Appena suonò la campanella, che indicava la fine delle lezioni, si diresse verso il suo armadietto delle scarpe e quando aprì lo sportello trovò all’interno un biglietto. Esso conteneva un messaggio scritto in bella grafia che diceva: ”Ho una cosa che ti appartiene, vieni nell’ aula di musica”.
Volevo fare da tempo una FF a capitoli e quindi eccomi quì, spero che gradirete questa breve introduzione della storia.

[http://it.wikipedia.org/wiki/K_(anime)]
la storia parla di Kuro e Shiro dall'anime K anime/project ^^
"Kuro! Andiamo a fare una gita al mare? Non ci sono mai stato e prima di combattere questa guerra vorrei andarci" gli dissi.
Lui rispose semplicemente:"Fai come ti pare, verrò con te solo per controllare che tu non compia qualche guaio".
Il grande giorno arrivò e non vedevo l'ora di arrivare a destinazione. Era una giornata soleggiata e con noi c'era, naturalmente, anche Neko. Arrivati in spiaggia ella disse:"Shiro! Andiamo a nuotare dai, Shiro!". Pensai che fosse una gatta strana in quanto avrebbe dovuto odiare l'acqua ma la accontentai. Kuro,invece, rimase sotto l'ombrellone; anche con i suoi soliti vestiti rimaneva sempre bellissimo. Ma a cosa stavo pensando?! Lui mi odiava dopotutto... In quel momento sentì una fitta al cuore che non seppi spiegare. La giornata passò e arrivò la sera.

"Bocchan!" fu quello che Ciel Phantomhive sentì prima di accasciarsi a terra e svenire.
Quando si risvegliò era al caldo sotto le lenzuola ricamate, al suo fianco il maggiordomo, Sebastian Michaelis lo scrutava con i suoi profondi occhi rossi.
"Finalmente si è svegliato, signorino, stavo cominciando a preoccuparmi" .
Ciel vide scorrere davanti a se tante immagini confuse... di lui che era stato rapito, picchiato, drogato... e poi il vuoto. Ricordò solo la voce che lo chiamava.
Quando ritornò alla realtà si rese conto che Sebastian lo guardava preoccupato e confermò la sua ipotesi quando il maggiordomo chiese:” Bocchan, si sente bene?”
Ciel annuì distratto, ma non si sentiva per niente bene: il suo corpo non si muoveva come voleva lui. “Sarà colpa della droga, bastardi mi rapiscono troppe volte in questi tempi” pensò il signorino.