Recensioni per
Peter Pankow e il segreto di Ypa'u Oiyva
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 139 recensioni.
Positive : 139
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
26/08/21, ore 11:08

Ciao Old Fashioned,
divertente anche questo capitolo, con i tre fratelli che devono affrontare con discutibile coraggio il trasbordo con la lancia, derisi dai marinai dell'una e dell'altra nave.
L'incontro con Peter Pankow invece non va male, visto che il loro idolo mostra loro la sua considerazione con una fitta conversazione e un voletto serale portando perfino i due meccanici, con il sottinteso che se hanno svolto male il loro compito quello è il momento di condividerne le conseguenze.
La gelosia di Till, provocata anche dallo scarso saper fare del suo tenente, introduce un nuovo elemento di preoccupazione, oltreché dei giudizi forse non obiettivi ma certamente documentati sul pilota.
Ottimo capitolo, come al solito, che tra l'altro dimostra una conoscenza del gergo nautico che avrà spiazzato parecchi lettori.
A presto
MaxT :)

Recensore Master
25/08/21, ore 10:52

Ciao Old Fashioned,
e bravi i nostri meccanici, e i loro festeggiamenti entusiastici a metà dello smontaggio di un motore con successivo salto in basso. E così i due si sono messi fuori combattimento da soli, e l'effetto sull'operatività dell'aereo non è troppo lontano da quello che avrebbe avuto un fugace incontro con un Seafire.
L'incontro con Von Stauff è stato inquietante, quasi scolasticamente fobico per il nostro Pankov. Naturalmente il comandante ha dato per scontato che lui sapesse del dispositivo ombra.
I fratelli Liefke sembrano essere i meccanici ideali da spedire su un'altra nave. E così, se riusciranno a far volare l'aereo fin all'isola, suppongo che si nasconderanno anche negli scarponi pur di fare il tanto sospirato voletto.
Ottima storia, come al solito.
A presto
MaxT :)

Recensore Master
24/08/21, ore 08:56

Ciao Old Fashioned,
le analogie con Peter Pan diventano sempre più evidenti. Wendel al posto di Wendy, Nana rimasta a casa, il capitano Hook che finalmente ha guadagnato il suo uncino...
Molto convincente la scena del lancio dell'Ar-196 dalla Walkure, e la cultura musicale dimostrata dal capitan Hook a proposito di concerti per la mano sinistra. Ma esistono anche concerti per la sola mano destra?
E così Hook si è seduto sulla riva del fiume ad aspettare... buona strategia, sempre che si scelga il fiume giusto.
Complimenti per il capitolo molto brillante.
A presto
MaxT :)

Recensore Master
23/08/21, ore 22:00

Ciao Old Fashioned,
questo racconto è veramente brioso, a partire dal titolo e dai nomi che ricordano la saga di Peter Pan. Le immagini iniziali dei soldati sfatti nella calura insopportabile sono veramente esilaranti.
Il protagonista Pankov con la sua spalla Till è decisamente più scanzonato di quanto ci si aspetti da un pilota del terzo reich.
Peccato per l'Arado, finito a pezzi penzolanti dalla vegetazione. Ciò che trovano nel laboratorio, però, è una novità di tutto rispetto. Anzi, due novità contando sia la mina che la cassetta.
Adesso non è che la scenetta della contraerea si ripeterà quando lo Swordfish si sarà avvicinato alla loro nave?
Complimenti per la storia divertente e allegra.
MaxT :)

Recensore Veterano
19/06/20, ore 09:34

Tutto bene quel che finisce bene. Tranne che per Hook, ovviamente, costretto a fuggire dalle avance del "delicato" fiore tigrato che si è innamorata perdutamente di lui.
Alla fine, la Crocodile non era poi così innocua. Solita sfacciata fortuna del giovane tenente, che non sarebbe riuscito altrimenti a salvare i suoi uomini, e tanto meno il dispositivo Ombra.
Ho riso a crepapelle quando i due fratellini, che lo adorano come un eroe (come dar loro torto), senza volerlo, lo hanno fatto cadere in mare. E dire che volevano solo salutarlo. Comunque quisquilie, per un gatto dalle mille vite come il nostro simpaticissimo Pankow.
Ci ho messo un po' a finire questa storia ma certo non per un suo difetto, perché proprio non ne ha.
Mi sono divertita moltissimo a leggerla, e un po' mi mancherà.
Per fortuna sei un prolifico scrittore, e di splendide altre storie da leggere come questa posso trovarne a decine.
Mi metto subito alla ricerca.
A presto Vecchio mio!

