La storia di come John e Sherlock, alla fine, sono diventati una coppia. Così, per caso.

Il povero John ha instaurato da soli due mesi una turbolenta relazione amorosa col suo coinquilino sociopatico e un po' stronzo. Quando arriva un invito - scritto a mano, in bella calligrafia! - da parte di Mummy Holmes a trascorrere il Natale alla magione di famiglia, i due non possono fare a meno di accettare, ma tra animali impagliati, messaggi in codice Morse e l'assoluta mancanza di filtri e di pudore che contraddistingue tutti gli Holmes, si rivela ben presto una delle esperienze più imbarazzanti nella vita del buon dottore...

M si massaggiò la nuca. Era a disagio eppure… eppure l’idea di quel folle non era così peregrina. E, ne era certo, avrebbe giovato a Q che aveva bisogno i un buon bagno di umiltà e vita vera. Quanto a Bond… beh, avrebbe avuto qualcuno a cui badare, che lo avrebbe costretto a essere più ligio alle regole.
Sì. Avrebbe fatto bene a entrambi.

Per Q non è un concetto nuovo, la paura. Ma forse, pensa, non l'ha mai compresa del tutto, così come non comprende Bond.
[00Q]
Attenzione: Spoiler su Skyfall e alcuni riferimenti a Casino Royal e Quantum of Solace

I momenti più significativi della vita di Sherlock e John.
Dal testo:
“Qualunque cosa sia successa sei un idiota”
“Cosa ti fa credere che sia stata colpa mia?” chiese Sherlock appena con un filo di voce.
“Perché è sempre colpa tua!” rispose John che cominciò ad aprirgli la camicia per analizzare le ferite. [...]
Sherlock posò la sua mano su quella dell’altro e gliela strinse appena e sorridendogli gli disse “Andiamo a letto”. La mattina dopo Sherlock si svegliò sul fianco sinistro con il braccio di John che gli cingeva la vita e la mano posata sulla sua.

Una delle fanfiction più amate nel fandom di lingua inglese di Sherlock. La storia è narrata in prima persona dal punto di vista di Sherlock. Sherlock è innamorato di John, John non sa cosa fare. Poi arriva Mary e le cose si complicano inevitabilmente.

"Lo sguardo che seguì la mia domanda, ce l'ho ancora davanti agli occhi, in questo momento. Era a metà tra il sorpreso e il divertito, qualcosa di indecifrabile, quasi come il Jazz.
-Non te l'ho mai detto John? Io non sono mai sceso da questa nave.
Rimasi senza fiato, iniziai addirittura a ridere.
-Non è possibile! Non sei mai sceso dalla nave? Non hai mai messo piede sulla terraferma?
-No. Mai, neanche una volta, neanche per mezzo minuto.
-E perché? Non hai mai avuto la voglia di scendere, di conoscere una bella donna, avere dei figli?
-Donne?- mi rispose con una smorfia -non mi interessano donne e bambini. Io suono. Questo basta.
Non riuscì a cavargli di bocca altro, non mi disse perché non era mai sceso dalla Virginian, ed io dal canto mio, non glielo chiesi più. Accadevano sempre troppe e bellissime cose perché il problema potesse tornare a tormentarmi. O almeno così credevo."
AU - Sherlock/La leggenda del pianista sull'oceano

"Ci pensa Mike a presentarmi, mentre io gli porgo già il mio cellulare “Lui è John Watson, studiavamo insieme qui alla Bart’s.”
“Mike, non c’è bisogno che ci presenti. Ci siamo già incontrati tempo fa.” mi guarda di sottecchi, alzando l’angolo destro della bocca in un sorrisetto sfacciato.
Allora sei tu. Diavolo, sei tu! Vado in apnea per qualche secondo, quasi non mi rendo conto della domanda che mi fa e della sua mano che mi porge il cellulare. Mi sfiora le dita, mi trapassa con lo sguardo, ed è come tornare indietro di vent’anni."
Note: accenno a teen!John/Sherlock

Sherlock, John e Lestrade fanno un viaggio in macchina, chiusi per delle ore nella stessa macchina.