Non riesco a trovare le parole giuste per descrivere la bellezza di questo capitolo... |
Ciao, trovo che questo capitolo sia uno dei migliori, nonostante sia stata tentata più volte di chiuderlo e riprenderlo in un altro momento, perché, per quanto mi riguarda, assesta una serie di colpi emotivi che faccio difficoltà a reggere, ma è un problema mio. |
Ci tengo a dirti che la pubblicazione di questo capitolo è stata, questa sera, proprio una bella sorpresa perché non mi aspettavo da te se non qualche drabble o brevi OS, visto il periodo “denso” che stai vivendo. E invece, ecco qui un altro pezzo di strada insieme a te, a Sh ed a John verso un futuro ancora incerto. Splendido. Dunque…Mi sono immersa nella nebbia mentale che ti ha permesso di scrivere queste righe che mi hanno lasciato con un’ondata di tenerezza e di emozioni contrastanti. Questa tua splendida “cosa” che sta tenendo compagnia ai miei sogni in modo così intenso. Una prima osservazione mi viene spontanea pensando che, certo, non mi spavento di fronte a storie valide sì, ma con il rating rosso che più rosso non si può. Però è come una carezza per l’anima leggere d’amore e poterlo immaginare, come in “180 days”, vissuto dai protagonisti senza essere sbattuti davanti a scene efficaci ma, a volte, un po’ troppo “didascaliche”. Invece, qui, c’è il tuo (e nostro, dietro di te) presentarsi in punta di piedi, con discrezione e rispetto per quelle che tu rendi delle credibili realtà umane, noi timorosi, quasi, di invadere uno spazio che, per essere compreso, non ha bisogno di essere fotografato alla luce cruda della rappresentazione fedele e precisa (“…Nonostante i limiti…Nonostante le paure…Nonostante me…”). Sono partita dalla conclusione del capitolo per tornare a ciò che la precede: la visita alla mostra, con un John che racchiude in un sorriso tutta la forza di amare e di essere amato, la cena al ristorante di lusso, il viaggio di ritorno in taxi, le nubi passeggere del malinteso e della paura. Trovo espressiva e calzante la metafora che getta un ponte tra John e la neve: hai saputo plasmare, senza sbavature, la meravigliosa duttilità di un elemento naturale così affascinante e dalle mille qualità su un personaggio sicuramente ricco di spunti anche poetici, per la sua contagiosa, disarmante, luminosa umanità (“…“È… è bellissimo, Sherlock. Grazie…ed io ho sentito la gioia che vedevo prendere forma sul suo viso allargarsi nel mio petto…”). Una frase, tra le tante, da selezionare: “…Ha rivestito di stupore una vita che consideravo persa, posandola tra le mie mani sotto una nuova forma…”. Quindicesimo capitolo: un caldo abbraccio da cui è difficile sciogliersi a fine lettura… |
Trovo che l'immagine dei fiocchi di neve, meraviglia gratuita della natura, sia consona a quello che è questo capitolo. Pensavo di aver letto il meglio di "180 days" con i precedenti, ma mi sbagliavo. Questo è, secondo me, il più difficile perché tratta dello svelarsi di un sentimento troppo grande per essere ancora trattenuto in uno sguardo lanciato di nascosto o di un, volutamente fugace, tocco di mano. È difficile, infatti, fare in modo di raccontare d'amore senza scadere frettolosamente nell'ovvio o nel già sentito. Tu hai scritto come se disegnassi dei fiocchi di neve, l'argomento è sempre la Johnlock, che può scendere abbondante e copiosa nel fandom, ma qui le parole sono meravigliosamente uniche, diverse da tutte quelle che animano il mondo variegato delle ff, in cui ce ne sono certe sicuramente valide e coinvolgenti. Qui, però, io mi ritengo su un piano diverso, in cui non ci proponi formule lette mille volte, ma pensieri credibilmente appartenenti a due che si amano. La misura del gradimento che mi suscita qualcosa che leggo è l’emozione che mi provoca e, con “180 days”, ne sono felicemente sommersa. |
Ho dato un'occhiata al link del sito del ristorante. Ho l'impressione che mi servirà una paletta per raccogliere quel che resta della mia mascella franata a terra. |
