Envy si stava annoiando.
Non era nuovo come concetto, alla fine.
L’homunculus dell’Invidia trovava sempre noioso lo scorrere del tempo sulla sua pelle immortale, mentre intorno a lui la vita continuava il suo lento ciclo.
Con il mento appoggiato sulla mano aperta, e il gomito a far da perno sul suo ginocchio, osservava in silenzio il Padre.
Una piccola One-shot su un momento di quotidianità dei nostri Homunculus, interrotta da un ospite indesiderato

Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.
Maes Hughes, 1885 – 1914, occhi verdi e capelli neri: il grandissimo bastardo che doveva spingermi in alto e che invece poi è morto.

Sento qualcosa di pungente che sfrega leggero sulla mia guancia, accompagnato da un respiro rilassato e da un paio di labbra fini, stese in un dolce sorriso. Maes/Glacier, perchè amo questa coppia.

Edward riesce sempre a cavarsela.
Quando tutto è perduto lui può sorprendere tutti risorgendo dal nulla.
Può essere che pure "La Verità" possa sbagliare?
Può essere che "La Verità" abbia creato un essere più forte di lui?
Lui risorge sempre "come un grattacielo!"

Questa fanfic ha come protagonisti gli homunculus xD
Che dopo la loro morte si ritroveranno al di la del portale...a fare...beh basta leggere e lo scoprire xD
Buona lettura e Buon divertimento :3

Serie di Drabble e Flash-Fic.
Het, Slash, Threesome, Gen. Qui non si butta via nulla.
1 - [Edward Elric] Imparare a perdere, imparare a vincere
2 - [Roy Mustang] Ma che sto facendo?
3 - [Roy/Hughes] Quell'orologio tra di noi
4 - [Riza Hawkaye] Fino alla fine
5 - [Roy/Riza] Puppy Love
6 - [Trisha/Hohenheim] Daydream

-Comandante…
Il Flame Alchemist alzò lo sguardo perdendosi in quelle pozze d’oro. Aspettò curioso il continuo.
-Davvero… Lei si sente solo?
Si sentì terribilmente in imbarazzo per quella domanda.
Abbassò immediatamente lo sguardo fissando il pavimento.
Mustang sorrise intenerito.
Ed era la terza volta in meno di dieci minuti che gli capitava.
Si alzò facendo forza sulle gambe, superò la scrivania e avvicinandosi con una calma disarmante al ragazzo, restò a guardarlo ammaliato.
Il giovane Alchimista d’Acciaio che si preoccupava per il Comandante Supremo.
E il Comandante Supremo che si innamorava perdutamente di Acciaio.
Roba da togliere il fiato.

Ed ora, a viaggio concluso, ad obbiettivo raggiunto, dovrebbe essere facile affermarlo.
Avanti, prova... dillo!
“Sono felice!”, non è difficile.
Ma la bocca non si muove, non emette alcun suono, sulle tue labbra si increspa solamente un fallace sorriso.
Perché la verità è che non ti piace l’epilogo di questa storia.