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Autore: Juls_    23/03/2012    4 recensioni
Touko non si era mai persa d'animo da quando N era volato in groppa a Reshiram verso l'ignoto. Ora il suo obiettivo è solamente quello di ritrovarlo cercando informazioni e, perchè no, andare in viaggio anche in un altra regione.
Dal capitolo 3:
"Troppi dubbi attanagliavano la mente dell’allenatrice, facendole quasi venire il mal di testa, quando ad un tratto, Gengar la chiamò. La ragazza si voltò dietro, dove prima era fermo il saggio, notando che il Pokèmon le stava indicando un pezzo di carta dimenticato li a terra. Curiosa, lo raccolse, notando che nonostante fossero sbiaditi, c’erano dei segni a matita. Era uno schizzo della regione di Hoenn. [...]
Guardando più attentamente, in un angolino del foglio c’era scritto: N.
Un lampo le attraversò la mente. Era questo l’indizio che cercava finalmente."
Dal capitolo 10:
La ragazza più ripensava alle parole di quell’uomo, meno ci capiva.
«Mi dispiace interrompere il tuo momento di gloria interiore, ma…»
Provò a parlare Touko, inarcando un sopracciglio, e convincendosi ancora di più del fatto che quegli idioti erano dei buoni a nulla come il Team Plasma, ricevendo un’occhiata infastidita da Ivan.
«Io cosa c’entro in tutto questo?»
Il muscoloso Alan aveva sospirato, stanco di tutte quelle chiacchiere. Non era il tipo che amava chiacchierare, piuttosto voleva l’azione.
«Sei proprio tu la chiave del potere della sfera, ragazzina! Tu e il tuo adorato Zekrom!»
Dal capitolo 11:
"Vera aveva preso la parola, restituendo a Touko la sfera, con quanta più delicatezza possibile. Era fin troppo consapevole che la storia si stava ripetendo, ma questa volta, Touko e, ironia della sorte, N, erano i prescelti."
[FerriswheelShipping] (non la solita)
Genere: Avventura, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Ash, Drew, Un po' tutti, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Chapter one: Memories.

(Memorie.)







Ghecis era appena stato sconfitto.
Ormai si poteva dire che il male era stato almeno in parte scacciato da questo mondo e la minaccia che incombeva era ormai un ricordo di un passato appena trascorso.
I pokémon di Touko avevano lottato fino all’ultimo, credendo fermamente nel proprio allenatore ed è stato proprio questo a dargli la forza di vincere.
Nella stanza di quel grande palazzo, ormai quasi in rovina, erano rimasti solo Touko e N. Entrambi avevano lo sguardo perso nel vuoto e dentro di loro sentivano un turbinio di emozioni così diverse tra loro ma intense.
Ad un certo punto, N ruppe il silenzio magico che si era creato e, aggiustandosi il suo berretto nero, aveva detto alla ragazza che doveva parlarle.
Lei si era girata lentamente verso di lui, quasi meccanicamente: era rimasta ancora incantata da quando aveva sconfitto il capo del famigerato Team Plasma.
Lentamente, iniziarono a camminare lungo il corridoio dall’elegante tappeto blu, mentre N, parlava di quanto avesse riflettuto sul valore dell’amicizia che lega umani e pokémon e di quanto fosse stato stupido a non averlo compreso prima.
Lui aveva un animo puro.
Altrimenti non si sarebbe potuto congiungere al leggendario drago Reshiram.
Camminarono per qualche istante, istante che sembrò a tutti e due infinito quando arrivarono in fondo al corridoio che non aveva la parete a causa dell’entrata del pokémon leggendario.
Lui si fermò. Lei fece lo stesso, guardandolo interrogativo.
Passarono pochi secondi di silenzio, quando N estrasse dalla sua borsa una pokeball facendo uscire il suo pokèmon leggendario, la sua metà: Reshiram fece la sua regale comparsa.
A quel punto, N si girò verso Touko, sorridendo.
I suoi occhi, si specchiarono su quelli azzurri e puri della ragazza che lasciavano trasparire un velo di paura: ora cosa voleva fare?
Touko sentiva il suo cuore scoppiarle in petto.  Aveva un brutto presentimento che aleggiava nella sua mente, ma non voleva crederci.
Deglutì, ascoltando con attenzione le parole che il ragazzo davanti a lei stava per pronunciare.
«Tu... Avrai sicuramente dei sogni! Credi in loro, con tutta te stessa. Fai di tutto per realizzarli.»
Fece un sospiro.
«Ora...»
La ragazza sussultò: Avrebbe voluto tanto gridare in quel momento un sonoro “NO” che avrebbe convinto il ragazzo dai capelli verdi a rimanere con lei.
Ma non riusciva a gridare, in compenso lo stava facendo il suo cuore.
Ormai le paure che aveva attanagliate dentro di sé stavano venendo a galla, non voleva perderlo di nuovo, aveva scorrazzato per tutta Isshu pur di rintracciarlo, era stanca.
«Addio!»
Ma purtroppo il ragazzo lasciò la stanza montando in groppa al suo pokemon e lanciando un ultimo sguardo a quell’allenatrice tanto speciale per lui.
Touko corse verso di lui inutilmente e solo a quel punto gridò “NO!!” liberandosi finalmente di tutto quello che aveva dentro e facendo scendere dal suo viso una lacrima: una sola.
 
