L'inizio di questo capitolo è devastante.
Eppure bellissimo.
Da togliere il fiato.
Un flashback che è una vertiginosa discesa in un incubo senza fine che lascia Tony, e noi con lui, con un urlo strozzato in gola.
L'estremo realismo della descrizione, l'odore nausente del sangue, della sporcizia e del sudore che lo circondano, la sensazione di oscurità e di calore eccessivo, soffocante nella grotta afgana, così diverso dalla sensazione di gelo che dominava la scena durante la sua prigionia nelle mani di Schmidt, le voci, le risate rauche, sgradevoli, le dita "ruvide sul suo collo come tenaglie", l'orrore per quel vuoto al centro del petto, la "voragine" al posto del Reattore Arc, ma soprattutto l'acqua, gelida e bruciante allo stesso tempo, il deserto con lo "sforzo di mettere un piede dopo l'altro senza fermarsi, di costringersi a camminare per continuare a vivere." e infine l'orrore assoluto che ti toglie il respiro e ti fa morire mille volte, i volti dei bambini usati come ostaggi, i cadaveri "troppo piccoli" creano una spirale di orrore e disperazione che lascia attoniti e sgomenti, senza fiato e che si esemplifica in quei volti, carichi d'accusa, che si sovrappongono uno sull'altro: "E allora Rhodey lo guardò dritto in faccia, ed era Rhodey, era Loki, era Schmidt, era ognuno dei bambini."
E l'urlo altissimo di chi è quasi sull'orlo della follia, viene soffocato dall'acqua gelida che gli invade i polmoni.
Sei riuscita ad evocare un incubo con una maestria incredibile, in cui l'accuratezza dei dettagli si mescola alla sovrapposizione di immagini slegate che è tipica del sogno, insieme alla tipica sensazione di impotenza evocata soprattutto in quell'urlo strozzato finale.
Magistrale.
II brusco risveglio con il cuore che gli rimbomba nelle orecchie e "la bocca tanto secca che gli pareva di avere ingoiato chili di sabbia,come se fosse ancora in Afghanistan " (quanto è bello e appropriato questo paragone, con il riferimento all'Afganisthan!!!) non gli permettono di comprendere subito dove si trova, finché non si trova a fissare un paio di "familiari occhi verdi".
Mi piace moltissimo come sei riuscita a rendere la sensazione di estrema fragilità, di vulnerabilità di Tony di fronte allo sguardo indagatore di Loki. Tutti noi abbiamo sperimentato la sensazione di impotenza, di terrore assoluto ed inspiegabile, ma anche la "vergogna" di scoprirsi spaventati, scoperti, indifesi, dopo un incubo. E Tony è costretto a provare queste emozioni, ad assistere impotente al proprio corpo che lo "tradisce" e lascia trapelare tutta la sua debolezza proprio di fronte al suo acerrimo nemico, il quale (e al quale) non gli ha mai risparmiato beffarde battute di scherno e feroce sarcasmo. L'umiliazione di mostrare tale fragilità lo fa quasi (ho detto quasi) rimpiangere l'intimità della propria cella dove, nonostante tutto, "almeno aveva avuto tutto il tempo di riprendere il controllo e scacciare le proprie paure; adesso, tuttavia, sentiva lo sguardo del dio bruciargli la schiena."
Eppure Loki non reagisce con una battuta al vetriolo o una risata di scherno, non infierisce, come si aspettava Tony, sul nemico vinto e umiliato davanti a lui. Si limita ad osservarlo in silenzio, con"freddo interesse" e non dice una sola parola. E forse questo suo atteggiamento stranamente "clemente", che già si è manifestato nella "gentilezza" con cui lo ha trattato finora, senza violenza, ma anzi concedendogli alcuni confort (doccia, vestiti), lo conforta inconsciamente e lo porta a pensare che nonostante tutto è ancora vivo, che non è in Afganisthan e che "se il dio avesse deciso di ucciderlo, condannandolo al fato che sapeva di meritarsi, non sarebbe morto in un luogo sperduto dove tutto sapeva di sabbia e sangue." In altre parole, confusamente, inizia a sentirsi al sicuro nelle mani di Loki, o almeno più al sicuro di quanto non fosse stato in Afganisthan. Il che è strano se si pensa che Loki è il nemico pubblico numero 1 e l'arcinemesi degli Avengers. Ma evidentemente, anche se in maniera inconscia, Tony riconosce una certa correttezza di fondo al dio (anche nei loro scontri) e sa che non scenderebbe mai a certi livelli.
