Recensioni per
Tutti a tavola!
di alessandroago_94

Questa storia ha ottenuto 101 recensioni.
Positive : 101
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
05/10/17, ore 14:42

Perdona il ritardo nella recensione, ero convinta d'averti recensito per primo, come nel caso di Bigin, poichè siete stati i primi a lasciare un commento alla mia storia, e invece mmi sono sbagliata.
Communque, davvero bella l'atmosfera familiare che hai ricreato in quest'acrostico, di tutti componenti di un nucleo familiare numeroso che si riunisce a tavola per mangiare i cappelletti prrparati dalla nonna!

Recensore Master
19/09/17, ore 19:29

Ed eccomi anche qui, come promesso *-*
Oddio, ieri ho letto l'acrostico di Bigin e devo dire che sia lei che tu mi avete fatto venire una fame allucinante! Mi sembrava quasi di sentire l'odore del cibo, di vedere i piatti pieni sulla tavola, e... oddio, sinceramente non ho mai assaggiato i cappelletti in brodo, ma lo vorrei tanto fare!
Sei un bravo cuoco? Perché quando verrò da te me ne dovrai cucinare una pentola piena ahahahahahahahahah :D
Ma torniamo seri: mi piacciono molto due concetti che hai espresso.
Il primo è quello del cibo inteso come unione: è proprio vero che a tavola ci si riunisce nei giorni di festa, si riunisce con tutta la famiglia, ma anche nei giorni non festivi il pranzo e la cena sono un pretesto per stare tutti assieme e conversare, raccontarsi com'è andata la giornata eccetera.
Il secondo è l'importanza del cibo semplice: spesso le cose più banali sono anche le più buone, sono quelle ricette che si tramandano di generazione in generazione e che assumono un grande significato nella storia di una famiglia. Il che è molto meglio dei piatti raffinati e freddi di certi chef di successo, che possono essere belli e buoni quanto vuoi ma manca sempre quel qualcosa di casa, di calore, di famiglia!
Complimenti davvero! Ho adorato questo componimento e sono curiosa di sapere cosa combinerai nei prossimi acrostici :3
Alla prossima!!! ♥

Recensore Veterano
17/09/17, ore 15:41

Ciao Alessandro! Che dire, una poesia culinaria davvero molto bella, curata, che fa venire decisamente l'acquolina in bocca! Un acrostico scritto con maestria, tra l'altro per nulla scollegato, anzi, le immagini da te scelte si combinano alla perfezione con grande eleganza. Dietro le parole dei versi si riesce a precepire in profondità ogni singolo sapore, le antiche tradizioni della cucina dei cappelletti! Davvero un ottimo lavoro! Originale poichè hai creato versi non comuni per descrivere un piatto famoso, semplice, ma gustosissimo! Il lessico è curato, sa di antico, come una poesia d'altri tempi, ritrovata in chissà quale antico manoscritto! Bravo, poiché hai combinato alla perfezione ogni parola dosandone il gusto e il significato. Ho apprezzato molto, alla prossima, un abbraccio, Fervens_gelu_

Nuovo recensore
16/09/17, ore 11:51

Questo acrostico è semplicemente F-A-V-O-L-O-S-O! L'ho scoperto per puro caso e mi ha letteralmente fulminata, giuro. Il che è strano, perché io non me ne intendo di poesia o di componimenti. Io sono davvero una frana, non riuscirei mai a buttarne giù uno decente, soprattutto perché non sono in grado di riassumere concetti in così poche parole. E questo mi porta ad ammirare ancora di più chi ci riesce!
Innanzitutto, mi ha davvero colpito la semplicità dell'argomento. Molto spesso, quando si tratta di poesia, si tende sempre a scrivere in maniera più astratta, parlando appunto di puri sentimenti o idee e concetti poco concreti. E in parte è proprio per questo che non mi piace molto leggere poesie. Mi colpiscono poco, oppure non riesco a ritrovarmi nelle idee e negli stati d'animo espressi. Tuttavia, tu hai scelto un argomento concreto e con cui tutti abbiamo a che fare ogni giorno e in mille occasioni diverse: il cibo! Ed è stato questo, in primis, a catturare la mia attenzione.
Parlando proprio dell'acrostico, c'è una scelta del lessico e delle parole chiave davvero notevole, che ricrea in maniera perfetta tutto quello che un semplice piatto di cappelletti può significare.
Hai colto il lato più nostalgico dei cappelletti: quindi il fatto che siano una specialità della nonna e il fatto che si consumino in famiglia, durante i pranzi di Natale o della domenica. E questo subito mi ha dato una stretta al cuore: mi hai immediatamente fatto pensare alla mia infanzia, quando il legame con la famiglia era ancora più stretto e vissuto in maniera più innocente, e che rimaneva unito e intatto anche grazie a questo piccolo piacere della tavola.
Hai colto poi anche il fatto che siano una specialità che piace a tutti, e che è proprio la loro semplicità a essere amata, a tenere ogni persona unita, di generazione in generazione. Anche quella parte "Ora o mai più!" sottolinea come siano un piatto che viene spazzolato subito. Fa quasi pensare che la gente si riunisca ancora nei pranzi e nelle cene di famiglia solo per mangiare i cappelletti (xD). Ma mi piace come messaggio! Essendo io una mangiona, do molto valore al cibo, e condivido appieno l'idea di come sia davvero la tavola, a volte, a unire e riunire le persone, a farle andare d'accordo, e a tramandare tradizioni di famiglia che in qualche modo tengono viva la famiglia stessa. Come hai proprio scritto tu, è un "Elisir di lunga vita" interpretabile davvero in mille modi diversi.
Davvero un ottimo componimento, molto profondo nella sua semplicità, ricco di messaggi positivi e nostalgici. Semplice e delizioso proprio come un piatto di cappelletti!
Ti porgo tutti i miei più sinceri complimenti e ti faccio un in bocca al lupo per la challenge. ;)

