All night long

di ferao
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. 14 maggio ***
Capitolo 2: *** 2. 16 maggio ***
Capitolo 3: *** 3. 18 maggio ***
Capitolo 4: *** 4. 28 maggio ***
Capitolo 5: *** 5. 19 luglio ***
Capitolo 6: *** 6. 8 ottobre ***



Capitolo 1
*** 1. 14 maggio ***


Nota iniziale:
se state cercando delle buone drabble, non leggetevi queste. Leggete quelle scritte da Lau, o quelle scritte da MedusaNoir, o quelle di SakiJune, o ancora quella di Shnusschen, tutte scritte ieri notte per la stessa, simpatica iniziativa; ma non queste.
Queste, al confronto, sono boiate. E non sono state nemmeno limate: ve le presento nude e crude come le ho scritte stanotte, quando, su idea di MedusaNoir e LauriElphaba, ho partecipato all'assurda maratona di drabble scritte su personaggi e prompt forniti da incauti passanti (nella fattispecie: ElePads, aGNeSNaPe, SakiJune, Shnusschen e Unbreakable_Vow) rigorosamente in un quarto d'ora. (Beh, in verità su alcune ho sforato un po', ma amen.)

Non sono perfette, ma ci ho messo tutto l'impegno e la passione di cui sono in grado, quindi spero vi piacciano. In fondo troverete una breve spiegazione di ciascuna.
Buona lettura!









[#1: Narcissa Malfoy; "Si tingeva di nero le occhiaie, le sembrava che non fossero abbastanza scure da raccontare la sua desolazione." (Ornela Vorpsi)]

 
Sei così bella, amore mio.
Le stesse parole da vent’anni. Le stesse del primo bacio, della prima volta, della nascita di Draco.
Sei così bella.
Certo, Narcissa lo sapeva; ne aveva la prova ogni volta che si specchiava. Eppure arrossiva sempre come una dodicenne, quando Lucius le dichiarava quell’ovvietà: da vent’anni, sapere di essere bella per suo marito le riscaldava l’anima.
 
Sei così bella, amore mio.
Era bella, ma non in quel momento. Non con il vestito logoro, i capelli disastrati, le occhiaie che testimoniavano – urlavano – la lunga e silenziosa desolazione dei giorni senza di lui.
Ma non importava che fosse vero: per Lucius era bella, e tanto bastava.
Bastava per sempre.
 
 
 



[#2: Ninfadora Tonks; "Prima legge di Scott: Qualsiasi cosa vada male, avrà probabilmente l'aria di andare benissimo. (variante della legge di Murphy)"]

  
Doveva ammetterlo: quella ragazza aveva talento.
E no, non parlava del suo indiscutibile talento come Auror, né di quello altrettanto indiscutibile del combinare guai.
Il vero talento di Tonks era l’ottimismo. In ogni situazione negativa sapeva trovare un lato positivo, una bellezza, un motivo di gioia.
Faceva sembrare tutto più… facile.
 
Anche in quel momento, tutto era facile. Stringerla a sé, baciarle il collo e pensare che l’indomani si sarebbero svegliati avvinghiati, insieme, era facile. Sbagliato, ma facile.
Così facile che Remus Lupin decise che, per quell’unica e irripetibile notte, poteva fare a meno di pensarci.
Dimenticò le proprie remore, e cullò Tonks tra le braccia fino al mattino.
 





[#3: Percy Weasley; "La vita è come dipingere un quadro, non come tirare una somma" (O.W. Holmes)]

 
Se fosse nato Babbano, Percy sarebbe diventato un ragioniere come il cugino Magonò. Sarebbe vissuto  di calcoli inevitabilmente giusti e righe tirate sotto somme perfette, placando così il proprio perfezionismo e appagando il proprio ego.
 
Questo non sarebbe mai accaduto. Sia perché Percy non era Babbano, sia – soprattutto – perché nella sua vita c’era Audrey; e Audrey non era un foglio bianco, ma un quadro pieno di colori.
Non si scrive sopra un quadro, non vi si possono eseguire calcoli: tutto ciò che si può fare è osservarlo, ammirarlo, prendere un pennello e aggiungere un tocco qua e là.
Gli bastò incominciare, per capire che quella era l’unica vita possibile per lui.
 




 
[#4: Mirtilla Malcontenta; Risata]
 
 
Ti guardi allo specchio e non riesci a contenere una risata. Secca, isterica, esagerata.
Così, è questo che sei diventata. Com’era la definizione esatta? Ah, sì: impronta di un’anima dipartita.
E ti viene da ridere al pensiero.
 
Ridi e non ti fermi, mentre i viventi che ti circondano ti osservano allibiti e spaventati; ridi senza vergogna, perché quello è un sentimento che si addice a chi può provarla; ridi, ridi, ridi e vorresti piangere, vorresti che tua madre ti abbracciasse e ti dicesse che è un incubo, che si aggiusta, che non fa niente.
 
Ridi, e poi smetti di ridere per sempre. Non c’è niente da ridere nell’essere un fantasma.
 
 



  
[#5: Gellert/Albus; "La natura dell'uomo è bensì quella d'essere libero e di volerlo essere, ma fa altrettanto parte della sua natura prendere la piega che gli dà l'educazione."]
 
