Fedele ingenua fortezza.

di Evil Daughter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ~ Regalo ***
Capitolo 2: *** 2 ~ Scelta ***



Capitolo 1
*** 1 ~ Regalo ***


Non cambierò mai. Una nuova storiellina con altre ancora incomplete.
Prendetemi così. O lasciatemi se vi do cagione di noia.

 

 

Fedele ingenua fortezza.

 

1

REGALO

 

 

Soffiò forte sulla fiamma di due candeline. Sessantadue anni.
«Auguri mamma!»
«Grazie, tesoro.»
Trunks aveva ordinato un chilo di torta nella nuova pasticceria della risorgente West City. Il dolce occupava il tavolo della cucina, sarebbe bastato per una decina di persone. Bulma ne tagliò due triangoli non troppo grandi, li servì in piatti di plastica bianchi. Piatti che erano rimanenza di altre occasioni nelle quali non c'erano mai stati abbastanza invitati per usarli tutti.

E come ogni anno, la torta che avanzava si conservava in frigorifero. Se ne rimaneva ancora, dopo tre giorni finiva nella pattumiera.

«Buona?»
«Molto.»

Madre e figlio continuarono ad assaporare il dolce nel silenzio stanco che li attorniava e che lievemente veniva interrotto dal ronzio proveniente dal compressore del frigo.
Entrambi indossavano dei coni di carta rosa sulla testa con sopra un tanti auguri scritto a mano, bisognava ravvivare il momento. Ma questa Bulma non amava le feste di compleanno e questo Trunks non possedeva il tipico appetito dei saiyan: lasciò metà della sua fetta.

«Sai, mamma, ultimamente mi capita di incontrare molte persone in città e tutte mi chiedono quando termineranno i lavori di ampliamento dei laboratori, e se avvieremo presto dei colloqui per la selezione del nostro nuovo personale. C'è molta attesa, in tanti vorrebbero lavorare con noi... è straordinario, nutrono parecchia speranza nella Capsule Corporation.»

Trunks era entusiasta, la vita sulla Terra era tornata alla normalità; andava fiero della ripresa eccezionale che stava avendo l'industria del nonno: nel giro di tre anni ogni stabilimento della Capsule Corporation avrebbe assunto altre migliaia di risorse umane in tutto il mondo, dando lavoro a tante famiglie.
Trunks era un convinto filantropo, un ossimoro mezzo terrestre mezzo alieno, figlio del principe dei saiyan.
Sua madre ne era silenziosamente orgogliosa.

«A proposito, l'ingegnere che ha detto? Pensa di riuscire a completare il progetto entro questa settimana?»

Bulma prese un’altra cucchiaiata di crema e pandispagna, almeno i dolci erano rimasti una costante in ambedue le epoche, a quelli non rinunciava; poi, roteò gli occhi e, molto lapalissiana, rispose:«Chissà, l'idiota.»
«Idiota? Che... che è successo? Credevo fosse un professionista capace, che avrebbe potuto darci una mano.»
«Le sue abilità non c'entrano» chiarì lei, ma Trunks continuava a fissarla di cipiglio interrogativo.
«Suvvia, sei grande abbastanza per capirlo da te.» finì, credendo di essere stata più esplicita di un'adolescente inviperita. 
Il ragazzo non intervenne, lasciò che la mamma proseguisse quel che pareva essere l'inizio di uno sfogo; al compimento dei suoi anni ne aveva sempre uno.

«Mi ha offerto una cena, sere fa... Ho accettato, sono uscita con lui.»

