Anni '30. Broadway.
dal testo:
14 Gennaio 1947 Westerville, Tenuta Smythe
Carissimo,
è stato un piacere ricevere la tua lettera.
Devo dire che il tuo desiderio di conoscere la mia storia mi stupisce e, in un certo senso, mi onora. Hai ragione, la mia vita è stata …interessante.
Ho sempre amato immaginarla come un musical! Sicuramente c’è stata molta musica…
E come tutti i migliori musical, questa storia parla d’amore.
Hai mai conosciuto l’amore, quello vero?
Io l’ho fatto. E non parlo dell’amore da romanzo rosa, dove tutto finisce bene, dove tutto è fin troppo facile.
No, nulla è mai stato semplice…per noi.
…
AU nata durante l'ascolto della discografia di Cole Porter e dalla mia immagine mentale di Sebastian Smythe in doppiopetto.

Essenzialmente uno smut senza trama (e senza senso). L'idea centrale mi è venuta dopo l'episodio ''Feud'', durante la scena dello striscione. Beh, potevo non vederci una Seblaine?! Nuoooo.
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‘’Si può sapere cos’è questa storia?’’
Sebastian entrò nell’appartamento come una furia. Blaine stava svogliatamente facendo zapping, spaparanzato sul divano del salotto; rischiò seriamente di cadere per lo spavento quando sentì il tonfo della porta che sbatteva.
Sebastian attraversò con poche falcate il piccolo ingresso e si piantò davanti a lui con le braccia sui fianchi ed un’espressione perentoria.
‘’Allora, ti spiacerebbe spiegarmi?!’’
‘’Sei impazzito per caso, di che storia parli?’’
Sebastian incrociò le braccia al petto e serrò le labbra.
‘’Ti vergogni di essere quello passivo tra noi due, Blaine?!’’

Blaine è un pianista, Sebastian un violinista, entrambi studenti al conservatorio Franz Liszt di New York. Si ritrovano costretti a suonare insieme per un concorso importantissimo che, lo sanno bene, se vinto determinerà la loro carriera.
Ma chi lo dice che non determinerà anche qualcos'altro tra loro due?
Tratto dal capitolo 9:
"Per questo Liszt ammirava molto Chopin. Per questo Liszt era l'unico in grado di suonare i brani di Chopin, come diceva lui stesso. Si capivano. Forse erano gli unici in grado di farlo.”

Il Destino stava facendo ancora una volta il suo corso, e l’avrebbe fatto ancora, e ancora, fin quando i due non avrebbero capito di appartenersi, di essere fatti per stare insieme, che i loro corpi e i loro cuori erano a metà, ed era tutta la vita che andavano alla ricerca del loro pezzo mancante.
Alla fine il Destino compì il suo dovere, guardando sorridente dall’alto i due giovani vivere la loro vita stretti l’uno all’altro, sospirando per come era stato difficile unirli, ma ancora una volta ce l’aveva fatta.
Perché il Destino c’è, esiste, sopra le nostre teste. Bisogna solo essere cechi di cuore per non accorgersi della sua presenza.