"Styles... Harry Styles" Guardai la segretaria cercare il mio nome nel lungo elenco di fogli che aveva.
"Styles, Styles, Styles... Ah eccolo! Stanza 258, sei in camera con un certo Louis Tomlinson!"
Presi le chiavi che mi offriva e le rivolsi uno dei miei sorrisi, che ero sicuro l'avrebbero sciolta. Probabilmente quella segretaria quarantenne era la donna più giovane in questo posto. Perchè i miei mi avevano costretto ad un college maschile? Beh in realtà lo sapevo, ma non era comunque giusto.
Attenzione, questa storia è una Larry!

Ed è come se in quell’attimo il mio cervello avesse detto “Stop, ricominciamo da zero”.
Una vita di vent’anni ma cominciata solo da 5.
Verità offuscate dalla sofferenza.
Quei tagli sui polsi e quella scritta, sembravano gridare vendetta.
Ma si sa, con il dolore arriva la forza.
E se quella forza non fosse davvero il dolore?
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(dal cap. 12)
E in quell’attimo la mia mente fece lo sbaglio più enorme di tutta la mia vita. Pensai che se tagliarmi i polsi funzionava da ragazzina, avrebbe funzionato anche in quel momento.
Mi avvicinai al lavandino del bagno, afferrai un taglierino, e dopo essermi passata del ghiaccio sulle cosce, per alleviare il dolore, iniziai a tagliare. Vidi la mia pelle aprirsi in tante linee rosse dalle quali sgorgavano il sangue e i problemi.
Soddisfatta, tolsi l’asciugamano e misi dei cerotti sulle gambe.
Non sapevo se mi aveva fato bene o male. Sapevo soltanto che secondo il mio cervello, avevo recuperato una parte della mia infanzia perduta.

Questo è il continuo della storia "Welcome to my life" c:
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“Vuoi che ti accompagni? Dimmi..”
“Sono i One Direction” rispose tutto d’un fiato.
La schiuma che mi si era creata in bocca mi andò di traverso, facendomi sputare tutto nel lavandino e diventare rossa come un pomodoro.
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“Hannah, ti ricordi cosa ci avevano promesso? Che ci saremo sentiti tutti i giorni, o almeno una volta a settimana. Dove sono quei ragazzi? Io vedo solo cinque maschere perfettamente photoshoppate , cinque persone che non sono loro. Non sono i nostri ragazzi.” Mi inumidii le labbra “Va tu se vuoi, ma io non vengo. Ci ho messo tutto questo tempo per eliminarli dalla mia testa, per avere il coraggio di inscatolare le loro cose e metterle in soffitta, e non ho intenzione di riaprire questa ferita. Non ora”

Le lacrime solcarono le mie guance rendendomi ancora una volta debole ai suoi occhi.
‘’ Amy non piangere. ‘’
Appoggiò la fronte sulla mia facendomi arrossire.
Le sue labbra sfiorarono appena il mio naso.
‘’ Perché non mi lasci in pace eh ? Non ho sofferto abbastanza per causa tua ? Perché non vuoi che io sia felice ? ‘’
Lui sorrise asciugandomi una piccola lacrima con la mano.