Trunks atteggiò la bocca in uno sbieco sorriso. Somigliava al padre quando lo faceva.
«Non avrei dovuto. Lo so.»
«Non mi sono ancora espresso.»
«Ma stai... sorridendo?» E come suo padre, era imperscrutabile.
«Be’... trovo meraviglioso vederti tornare ad interessarti a te, alla tua vita. Ora capisco perché ultimamente sei più bella.»
Bulma arrossì. «Dici sul serio? Nonostante questo ciuffo di capelli bianchi e le rughe sul viso?» 
In risposta suo figlio le baciò una guancia.
«Mi vuoi troppo bene! E io che pensavo ti arrabbiassi e fossi geloso della tua mamma. Avevo paura di dirtelo.»
«Ho quasi trentaquattro anni, se dopo quello che abbiamo passato hai voglia di frequentare qualcuno, non può che farmi piacere, te lo meriti... » era sincero, veramente felice per lei. Nonostante la scoperta eclissasse e rendesse fuori luogo qualcosa per il quale aveva lavorato sodo nel corso di circa due anni.
«Certo, non mi aspettavo fosse l'ingegnere il fortunato a... ricevere le tue attenzioni.» qui diventò rosso anche lui.
«Infatti, non so neanche io perché l'ho fatto. È stato gentile, carino... ha insistito... Ma non siamo andati oltre la condivisione di un pasto. Tra noi non c'è nulla... Idiota!»
Sarebbe stato interessante chiederle a chi fosse diretto l'insulto, se a quel tizio o a lei stessa, ma suo figlio voltò gli occhi da un'altra parte. Proprio a far cadere la discussione e non dare spazio all'aggiunta di ulteriori dettagli. La spigliatezza di sua madre a volte lo metteva in imprevedibile imbarazzo.
Non si dissero altro.
Al ronzio del frigorifero si sommò il rumore metallico delle posate che Bulma gettò nel lavello vuoto d'acqua. Poi, dando le spalle a Trunks, lei riprese il discorso: «Volevo provare a distrarmi un po'... Fallisco, in tutte le occasioni. E mi dimentico che non sono più una ragazzina ma una madre con un figlio adulto.»
«Mamma, non devi giustificarti con me se esci con un uomo. Ti ho detto che sono conte-»
«No! – lo interruppe – Il punto è un altro.» si girò, stavolta guardando il figlio negli occhi, quelli che tanto le ricordavano lui «Vedi l’orologio lassù – ce l'aveva con l’orologio giallo appeso alla parete nord della cucina – le sue lancette non si sono fermate mai ed è così da più di trent’anni... Pensa, anche quando i cyborg ci attaccarono non andò distrutto. Io lo portai nel rifugio sotterraneo ed ora è di nuovo qui. Illeso. E continua a fare il suo lavoro.» Trunks aspettò zitto che ella proseguisse: «Questo per dirti che io sono identica a quell’orologio. Ho fatto di tutto per non morire e continuo a darmi da fare pure adesso che non ci sono minacce. Funziono. Forse perché se mi fermassi avrei tempo per pensare. Eppure, nonostante mi si contino addosso gli anni-», «Questo non è vero, sembri più giovane dell'età che hai», «Ho sessantadue anni – rimarcò rassegnata – però, dentro di me è tutto uguale ed immutato, come trent’anni fa. Il tempo dovrebbe alleviare i sentimenti, a me purtroppo non è accaduto.» ora le lumeggiava lo sguardo di tristezza.

«... Sento la mancanza di molte persone care.»

«Mi dispiace... Ti capisco mamma. Viaggiare nel passato mi ha permesso di conoscere queste persone. Ci sono giorni in cui vorrei poter tornare indietro di molti anni solo per vederle una volta ancora
Bulma non colse il tentativo: «Mi manca una persona più di tutte. Anche se tra noi non è stato facile.» Fece scrosciare un forte getto d'acqua nel lavandino.
«Stai parlando di papà?»
Lei annuì. Era ovvio. «Quando sei tornato dal passato e mi hai raccontato di lui, non posso negare che le tue storie abbiano fatto breccia in me. Hai descritto una persona per alcuni aspetti completamente diversa. Che... »

Che vorresti rivedere, mamma?

«Sì, papà è cambiato.»

«Non immagini quanto mi renda felice sapere che c’è una me, in un'altra epoca, che può godersi la vita accanto a lui.»

Trunks lesse attraverso gli occhi di sua madre, l'aveva capito da tempo: ella aveva un desiderio, che le scatenava un timore immenso e la costringeva a tacere tenendosi tutto dentro. O in questa maniera lui l'aveva intesa. E come unico figlio, e sola persona rimastale accanto, sentiva la responsabilità di renderla felice. Anche se farlo avrebbe mandato in fumo quelle distrazioni. E soprattutto una scelta sofferta.

Si alzò gagliardo dalla sedia, era un eroe, un ingenuo altruista che non si rendeva conto del vero perché la sua mamma avesse sempre taciuto. Si avvicinò al mazzo di fiori che le aveva precedentemente portato. Sotto i petali, tra i fili di mughetto, Trunks aveva nascosto qualcosa che Bulma non aveva ancora notato; decise di non aspettare che ella lo scoprisse da sola. Prese l'oggetto.

