All’interno delle sue sfere luminose quanto il sole, velate dal caramello fuso, baciate dalle mille ombreggiature del raro nocciola ardente e sfumate dolcemente dal miele intenso, si nascondono sessantanove schegge di sensuale e maligna oscurità.

-Annabel, il figlio del presidente per un intero mese sarà ospite qui, forse tu non hai capito quanto sia importante questo per il mio albergo. - 
-Si signore, ho capito perfettamente.- 
-Perfetto. Ho deciso di assegnarti la sua suite, tu la pulirai e tu la sistemerai.. e se il signorino Bieber verrà a lamentarsi di qualcosa, di ciao ciao al tuo lavoto, intesi?- 
-Certo signore. Ho capito. La ringrazio e sono certa che non la deluderò.-

-Facciamo un gioco.- propose, con voce convincente.
Mi voltai verso di lui e spostai i capelli dietro alla spalla. -Quale?- domandai, ero curiosa.
-Ti faccio delle domande e tu devi rispondere.- enunciò, restando vago.
-Non mi piace questo gioco.- lo interruppi, scuotendo il capo.
-Non ho ancora finito. - sussurrò, avvicinandosi di qualche passo, posando l'indice e il medio sotto al mio mento. -Se dirai la risposta giusta, potrai togliermi i vestiti.- spiegò, fondendo il suo sguardo con il mio. Mi toglieva il respiro, avrei potuto collassare solo per quello sguardo.
-E se sbaglio?- chiesi, attorcigliando le braccia attorno al suo collo.
-Se sbagli ti svesto io.- replicò secco. Quel gioco mi piaceva, mi piaceva parecchio.
-E una volta finito il gioco?- perseverai con le domande, facendolo quasi spazientire.
-Sta a te immaginare il resto.- affermò, poggiandomi le mani sui fianchi e continuando a tenere su di me quell'occhiata che non mi permetteva di rinunciare.
-Ci sto. -

Immagina di aver avuto la peggior giornata di sempre e trovarsi all'improvviso bloccata in ascensore - completamente al buio - con un perfetto sconosciuto.
Fa venire i brividi, vero? Anche Tristan la pensa così.
E' solo parlando con il ragazzo misterioso che le cose cambiano e quando finalmente riuscirà a vederlo in faccia, anche i suoi sentimenti cambieranno.
La conversazione scorre tranquilla, non fanno altro che parlare immersi nell'oscurità.
Fortuna che Tristan non ha paura del buio o degli spazi angusti.
Peccato invece che il ragazzo sconosciuto non possa dire altrettanto.

In una notte buia nella gelida, anche se estiva, Londra mi successe l'immaginabile. Uno strano e fastidioso incontro mutò per sempre la mia vita. In meglio? In peggio? Non saprei dirvi, so solo che ora non riesco a chiudere occhio, pensando ai suoi verdi smeraldo diventati fuoco solo per quella notte.

SONO UNA IDIOTA,SI,UNA IDIOTA,SOLO UNA IDIOTA PUO' INNAMORARSI DEL SUO MIGLIORE AMICO. PERDERSI IN QUEI OCCHI VERDI CHE VEDO ORMAI OGNI GIORNO DA SEDICI ANNI. AFFOGARE IN QUEI RICCI CHE MASSAGGIO OGNI GIORNO..SONO UNA IDIOTA,ED ANCHE LUI.

'È stato proprio come lo immaginavo, Harry Styles'

Iniziò ad ansimare contro il collo di Zayn, mentre le sue mani non si davano pace, continuavano a toccarlo, accarezzarlo, mentre la sua bocca lo assaporavano.
La mora gettò la testa indietro mordendosi violentemente un labbro quando Zayn la incalzò ‘voglio sentirti.’ con voce impastata dal piacere.
E mentre con un pollice il moro iniziò a far pressione sul clitoride di Savh, questa iniziò a gemere, sorreggendosi alle grandi spalle di Zayn mentre il piacere le offuscava il cervello.
‘Zayn.. ti prego.’ Riuscì a dire in un soffio, un lamento, una supplica.
|| IT'S ZAYANNAH, BITCH.

Lei lo odia ma non riesce a resistergli. Lui la ama e cerca di conquistarla.
La passione, l'eccitazione, il piacere di una notte senza nessun limite.

X: emh…. Io mi chiamo Harry… E… sono un ragazzo. non sapevo di avere ospiti stasera!!
Io: ma questa non è la camera 106?
harry: no la camera 106 è quella accanto.
[se non vi piace il genere non entrate per favore!!]

Ci guardammo intensamente per un momento.
‘ti amo.’
esclamai io.
‘ti amo anche io’.
Ripose di rimando prendendomi in braccio e lasciandomi un bacio a fior di labbra.
In quel momento mi sentii completa , per la prima volta davvero felice.

Io ed Harry eravamo seduti sul divano, in attesa che cominci la partita. Quella sera giocavano Inghilterra-Italia, ed io da grande tifosa italiana, tifavo la mia patria. Mentre il mio ragazzo, da grande inglese appassionato di calcio, si ostinava a tifare l’Inghilterra. Tempo perso, tanto avremmo vinto noi, scontato. Aspettavamo questa partita da tanto, avevamo persino scommesso 20 sterline. Era ostinato, ma la partita l’ha già persa in partenza. Mi alzai per prendere i pop corn in cucina, adoravo sgranocchiare qualcosa durante le partite. Mancava poco all’inizio, ed io ed il mio fidanzato ci lanciavamo occhiate assassine. Tanto avrebbe vinto l'Italia.