elena? >>

Che domanda stupida. Chi diamine doveva essere, visto che aveva chiamato al suo cellulare?

<< Sì, Bonnie, sono io >>. Si sforzò, per quanto possibile, di non usare un tono scocciato. La sua migliore amica non poteva certo immaginare ciò che aveva appena interrotto. Nonostante ciò, ogni sforzo fu vano.

<< Elena... devo dirti una cosa importante >>.

La voce di Bonnie era titubante, preoccupata. La fece ritornare a pochi giorni prima, quando le aveva spiegato, con fare più che nervoso, l'errore che aveva riscontrato nel suo incantesimo.

<< Che succede, Bonnie? >>

<< Preferirei dirtelo a voce... >>

<< Cosa, Bonnie? Cosa devi dirmi a voce? >> Elena si stava visibilmente spazientendo. Sentì la presenza di Damon, alle sue spalle.

<< Elena, credo che tra te e Katherine non via sia alcun legame >>, disse.

Elena diventò una statua, immobile e dall'espressione immutata, con il telefono in mano. Ricordava tanto Damon persino in quel momento.

Non sentendo neanche fiatare, dall'altra parte del telefono, Bonnie continuò. << Stefan... Stefan ti ha tradita, Elena. Ti ha tradita davvero >>.

 

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L'Angolo dell'Autrice

So bene di essere in ritardo di due giorni. Il capitolo è sempre stato la, nella cartella "Legame" del mio computer, ma vedendo a stento due recensioni su ben 253 visite... Ecco, diciamo che questo non mi ha esattamente SPRONATA a pubblicare il seguito. Mi chiedo perché, tra queste 14 persone che la preferiscono, 21 che la seguono e 2 che la ricordano, solamente due persone si sono degnate di farmi sapere che impressione avevano avuto del capitolo. E mi sta bene pure che mi diciate che vi ha fatto schifo e che è meglio se mi ritiro, purché mi mostriate un segno di vita (o, meglio, di interessamento).

Anyway, ringrazio Elen91 e Sophia850 per le recensioni (:

Che sia chiaro che questo non vuol dire che non ho pubblicato il capitolo prima per qualcosa di simile ad una "vendetta". Non ho avuto tempo a disposizione per collegarmi e, quando ne ho avuto, vedendo così poche recensioni, ho pensato di darvi più tempo per leggere. 

Well, è tutto. Sono perfettamente consapevole che questo capitolo è stato mooooolto sdolcinato. XD Spero vi sia ugualmente piaciuto.

Prossimo aggiornamento (umore & tempo a disposizione permettendo): dopodomani.

Lisa


   
 
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