_Frame_

Recensore Master
16/09/17, ore 09:23

Buongiorno Alessandro, sono Evelyn.
Premetto che, il primo incontro con gli acrostici, l'ho avuto in prima media. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, ma non hanno mai smesso di affascinarmi, perché a leggerli sembrano semplici e di facile composizione ma così assolutamente non è. Per di più, l'hai unito ad un componimento poetico, per i quali io sono assolutamente negata, ed il risultato è perfetto. Hai creato un signor acrostico, una poesia semplice ma d'effetto e, last but not least, hai elogiato un piatto culinario della tradizione regionale italiana così caro alle nostre nonne ed evocativo, appunto, di Vigilie di Natale.
Complimenti per l'originalità!
Darò senz'altro un'altra occhiata alla tua pagina per scovare altre storie.
A presto!
Evelyn

Recensore Master
15/09/17, ore 12:35

Una ricetta così emiliana che non si può che batterti le mani! E sembrano pure molto buoni. :P

Nuovo recensore
14/09/17, ore 19:44

Caro Alessandro,sei sempre sulla breccia. Dovró fare i conti io con la bilancia che non mi perdona. Questi cappelletti mi rimandano alle mie Puglie.
Ti abbraccio e ti saluto.

Pasta 14/9/2017.

Recensore Master
14/09/17, ore 18:50

Ale, eccomi!
Anche se non partecipo alla sfida, come potevo perdermi gli acrostici di voi autori che ormai conosco e seguo?
Tu, Bigin e Claire ormai siete tra i miei preferiti da tempo, quindi ero troppo curiosa di scoprire l'entità di questa nuova sfida!
E tu mi hai fatto venire l'acquolina in bocca... accidenti!
Poi, descritto da te, questo piatto tipico prende ancora più senso, ha un valore diverso, proprio perché credo che tu lo conosca meglio di molti altri ;)
Bellissimo acrostico, mi sono immaginata quei bambini con i cucchiai in pugno che accerchiavano la nonna con il naso per aria... e magari tra loro c'era anche un certo Alessandro, ahahahah XD
Bravissimo, sono felice tu partecipi anche a questa sfida ^^
Al prossimo aggiornamento ♥

Recensore Master
14/09/17, ore 18:41

Ciao Ale!
I cappelletti fanno davvero accorrere tutti e sono un'ottima pietanza da gustare in compagnia, specialmente in famiglia durante il pranzo di Natale!

Mmm...è quasi ora di cena e ho una fame! Mi hai fatto venire voglia di un bel piatto caldo, come quello da te descritto!

Ci sentiamo, intanto complimenti!

-Bigin

Recensore Master
14/09/17, ore 16:40

Complimenti, è difficile comporre acrostici che non siano elenchi forzati o frasi spezzettate. ^^

Recensore Master
14/09/17, ore 16:23

FAVOLOSO! Questo acrostico fa venire l'acquolina in bocca! 
Hai riassunto in modo efficace tutta la bontà della cucina tradizionale, quella con cui siamo cresciuti, che ci ha accompagnato nelle feste e nelle ricorrenze... quella che dà piacere e conforto. 
"Il brodo è in grado di guarire ogni malattia, fisica e spirituale" ("Dolce come il cioccolato", di Laura Esquivel, da cui è stato tratto il film "Come l'acqua per il cioccolato"): cavoli, se è vero.
Bravissimo!

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