Ricordava lo sguardo di Emma sul molo, il modo in cui si erano stretti e baciati.
Come ricordava la risata carica di malizia che aveva accompagnato quel momento.

E se Regina non avesse mai lanciato il sortilegio?
Come sarebbe stata la vita nella Foresta Incantata?
Chi sarebbe sopravvissuto e chi no?
Dal testo:
Emma si guardò allo specchio e, forse per la prima volta, vide una vera principessa. I riccioli biondi le cadevano sulle spalle e le circondavano il volto. Il corpetto le stringeva il petto e faceva sembrare il suo seno più grande di quanto era realmente. Il rosa pastello del vestito si intonava perfettamente alla sua pelle chiara e le risaltava gli occhi verdi. [...] Essere una principessa era difficile, più di quanto in molti avrebbero potuto pensare.
Lo era in particolar modo per lei.
Da quando la nemica giurata di sua madre aveva deciso di vendicarsi anche con lei senza un vero motivo usciva a malapena da lì. Era quello il motivo per cui le tremavano le gambe mentre scendeva le scale e si avvicinava all’uscita.

Fidatevi di Emma Swan e non lasciate MAI che un pirata usi la vostra doccia, potreste iniziare a fare dei pensieri spiacevoli su di lui.
[One shot ; CaptainSwan ; (giusto un po') OOC]

C'era una volta... una serie tv che ci ha fatto sognare (e piangere).
Ci sono adesso... tre flash fiction, tre coppie, tre fiabe.
ATTENZIONE: spoiler nona stagione.

( Emma/Killian ♥ | AU | angst! )
Sai che in Emma c'è qualcosa di irrimediabilmente rotto dal modo in cui guarda il mondo.
È arrabbiata, ferita, un animale feroce in gabbia. La stringi quando vuole e la ami come puoi, ma è scheggiata, rotta, spaccata, e non hai la più pallida idea di come aggiustarla.

( Emma/Killian ♥ )
« Puoi rimanere ancora, se vuoi. Fa troppo freddo fuori » disse in risposta, afferrandolo per un braccio e facendolo sedere nuovamente accanto a lei.

Una one shot ispirata all'appuntamento tra Emma e Hook. Cosa sarebbe successo se quella notte i due avessero deciso di proseguire il loro incontro? Se quel pianerottolo non fosse stato la fine di qualcosa, ma bensì solo l'inizio?
Dalla storia:
[...]
“C-che stai..”
“Guardami”
“Cosa?”
“Guardami”
Le disse lui, mentre sciolta da quello sguardo intenso, lei obbediva. Lui ricominciò a muoversi dentro di lei, e fu quel momento, quello sguardo, a farla sentire per la prima volta in quella notte, nuda e fragile. Era tra le sue braccia, completamente esposta, la vera lei che riemergeva dopo anni. Nonostante tutti i momenti che avevano preceduto quell’atto sessuale, fu quella la prima volta che si sentì davvero legata a qualcuno. Davvero legata a lui. Il suo sguardo le stava comunicando qualcosa più importante dell’amore stesso. Era la promessa che le stava silenziosamente facendo: quella che lui sarebbe rimasto. Qualunque cosa fosse successa, lui ci sarebbe stato comunque. Fu quella certezza a darle le vertigini e a condurla verso l’orgasmo bramato, sempre incatenata al suo sguardo e alla sua muta e potente promessa.

{CaptainSwan! - Conteggio Parole: 606 - Possibile Spoiler 4x03}
Dal testo: "Giocava con quell'aggeggio così strano, piatto e con un lato più liscio degli altri, osservandolo curioso e ridacchiando di tanto in tanto. Non aveva mai maneggiato qualcosa di simile, aveva solamente visto degli esseri simili a quello in mano di Charming o di Emma. Da dove veniva lui non si poteva nemmeno immaginare una cosa simile."

( Mary Margaret/David • AU!Senza Magia )
Mary Margaret Blanchard, la prima volta che si era seduta su quella panchina vuota, aveva undici anni e un libro di favole in mano.

Spoiler 3x15
«Non lascerò il mio compagno di caccia per strada».
Neal le sorrise, capendo al volo cosa intendeva.
«Caccia?» chiese Tremotino, con la fronte aggrottata. «È questo che avete fatto nella Foresta Incantata?»
«Esatto» rispose Belle, scambiando un’occhiata complice con Neal. «Eravamo alla ricerca di un certo coccodrillo…»

«Qual è il tuo nome?» chiede improvvisamente il ragazzino.
La domanda è così inaspettata che il pirata si blocca e si gira verso Baelfire. «Come?»
La lanterna che illumina l’alloggio getta una luce dorata sulle guance del ragazzo e sui suoi capelli neri, mentre le ombre si dilatano e si allungano all’oscillare della nave.
«Il tuo nome» ripete Baelfire, inclinando appena la testa e scrutandolo senza discrezione. «Non puoi esserti sempre chiamato Uncino».