[I Medici]
I Medici | Cosimo x Contessina.
Dalla testo:
“E tu? Tu cosa ti aspetti da noi Contessina?” chiese con la voce appena tremante.
Voleva sapere le sue condizioni. Cosa si aspettava da lui, che nulla avrebbe voluto concederle.
“Per ora - rispose lei- mi basterebbe che tu mi guardassi come tua moglie.”
Ora la stava guardando che dormiva e pensava che ne fosse valsa le pena.
Sua madre lo aveva avvertito che un matrimonio combinato non è necessariamente un matrimonio infelice.

[I Medici]
Raccolta di missing-moments tra Cosimo e Contessina.
~ I: «Quel giorno, quando ci siamo incontrati per la prima volta, cosa hai pensato?» specificò lei nuovamente, con tono dolce.
~ II: «Soffri la mancanza di regali da parte mia, Contessina?» «No.»
~ III: Contessina si dimenava in una lotta interiore, consapevole che quella scelta avrebbe cambiato per sempre la sua vita.
~ IV: Era quasi naturale che, alla fine della giornata che li aveva visti litigare, risolvessero la situazione nell’intimità delle loro stanze dove ogni problema assumeva dimensioni diverse e connotazioni più piccanti.

Fino a quando è stato impegnato è riuscito a reggere, ma adesso che sono soltanto loro due ed il fantasma di quel che è accaduto tutto il peso della situazione gli piomba addosso ed è come essere investiti da un blocco di cemento armato.
È un anno che lui e Lorenzo non si rivolgono la parola; un anno che proseguono dritto ogni volta che finiscono per incrociarsi lungo le vie principali di Firenze; un anno che la presenza di Lorenzo nella sua vita è ridotta ai fotogrammi che lo ritraggono nei servizi di cronaca al telegiornale.
Un anno di assenze pesanti come macigni e silenzi roboanti e ora sono chiusi nella stessa stanza, la sua stanza, con Lorenzo che puzza di alcol e lui che non riesce a guardarlo negli occhi.
[modern!AU] [Lorenzo/Francesco; Francesco&Novella]

[I Medici]
Una storia che ripercorre momenti della vita di Cosimo e Contessina, in un'alternanza continua.
Piccoli e brevi momenti per confrontarli e vederli crescere, tra le pieghe dei loro sentimenti.
Gli è stato insegnato che la sua famiglia deve fare la storia e, di tutte le scelte che gli hanno fatto odiare i suoi genitori, Cosimo ringrazia suo padre di avergli fatto scrivere queste pagine, che comporranno i libri di storia e daranno potere ai Medici, con al suo fianco Contessina.

[I Medici]
[Cosimo x Contessina]
Contessina, il giorno delle sue nozze, era convinta che avrebbe vissuto tutta la vita con un marito di cui mai si sarebbe innamorata.
Eppure, si era scoperta più volte ad osservarlo mentre dormiva accanto a lei, con la sua tipica espressione dura che sfumava nel sonno; eppure, aveva imparato ad ascoltare i suoi silenzi e osservare tutti i suoi gesti, perché era con quelli che Cosimo parlava.
Contro ogni sua convinzione, un genuino sentimento stava nascendo dentro di lei e la lealtà, che Cosimo aveva preteso al loro primo incontro, ormai non le pesava più come un dovere perché era diventata una scelta.

Per vostra grande sfortuna, le mie grinfie e i miei deliri sono arrivati anche su questa serie TV! Sì, voglio sottolineare che mi sono ispirata totalmente alla serie TV e che non voglio minimamente mancare di rispetto ai personaggi storici, però la mia "sindrome da lieto fine" è arrivata a tanto che ho deciso di... fare in modo che la Congiura dei Pazzi non ci sia proprio stata! Come ho fatto ad arrivare a tanto? Beh, con una storia a metà tra la parodia e la commedia, in cui ho inserito un nuovo personaggio, Antonio Orsini, completamente inventato, un ragazzo sensibile, allegro e generoso che si impegnerà totalmente per riconciliare Medici e Pazzi... e ci riuscirà, perché nelle mie storie un lieto fine lo devono avere proprio tutti (e chi lo ha detto che i cattivi non hanno un lieto fine? Con me sì!). Ah, il mio prestavolto per Antonio Orsini è il Romeo del musical Ama e cambia il mondo.
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono ad autori, registi, sceneggiatori e produttori della serie TV I Medici 2.

