A diciotto anni non si sa mai esattamente cosa si voglia dalla vita, né chi si voglia diventare. Si passa il tempo a porsi domande accompagnate da porte in faccia, e rimaniamo indecisi fino all'ultimo. Leeroy invece è cresciuto con la convinzione di poter diventare esattamente ciò che vuole: un calciatore. Non ha mai voluto altro e non ha mai sognato altro. Gli studi non fanno per lui. La sua presunzione lo porta a distruggere i sogni della squadra del suo liceo proprio alla finale di campionato. Ha deluso soprattutto i compagni che stanno ormai per diplomarsi. Per loro non ci sarà un'altra possibilità, sono arrivati all'ultimo giro di giostra. Alla fine scenderanno da vincitori o da perdenti. Dipenderà tutto da Leeroy, che dovrà riuscire a mettere le redini al suo ego per andare d'accordo con il portiere. Secondo lui, Lance è la vera causa della loro sconfitta.Troppo calmo, troppo sicuro di sé. Ma il loro rapporto dovrà cambiare per permettere ad entrambi e al resto della squadra di guadagnarsi il titolo di campioni. { In corso }

Mattia era un ragazzo allegro e spensierato, che non riesce a stare fermo un minuto. Molti capelli biondi, occhi verdi, i tratti delicati ma non femminili. Alto 1,95 m, corpo snello e agile, con i muscoli al punto giusto, era il capitano della squadra di basket della sua scuola.
I suoi genitori erano di origine italiana e si erano trasferiti in California quando sua madre era incinta di lui.
Anche Jason era un tipo allegro e sorridente, ma con gli sconosciuti era più timido e silenzioso del solito. Non era più alto di 1,75 m, ma comunque con un corpo magro e affusolato, ma ben proporzionato e armonioso. Capelli castani non troppo lunghi e occhi scuri, quasi neri, e i tratti del viso dolci da bambino, le labbra sottili e il nasino alla francese.
Nonostante fosse due mesi più piccolo dell’amico, era più maturo, anzi, era maturo anche per l’altro.
Avevano tantissime cose in comune, ma Mattia era fissato con il basket, tanto quanto l’amico era fissato con il disegno, ed entrambi erano molto bravi in quello che amavano fare; per il resto andavano d’accordo su tutto, o quasi.

Stiles cerca conforto per i suoi problemi nella droga, non una qualsiasi, ma quella a base di Strozzalupo, prodotta dai cacciatori per stordire i licantropi. Derek lo scopre e si troverà costretto ad aiutarlo. Entrambi saranno obbligati a passare molto tempo insieme.
Aggiungo solo che è una Sterek e i personaggi non mi appartengono.
Avvertimenti: droga, gay-sex, SPOILER FINE SECONDA INIZIO TERZA STAGIONE
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Dal primo capitolo:
Era già passata una settimana, ma da quella vittoria sul campo e quella sconfitta nella sua vita, non aveva più messo piede fuori casa se non per andare a scuola. Aveva smesso di parlare con Scott, con Isaac, con Allison, con Lydia e Jackson (ancora meno di quello che già non facesse). Non che non ci avesse provato, ad avere un rapporto normale con loro, ma era impossibile. Ogni loro singolo respiro gli faceva pensare a quanto umano e fragile fosse lui in confronto.

< Dormirai nel mio letto. > Disse con calma Derek, avvicinandosi con lui in braccio al letto al baldacchino.
Stiles arrossì leggermente e poi scoppiò in un risolino ironico picchiettando il muscolo dell'avambraccio di Derek con la mano.
< Io? Dormire con te? Ahahaha... NO! >
Derek in tutta risposta si fermò a pochi passi dal letto e lo guardò, con le labbra contorte in un accenno di sorriso.
< Era un sorriso quello? Woooah! Sono riuscito a far sciogliere Derek-ce-l'ho-col-mondo-Hale e ... AH! >

Penso che il titolo parli già abbastanza da se, per questo eccovi un estratto dal prologo:
«Fra una settimana è il compleanno di Stiles, ma Derek non vuole farci saltare neanche un giorno di allenamenti per festeggiare.» spiegò Scott mentre l’amico sbuffava seccato, alzando gli occhi al soffitto.
«E strano a dirsi, per una volta sono d’accordo con quello scontroso del vostro Alpha. E questa è una cosa che non mi sentirete mai più ripetere.»