Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Segui la storia  |       
Autore: snoopy 15    23/03/2012    0 recensioni
Nel viale si trovava il corpo senza vita di un uomo sulla quarantina. Aveva i capelli biondi. Gli occhi azzurri erano spalancati. La testa era girata verso la mia direzione. Mi alzai e mi avvicinai al cadavere. Subito supposi che l’uomo doveva appartenere a un ceto medio - alto per via degli abiti di lusso. Sul petto si trovava un enorme squarcio a forma triangolare. Spalancai gli occhi.
“Impossibile” dissi a voce alta e ancora incredulo. La cosa che mi impressionò maggiormente non è fu la vista del sangue sulla strada,o l’ampia ferita, ma le grandi ali bianche. Le sfiorai. Erano morbide ma allo stesso tempo affilate. Mi tagliai un polpastrello.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
secondo cap

Corsi velocemente verso il piccolo appartamento che dividevo con mia madre. Mi giravo continuamente a guardare i metro di asfalto bagnato già percorsi. Qualcuno mi stava seguendo. Avevo questa sensazione. Percepivo flebili spostamenti d'aria provenire dalle mie spalle. Sentivo sul collo un fiato freddo e il respiro ritmatico di qualcuno. Dietro di me  non c'era nessuno. Il mio cuore iniziò a battere furiosamente nel petto. Inizia ad agitarmi. Svoltai l'angolo, l'edificio, dove abitavo, si erigeva vicino a un parchetto. Era ancora vuoto. In strada non c'era nessuno. Silenzio che fù rotto poco dopo dalla sirena di una volante della polizia. Avevo il cuore in gola. Attraversai ed entrai nell'edificio. Corsi sulle scale. Casa. Lanciai sul letto la felpa e il mazzo di chiavi. Il rompighiaccio scivolò dalla tasca cadendo a terra. Non ci feci molto caso. Ero agitato e mi dovevo calmare. Andai verso la doccia. Aprì il rubinetto. Un getto d'acqua bollente mi investì. Mi lasciai trascinare dal calore dell'acqua. Chiusi gli occhi e ricorsi mentalmete tutta la strada fatta del Black Roses fino a casa. Rividi la scena del delitto.  L'angelo biondo morto sul ciglio della strada. Le ali che mi attiravano verso di lui. Il bagliore del arma. Quell'immagine mi riportò alla realtà. Chiusi l'acqua della doccia. Mi asciugai velocemente i capelli con un asciugamano prima di legarmelo intorno al fianchi. La sensazione di stanchezza era improvvisamente sparita lasciando in circolo solo abbondanti dosi di adrenalina. Tastai la tasca della felpa in cerca del rompighiaccio. Lo trovai poco dopo a terra sulle piastrelle inpolverate. "Più che un rompighiaccio sempra una lama unica. Una specie di pugnale." pensai tra me e me. Con lo smartphone scattai qualche foto. Nascosi la lama nel doppio ripiano del cassetto. Indossai dei nuovi vestiti prendendoli dalla pila di panni puliti. Il telefono fisso squillò. Una paura immensa mi attraverso. "Mamma" pensai andando a rispondere.   Rimasi sconvolto da quelle parole. Non volevo crederci. Ero solo. Agganciai il telefono. Mia madre era morta da più di due ora ed io non ero lì con lei. "Un'aneurisma celebrale è espolosa creando un'emorragia interna. Il chirurgo ha fatto tutto il possibile. Ci dispiace per la sua perdita." Aveva detto una voce fredda ed imapassibile al telefono. Improvvisamente mi sentì vuoto. Una parte di me era morta con mia mamma.  Una lacrima mi rigò il viso. 



otto giorni dopo:

Scuola. L'odiavo a morte. L'edificio sembrava un carcere minorile di massima sicurezza. Camminai tranquillo lungo il corridoio deserto. Mi diressi con sicurezza nella mia aula "5 b". Come il corridio era vuota, tranne che per l'esile figura di Lucifero. Ragazzo intelligentissimo, deriso da tutti,soprattutto dal sottoscritto. Veniva chiamato da tutti "Pel di carota" a causa dei capelli rossi e le lentiggini. Viveva in una casa famiglia gestita da suore. Orfano dalla nascita, la madre era morta dandolo alla luce. Non era visto bene neanche dalle suore. Forse per via del nome e dal fatto che avesse i capelli rossi e fosse mancino. Non parlava molto. Mi avvicinai al suo banco. Lucifero alzò gli occhi verdi dal libro.  Mi guardò incuriosuto. "Cosa ci fai così presto a scuola?" mi domandò. "Niente." Risposi appoggiando lo zaino eastpack nero sul banco. "Se devi picchiarmi fallo immediatamente."   "Non ti voglio picchiare.Mi serve solo il tuo aiuto."

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: snoopy 15