21/03/2012
3 recensioniScritta
per il contest "12
mesi di fanfiction"
indetto da BS.
Ogni mese, BS, ci darà dei prompt su cui scrivere
una storia da pubblicare il giorno stabilito come "nostro".
Il prompt di questo mese era:
In un giorno di pioggia.
indetto da BS.
Ogni mese, BS, ci darà dei prompt su cui scrivere
una storia da pubblicare il giorno stabilito come "nostro".
Il prompt di questo mese era:
In un giorno di pioggia.
Il sole nella tempesta.
{ 4 # In un giorno di pioggia. }
“Hai di nuovo attaccato Severus all'albero?” domandò Lily irritata mentre si dirigeva con lunghi passi verso l'uscita della scuola.
James, dietro di lei, tentava di spiegarsi sorridendo, come se fosse una scena comica invece che un'azione meschina.
“Su, Lily, non dirmi che assecondi ancora quel moscerino! Ti ha chiamata Mezzosangue, non so se ricordi!” il ragazzo puntò dritto al punto debole di Lily.
Il moccioso Serpeverde si era sporcato la bocca e aveva schizzato sangue sulla pergamena dell'amicizia tra lui e la ragazza, adesso toccava a James riparare il danno.
“Ma quando crescerai?” disse lei avvicinandosi al portone d'ingresso.
Fuori una tempesta d'acqua e vento imperversava ma lei doveva assolutamente arrivare al Lago Nero, dove aveva lasciato di fretta i suoi libri per dirigersi nella sala comune dei Grifondoro ad iniziare una furiosa discussione con i quattro che disonoravano la Casata con i loro scherzi brutali ed infantili.
James si sporse un po' per vedere in che condizioni era il cielo: nero e tremendamente triste. Una scarica d'acqua lo colpì in pieno viso come uno schiaffo di una ragazza quando tentava di baciarla senza permesso, o come la voce di Lily ogni volta che rifiutava un suo invito ad uscire.
“Non vorrai uscire con questo tempo, spero.” esclamò il ragazzo indicando la tempesta.
Lily non rispose e coprendosi la testa con il cappuccio iniziò a camminare a passo svelto lungo il cortile.
“Andiamo, Lily! Almeno parlami.” piagnucolò James dalla porta.
Bastò un attimo per far sì che la ragazza gli inviasse un'occhiata poco socievole che avrebbe significato "Lasciami stare", se solo non fosse stata rivolta a James Potter.
Sbuffando, il ragazzo alzò gli occhi al cielo, implorando Merlino di non inzupparsi o rovinarsi i capelli solo per il gusto di seguire la rossa. “Donne, ma chi le capisce.” bofonchiò.
Lily camminava decisa con la pioggia che le frustava il viso e le inzuppava i vestiti; ormai non c'era niente di lei che non fosse completamente intriso d'acqua. Pensava al povero Severus, costantemente massacrato di scherzi da James solo per il puro gusto della risata, ricordava i momenti in cui le era stato vicino, ma anche quando l'aveva chiamata con quell'appellativo che neanche le sfiorava il cervello.
Un moto d'ira la riportò nel mondo reale: no, lei non avrebbe perdonato Severus, ma avrebbe potuto farlo credere a James, che, in fondo, era sempre così carino quando si ingelosiva o quando litigava con lei tentando di tenerle testa. Non poteva certo negare che era attratta dal ragazzo, nonostante in diverse occasioni si fosse burlato di lei, ad esempio quella volta nel corridoio del secondo piano, in cui le aveva strappato un bacio con l'inganno.*
“Lily! Il gatto ti ha mangiato la lingua?” urlò James in modo che lei sentisse.
“Speravo che il gatto l'avesse mangiata a te, dato il tuo silenzio. In più, chi ti ha detto che ho bisogno del tuo aiuto? Perchè mi segui? Non hai qualche bella ragazza da perseguitare? Qualche scherzo da inventare con i tuoi amichetti? Severus da tormentare?” esclamò sarcastica la ragazza; si accorse poco dopo che James si era fermato e teneva la testa rivolta verso il cielo.
“Tu.” disse solamente. Una parola che costrinse Lily a restare in ascolto. “Non puoi trattarmi così. Cosa vuoi? Cosa pretendi?”
Lily rimase stupita dalle parole del ragazzo, la pioggia gli aveva per caso inondato il cervello oltre che il mantello?
“Sono anni che provo ad avvicinarti, sono anni che provo a farmi notare da te ed è questo che mi merito, Lily? Solo battute di cattivo gusto. No, certo. James è solo un ragazzino borioso che non può far altro che architettare scherzi, sciupare femmine o stare tutto il giorno ad oziare!”
Lily non lo riconosceva, dov'era il James che le aveva giocato tanti scherzi durante gli anni? Dov'era il James che odiava? Stava per caso lasciando spazio ad un James stanco e scontento di sé stesso? Non le era mai passato per la testa che anche James avesse dei sentimenti, come la maggior parte delle persone. Forse la sua infatuazione era vera e sincera.
“Cosa c'è? Hai appena realizzato che sono un essere umano? Che anche io mi stanco quando non vedo risposte? Merlino, ho provato a cambiare ma... ”
“Stai zitto.”
Quella frase di James non finì mai.
Una Lily decisa e in lacrime si era compostamente adagiata tra le sue braccia, in punta di piedi, e aveva stretto le mani sul viso bagnato del ragazzo. Le labbra, inumidite dalla pioggia erano congiunte in un bacio capace di scatenare più tuoni di un temporale.
Gli occhi di James non riuscivano a chiudersi presi dallo stupore del momento, osservavano ogni tratto di quel viso così vicino al suo. I capelli rossi erano resi scuri e freddi dalla tempesta, tutto era diverso: sentiva il profumo di lillà che la sua pelle lasciava in giro, sentiva la delicatezza e nello stesso tempo la forza con la quale la ragazza si stringeva a lui.
Non poteva crederci ma dopotutto, ogni giorno di pioggia ha il suo sole tra le nubi, non trovate?
______________
* chi ha letto la prima storia della raccolta saprà che mi riferisco ad un'altra mia situazione inventata.