Non ho mai letto il romanzo in questione ma se le premesso sono come il tuo riadattamento a John e Sherlock allora credo sia un gran romanzo. Devo essere sincera, mi ha spezzato il cuore pensare ad uno SH così debole fisicamente, così dipendente dagli altri e soprattutto dal fratello ma allo stesso tempo mi ha dato una sensazione di sollievo la comparsa finale di John come se fosse venuto per alleviare quel dolore e solitudine che si percepiscono all'inizio. Il tuo modo di scrivere mi piace molto e mi ha dato una grande voglia di scoprire il seguito. |
Un capitolo romantico e dolcissimo. Sherlock che cerca John con ansia, rendendosi conto di quanto sia importante per lui e di quanto siano inutili i suoi miglioramenti, se non può condividerli con il suo professore, fa tenerezza. |
Sherlock, John è una valanga di feels. Ecco come si potrebbe descrivere in sette parole il capitolo..ma non basterebbero sette parole per far emergere tutti i sentimenti che trapelano dalle tue parole. Sherlock cerca John, lui si nasconde, più dai sentimenti che prova che da Sherlock e alla fine si ritrovano per il loro primo vero appuntamento. |
Ciao carissima!! |
Tu sai che stai rendendo tutto questo tremendamente difficile, vero? Tu lo sai che ho pianto buona parte delle mie lacrime su questo capitolo, e che davvero non sono e mai sarò pronta a sostenere la morte di Sherlock, se così deciderai di terminare questa storia? |
Io. . .non so esattamente come dovrei sentirmi. |
Scrivere recensioni dal cellulare è pericoloso! Quella che avevo scritto a questo capitolo non c'è! Chissà perché... Lasciamo da parte i misteri della tecnologia e veniamo a noi. |
È un capitolo dolce, con John e Sherlock che ammettono di amare l'altro, anche se solo a loro stessi. È già qualcosa. La cocciutaggine di entrambi la fa da padrona, per tutto il capitolo. |
Paradossalmente, parto dalla chiusura del capitolo per le mie riflessioni perché quel bacio e quello schiaffo finali racchiudono, secondo me, l’essenza di ciò che succede dal giorno 123 al giorno 124. Sono, infatti, l'espressione più vera di un amore troppo grande per poter trovare la sua liberazione solo a parole: è difficile definire ciò che c'è tra Sh e John usando solo modulazioni convenzionali di voce. Sarebbe riduttivo, non rispondente alla realtà di un’intelligenza superiore e di un cuore quasi unico al mondo per le sue nobiltà ed accoglienza. Un bacio ed uno schiaffo , la dolcezza e la forza di rompere un muro di angoscia e paura di se stessi. Come un "punto e a capo", oppure una ventata improvvisa per scacciare la polvere che impedisce di distinguere i reali contorni di ciò che ci sta davanti. Ed è lo splendido John che, fin dal primo capitolo, ritrai con una commovente umanità ed una positività da “anima bella”, come direbbe il nostro Benigni, che interrompe con quei due gesti una spirale infinita di silenzi assordanti, di parole inutili, di paure che soffocano ciò che può essere grande. Sh, intanto, è travolto da un qualcosa di nuovo ed inaspettato per cui ha perfino “sgombrato” alcuni materiali dal suo Mind Palace, per far posto ad informazioni che ruotano intorno a Watson. Inconcepibile, per una mente razionalmente al di sopra, sentirsi ostaggio di ciò che vive di emozioni ed attimi irripetibili. Mi è piaciuto particolarmente il quasi goffo tentativo di Holmes, all’inizio, di schedare persino il profumo del caffè che lo risveglia alla mattina: cercare di renderlo concreto come fosse una prova da esaminare sul vetrino del microscopio, nel tentativo di comprenderne a fondo il valore che ha assunto ai suoi sensi. La spiegazione, comunque, Sh la conosce ed è John, sempre e solo John. Come di consueto, metto in “vetrina” una frase che mi ha particolarmente colpito per la profonda verità di ciò che si prova quando si ama veramente: “…John ha i colori di una mattina che comincia negli occhi, ed il suo profumo tra i vestiti..”. Blablia, sei il nostro John ed il nostro Sh. |
Schiaffi e baci come se fossimo in un film anni '50 😂 Battuta scema per salvare i miei sentimenti in caduta libera. Ma quanto angst può ancora travolgermi? |