Afferro il boccale.
Lo stringo piano.
Sono nell’angolo più nascosto e buio del locale.
Da solo.
Non amo molto la compagnia.
Soprattutto quando sono senza armature.
Senza la mia maschera.
Qui la luce non penetra, ma la mia posizione è perfetta per osservare ciò che accade in questo tugurio.
Per tener d’occhio il mio capitano.
Per proteggerlo.
È questo il mio dovere.
Da buon vice.
Gli devo la vita.
E vederlo così mi fa male.
Il grande Eustass.

“Dai Nami, cosa ti costa?”.
La voce del cecchino mi fa salire ancora di più i nervi.
Mi volto guardandolo in cagnesco.
Preparo già il pugno.
Lui però è veloce, si nasconde dietro la grande mole del carpentiere.
Ringhio.
Idiota.
Non se ne parla.
Che idea assurda hanno avuto.
Non se ne parla.
Non smetterò mai di ripeterlo.
“Sarà divertente!”.
La fragorosa risata del mio capitano accompagna la sua insensata affermazione.
Gli faccio passare io la voglia di scherzare.
Alla fine è solo colpa di quell’incompetente di Rufy se ora ci troviamo in questa situazione.
Gli avevo affidato solo un compito.
Tenere l’eternal pose in tasca fino alla nave.
Nulla di così complicato.
Nulla che un idiota patentato non sappia portare a termine.
Ma evidentemente mi sbagliavo.
“Se c’è qualcuno che dovrebbe entrare di nuovo in quella bettola e riprendersi a suon di cazzotti la bussola, non sono di certo io!”.
Faccio saccente di fronte ai miei compagni schierati in cerchio intorno a me.
Eccomi di nuovo! Ritorno con una zonami, ma ultimamente inserisco il caro Kidd ovunque, quindi vi beccate anche lui :D (non fa mai male)!
Spero vi possa piacere! ;)

"-Non andare...-Ti sussurro quasi a bassa voce. È stato il mio cuore a parlare.
-Non posso...-Mormori chiudendo addolorata gli occhi.
-Non andartene Nami...-"
*Trangolo: ZoroxNamixLaw*

Aveva fatto un lavoro eccellente, poche volte aveva realizzato cartine così accurate e belle.
Digrignò i denti al solo ricordare che fine aveva fatto quella splendida cartina.
Carta tagliuzzata.

«Scusa se arrivo così all’improvviso», cominciò il giovane sciogliendo l’abbraccio e cercando di celare l’emozione, troppo forte perfino per esser sepolta sotto il suo incrollabile orgoglio, «ma mi sono perso nei dintorni, e così…»
La ragazza rise facendo scivolare via le braccia dal collo dell’amico. «E ci hai impiegato così tanto tempo per tornare qui? Oddio! Non puoi nemmeno immaginare quanto… quanto…» Ma non riusciva nemmeno a trovare le parole adatte. Era troppo contenta per connettere cuore e cervello. Si limitò quindi a prenderlo per mano e a trascinarlo via da lì.
Shot affiliata alla serie di Piece Main e ambientata dopo il settimo capitolo della prima long, benché contenga anche alcuni riferimenti ai capitoli 97 e 98 di quest'ultima. La dedico a tutti i lettori della saga e, soprattutto, alle meravigliose utenti del Midori Mikan.
*** Fanfiction partecipante alla settimana ZoNami indetta dal Midori Mikan ***

Non sono mai stato bravo con le parole.
Preferisco tenermi tutto dentro, ragionare con la mia testa.
I miei occhi però, descrivono perfettamente i miei pensieri.
Ti osservano e ti scrutano, famelici, insaziabili.

Lei invece andava giù pesante di Ruhm, Tequila e quant' altro di superalcolico vi fosse in cucina, usando come scusa dapprima una gara di bevute contro Zoro, e poi... poi di scuse non ne servivano più. Non le avrebbe sapute nemmeno balbettare tanto la bocca diventava impastata.
Come lei anche Zoro si dava all' achool di prima categoria, quello che stronca le gambe se bevuto in mix, ma che su di lui sembrava far effetto dopo circa il 17 / 18 bicchiere, dipendeva da quanto aveva mangiato.

Era passato un po' dall'ultima volta che si erano trovati da soli.
Nami avrebbe voluto chiedergli tante cose: dov'era stato, cosa aveva fatto, chi aveva incontrato, se era cresciuto, se gli era mancata. Ma, quando, finalmente, aveva aperto la bocca per parlare non ne era uscito alcun suono. Aveva guardato a lungo fuori dall'oblò della cambusa chiedendosi da quando fosse diventata timida, lei, che era sempre stata coraggiosa e impavida, inopportuna e spesso tagliente.

Dodicimila, dice. Quattordici. Quattordici e sette, e otto.
Le labbra si schiudono appena, la voce quasi non esce, eppure, accompagnata dallo scroscio perpetuo del mare sullo scafo della nave, lui la sente, gli sembra di sentirla. Sedicimila. Sedicimila e quattrocento.
{Partecipante all’iniziativa di Fanworld “Un prompt al giorno”. Prompt usato: “Zero”}

[Zoro/Nami]
Lo sentiva, stava succedendo di nuovo: Nami aveva evitato la tempesta così tante volte che ormai ne riconosceva le avvisaglie. Anche quella volta si sarebbe riparata dalla furia degli eventi: non avrebbe interferito in alcun modo con il sogno di Zoro e non si sarebbe mostrata più debole di quanto già non fosse.
[...]
Lei captava anche le minime variazioni dell’atmosfera tra di loro, non solo quelle del clima.
Spaventava Zoro più di ogni avversario mortale che avesse mai affrontato, perché di fronte ai nemici aveva le sue spade, la sua forza e il suo coraggio.
Contro di lei era disarmato.

ZoroXNami What if per il forum Midori Mikan "Cosa sarebbe successo, dopo il primo incontro fra Zoro e Nami, se quest'ultima avesse deciso di ringraziarlo per averle salvato la vita?" "Ti ho frainteso Roronoa, sei un eccezione tra tanti uomini, per stasera hai vinto tu..."

[Zoro/Nami]
“Puzzi di rum”
La coerenza di quell’affermazione, in quel contesto, le sfuggiva. Aveva solo detto la prima cosa che le era passata per la testa. Zoro aprì la bocca, interdetto e la guardò stralunato. Per un attimo si fissarono, in silenzio stolido, i volti identicamente imbronciati. Poi scoppiarono a ridere sguaiatamente nel medesimo istante.
A Nami non era ben chiaro il motivo di tanta ilarità, ma non se ne preoccupò. E poi le piaceva la risata di Zoro; era piena, vigorosa e leggermente roca. Anche se al momento, nella sua voce c’era una lieve nota isterica: in fondo, era brillo anche lui.

*** 1^ classificata al primo concorso di Art Fiction indetto dal Midori Mikan. ***
"Decise di analizzare la questione. Zoro: era rozzo, volgare, anti-romantico per eccellenza, e violento; ma di un’imponenza, una virilità, un orgoglio ed un coraggio senza pari. Era vieppiù ottuso, ignorante come una capra, e cocciuto; e tuttavia aveva dalla sua un senso di giustizia, di amicizia e di lealtà ineguagliabili. Nami non aveva la più pallida idea di quel che lui poteva averle promesso mentre davano sfogo alla passione, ma di una cosa poteva esser sicura: Zoro non era un bugiardo, Zoro manteneva sempre la parola data – tutt’al contrario di lei, insomma."
(ZoroxNami).