...
 
«NO!»
Una ragazza dai capelli castani, spuntò a una velocità supersonica dall’ ammasso di coperte candide che la coprivano.
Aveva i battiti del cuore accelerati, respirava affannosamente mentre una goccia di sudore le scendeva dalla fronte.
Si mise seduta, massaggiandosi le tempie cercando di calmarsi.
«Ancora quel sogno?»
Ormai era da due mesi che riviveva, di tanto in tanto, la scena dell’addio di N.
Quel ragazzo le aveva pure creato vari problemi, ma era anche riuscito a rapire il suo cuore.
Era il suo chiodo fisso, non ce la faceva proprio a toglierselo dalla testa.
«Grrr..»
Il suo povero Lucario mugugnava contrariato, mentre si massaggiava la testa a causa del brusco risveglio e della capocciata. Il pavimento, seppur in legno, era alquanto duro.
Touko era tornata a casa ormai da due giorni e, visto che aveva trovato il quarto saggio nel percorso 17 che era vicino a casa sua, e averlo consegnato a Bellocchio, aveva deciso di fare un piccola pausa. La determinazione di certo non le mancava: infatti il suo più grande desiderio era diventato quello di ritrovare N.
Non le era piaciuto per niente che lui le avesse detto addio, anche se ormai lo aveva interpretato come un “arrivederci”. Era una ragazza alquanto ostinata, non si arrendeva molto facilmente e sarebbe andata fino in capo al mondo pur di ritrovare il ragazzo dai capelli verdi e fargli una bella lavata di capo.
In fondo sapeva che lui aveva un animo uguale al suo, essendo stato ingannato da quel farabutto di Ghecis.
Lucario si era rimesso in piedi, digrignando i denti a causa del bernoccolo che gli stava uscendo dalla testolina.
Egli non si separava mai da Touko, era stato il suo primo pokèmon e fra loro c’era un legame indissolubile. La ragazza lo aveva trovato vicino a Soffiolieve, proprio all’inizio della sua avventura, quando era ancora un piccolo Riolu.  Era svenuto e ferito, così dopo averlo curato, il cucciolo non si era più separato da lei. Era alquanto raro trovare un esemplare di Riolu proprio in quella regione, ma si sa, i pokemon vanno e vengono.
Spesso la ragazza lo lasciava fuori dalla sua pokeball e di tanto in tanto, lui coglieva l’occasione di infiltrarsi nel letto dell’allenatrice, al calduccio.
Quella mattina però gli era andata male.
Touko si fiondò subito dal suo pokemon, con aria corrucciata.
«Lucario! Scusami davvero.. Questi giorni non ho un sonno molto tranquillo..»
La ragazza abbassò lo sguardo, mentre continuava ad accarezzare la testolina del  malcapitato. I pensieri su N e al sogno che aveva fatto le riempivano la mente, lasciando solo spazio all’idea di perseverare nel suo obiettivo.
Lucario intanto, che aveva letto i pensieri della rispettiva allenatrice e compreso il suo silenzio e la sua tristezza, cercava di rassicurarla strofinandosi sulla sua gamba.
L’allenatrice lo abbracciò, intenerita dal suo sguardo.
«Oh piccolo mio.. Hai ragione, ce la faremo.»