 
Sei un ipocrita, Albus, e un bugiardo.
Vorresti andartene, trovare un posto nel mondo, ottenere ciò che meriti; eppure hai sempre celato la tua vera natura per seguire le regole che ti hanno imposto. Ti hanno insegnato che nulla conta più della famiglia, e tu hai mostrato a tutti la facciata del bravo fratello maggiore, anche se non lo sei mai stato.
Ma ora basta.
Vieni via con me. Sii te stesso, fregatene dei doveri che ti hanno inculcato; non sei tu, non è la tua vita.
Vieni via con me, ipocrita che non sei altro. Io sono l’unico che ti ama così come sei veramente.
E tu lo sai.







































Note finali:
1) La prima drabble dovrebbe essere ambientata nel momento in cui Lucius Malfoy torna a casa dopo il soggiorno ad Azkaban. Dovrebbe, perché non lo so mica se si capisce -.-
2) Remus Lupin che abbandona le sue paturnie per godersi una notte d'amore con Tonks, nonostante sia intimamente convinto del grosso errore che sta commettendo. 
3) Una Percy/Audrey. Eh già. Stranamente ci ho sudato parecchio sopra, mi ha messa in seria difficoltà; sicuramente è tra quelle che mi soddisfa di meno. Il "cugino Magonò" è un lontano parente dei Weasley, citato di sfuggita da Ron nel primo libro, la cui occupazione è appunto il ragioniere.
4) Il momento in cui Mirtilla si rende conto di essere morta e fantasma. "Impronta di un'anima dipartita" è, ovviamente, una citazione dal sesto libro.
AGGIUNTA IMPORTANTE: se la reazione di Mirtilla vi pare spropositata, è perché LO E'. Trattasi di isteria. Non era chiaro, adesso lo è. Credo. Spero.
5) Il POV, ovviamente, è di Gellert. E sì, "Vieni via con me" è una citazione da Paolo Conte, mentre "Come sei veramente" è una citazione da Giovanni Allevi. Bravi, siete preparati.

Grazie mille di essere arrivati vivi fin qui! ^^
Fera

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Capitolo 2
*** 2. 16 maggio ***


Come nello scorso capitolo, vi avverto: sono drabble praticamente prive di limatura, così come mi sono uscite ieri notte.
Come nello scorso capitolo, vi avviso: le buone drabble sono qui (e nei capitoli precedenti e a seguire), qui, qui (e nel capitolo precedente), qui (e capitoli precedenti) e qui (e capitoli precedenti e seguenti), ossia nelle raccolte delle altre partecipanti al sadico giochino "scrivi una drabble in 15 minuti su un pacchetto A CASO" che linkerò non appena saranno state aggiornate.
Come nello scorso capitolo, un abbraccio a tutte le autrici che hanno reso la nottata di ieri molto... movimentata.
Ci vediamo in fondo per le spiegazioni e le ultime note!
Buona lettura.










[Marlene McKinnon; “Anche se il vento ci soffia contro, abbiamo sempre mangiato pane e tempesta, e passeremo anche questa.” (Stefano Benni)]
 
 
Alle urla sei abituata; non ti farai spezzare da quelle.
Anche se provengono da tuo marito.
Al sangue sei abituata; non ti spaventa più ormai.
Nemmeno se è quello dei tuoi figli.
E le risate… quelle risate sguaiate, volgari, che ti fanno sentire nuda e violentata sebbene nessuno ti abbia sfiorata con un dito. A quelle no, non sei abituata.
Ma lo sarai presto.
 
Non darai loro la soddisfazione della tua sconfitta. Non ti mostrerai disperata, non supplicherai per la tua vita.
Il dolore per te è un’abitudine, ormai; morire servirà soltanto a liberarsene.
Chiudi gli occhi, non guardare più. Tra poco rivedrai i tuoi bambini, e tutto andrà bene.
 
 
 
 
 
 
[Pansy Parkinson; "Sempre le venivano i brividi quando lui le parlava, e seppur nulla d'emozionante le dicesse, lei era questo che sentiva: Sei la bambina più bella che ho visto nella mia vita." (Isabella Santacroce)]
 
 
- Allora, mi ascolti?
Pansy si riscosse. - Come dici?
Draco sbuffò. - Ecco, come al solito. Sempre a pensare alle tue stupidaggini da femmina, vero? Bah, chissà perché perdo tempo con te…
Sbuffò ancora, inacidito; quando però tornò a guardare l’amica, notò che questa sembrava sinceramente dispiaciuta. Fece una smorfia.
- D’accordo, ho esagerato. Però vorrei che mi ascoltassi quando parlo di Quidditch, capito?
Pansy sbatté le ciglia, sorpresa, poi annuì in fretta e si dispose nuovamente ad ascoltare qualsiasi cosa lui volesse dirle.
 
Draco si sbagliava: Pansy ascoltava sempre ciò che lui le diceva. Solo, lo interpretava a modo suo.
Ed ogni parola che le rivolgeva, per lei, era una parola d’amore.
 
 
 
 
 
 
[Alecto Carrow;  immagine]
 
 
Il grosso ragno nell’angolo tesseva lentamente, senza alcuna fretta. Le mosche gli volavano a poca distanza, eppure lui non faceva una piega, non si innervosiva: con gesti calmi tirava, intrecciava, filava.
Alecto l’osservò per qualche secondo, poi gettò lo sguardo sulla classe.
Piccole, insignificanti mosche, prossime a cadere nella sua tela.
- Sì, Paciock?
Il ragazzino che aveva alzato la mano si mise in piedi.
- Volevo sapere… quanto sangue Babbano avete, voi Carrow?
 
La rabbia divampò, inarrestabile, cieca. Alecto strinse i denti, desiderando di schiacciare quell’insolente come un insetto…
… Ma si trattenne. Guardò il ragno che, paziente, lavorava.
E capì che doveva solo aspettare: la sua soddisfazione sarebbe arrivata, e presto.
 
 
 
 
 
 
[Alastor Moody, Ninfadora Tonks; chiacchiere.]
 