Un colpo, due colpi, tre colpi.
Quei rumori stridenti e cupi sono gli incubi e le colpe che ti chiedono il loro deplorevole riscatto, che pretendono la tua famiglia sterminata, il tuo sangue versato, il sangue di cui tu aspiri ancora l’odore.
È ovunque, su di te.
Ti prego, Dio Santo e Benedetto, ti prego e ti invoco. Non un’altra morte, non un altro sacrificio sul tuo altare immacolato.
Giuliano è già morto.
Sì, Giuliano è morto.
Giuliano è... morto.
L’unico sangue colato sulle pietre bianche dell’altare, l’unico sangue versato, è quello di Giuliano.

- Tu mi vuoi salvare, Lorenzo. – E non era una domanda. Era stato lapidario, con un tono roco e irrisorio. – Tu vuoi salvare un Pazzi? Come vuoi salvare Firenze, come vuoi salvare… il popolo. – Lo stava sbeffeggiando. – Tu non mi puoi salvare, Lorenzo. – gli disse infine, sputando il fiato con il volto tanto vicino al suo da scaldargli una guancia con il proprio respiro, dopo essersi avvicinato di colpo.
- Lasciami provare. – disse Lorenzo, quasi supplicando.

Secondo.
Giuliano De’ Medici sa che lui è destinato ad essere secondo. Perché suo fratello Lorenzo è il primogenito, perché è lui quello che sa parlare bene, perché è lui quello che sa sempre cosa fare. Giuliano lo sa e lo accetta, perché lui non è così. Ma ogni tanto essere secondo gli fa male perché lui può essere secondo solo a Lorenzo, non ad altri.
I pensieri di Giuliano De' Medici e il conflitto interiore che lo spinge ad essere un buon soldato e ad indossare sempre una maschera.

Sto riguardando le puntate e nella mia mente si scatenano mille scenari. Ho deciso così di creare una piccola storia, a puntate, che prende spunto da uno degli episodi della terza stagione per continuare su una traiettoria tutta sua, raccontando l'amore di Lorenzo e Clarice.

Una piccola os ambientata durante la 2x05 quando Francesco arriva al Palazzo dei Medici per chiarirsi con Lorenzo, ma vengono interrotti da Bianca che entra in travaglio.
Nella serie (per ragioni storiche ovviamente) non abbiamo avuto il necessario chiarimento tra questi due, ma io me lo sono immaginata lo stesso.
A voi.

(Threesome Lorenzo/Sandro/Giuliano) Precisazione: NON è una incest.
Lorenzo aprì gli occhi e si perse ad osservare il volto rilassato di Sandro, che illuminato da quella pallida luna sembrava quasi una delle figure divine dei suoi dipinti, un angelo del paradiso che era però la sua più grande dannazione. Allungò una mano verso di lui e con tocco leggero ne accarezzò i morbidi lineamenti, quasi a volersi accertare che quella splendida creatura fosse reale. L'artista gli sorrise e ricambiò la carezza per poi sporgersi verso di lui e baciarlo sulle labbra. Lorenzo ricambiò il bacio, sentendo un altro calore bruciare dentro di lui, quello del desiderio.
«Ehi non è bello escludermi» sentì dire a Giuliano per poi vederlo cingere la vita di Sandro mentre con le labbra cominciava a baciargli il collo.