Apprezzo sempre da morire quando la mente analitica dello scienziato fa capolino, anche nelle situazioni più difficili. Lo trovo profondamente fedele al personaggio, così magnificamente IC! Anche in questo caso sei stata bravissima ad inserire questa sua caratteristica essenziale in un momento di assoluta fragilità, quando per evitare di essere inghiottito dalla spirale di orrore dei suoi incubi/ricordi, Tony si mette a fare l'inventario delle sue ferite. O quando preoccupato per la fame che lo attanaglia e che gli fa balenare l'idea che il dio voglia farlo morire di fame, o cerchi di farlo capitolare e supplicare per avere del cibo, inizia a contare i minuti e i secondi che sono trascorsi dall'ulitma volta che ha mangiato: "Due giorni. Quarantotto ore. Duemilaottocentoottanta minuti. Centosettantaduemilaottocento secondi."
L'ho trovato così profondamente "Tony" in questo suo gesto!!! XD
E che dire delle considerazioni sulla "doccia" che si fa Loki? Solo Tony potrebbe pensare di fare un paragone (peraltro azzeccatissimo: Loki ha un'aura mistica e divina, che mi dispiace, ma Thor se la sogna di notte!!! ^__-) fra i due fratelli mentre se ne sta incatenato al pavimento, prigioniero.
Poi c'è la prima, vera interazione fra i due in questo capitolo. Loki finalmente domanda a Tony se è disposto a collaborare e a raccontargli i non meglio identificati segreti dello Shield. Finalmente rivela a Tony le sue intenzioni sul perché lo abbia catturato, lo tenga prigioniero e soprattutto ancora in vita. E' particolamente interessante il modo in cui pone la domanda: “Sei pronto a parlarmi dei tuoi compagni e delle misure difensive dello S.H.I.E.L.D.?”. Loki non chiede nulla di particolarmente specifico, al contrario, rimane estremamente vago, quasi che in realtà non sia interessato alle risposte o a ricevere delle informazioni vere e proprie, ma piuttosto all'atteggiamento di Tony di fronte alla sua richiesta. E' come se fosse un altro esperimento scientifico: scopriamo la reazione di Tony!
E la reazione non gli piace: ad un primo momento di terrore assoluto, un attacco di panico bloccato subito, grazie ad una lunga esperienza (povero Tony), segue il solito ostinato silenzio ed il consueto atteggiamento passivo. Irritante. Tanto da cancellargli il sorriso dal volto. Ma non tanto da indurlo a colpire Tony, come quest'ultimo si aspetterebbe. Non tanto da iniziare a torturarlo per estorcergli informazioni, anche perchè, ripeto, non è alle informazioni che Loki era veramente interessato. Al contrario, quando il corpo di Tony tradisce il disperato bisogno di cibo che lo sta torturando, Loki dimostra che non è affatto nelle sue intenzioni far morire di fame Tony né fiaccarne la volontà con la mancanza di cibo; infatti, a differenza del giorno precedente la cucina è totalmente rifornita e anche nel suo armadio sono apparsi "magicamente" degli abiti.
Poi Loki se ne va, non senza aver lasciato echeggiare nell'aria una neppure troppo velata minaccia: "“Adesso non ho tempo per giocare con te, dovrai attendere il mio ritorno”.