 
- Allora è vero che esci con Remus.
A Tonks andò di traverso l’Ogden. Sputacchiando guardò Moody, sconcertata.
- Ma tu che… come…
- La tua biancheria. Conosco una sola persona a cui possano piacere mutande color cioccolata.
La ragazza avvampò e si coprì il petto, ma il vecchio Auror rise forte.
- Tranquilla, non lo dico a nessuno. Ma devi promettermi una cosa.
Fissò Tonks con entrambi gli occhi, come se dovesse darle un’istruzione fondamentale.
- Vigilanza costante, Tonks. Ci vuol poco a rimanere incastrate, soprattutto se si è giovani e ingenue come te.
Detto ciò, si alzò in piedi e claudicando si avviò verso la porta del pub.
- … ingenue?!
Malocchio sorrise tra sé.
 
 
 
 
 
 
[Ron; “They’re not my home, not anymore
Not like they so were before
Still, I’ll split, and they’ll like…
Well, who knows?” (“Spring Awakening”)]

 
 
Per molti, Hogwarts era più che una scuola.
Per molti era una casa, un luogo di divertimento, una fonte di conoscenza e di amicizia.
Per Ron Weasley era libertà.
 
Libertà di usare il bagno quando voleva, senza trovarlo costantemente occupato.
Libertà di fare i compiti quando gli pareva, senza che la mamma venisse a rimproverarlo perché perdeva tempo giocando in giardino.
Libertà di scegliersi le compagnie che preferiva, senza essere costretto a stare sempre e solo con i gemelli, Ginny o Percy.
 
Hogwarts era la libertà, la prima vera libertà che Ron avesse mai conosciuto.
Ma ripensandoci, alla fin fine, nulla poteva competere con la sua famiglia.
 
 
 
 
 
 
[Horace/Pomona, "Teach me to be this easy"]
 
 
- È sterco di drago, quello che hai addosso?
Pomona sbuffò, rassegnata. - Domanda retorica, spero.
- Certo che è retorica! Buon Salazar, questo odore è…
- … naturale, Horace. L’odore del fertilizzante è il più naturale che tu possa immaginare.
Scosse la testa mentre il suo uomo si copriva le delicate narici con un fazzoletto profumato alla lavanda. Peccato che la sorte le avesse assegnato un compagno così raffinato: se solo fosse stato più genuino, più semplice…
Sentì due mani toccarle le spalle e iniziare a sfilarle la veste da lavoro. - Davvero? Io ne conosco uno ancora più naturale…
Pomona sospirò e sorrise.
Caro, caro Horace: forse stava finalmente imparando qualcosa sulla semplicità.
 
 
 
 
 
 
[OTP (Percy/Audrey); "Lascia che io sia la tua tentazione, d’ogni tua follia son l’incarnazione." (“Sulle scale”, Follow The Mad)]
 
 
Follia, pura follia.
Com’era possibile che fosse successo davvero? Con Percy, il più noioso/antipatico/insulto-a-scelta del Ministero. Quel presuntuoso rompiscatole che le contava persino i minuti di pausa.
 
Follia. Innamorarsi di lui era una follia, e Audrey l’aveva saputo fin dall’inizio.
Tuttavia non era riuscita a farne a meno; era stato come cercare di resistere a una tentazione troppo forte, a una voglia da soddisfare a qualunque costo. Colpa sua, di quel paravento di freddezza che invece di respingerla l’aveva implorata di avvicinarsi, di scoprire cosa nascondesse.
Aveva ceduto a quella tentazione, e ora era in trappola.
 
Una follia.
Ma la vera follia era il suo essere felice di tutto ciò.


















Note:
1) Marlene McKinnon era un membro dell'Ordine della Fenice che venne uccisa dai Mangiamorte insieme a tutta la sua famiglia ("HP e l'Ordine della Fenice"): ho interpretato liberamente il prompt e ho descritto il momento della sua morte.
2) La mia prima e ULTIMA Draco/Pansy. Questa è tutta colpa di MedusaNoir, della quale ho anche assorbito (ma solo per ieri notte) la visione del personaggio di Pansy.
Mai più.
3) Altra interpretazione libera del prompt: il pizzo diventa tela, la tela è quella del ragno. Alecto è un grosso ragno che aspetta di potersi nutrire delle mosche che cattura. 
L'intera scena è un missing moment dei Doni della Morte, in quanto Neville afferma di esseri procurato un taglio per aver chiesto quanto sangue Babbano hanno Alecto e Amycus (pag. 528).
4) Il prompt è la base della drabble, perché in effetti essa riporta una chiacchierata tra Tonks e Malocchio. E no, non potevo esimermi dal cliché "Remus-ama-la-cioccolata": ieri notte mi era parso divertente. Ahem.
Ho sempre visto Malocchio come una figura quasi paterna nei confronti di Tonks, e quale miglior modo di rappresentare questo rapporto se non nel momento in cui il primo raccomanda alla seconda di prendere le dovute precauzioni del caso?
Ah, l'Ogden non è altro che il FireWhisky o Whisky incendiario, altrimenti noto come Ogden Stravecchio. Preferisco questa dicitura, più che altro perché "FireWhiskey" è molto inflazionato.
5) Prompt in libertà! Questa non mi sembra molto originale, né come idea né come rappresentazione; ad ogni modo, mi è piaciuto rappresentare il rapporto di Ron con Hogwarts, è un elemento cui non ho mai dato importanza fino a ieri sera.
La conclusione è banalissima, ma non avevo altre idee. Sigh.
6) La coppia appartiene a SakiJune, e si vede: io ho solo cercato di non renderla troppo male. L'idea dello "sterco di drago" l'ho rubata sempre a Saki e a un suo post a proposito della difficoltà del pacchetto ^^
7) Ecco. Voglio che sia chiaro a tutti che non è colpa MIA se scrivo sempre di questi due: che altro potevo fare? Il pacchetto (di MedusaNoir, se non mi sbaglio) richiedeva di scrivere del proprio OTP... e l'OTP non si cambia. Sigh.
Tutto ciò mi fa sembrare terribilmente monotematica, ma NON è colpa mia.
Comunque. La canzone da cui è tratta la frase è questa qui. Lì per lì, ieri sera, mi è sembrato ridicolo associarla a Percy/Audrey; poi però ho avuto questa idea, e... boh, l'ho sviluppata. La cosa più naturale sarebbe stata indicare lei come la tentazione di lui, ma... era troppo facile.



