-Ehi, amore mio...sto tornando da te. Starti lontano per un anno, riuscendo a sentirti solo poche volte
al giorno non è stato facile ma so che la prossima volta mi seguirai senza neanche pensarci. Ehm...sono sull'autobus e
tra un po' prenderò l'aereo. Torno da te, ma ci pensi? Cazzo, io non posso ancora credere che sto per rivederti, amore mio.
E...comunque sia, ti amo. Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo. Qualsiasi cosa possa accadere, non te lo dimenticare.
Ti amo.- Finì di ripetere Gates a bassa voce, lasciando il messaggio alla segreteria per poi spegnere il cellulare.
Prima di provare a riposare un po', però, riuscì a sussurrarsi ciò che non sarebbe mai stato capace di dire.
"Perdonami".

E se Brian Haner, combattesse contro sè stesso da quasi quindici anni?
Dal prologo:
"Era da tanto tempo che aspettava questo momento.
Probabilmente, era da una vita.
Un lieve e piccolo sospiro, accompagnato poi dal suo battito cardiaco che non riusciva a calmarsi.
Il cuore batteva come non aveva mai fatto prima d'ora ed i suoi occhi, non aspettavano altro che avere quella splendida
visione davanti a sè.
"Posso farcela" Disse il ragazzo a sè stesso, sembrando il più naturale possibile mentre si alza dal letto per rivolgersi al suo solito
specchio.
Il ragazzo si passa continuamente le mani tra i capelli corvini, completamente spettinati ma perfettamente autobiografici.
Gli occhi, illuminati dalla passione, continuano a brillargli nonostante sia appena iniziata la giornata.
"Cosa aspetti!? Vai!" Gli sussurra la sua coscienza mentre lui stesso si sente morire dentro.
Un battito mancato, vedendo poi una scena che non avrebbe mai voluto vedere. In questo momento, Haner avrebbe senza dubbio preferito esser cieco.
Brian stringe le sue mani in pugni, con rabbia. Avrebbe ucciso chiunque gli si sarebbe avvicinato. E lo avrebbe fatto.
Se non altro, per ora, non fa altro che osservarla mentre bacia quel ragazzo che sarebbe dovuto essere lui."

[Dal testo]
-Vuoi sapere come mi sono fatto queste cicatrici?-
-E tu vuoi sapere come mi sono fatta questa cicatrice?-
Harley si godè divertita l'espressione stupita del suo paziente. Probabilmente nessuno aveva ancora osato rispondergli così.

Stavo suonando con tutta me stessa per scaricarmi e non pensare a per quale cazzo di motivo non mi parlava se era stato lui a cominciare, quando la mano bianca e ossuta di Jimmy si posò sul mio polso che si muoveva freneticamente.
Alzai di scatto la testa, nervosa e lo trovai a mostrarmi un sorriso tranquillo che contagiava anche quelle iridi così azzurre nascoste dietro gli occhiali.
“Faccio troppo rumore?” “Non abbastanza da coprire quello del tuo cuore che si spezza e sanguina”

E se tutti i segreti vennero alla luce?
-continuo di I'll taste your blood tonight.-

"...senza quel dannato pomeriggio non sarebbe incominciato nulla."