«Hai espresso un desiderio mentre soffiavi le candeline?» le domandò.
«Tesoro, che dici? Sai che non credo a queste cose.»
Trunks la guardò con occhi limpidi, traboccanti amore: «Ti sbagli, mamma, dovresti crederci.» le porse una scatolina bianca infiocchettata con un nastro blu. Ci aveva messo mezzora prima di riuscire a fare un intreccio decente; infatti il nastro restava sgualcito sui lembi liberi e pendenti. Ma pazienza, la sua mamma avrebbe capito. Avrebbe certamente accettato.

«E questa? Un altro regalo?» lei non immaginava. Non poteva, perché le possibilità di ripetere quell’impresa erano finite e perché il tempo non è sempre gentile e galantuomo. Quando si gioca con lui.

«Aprila e lo scoprirai.»

Bulma sciolse il fiocco, aprì la scatola e dentro trovò la capsula numero uno. 
Credette di perdere la presa su ciò che stringeva.
Guardò suo figlio.

«Non è quello che penso, vero?»

 

Continua...

 

Note:

1 - Zero lungaggini, saranno al massimo tre capitoli. Vi farò soffrire poco. Giuro.
2 - Prenderò da DBS un dettaglio, anzi no, di più. Certe rivelazioni di Bulma, riportate da Trunks nel vol.4, mi hanno dato il là per scrivere una cosa che dai, quanti hanno già scritto, immaginato e voluto? Non dico cosa perché avete già compreso e perché altrimenti sarebbe spoiler. Però, anche se ce ne saranno tante che trattano questo argomento, ne volevo scrivere una io, per me. *__*
3 - Consideratela una What if che però si rifà alla sola storia di DB. Quindi niente divinità, latitanti galattici, e cerealiani.
4 - Vi metto qui sotto un disegno che non c’entra nulla con questa storia, so che potrebbe essere ottimo per la mia Standby (leggetevela a tempo perduto link) invece no, l’ho fatto qualche mese fa per BellaLuna, dedicato a una sua bellissima One Shot che mostra finalmente uno Yamcha maturo,  non come il mio, mascalzone, e ve la metto sotto le note.
Poi, siccome alcuni seguono anche altri autori e me insieme, e quindi sanno già, gli altri che non sanno possono sapere (cioè ?), vi elenco i link dei capitoli in cui l’autrice Eevaa (cara, perdonami, ho visto ora la recensione di mesi fa, mi cospargo il capo di cenere e vengo a rispondere, sono imperdonabile) ha pubblicato mie illustrazioni (yaoi V/G) dedicate alle sue storie.  - da Hakai, capitolo 26     - capitolo 24
Consiglio: scoprite queste bravissime autrici.
A questo punto ho piacere ad elencarvi anche altri autori e interessanti autrici ai quali ho realizzato illustrazioni.
Sweetlove   LadyHeather83    Teo5Astor dimentico qualcuno?
5 - Oh, ma quanto caldo fa?
Sotto il disegno

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Capitolo 2
*** 2 ~ Scelta ***


Fedele ingenua fortezza.

 

2

SCELTA

 

 

 

Trunks era in attesa di un abbraccio che tardava ad arrivare. Sua madre stava mutando espressione: le sbiadiva in volto il ritratto dell’accorata tristezza, lasciando il posto ad un fragore di emozioni. Lui ne decifrò appena il disappunto.  

«Hai rimesso in moto la macchina del tempo?»

Quello era un rimprovero, non ne riceveva uno così da quando aveva sette anni e contro il permesso della sua mamma andava ad acchiappar lucertole nel cortile, tra i resti della Capsule Corporation. C’erano i cyborg vent’anni prima, uscire dal rifugio era vietato.

«Come ti è venuto in mente? Estrarre l’Elettrofluido Blu è complicato, raffinarlo è pericolosissimo! Le radiazioni avrebbero potuto ucciderti!»