Spero vivamente che vi siano piaciute. In ogni caso, grazie di aver letto ^^
Fera

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Capitolo 3
*** 3. 18 maggio ***


NOTA IMPORTANTE: la seconda drabble è a tematica femslash, la terza contiene un accenno di incesto tra sorelle (a livello platonico, ovviamente).
Io vi ho avvisati.







[Alastor Moody; “Ho osservato una lumaca strisciare lungo il filo di un rasoio, questo è il mio sogno, è il mio incubo: strisciare, scivolare lungo il filo di un rasoio e sopravvivere.” (da Apocalypse Now)]
 
 
È tutta una questione di equilibrio.
Camminare in punta di piedi, strisciare nell’ombra, schivare gli incantesimi non appena li si sente arrivare. Equilibrio fisico e mentale.
Secondo Alastor è questo che dovrebbero insegnare al corso per Auror: l’equilibrio. Non cadere mai, non cedere mai, non distrarsi mai.
Perché se traballi, se esiti, se ti distrai è finita.
 
È tutta una questione di equilibrio. Bisogna fare attenzione, muoversi e pensare con prudenza; niente sventatezze, niente passi incauti: solo gesti calcolati, azioni ponderate. Curare i dettagli.
 
Bisogna assolutamente restare in equilibrio.
Perché basta poco, davvero poco, per cadere; e una volta che si cade… non ci si può rialzare.
 
 
 
 
 
 
[Lavanda/Susan; 'D'improvviso, mi disse, le parve assurdo continuare a nascondersi' ]
 
 
Non vedeva perché avrebbero dovuto nascondersi ancora.
Aveva davvero un senso? Sarebbe servito a qualcosa far finta di nulla, celare i propri sentimenti e dissimulare una natura completamente diversa?
Per quale motivo, poi? Di fronte alla guerra e alla possibilità di morire, parole come “scandalo” e “vergogna” sembravano persino ridicole, se non totalmente prive di senso.
- Susan…
Sentì la mano della sua compagna scivolarle sulla schiena, in mezzo alle scapole.
- Va tutto bene, sono qui.
- Susan, io ti amo.
 
L’avevano sentito tutti, attorno a loro. Ma non aveva importanza.
Ciò che contava era che l’aveva sentito lei.
Per la prima volta in vita sua, Lavanda si sentì una vera Grifondoro.
 
 
 
 

 
[Narcissa/Andromeda; immagine]
 
 
Sapeva che sarebbe finita. L’aveva accettato dal momento in cui aveva iniziato a provare qualcosa per Andromeda.
Non sapeva perché: forse il suo odore, le sue mani, la sua dolcezza; forse la sua abitudine di rimboccarle le coperte ogni sera, forse quella di rimanere con lei e abbracciarla per tutta la notte quando non riusciva a dormire.
Forse invece era stata l’esplosione delle sue forme, la maturità della sua voce di sedicenne; forse il brivido di trovare, su quel diario ormai corroso, le parole “La amo” ripetute mille volte.
Non sapeva perché, ma era successo.
 
Sapeva che sarebbe finita. Ma valeva la pena di vivere quel sentimento – in ogni istante.
 
 
 



[Un personaggio maschile che vi fa schifo, che odiate, che non sopportate; immagine]
 
 
Il sorriso che esibisce quando mi vede, come se fossi la parte più importante della sua vita.
Gli occhi che brillano di una luce che solo io riesco a vedere, a comprendere. La sua voce, che mi sussurra le parole più dolci che si possano immaginare.
La sua risata rara, rarissima, che si lascia scappare soltanto quando in giro non c’è nessuno oltre noi due; il suo calore nelle notti d’inverno, quando per sopportare il rigido freddo dobbiamo dormire insieme, stretti, scaldandoci a vicenda.
Molti lo odiano e lo scansano, ma io non saprei immaginare la mia vita senza di lui. Non sarebbe una vita.
 
- Mrs. Purr, sei qui?
- Meow.




















Note finali:

1) come al solito, libera interpretazione del prompt. L'immagine della lumaca mi ha evocato l'idea di equilibrio, un equilibrio non facile da mantenere ma assolutamente indispensabile per la sopravvivenza. Col significato vero della frase non c'entra nulla, ma amen.
2) LA MIA PRIMA FEMSLASH, o perlomeno la mia prima femslash CONCLUSA. Il pairing è stato fornito da Sbarauau, che saluto.
La scena è da collocarsi immediatamente prima della battaglia a Hogwarts, presumibilmente nella Stanza delle Necessità. Credo.
Oh, beh.
3) La mia PRIMA E ULTIMA incest. Il pairing stavolta è stato scelto da quella sadica di Med (che NON saluto); l'alternativa era una Gellert/Ariana, ma mi ispirava di più questo.
Sarà che odio l'incest, ma questa drabble non riesce proprio a piacermi; non la trovo convincente, per niente.
4) SORPRESA! Spero vivamente che abbiate capito di chi si parla e soprattutto di chi è il punto di vista ^^
Inizialmente avrei voluto scrivere di Caramell, ma dovendo descriverlo dal punto di vista di qualcuno che lo ama avrei dovuto inventare un personaggio nuovo oppure... usare la Umbridge. Blah.

Non so, a questo giro sono molto meno soddisfatta delle drabble, anche se c'è stato un netto miglioramento rispetto alle prime. L'allenamento è tutto!
Alla prossima, e vi ringrazio se siete riusciti a leggere fin qui.