One shot su Clarice Orsini
dal testo: Erano mesi che non provavo questo piacere, il piacere di carezze sulla pelle, il piacere di mani che esplorano le parti più proibite del mio corpo inebriandomi fisicamente. L’ultima volta che avevo fatto l’amore con Lorenzo era stato veloce, lui mi aveva distesa su questo letto e penetrata senza lasciarmi modo di dargli qualcosa di me. Mi ero aggrappata alle sue spalle con le braccia per tenerlo più vicino possibile a me e se anche so che per lui è solo “dovere”, per me è stato, come ogni volta anche se così triste, bellissimo. Sentirlo dentro di me è un’emozione unica, quel contatto così profondo è per me quasi come l’ossigeno che rigenera la mia anima.

Bianca, Lorenzo e Giuliano hanno negli occhi e nei gesti l'eredità di chi è venuto prima di loro. Secondo Contessina hanno anche il loro stesso destino.

Storia scritta per il #p0rnfest13 - Modern!AU
- Piacere di conoscerti, mi chiamo Novella. - disse, sorridendo.
- Francesco. - e la ragazza gli strinse la mano con forza, fissandolo dritto negli occhi, senza distogliere una sola volta lo sguardo,
A Francesco questa cosa piacque. Generalmente metteva soggezione alla gente, ma non a lei. Questa Novella, evidentemente, aveva carattere e la cosa lo incuriosiva, parecchio.

-Lorenzo rideva a crepapelle "Ti prego sorella! Non mi dire che hai un debole per Rinaldo degli Albizzi!?" mi chiese tra una risata e l'altra. Io non risposi, ma la mia espressione doveva essere sembrata alquanto eloquente perché la risata gli morì in gola. "Io quell'arrogante sbruffone non lo voglio come cognato" affermò adirato Lorenzo. "Aspetta fratello! Ti mostro quanto importa nell'economia della mia vita quello che vuoi tu!" gli risposi a tono perché ormai era diventata una questione di principio.-
Beatrice de'Medici, testarda ed irriverente sorella minore di Cosimo e Lorenzo, in conflitto col ruolo che la società vorrebbe per lei e costantemente ed inconsciamente bisognosa dell'approvazione dei suoi affetti, si ritrova divisa tra l'amore per la sua famiglia e quello che prova per l'uomo che più di tutti dovrebbe tenere lontano da se.

Adoro la storia e in particolare la storia di questa grande famiglia italiana, per questo saputo della serie non ho potuto fare altro che vederla. La costruzione dei due personaggi, Lorenzo e Clarice, l'ho trovata magistrale e per questo motivo ho deciso di scrivere una piccola storia in merito. Lasciate un vostro feedback.

Cosimo è scosso, dopo l'agguato in cui hanno perso la vita gli Albizzi. Non è l'unico.
Dal testo: "l’unica cosa a cui riesco a pensare che tu sei vivo e io non ho dovuto piangere sul tuo cadavere freddo e pallido"

«Non c’è bellezza anche nel grigio?» chiese di rimando il futuro capostipite dei Pazzi, imponendosi davanti alla sua presenza in un’ulteriore difesa verso un danno che Lorenzo non avrebbe compiuto in ogni caso.
[…]
Il Medici tornò a fissare il quadro davanti cui si era fermato e Francesco nel suo mutismo l’osservò di rimando. Una volta Lorenzo era stato diversi centimetri più alto di lui, ma negli anni i ruoli erano stati ribaltati. «Stai ancora cercando di vedere?».
L’amante dell’arte si ritrovò a guardarlo dubbioso, del tutto destabilizzato dal tipo di conversazione in cui voleva inoltrarsi l’altro. «Vedere?».
Le labbra di Francesco si serrarono ed un canino pizzicò quello inferiore, spezzando la sua perfetta compostezza. «È una cosa che disse Giuliano».
Il suo interlocutore lo scrutò ancora estraniato e poi divenne meditativo. «Cosa dovrei vedere?».

Solo una piccola modern!AU per Francesco e Lorenzo, una coppia che mi ha colpito particolarmente.
Descrive una notte in cui Lorenzo è alle prese con i suoi incubi e Francesco prova a calmarlo, scusatemi per quanto è breve.