Bulma stava gridando infuriata, protettiva, come farebbe ogni madre con la propria prole. Perché sì, era solo questo che veniva a sconquassarla: il pensiero che Trunks avesse corso un grosso rischio... inutilmente.
«Mamma, non è accaduto nulla, sto benissimo come puoi vedere. In questi anni ho migliorato la tecnica ed ora possiamo ottenere il carburante necessario in tempi brevi senza farci male.»
«Addirittura, lo stai facendo da anni e io non ne sapevo alcunché. Complimenti Trunks.» E da circa dodici, lei si era impegnata a scansare tenacemente una possibilità. Anzi, l’aveva resa guasta.
La sincerità del ragazzo venne punta nel vivo, c’erano buone intenzioni nelle sue azioni: «Volevo fosse una sorpresa, non te l’ho detto prima perché sapevo me lo avresti impedito.»
La vide incrociare le braccia al petto e sedersi sulla sedia di fronte a lui. Era arrabbiatissima. No. Era la macchina del tempo a renderla così. Macchina del tempo che era lì, fra le sue mani, perfetta come una cartolina d’addio,  forse, «Ed hai pensato bene di disubbidirmi.» con serbatoio a pieno carico. Irresistibile. E distruttiva. O ancora distrutta. Lo sperava.
«Mamma, l’ho fatto per te.» dichiarò lui spaesato e le abbozzò un sorriso commosso.
Lei doveva vergognarsi, «Di che sciocchezze parli? Far stare in pensiero una madre non è un regalo da farsi.» potenzialmente, i ruoli si sarebbero potuti invertire. Le bastava premere il bottone della capsula per verificarlo.
«Ma no, io… – Trunks esitò a spiegarle direttamente il perché, sperava ci arrivasse da sola, credeva di essere connesso con lei, di averne compreso i bisogni – rifletti, averla funzionante è una garanzia, se dovesse succedere qualcosa e io non fossi qui, a proteggerti-», «Non dirlo nemmeno per scherzo!», «-avresti un posto in cui tornare a chiedere aiuto.» 

Bulma sgranò gli occhi, sconvolta, per suo figlio fu una conferma. A lei invece serviva un nascondiglio, un buca profonda in cui buttarsi, perché tanti anni di abnegazione stavano sgretolandosi sotto i suoi piedi. Si tolse il cono di carta rosa dalla testa, tornò calma, come se la buriana che stava scatenandosi in lei fosse d’improvviso cessata.
«Tesoro, non accadrà niente. Ormai sei abbastanza forte per affrontare qualsiasi difficoltà. Non abbiamo bisogno di quella macchina. Ricorda che viaggiare nel tempo comporta catastrofici cambiamenti.»
Ecco, ecco, stava tornando tutto alla normalità. Schifare la sua creazione ed elencare validissimi motivi per non usarla era saggio e rimetteva in riga la situazione. 
Si alzò dalla sedia in cerca delle sigarette.
«Non sono d’accordo.»
Le trovò e ne prese una. E la accese mentre suo figlio non ne voleva sapere di arrendersi. Era testardo, come suo padre.
«Non potrebbe accadere nulla di grave se si viaggiasse solo per rivedere qualcuno... Qualcuno che manca soprattutto a te, mamma.» Bulma strinse bene le labbra attorno al filtro, non si lasciò scivolare la sigaretta dalla bocca, ma guardò a terra per avere la certezza di stare ancora in piedi. Non si aspettava che proprio suo figlio la spingesse ad usare quel potere. Un’immensa facoltà, lo scettro del tempo. 

«Trunks, io non la userò per incontrare tuo padre

Liberò i polmoni dal fumo. La chiarezza era necessaria, come mettere un grande punto nero su un foglio interamente bianco, non si poteva non vederlo.

A Trunks crollò mezzo mondo: «Perché no? Poco fa hai detto che ne senti tuttora la mancanza. E sono sicuro che stai pensando di farlo da anni.» Era fortemente contrariato. Credeva di essere nel giusto, i suoi intenti erano nobili. Tuttavia, non si rendeva conto che far prevalere la propria volontà, anche se mossa per il bene di qualcuno, di sua madre, non era una soluzione, ma il soddisfacimento di quello che in fondo era un suo personale desiderio.

«Provarne la mancanza non significa volerlo rivedere.»