Fera

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Capitolo 4
*** 4. 28 maggio ***


Quarto giro! La prima drabble appartiene ad una manche precedente, in verità, ma era sola soletta e non volevo pubblicarla così ù_ù
In fondo, come al solito, le spiegazioni delle singole drabble.
Buona lettura!

... e DIFFIDATE DELLE IMITAZIONI!









[Draco/Pansy; "Vorrei essere la prima scelta di qualcuno."]
 

- L’hai mai fatto?
Eccola, la domanda tanto temuta. Pansy sapeva che sarebbe arrivata, ma sentirla così, quando finalmente era riuscita a tranquillizzarsi, fu uno shock.
Sopra di lei, e come lei completamente nudo, Draco la osservava tranquillamente, con solo un accenno di curiosità nello sguardo.
- Io…
Si morse un labbro, cercando di contenere le lacrime di imbarazzo che, lo sentiva, sarebbero uscite di lì a un momento.
- … no. Mai.
“Ecco”, pensò, “adesso se ne andrà, si schiferà, si…”
Invece no. Draco rimase lì, tra le sue gambe, e le sorrise.
- Nemmeno io.
E la baciò, emozionato.
Era bello essere la prima scelta di qualcuno. Soprattutto se quel qualcuno era Pansy.





[Petunia/Severus; manie di controllo]
 

La prima parola che Severus associò a Petunia fu mania. Il modo in cui parlava a Lily, il suo volerla tenere sempre d’occhio… non era solo una sorella maggiore apprensiva.
Era maniaca.
Così maniaca che quando non poté più controllare la vita di Lily – visto che la sua vera natura era ormai emersa – ribaltò del tutto i suoi sentimenti verso di lei e li trasformò in rancore e gelosia. Non andò al suo matrimonio, non volle più vederla, e riversò tutta la sua acredine contro suo figlio – almeno finché non fu costretta a smettere di controllare anche lui.
 
Un po’ come aveva fatto Severus, in fondo.
 
 
 



[Sirius Black; carezza]
 

Essere un cane non è così male. Il cibo si trova quasi sempre (basta fare il bravo cagnolone con qualche signora attempata), e le avventure non mancano.
Quello che manca è… beh… immaginate di essere stati messi al carcere duro in un periodo in cui avete gli ormoni a mille e tenuti lontani da una ragazza per più di dieci anni… insomma, avete capito, no?
 
Sì, ridete pure; intanto io – che, ricordiamolo, sono pur sempre un uomo  – non posso far nulla per compensare a questa mancanza.
Posso solo farmi bastare le carezze sul muso di qualche ragazza cui non facciano schifo le mie pulci.
 
Che palle essere un cane.
 
 
 
 


[James/Sirius ;"Everything about you is how I wanna be 
Your freedom comes naturally 
Everything about you resonates happiness 
Now I won't settle for less" (Bliss, Muse)]

 

James non capiva proprio chi diceva di non sapere cosa fosse l’amore. Per lui era semplicissimo: se ami una persona l’apprezzi qualsiasi cosa faccia; se ami una persona sei felice di stare con lei, perché ogni sua parola, sguardo e risata generano in te la gioia più grande. Amare una persona, per James, significava considerarla al di sopra di ogni cosa e mettere il resto del mondo almeno un gradino al di sotto; significava non volere altro nella vita, significava volere la vita di quella persona.
 
Troppo tardi James si rese conto che il suo amore, l’unico, in realtà era sempre stato Sirius.
 
 
 



[Personaggio a scelta (Peter Minus); "Di chi è questa mano? Ah... è la mia... Sono riuscito a diventare... insostituibile per qualcuno?" (Naruto)]
 

Fai sempre il palo mentre James e Sirius combinano uno dei loro scherzi; sei diventato bravo, ormai, a riconoscere il passo di Gazza e ad avvertire i tuoi amici senza farti beccare e senza gesti troppo palesi.
Ogni volta, vieni ricompensato da queste parole:
- Sei insostituibile, Peter!
 
Osservi i Mangiamorte che ti circondano. Essi ti hanno sempre guardato con disprezzo, eppure… eppure l’Oscuro Signore ha appena Cruciato tre di loro, mentre due sono ormai nella fossa.
Ciascuno di loro potrebbe subire in ogni momento l’ira del vostro padrone, ma tu no.
Tu sei tranquillo.
La mano d’argento che sfoggi ti è testimone: tu sei insostituibile.
















... et voilà:
1) prima volta di Pansy e Draco. Ebbene sì.
2) Come si trova un punto di contatto tra Petunia e Severus? Facile: si passa per Lily e Harry.
... facile un corno, ci ho messo un sacco a scriverla e fa anche schifo D:
3) Questa è una sciocchezza, una vera e propria sciocchezza: non ho idea del perché, ma unendo "Sirius" e "carezza" la prima immagine che ho avuto è stata quella di lui in versoine cane che si fa coccolare allegramente. L'arrapamento e tutto il resto sono venuti dopo.
Mi sembrava un'idea simpatica, ma... forse non lo è.
4) Non credo serva qualche spiegazione particolare: sono James e Sirius, e tanto basta ^^
5) Peter e l'insostituibilità. La mano argentata testimonia che lui ha servito il Signore Oscuro più fedelmente degli altri (vedasi il discorso di Voldemort nel quarto libro) e che quindi, a differenza di molti altri Mangiamorte, conta qualcosa.

... oggi ho cannato tutte le spiegazioni, ma mi auguro che le drabble siano chiare lo stesso.
Grazie di aver letto!
Sempre vostra
Fera



... e DIFFIDATE DELLE IMITAZIONI!