Quello era stato un segno, una spinta in più che le diceva di continuare ad andare avanti. Ed è ciò che avrebbe fatto fino alla fine.
Con determinazione si alzò in piedi e recuperate le sue pokeball, scese di corsa le scale seguita dal suo fedelissimo Lucario.
«Devo trovare gli ultimi saggi!»
Disse ad alta voce con determinazione, senza rendersene conto.
«Buongiorno tesoro, dove pensi di andare?»
La madre della ragazza era sbucata fuori dalla cucina con una tazza di the fumante in mano e un sorrisetto che aveva tutta l’aria di stare per trasformarsi in una sonora risata. Stava guardando divertita sua figlia che, con uno sguardo perplesso le aveva dato il buongiorno.
«Continuo la mia missione, mamma!»
Aveva risposto lei, più decisa che mai. Ormai era arrivata sull’uscio della porta ed era pronta per girare la maniglia e continuare la sua ricerca nei meandri di Isshu.
«E pensi di farlo in pigiama?»
Esclamò la madre, ormai quasi ridendo e seguita dalla risata di Lucario.
L’allenatrice si guardò: effettivamente aveva ancora indosso il suo pigiama azzurro a nuvolette.
Un lieve colorito roseo si fece spazio sulle sue guance e, correndo come una furia, tornò al piano di sopra nella sua stanza. Era così presa dalla sua missione che del resto non le importava minimamente.
Dalla sedia che ormai usava come un secondo armadio, prese e infilò i suoi soliti jeans, scarponcini e maglietta. Tutto alla velocità della luce.
Poi corse davanti allo specchio e legò i suoi capelli castani ribelli in una coda alta.
Ci riprovò più volte dato che non ne volevano sapere di legarsi, come provava a metterci un elastico questi ad uno ad uno si sfilavano.
Dieci minuti dopo era finalmente pronta, mancava solo il suo cappellino rosa e bianco all’appello.
«Oh cavolo e ora dove è finito?! Ero sicura di averlo appoggiato sopra al letto!»
Pensava ad alta voce Touko, mentre rovistava disperatamente in tutti gli angoli possibili e inimmaginabili del suo armadio. Ormai tutti i suoi vestiti erano finiti ammucchiati e sparsi per la stanza, ma del cappellino non c’era traccia.
Proprio nel momento in cui aveva quasi deciso di partire senza, ecco che dalle scale fece capolino un Gengar con un’aria compiaciuta e divertita con il tanto cercato cappellino sulla testa.
«Gengar!! Ma sono questi scherzi da fare? Sei sempre il solito tu! E sei anche uscito dalla pokeball senza che me ne accorgessi!»
Touko tirò quasi un sospiro di sollievo nel rivedere il suo cappello in testa al suo dispettoso pokemon, tanto che l’arrabbiatura le era scomparsa.
Andò verso il pokemon fantasma prendendogli il cappellino e accarezzandogli la testa.
«Ora si parte Gengar!»
«Gen, Gen!»
La ragazza aveva quindi estratto una pokeball interamente rossa dalla borsa e aveva richiamato il suo pokemon che stava venendo risucchiato da una luce dai colori dell’arcobaleno.
Dopo questi piccoli inconvenienti era pronta per partire. E stavolta non si era dimenticata nulla.
 