Almeno lo spirito le era rimasto fermo. Trunks ci rimase malissimo. «Non ti importa più di lui?»
La domanda la fece ridere: «Idiota escluso, sono ancora innamorata di tuo padre. Te l’ho detto.»
«E allora non capisco, perché non vuoi? Ti farebbe bene. Con me è stato così.»
Bulma raccattò le parole, si sforzò di fare una sintesi e un buon uso di esse: «Ti ha fatto piacere perché tu non lo conoscevi. Ma se io lo rivedessi, soffrirei di nuovo – prese un’ampia boccata – perché dovrei separarmene una seconda volta, mandando in fumo il lavoro che ho fatto con me stessa, e cioè convivere con la sua assenza, quella dei miei amici, di Goku... È stata dura. Ero sola mentre questa città andava in fiamme... » i ricordi pugnalavano, freschi, sapeva che anche questo aspetto della sua esistenza non sarebbe mai cambiato; tantomeno, credeva che un viaggio riuscisse a porvi rimedio.

Trunks le si avvicinò con fare quasi supplichevole: «Mamma, si tratta di un momento e sarà utile per-», «Trunks, uno strumento simile è nocivo! Non si manipola il tempo per soddisfare un capriccio! Rischiamo di combinare un disastro.»
«Quale disastro? Non cambieremo nulla! Dove starebbe il pericolo? La manipolazione?»
«Non lo sappiamo. Non sappiamo cosa potrebbe accadere, non ne avremmo mai la certezza. E questo vale per entrambe le epoche. Ricordi cosa è successo quando lo abbiamo fatto? È sbucato Cell. E Goku ha perso la vita lo stesso.»
«Ma-»
Bulma mosse la testa, era un no.
Trunks sospirò completamente impreparato a gestire le ragioni di sua madre. Doveva essere una lieta sorpresa, non il pretesto per un litigio. Bulma spense la sigaretta in un posacenere.

Non voglio rischiare di non trovarti qui al mio ritorno.

Pensò. E si accusò da sola:

Parlagli dei tuoi incubi, fagli comprendere il motivo della tua ritrosia. Ti guarda come un cucciolo ferito.

«Se permettessi a me stessa di intraprendere questo viaggio, potrei impazzire e rischiare di non tornare mai. Non voglio lasciarti solo.»

Tutto qui? Non sei seria. Tuo figlio merita più sincerità.

Trunks, ignaro, tornò di buonumore, gli piacque quella confessione.
«Impossibile, non ne saresti capace. Non mi abbandoneresti.»
Bulma tenne il gioco.
«Ne sei certo? Da giovane persi la testa per tuo padre, mentre tutti mi dicevano di stargli lontano io non facevo altro che avvicinarmi di più a lui.»
«Beh, entreresti in competizione con l’altra te del passato.», lui la prese a scherzare. Ma Bulma era molto seria, sentirsi vacillare non le piaceva.

Hai manomesso di tua sponte la macchina del tempo e lui pensa che basti ricaricare un serbatoio per farla funzionare. Perché non gli dici pure questo?

Gli diede la scatolina indietro: «Tienila. Sei stato bravo a fare quello che hai fatto. Hai superato tua madre. Ma terremo questa macchina da parte, per le emergenze, sperando di non averne mai bisogno.»

La verità è che non vuoi sentirti dire che è stata riparata.

Oppure sono semplicemente una codarda che da secoli ha smesso di fare l’egoista.

Soverchiò l'incontenibile voglia che stava animandosi e le sussurrava di provare. La vita di suo figlio valeva più di un muto capriccio.
«Davvero non la vuoi?»
«No.»
«Mamma, ragiona, è per te. È una tua invenzione. Grazie a te siamo salvi! Ti meriti questa-»

«Trunks, basta! Se avessi voluto, l’avrei fatto. Credimi. E comunque la macchina non funzionerebbe: è rotta. L’ho rotta io, tempo fa. Per evitare di usarla. Ora lo sai.»

Trunks deglutì, smise di sorridere. Bulma si aspettava di ricevere una conferma e pregava che suo figlio non si dispiacesse troppo della propria decisione e la lasciasse in pace.
Invece lui, mettendo via la scatola con la capsula, le prese entrambe le mani e le parlò da figlio devoto: «Non devi preoccuparti. Io l’ho rimessa a posto, ed ho eseguito un collaudo completo del suo funzionamento. Grazie a lei potrai rivedere papà. Fidati, non accadrà nulla di rischioso, se è questo che ti spaventa. Io resterò qui ad attenderti.»
Bulma provò a ribellarsi ma Trunks le fece segno di tacere. Voleva ad ogni costo cancellare l’espressione triste dal volto della sua bella mamma, era questo il suo desiderio: «Mi hai sempre detto di non aspettarmi nulla da papà, ed avevi ragione. Ma dopo ho scoperto che in realtà non è un uomo senza cuore. Lui non si tira indietro davanti alle difficoltà, le affronta a testa alta, pronto a proteggere chi ama. Ti prego di incontrarlo, mamma. Sono sicuro che in questo modo riuscirai a dimenticare quel che sempre ti rattrista ogni volta che provo a chiederti di lui.»