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Capitolo 5
*** 5. 19 luglio ***


[Pairing Minerva/altro personaggio (Sorpresa), http://www.youtube.com/watch?v=ObuBL3_Y_YA]
 

Minerva avrebbe sempre ricordato le lunghe passeggiate delle estati della sua adolescenza: era capace di camminare per tutto il giorno, nella brughiera, senza quasi sentire la stanchezza o la fatica.
Avrebbe ricordato per sempre anche il suo compagno di scarpinate, incontrato per caso in un pomeriggio particolarmente piovoso. Un giovane mago di qualche anno più di lei, dai modi gentili, il cognome buffo e un amore per le camminate quasi pari al suo; sin dal loro primo incontro lui e Minerva presero l’abitudine di attraversare insieme la brughiera ogni volta che potevano – perché camminare da soli era bello, ma la compagnia faceva bene al cuore.
Alle passeggiate si accompagnavano, ovviamente, le conversazioni. L’amico di Minerva era sveglio, sebbene spesso non dimostrasse l’intelligenza di cui era dotato; parlare con lui, comunque, era piacevole, e la giovane Minerva amava comunque le loro discussioni.
Dall’amare quelle all’amare lui fu un passo sin troppo breve. Ma erano giovani, con ancora tutta la vita da costruire – anzi, da immaginare, – e quella storia rimase sempre sospesa a metà. Indefinita, relegata nello spazio riservato ai ricordi.
 
Minerva non avrebbe mai dimenticato le lunghe passeggiate e i dialoghi stimolanti, né il suo amore per le maniere timide e gentili di quel ragazzo scozzese. Una parte di lei sarebbe sempre rimasta lì, sotto il cielo piovoso della sua adolescenza, a immaginare una vita costruita attorno – insieme – al suo più caro amico.
Ma l’altra parte di lei, quella che viveva nel presente ed era costretta ad invecchiare, non poteva fare a meno di realizzare quanto poco di quel giovane era rimasto in Cornelius Caramell.
Dov’era finito il suo amico? Dov’era il ragazzo con cui un tempo aveva vagheggiato di condividere parte della sua vita?
Sparito, cancellato, sostituito da un uomo che non aveva scrupoli nel portare i Dissennatori nella scuola.
 
Minerva sapeva bene che tutto mutava, che gli uomini invecchiavano e non rimanevano mai gli stessi. Ma sentiva sempre una fastidiosa stretta al cuore, quando guardava Cornelius e non vi ritrovava il ragazzo gentile che aveva amato nella brughiera.
 
 
 
 
 


[Personaggi a scelta, escluse generazione di Harry e nuova generazione (Tosca/Salazar), "Ho un segreto, riesci a mantenerlo? Giura che questa volta lo terrai per te. Faresti meglio a sigillarlo nella tua tasca, portandotelo dietro fino alla tomba. Se te lo mostro, allora so che non dirai quello che ti ho detto, perché due persone possono mantenere un segreto solo se uno di loro è morto..."]
 

- Sai tenere un segreto?
Pessima domanda, fatta dalla persona sbagliata nel momento sbagliato. Tosca sospirò e alzò lo sguardo su un Salazar più ubriaco che mai: ridacchiava e si appoggiava malamente alla parete per cercare di tenersi in piedi.
- Il vostro atteggiamento rende davvero onore ai Purosangue, messer Serpeverde… - osservò sarcastica. Il mago provò a staccarsi dalla parete, ma inciampò nei suoi stessi piedi. Tosca accorse a sorreggerlo; lo circondò con un braccio e lo accompagnò verso la panca situata nel suo studio, sulla quale lo fece adagiare.
Accertatasi che Salazar fosse in procinto di addormentarsi senza troppi problemi, la strega si allontanò e fece per avviarsi verso la propria stanza.
- Sai tenere un segreto, Tosca?
Sospirò di nuovo e tornò sui propri passi. Salazar aveva sollevato la testa dal suo giaciglio; non rideva più, ma la osservava con attenzione e serietà. Tosca si sedette sul bordo della panca, sperando di non doversi trattenere lì ancora a lungo.
- Ma certo che so tenerlo, messer Serpeverde.
L’uomo fece un mezzo sorriso. - Tu mi piaci tanto, Tosca - disse poi, afferrandole una mano. La donna cercò di ritrarsi, ma lui non glielo permise. - Mi piaci - continuò. - Tu sei… diversa da loro. Sì. Sei diversa. Mi piaci.
Tosca arrossì e abbassò lo sguardo. Da tempo desiderava sentirgli dire quelle parole, ma… non così. Non sotto gli effetti di qualche maledetto intruglio Babbano.
- E se ti dicessi un segreto, lo manterresti. - Lo sguardo di Salazar ormai era febbricitante, la mano che stringeva quella di Tosca era sudata. La strega strinse i denti e si alzò in piedi; non aveva intenzione di ascoltare altro per quella sera.
- È meglio che vi riposiate, domattina starete meglio. Buonanotte…
- Ho fatto una sciocchezza, Tosca.
La donna lo guardò confusa. Salazar ricambiò lo sguardo, poi tornò a ridacchiare. - Ho fatto una sciocchezza - rise poi, - e se te la dicessi poi dovresti morire. Però te la direi. Perché tu mi piaci e sei diversa, e non te lo meriti.
Abbassò gli occhi e fissò un punto nel vuoto. - No, non te lo meriti.
Tosca attese, trattenendo il fiato, che Salazar aggiungesse qualcosa, ma questi rimase in silenzio. Al che la strega gli augurò di nuovo buonanotte, e uscì in punta di piedi.
 
Non gli chiese mai quale fosse il segreto di cui voleva parlarle, né Salazar fece mai più accenno a quella sera.
In fondo, forse era meglio che certe cose rimanessero sepolte nel cuore di Hogwarts.
 