E confesso che a me, avidissima lettrice di Frostiron, più che una minaccia, è sembrata una promessa... una promessa di futuri, interessantissimi, sviluppi!!! *___*
La seconda parte è un inno meraviglioso a Loki, alla sua forza, al suo potere, alla sua figaggine assoluta, alla sua sicurezza, spavalderia, arroganza (meritata, strameritata, anche di più), che un'adepta adorante come me non può non apprezzare e considerare quasi come un regalo personale!!! XDD
In particolare ho adorato il suo atteggiamento di superiorità e di sufficienza nei confronti di Heimdall, di Odino e di Asgard, un atteggiamento quasi irridente nei confronti delle "nuove" e rafforzate misure di sicurezza, che ovviamente non sono un problema per lui.
Quando ho letto "E allora aveva sorriso." sono andata letteralmente in brodo di giuggiole, perché l'ho visto davvero, quasi fisicamente, come se c'è lo avessi di fronte. E lo ammetto, ho sorriso anch'io in quel momento.
Lo scontro è descritto, come sempre, in maniera magistrale: l'estremo realismo delle scene e la cura del dettaglio nelle scene di lotta sono il tuo marchio di fabbrica (dovresti farlo brevettare!!! ^__-) ed una garanzia per noi lettori. E tu non deludi mai le nostre aspettative. Mai.
Ma il pezzo che ho preferito in questa parte, e scusami se sono di parte, ma mi piace così tanto vederlo così quasi vibrare di felicità, soddisfazione e potere, è quando si accorge di quanto effettivamente il frammento di Tesseract abbia incrementato le sue capacità: "Scoppiò in una risata irrefrenabile, di puro ed estasiato piacere: l'energia prodotta dallo scettro era stupefacente, la sentiva scorrergli lungo le vene assieme alla sensazione di essere invincibile, perché mai prima di quel momento la sua magia era stata così pronta a rispondergli, a muoversi ancora prima dei suoi pensieri, ad avvolgerlo con la promessa di un potere sconfinato. Ed era tutto suo, in un modo viscerale che lo qualificava come un'estensione della sua stessa persona. Aveva speso lunghe ore per rendere propria la traccia azzurra del Tesseract rubata a quel mortale, per legarla alla sua stessa essenza, alla magia che gli scorreva nelle vene assieme al sangue, fino a renderla parte di lui. E sembrava che avesse funzionato meglio di quanto si sarebbe mai aspettato."
Sei riuscita ad esprimere alla perfezione la sorpresa e poi la gioia raggiante, l'estasi per l'effluvio di potere che sente scorrere dentro di sé. Una sensazione di piacere "fisico", che sembra quasi sopraffarlo. Per chi come lui vive di magia, nella magia, per la magia, per chi, come lui, la sente come la più profonda fibra del proprio essere, deve essere "overwhelming" (non riesco a trovare un termine in italiano per esprimere questo concetto)
E se penso a come sia stato sempre deriso e sminuito ad Asgard per l'uso della magia in battaglia, mi sale dal cuore un vero e proprio moto d'orgoglio! Grande Loki!!!
Ed infatti l'ultimo riferimento è ad Asgard, a Odino, alla "sua" gente, ed è bellissimo il lapsus di quella "sua" da cui si riprende un secondo dopo, perché, nonostante tutto, sotto sotto quella ferita è ancora aperta e sanguinante: "Avrebbe potuto rimanere e combattere per ore, scoprendo quali vette di potere avrebbe potuto raggiungere, se sarebbe riuscito a contrastare la più pericolosa misura di sicurezza della sua gente – no, non la sua gente; la gente di Odino, di Thor. Mai la sua.
Il pensiero lo tentò, la possibilità di mostrare all'All-Father e a tutti gli Æsir che lui era abbastanza potente da sfidare le loro difese più impenetrabili, di colpirli al cuore del loro regno, di dimostrarsi degno, più che degno di ammirazione in qualità di mago più potente che Asgard avesse mai conosciuto..."
Capitolo meraviglioso, in cui dominano la figura di un Loki fighissimo e un incubo iniziale, descritto magistralmente, nel quale sembra affogare disperatamente Tony (e noi con lui).
Non so cos'altro dirti, se non che sei straodinaria e che amo questa storia follemente, ogni giorno di più.
Scusa il ritardo con cui ho recensito, cerco di recuperare in questi giorni!
A presto
Romina
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