 

Continua...

 

Note:
1.
Elettrofluido Blu, nello specifico il numero 15. È una delle novità/specifiche che si trovano i DBS. Volume n. 2
2. Che vada estratto e raffinato e che tal operazione sia pericolosa l’ho deciso io.
3. Ringrazio voi tutti che seguite attivamente e silenziosamente questa storia leggera. Non vi terrò ancora molto sulle spine. Farò la brava. ^_^
a seguire vi metto qui alcune OS sulla coppia Bulma/Vegeta e due long

 

Aporetico EgoTismo
Una OS? No, un pugno allo stomaco. Dal Principe dei Saiyan aspettatevelo, non sarà piacevole.

GLI ALIENI... NON ESISTONO.
Più la nascondi, più la verità torna a galla. Come un cadavere.
Il piccolo Trunks scoprirà qualcosa che il suo papà non potrà più nascondere. 
Dal testo:"Si misero entrambi a ridere, brillavano gli occhi a tutti e due. Di fantasia, di ludico e puerile. 
Ma quando il vento cessò, abbassando le polveri, e i toni della terra si rivelarono essere più chiari e diversi rispetto a ciò che malamente inumavano; poco lontano da loro e dal cratere camuffato di verde spoglio, un misero dettaglio – qualcosa di forma strana, quindi aliena come aveva detto Trunks – apparì."
Easter egg per voi. Buona lettura.

 
LA MORTE È INSOPPORTABILE PER CHI NON DEVE VIVERE.
Cell è già un brutto ricordo. Ma Kakaroth è morto. Vegeta torna alla Capsule Corporation inutile e sconfitto. 
Titolo e brano di accompagnamento dei CCCP.
Buona lettura.
 
NEW: 03 ~ LINGUE DI GATTO. / Guest Star: Tights, sorella di Bulma. E questa è anche comica.
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Raccolta di One Shot, da leggere a caso, non hanno ordine.
Dove? Alla Capsule Corporation e dintorni. 
Con chi? Ne ho da raccontarvi sul rapporto tra quel saiyan e quella terrestre. Ancora.
Chiedete e vi sarà dato. Ottenete e vi sarà tolto.
Durante una festa, Bulma esprime un desiderio. Il Dio Drago la ascolta e poco importa se lei non intendeva sul serio le proprie parole, lui obbedisce.
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Ultimo capitolo pubblicato: 7. NESSUNO TOCCHI LA REGINA. (illustrazione di apertura all'ultimo capitolo: FASTIDIOSA per i fan di Bulma, di Radish, di Vegeta, il capitolo stesso è insopportabile, ve lo sconsiglio.) / Storia illustrata/ PG che aggiungo qui oltre a quelli giù segnalati: Dodoria, Freezer.
 
Standby
Oltre ad essere rozza sei priva di delicatezza.

Pensò Vegeta. Dedicandole l’accusa.
Piegò le labbra in giù, fece maggiore pressione e l’ago schizzò fuori portandosi dietro una scia di sangue annacquato.
Ripensò al ricovero in ospedale, rimembrava ogni particolare; almeno da quando aveva riaperto gli occhi. Alcuni dettagli li avrebbe cancellati volentieri. Altri no, sedimentavano. Lo mettevano davanti a diversi interrogativi. Lei lo aveva salvato. 
E sai come sprecare il tuo tempo.
Un pensiero ancora rivolto a lei.
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Vegeta? Un folle omicida. Ma Bulma lo sa bene: mai fermarsi a giudicare unicamente la coda del mostro. 
La belva deve essere sempre osservata nella sua interezza. 
Periodo trattato: triennio antecedente ai cyborg.
INIZIO RELAZIONE TRA BULMA E VEGETA. STORIA ILLUSTRATA.
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Nuovo capitolo, 18: PROGENIE SEGRETA SOTTO LAMPI DI GUERRA.

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