 
 
 
 


[James/Sirius, “Solo una vita vissuta per gli altri è una vita che vale la pena vivere”]
 
- James?
- …
- Jimmy?
- …
- Ehi!
- Eh? Uh?
- Sei sveglio?
- … adesso sì.
- Oh, bene. Volevo chiederti una cosa.
- Ma… Sirius, sono le tre di notte!
- Lo so, lo so, ma devo chiedertelo lo stesso.
- Uff.
- James?
- Mh?
- Come saremo tra dieci anni?
- Beh, saremo più vecchi.
- Sì, e poi?
- E poi io sarò un campione di Quidditch, mentre tu farai il mantenuto alle mie spalle. Come adesso.
- Ma saremo ancora insieme, secondo te?
- Noi due, intendi?
- E chi altro?
- Beh, ma certo che sì. Mi pare ovvio. Non vedo come tutto avrebbe un senso se non fossimo assieme.
- È la stessa cosa che penso io, Jimmy. Non vale la pena vivere senza di te.
- Cavolo, Sir, per essere le tre di notte sei profondo.
- Grazie. Anche tu non scherzi.
- Ehi, mi raccomando, tra dieci anni dovrai essere ancora nella mia vita.
- Contaci. Non ti libererai mai di me.
- Buonanotte, Sirius.
- Buonanotte, James.













Salve a tutti! Rieccomi con questa raccolta al limite dell'impossibile!
Stavolta mi sono lasciata prendere dalla grafomania. Come al solito non ho limato le drabble (o meglio, le flash) che ho scritto l'altra sera; voglio che vediate esattamente ciò che il mio stupido cervello crea quando viene lasciato a ruota libera.
Inutile dire che queste flash non mi convincono granché. Ad ogni modo, avete campo libero per criticare e anche insultarmi, se lo desiderate.

Note:
1) EBBENE SI'. Mi sono data al crack, ma crack pesante. Il riferimento ai Dissennatori è preso dal quarto libro, quando Caramell conduce un Dissennatore da Barty jr. Mi ha sempre fatto caso che Minerva gli desse del tu in quell'occasione, come se si conoscessero da prima (ma ppotrebbe essere solo una forzatura della traduzione italiana, in effetti...), così ho montato questa storia.
2) Non tutti sanno che Tosca/Salazar è un mio OTP. Scrivo raramente di loro, ma quando ne ho l'occasione sono ben felice di farlo. Il segreto di Salazar, per chi non lo avesse capito, è la creazione della Camera dei Segreti con annesso Basilisco; spero sia chiaro che il mago fa tutto quel discorso incoerente perché è ubriaco fradicio, non per altro.
3) Il rapporto tra James e Sirius mi piace molto, sia se si rimane nell'ambito dell'amicizia fraterna sia se lo si vuole trascinare nelle perigliose lande dello slash. Qui il dialogo è, credo, abbastanza ambiguo; ho interpretato liberamente il prompt e ci ho tirato fuori questa conversazione notturna da adolescenti mezzo addormentati che a malapena sanno quello che dicono.

... no, continuano a non convincermi. Oh, vabbè.
Se vi piacciono sono contenta; se non vi piacciono, vi chiedo scusa per avervi fatto perdere tempo.
Grazie di aver letto!
Sempre vostra
Fera





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Capitolo 6
*** 6. 8 ottobre ***


Dopo lunga pausa, rieccomi con le notti di drabble!
La serata di ieri è stata particolare, perché è stata indetta da un gruppo di meravigliosissime pazze (sotto l'organizzazione di MedusaNoir) per "festeggiare" il mio quinto anno su EFP.
A queste straordinarie creature va la mia gratitudine e la mia commozione. Vi adoro, tutte quante, sia le autrici sia le lurker.

Dopo questa parentesi, ecco le drabble. Come al solito, spiegazioni in fondo.
Buona lettura!

















[Remus/Tonks, Little talks (Of Monsters and Men)]
 

Non era lui a mancarle, questo no. E in ogni caso lei non lo avrebbe mai ammesso.
Non le mancava. No. Era un Auror, lei, era tosta, si era sempre fatta il culo nella vita per ottenere ciò che voleva, niente e nessuno poteva spaventarla, ferirla o farle del male.
Non era Remus a mancarle. No.
Era… cos’era che le mancava, in verità? Forse era il camminare insieme, fianco a fianco, in fondo al resto del gruppo; forse il parlare a bassa voce come se si conoscessero da anni.
Sì, forse era quello a mancarle.
Ma non lui. Non i suoi occhi o il suo odore.
Solo… le loro chiacchierate.
 
 
 





[Ron-Bellatrix, immagine]

 
Prima la Sanguemarcio, sì. Si sarebbe divertita prima con lei, e poi con quegli altri due.
Col rosso, soprattutto. Oh, quello sì che sarebbe stato un divertimento. Una goduria. A Bellatrix era bastata un’occhiata per capire che tipo era: il tipo dell’eroe mancato, dell’eterno rifiutato.
No! Hermione!
Povero, povero piccolo! Con quegli occhioni azzurri come due laghi, che riflettevano tutta la sua impotenza, la sua inutilità… Impara, piccolo, imparalo subito, che nella vita non avrai mai quello che vuoi.
Voleva la Sanguemarcio, eh? E l’avrebbe avuta – a pezzetti, chiaro.
 
Quegli occhioni azzurri come laghi che riflettevano tutta la sua impotenza.
Presto, molto presto Bellatrix vi avrebbe visto se stessa. E avrebbe riso.
Impara, piccolo. Nella vita avrai sempre qualcosa di diverso da ciò che volevi.
                                                                                
 





 
[James/Dorcas, Io amo lei (Diaframma)]
 

“Io amo lei.”
Sputa quelle tre parole come se gli ci volesse tutto il coraggio del mondo, Dorcas se ne accorge facilmente.
“Io amo lei, da sempre. Non posso lasciarla, sarebbe come… lasciare me stesso, capisci? Io… io amo lei.”
Serra i denti, deglutisce. Dorcas lo osserva con attenzione, come a volersi imprimere nella mente ogni sua movenza, ogni suo gesto. La forma delle sue mani, la tenerezza del suo collo.
“Io amo lei.”
Lo dice con tono fermo, ma sotto – Dorcas lo sente – c’è l’incertezza di chi cerca di convincere se stesso. Se fosse vero, pensa lei, se fosse vero che la ama non starebbe così, non sarebbe in difficoltà, perché l’amore rende tutto più facile, la verità è semplice…
“Io amo lei. Punto.”
Ma evidentemente, James non ha scelto la strada più semplice. Ha preferito quella giusta.
 