Una volta fuori da casa, un piacevole venticello che faceva danzare la foglie, le accarezzò il viso, dandole un po’ di freschezza in quella calda e afosa giornata d’estate.
Estrasse fuori dalla borsa la mappa della città e cercò il posto dove doveva trovarsi il quinto saggio.
«Vediamo, dagli indizi che mi aveva fornito Bellocchio, dovrebbe trovarsi.. QUI!»
Il suo dito si era posato sul quadratino della città di Libecciopoli, che si era ingrandito e che ora mostrava la figura del deposito frigo.
Si ricordava di quanto fosse terribilmente freddo là dentro e di quanto fossero noiose quelle piastrelle di ghiaccio ma niente e nessuno l’avrebbe fermata.
Lanciò in aria una pokeball dalla quale uscì un maestoso pokemon uccello che si posò davanti a lei elegantemente, strofinando il becco in segno di saluto sul corpo dell’allenatrice.
«Bene Braviary, andiamo!»
Detto questo fece salire prima Lucario in groppa al pokemon e poi salì anche lei.
Adorava volare libera con i suoi pokemon nei cieli di Isshu.
Spiccarono il volo e dopo pochissimo erano già alti. Così alti da vedere le case come solo un puntino in un’immensa distesa verde.






 

~
 





Allooorra, credo che prima di dire qualcosa dia d’obbligo un minimo di presentazione.
Beh, salve a tutti sono Juls_ e ho voluto provare a pubblicare la mia prima storia sui pokemon. (una schifezza lo so, ma sono qui per migliorarmi ç_ç)
Anyway, forse dovrei spiegare alcune cose: innanzi tutto ho lasciato il nome di Unima e quello della protagonista femminile del gioco in giapponese.
Devo dire che li preferisco di gran lunga a quelli italiani, per il resto dovrebbe essere tutto quanto nella norma, cioe tutto in lingua italiana nei prossimi capitoli.
Per altri dubbi e domande recensite, aspetto la vostra gradita opinione ^^
Alla prossima!

 

Juls_
 

 



 



 

Allooorra, credo che prima di dire qualcosa sia d’obbligo un minimo di presentazione. Beh, salve a tutti sono Juls_ e ho voluto provare a pubblicare la mia prima storia sui pokemon. (una schifezza lo so, ma sono qui per migliorarmi ç_ç)
Anyway, forse dovrei spiegare alcune cose: innanzi tutto ho lasciato il nome di Unima e quello della protagonista femminile del gioco in giapponese.
Devo dire che li preferisco di gran lunga a quelli italiani, per il resto dovrebbe essere tutto quanto nella norma, cioe tutto in lingua italiana nei prossimi capitoli.
Per altri dubbi e domande recensite, aspetto la vostra gradita opinione ^^
Alla prossima!
Juls_
 Allooorra, credo che prima di dire qualcosa dia d’obbligo un minimo di presentazione. Beh, salve a tutti sono Juls_ e ho voluto provare a pubblicare la mia prima storia sui pokemon. (una schifezza lo so, ma sono qui per migliorarmi ç_ç)
Anyway, forse dovrei spiegare alcune cose: innanzi tutto ho lasciato il nome di Unima e quello della protagonista femminile del gioco in giapponese.
Devo dire che li preferisco di gran lunga a quelli italiani, per il resto dovrebbe essere tutto quanto nella norma, cioe tutto in lingua italiana nei prossimi capitoli. Per la squadra di Touko, credo userò quella che ho in pokemon bianco, composta da elementi di tutte le regioni :)
Per altri dubbi e domande recensite, aspetto la vostra gradi



 

   
 
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