"Dunque, Albus, mi vuoi spiegare cosa ci fa Scorpius Malfoy nel tuo letto?"

“Vedi Federico, questa qui è una casa d’appuntamenti... una casa chiusa, tanto per capirci...” a quelle parole il rosso si ritrovò con la bocca spalancata, incredulo, la gola improvvisamente secca ed il cervello che, sconcertato, lavorava a vuoto nel tentativo di capacitarsi di ciò che l’amico gli aveva appena detto e di quello che gli continuò a dire “Qui, la cosa più importante, oltre al piacere, è la discrezione, la riservatezza ed è a questo che servono i soprannomi, come ad esempio il mio, che per l’appunto è Boccadoro, e le mascherine nere che indossano tutti. Questo invece... -e prima di consegnare il cappotto al cameriere ne tirò fuori un lungo guanto nero - viene utilizzato per riconoscerci tra di noi, vedi? Qua sopra non solo c’è scritto il nickname di chi lo indossa, ma anche la posizione ed il colore sono indicativi: i clienti hanno un guanto sinistro, nero con le scritte in bianco, i dipendenti un guanto destro bianco con il loro soprannome in nero... tutto chiaro?”
Questa storia è oscena, di romantico (la sezione "erotico" negli originali di EFP non esiste...) ha poco o niente, ergo, se siete bigotti, se avete qualcosa contro i gay o semplicemente se siete cardiopatici, per favore, cambiate one-shot, ché questa non fa decisamente per voi. Detto questo, devo ammettere che più d’una volta avevo sfiorato l’idea di scrivere un menage a troi, ma mai prima d’ora avevo provato a mettere su carta e foglio elettronico quello che si consumava nel mio cervellino bacato. E’ un esperimento quindi, per favore, siate clementi e abbiate infine, se ce la fate a leggerla tutta, il cuore di recensire.
Isi.

Ennis aveva salutato Jack gelidamente, senza guardarlo in faccia, senza neanche stringergli la mano. Ma se l'avesse guardato, se l'avesse toccato, sapeva che non sarebbe riuscito a lasciarlo andare via (da "I segreti di Brokeback Mountain").