 





 
[Draco-Narcissa, immagine]
 
A volte Narcissa si svegliava di notte col respiro corto e il cuore a mille, come se avesse corso. Non riusciva a ricordare perché, quale tipo di sogno le avesse provocato quell’affanno… eppure, quelle notti erano le più angoscianti, le peggiori della sua vita.
Non capiva perché, ma tutto il suo corpo aveva paura.
Narcissa non avrebbe mai ricordato quel sogno, ma il suo cuore sì.
Camminava in una foresta, ostacolata da rami e radici. Avrebbe voluto fermarsi, cercare aiuto, ma non poteva: Draco era lì, da qualche parte, e lei doveva trovarlo prima che fosse troppo tardi.
Ad un tratto, lo vedeva: camminava sicuro lì dove la foresta era meno fitta; gli alberi sembravano scansarsi di fronte a lui, e i suoi passi erano tranquilli e saldi.
Ma Narcissa lo sapeva, sapeva benissimo che quella sicurezza era solo un inganno: presto la foresta si sarebbe richiusa, lo avrebbe inghiottito, gli alberi avrebbero imprigionato Draco tra i loro rami e lei non l’avrebbe più rivisto… voleva gridare, dirgli  di andarsene, di venire da lei, di non fidarsi di quel sentiero ingannevolmente sereno…
… e a quel punto si risvegliava, esausta e con l’affanno.
Nei suoi sogni, Narcissa non riusciva mai a salvare Draco.
 
 






[Malocchio-Ginny, Behind blue eyes (Limp Bizkit)]

 
Chissà se quell’occhio vede davvero tutto.
Subito dopo averlo pensato, Ginny si vergognò. Che sciocca, doveva saperlo che c’erano dei limiti piuttosto ovvi persino alla magia: l’occhio magico di Moody poteva vedere tutto ciò che c’era fuori da lei, ma non dentro.
Di sicuro non avrebbe potuto leggere i suoi pensieri.
E meno male.
No, perché di tutto aveva bisogno, Ginny, tranne che di un’altra persona che le leggesse dentro. Che cercasse di capirla. Di aiutarla.
Ma aiutare… come? Perché?
Hermione, sua madre, i suoi fratelli… sapevano leggerle la tristezza negli occhi all’istante, e subito cercavano di farla sparire in qualche modo – con le chiacchiere, i consigli, gli scherzi. Ci provavano… ma in fondo, cosa sapevano loro della sua tristezza? Volevano aiutarla, ma potevano?
No. Perché loro non sono nella mia testa. Non sanno cosa provo.
Così, per non ricevere quell’aiuto vano, Ginny si sforzava di sembrare forte, di non apparire mai triste o malinconica. Era facile, in fondo: nessuno poteva leggerle la mente e scoprire ciò che sentiva davvero.
Ma Malocchio… può? Oppure no?
In quello stesso momento Moody le passò accanto. Ginny gli sorrise cortese e si scansò per lasciar passare la sua gamba di legno; l’uomo fece una smorfia per ringraziarla e si soffermò a guardarla – giusto un paio di secondi.
Bastarono.
Malocchio fece roteare il suo occhio magico, e quando fu sicuro che non ci fosse nessuno a portata d’orecchio le parlò.
- La gente non lo capirà mai, Ginny Weasley - mormorò, la voce rauca. - La gente non capisce mai. Non lo sanno, pensano che chi è forte lo sia sempre… ma non lo sanno, no, non lo sanno cosa si prova.
Non attese una risposta: prima che Ginny potesse aprire bocca, l’anziano Auror era già uscito zoppicando dalla porta di Grimmauld Place.
 
La gente non lo capirà mai, Ginny Weasley.
Da quel momento, l’occhio magico di Moody fu per lei quasi un conforto.

















Note:

1) non ho pensato nemmeno per un istante di descrivere Tonks nella sua fase "depressione post rifiuto da parte di Remus". Lei è un Auror, una tipa tosta, e persone così cercano di farsi coraggio e negare di star male piuttosto che lasciarsi andare - cosa che, come sappiamo, Tonks farà in seguito.
Un'interpretazione un po' personale, ma Trick mi ha detto che è IC e ciò mi basta. Osate contraddire Trick e farete i conti con me. ù_ù
2) Questo doveva essere un pairing, ma non ce l'ho fatta. Il momento descritto è quello del settimo libro in cui Bellatrix sta per iniziare a torturare Hermione. Il prompt l'ho usato MOLTO liberamente, come potete vedere ^^
3) Crack pairing condito di saggezza alla Silente ("scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è facile"). 
4) Qui sono riuscita a usare il prompt decentemente. L'immagine mi ha fatto subito pensare a una visione onirica, e la metafora della foresta ingannevolmente accogliente e sicura è venuta da sé. Spero sia chiaro il significato del sogno di Narcissa, sennò chiedetemelo ^^
5) Anche qui, niente pairing - e niente drabble, visto che è ben più lunga di 110 parole. L'accostamento di questi personaggi con la canzone mi è piaciuto subito: sia Ginny che Moody, in maniere diverse e per diverse ragioni, appaiono forti e determinati, eppure spesso dietro questa forza c'è un mondo di tristezza e fragilità che pochi possono cogliere.

Spero davvero che vi siano piaciute. A me è piaciuto scriverle.
Grazie di aver letto, e alla prossima!
Fera


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