-Perchè bisogna stare tanto male per persone che in fondo ci trattano da schifo?- sussurrò Louis, sentendo gli occhi pizzicare.
-Perchè crediamo sempre di non essere abbastanza- gli disse semplicemente Niall -Ed è molto più facile convincersi di stare ancora soffrendo per uno stronzo, piuttosto che lasciarsi andare con qualcuno che ne valga la pena, con il rischio di essere feriti di nuovo. Soprattutto se si ha un figlio, vero Louis?-
-Harry è una brava persona- continuò poi -Dovresti concedergli una possibilità, una possibilità vera-
-Non posso- ribattè precipitosamente Louis, nel panico, scuotendo la testa -Niall, non posso perdermi di nuovo. C'erano giorni, quando Aiden se ne andava, in cui a me sembrava di non riuscire a respirare. E io non posso ridurmi di nuovo così, non posso-
-Non deve essere per forza così, Lou- tentò Niall -Sei stato sfortunato. E poi la fisiologia polmonare non dipende dai cazzoni, dovresti saperlo. Si continua tranquillamente a respirare anche se ti mancano, per fortuna-
--
(Harry/Louis) (Zayn/Liam) (singlefather!Louis)

Cari lettori,
questa non è una storia nuova, come già dal titolo si può evincere: si tratta dei tre capitoli che narrano la notte di amore di Georgie e Abel in versione integrale, ovvero quella che già conoscete se avete un account abilitato a leggere le storie con il bollino rosso - e se seguite la mia fic, ovviamente ; ) .
Non so se la scelta di postare qui la versione integrale e di lasciare la versione censurata nella storia originale (“Così vicini, così lontani”) sia la decisione migliore. Di certo è una soluzione che ho trovato per permettere ai lettori under-18 di continuare a leggere la fic e venire incontro così alle loro richieste.
Vi ringrazio molto per avermi seguito fino ad ora con costanza ed affetto e spero che questa mia scelta non dispiaccia ad alcuno di voi.
Rebecca

Questa è una storia un po' diversa dal mio solito genere, un esperimento. Mi cimenterò in un classico dello yaoi ^_^
Michael si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato e il suo pessimo carattere certamente non lo aiuta. Infatti, dopo aver subito una serie di maltrattamenti da parte di alcuni poliziotti, li insulta una volta di troppo e finisce nella zona di detenzione provvisoria del distretto. Nelle celle maleodoranti, tra i vari detenuti, riesce a scampare a un stupro grazie ad un misterioso individuo che lo ossessionerà poi per molto tempo...
[Capitoli revisionati da 1 a 4]

Justin è uno spogliarellista.
Skylar è una ragazza del college che sta studiando psicologia e ha bisogno di un soggetto per la sua tesi.
Pagherà Justin per due settimane per poterlo studiare.
Le cose si faranno interessanti.
(storia tradotta)

Luogo: Silent Cliff Sanitarium, Pensilvania. Casa di cura per soggetti particolarmente violenti.
Una tossica, una schizofrenica, un sociopatico, un piromane, un ragazzo dall'alter ego folle e, infine, un giovane dall'oscuro passato: le loro vite si incontreranno tra amori, risse, tentativi di fuga e punizioni tremende. Sei persone, un solo obiettivo: La Fuga.
Ci riusciranno? Leggete e saprete.
- BlackSteel-

New Orleans è sempre stata una città, tutto sommato, tranquilla. Viva, ma comunque tranquilla.
C’è la musica jazz, il carnevale e la cucina creola; Bob Dylan ha addirittura scritto un libro per elogiarne lo spirito e i turisti la adorano così tanto che, se potessero, si trasferirebbero in massa nel quartiere francese, proprio vicino la cattedrale di San Luigi.
A New Orleans c’è anche il porto e lì, ormeggiata da ben cinque anni, c’è Audrey, una piccola barca in legno blu e bianco munita di cabina.
Audrey è, pressappoco, tutto ciò che Louis Tomlinson possiede nella sua vita.
È la sua casa, il suo lavoro, il suo rifugio e, nello stesso tempo, anche la sua prigione.
Tutti amano New Orleans; Louis, se potesse, la raderebbe al suolo.
[Attenzione: la storia contiene Louis/Harry e Zayn/Niall esplicito.]

Jake non era più un mio amico. Non un semplice amico. Niente nel modo in cui agiva mi faceva presupporre che lo fosse. Era palese la differenza tra prima e ora ed il cambiamento era stato netto e improvviso.
Si chinò su di me strofinando il viso sul mio collo in un modo che poteva sembrare affettuoso se io non lo avessi conosciuto come le mie tasche. Era esasperato.
Non ebbi il tempo di alzare gli occhi per guardarlo che il mio ex amico mi afferrò il viso e senza esitare un attimo iniziò a baciarmi. Spedito e con determinazione, cominciò a muovere la sua bocca contro la mia.
Era delicato Jake, gentile, ma non troppo. E nemmeno poco, tanto da farti credere che non avesse lui il pieno controllo della situazione.
Dettava lui il ritmo del bacio… prima lento, poi veloce e intenso, tanto da dovermi fermare per prendere respiro. Ma Jacob non me lo permetteva. 
Quella sì che sarebbe stata la mia dolce morte preferita. Morire perché Jake rubava il mio respiro.
Il mio primo bacio. Non immaginavo di meglio.