Recensore Veterano
16/06/20, ore 16:56

Tornata!
Vino vino, delizia per il palato e veleno per il cervello (e qualche volta pure per lo stomaco, ma "stica"). Come è facile convincersi che il mondo sia un bel posto in cui vivere e i suoi abitanti persone simpatiche quando si ha a disposizione una bottiglia bella piena di roba alcolica. :D
E così, Schelle vuota il sacco e comunica la posizione dei nostri eroi - a loro volta impegnati a ciucciare di brutto - per poi rinvenire e scoprire che tutti i tedeschi sono stati acciuffati e l'odiato-amato Pankow è in pericolo.
Provvidenziale Crocodile. Grazie a lei, Schelle ha eluso i controlli dei marinai indaffarati a tenerla lontana e si è tuffato in mare per andare a salvare il nostro ultra fortunato Pankow, che rischia di fare un bel botto. Che, ovviamente, non farà.
Come sempre complimenti, Vecchio mio. Questa storia si legge che è una meraviglia, e un po' mi dispiace di essere arrivata (quasi) alla fine.
A presto!

Recensore Veterano
31/05/20, ore 10:00

Sempre terribilmente in ritardo, ma ci sono.
Non so perché ma questo capitolo mi ha ricordato molto uno degli episodi dei "Pirati dei Caraibi", quello dove Jack Sparrow deve vedersela con gli indigeni che lo reputano un dio e per tanto vogliono onorarlo pappandoselo. Ovviamente le storie sono diverse, ma il modo in cui si è comportato il nostro Pankow mi ha ricordato molto quello del pirata più famoso nella storia del cinema.
Che il "Giglio Tigrato" fosse in realtà un "Orso Imbufalito" è stata una bella sorpresa per il nostro eroe, che in un modo o nell'altro la fa sempre franca. E così salva la figlia del capotribù e, di conseguenza, tutti i suoi amici, e siccome Pankow, oltre a cadere sempre in piedi e ad avere sette vite come i gatti, è anche sfacciatamente fortunato (che poi le due cose sono strettamente correlate), non deve manco sposarselo il lottatore di sumo in gonnella, come in genere si usa in queste circostanze.
Till si comporta proprio come Trilly: come lei è geloso e scontroso. Così, mentre fa quello che gli riesce meglio, cioè isolarsi da tutti per autocommiserarsi meditando sulle sue afflizioni, viene aggredito dagli uomini di Hook. Perché col cavolo che nessuno ha seguito Pankow che a sua volta seguiva l'Orso Imbufalito nella sua impetuosa corsa verso il villaggio. E ora mi sa che vedremo un po' di fuochi di artificio.
Leggere questa storia distende i nervi, fa morire dal ridere.
A presto Vecchio mio.

Recensore Veterano
22/05/20, ore 11:41

Cia carissimo.
Più la storia va avanti più diventa interessante e divertente.
Doppia amara sorpresa per l'ufficiale della Schutze e i suoi uomini: non solo hanno scoperto che i loro soccorritori hanno distrutto l'aereo e ora hanno bisogno, come loro, di qualcuno che vada a soccorrerli, ma vengono anche trovati da indios piuttosto inferociti che li reputano i responsabili della sparizione della figlia del capotribù. E anche se il capotribù dei selvaggi, al cospetto del quale stanno per essere portati, potrebbe credere alla loro storia che a rapire il suo Giglio Tigrato siano stati gli inglesi, di sicuro una bella tortura di fine interrogatorio non gliela leva nessuno. Per fortuna che il nostro Pankow e il povero Wendel sono arrivati giusto in tempo per assistere al sequestro dei suoi compagni.
Cosa escogiterà il nostro eroe per salvarli? Lo vedremo nella prossima (dis)avventura.
E niente, io ti odio.
A presto, Vecchio mio.

Recensore Veterano
15/05/20, ore 23:58

Rieccomi.
Anche questo capitolo mi ha fatto rotolare dalle risate.
Peter Pankow mi ricorda i tanti personaggi interpretati da Leslie Nielsen, tutti rincoglioniti ma fortunatissimi, che riescono a portare a compimento ogni missione loro affidata nonostante le loro competenze specifiche in niente.
C'è quasi da capirlo, più che da compatirlo, il povero capitano Hook, frustrato per la sfacciata fortuna del piccolo mangia-crauti. E mentre lui, Till e i tre fratelli se ne vanno a zonzo sull'isola, completamente indisturbati, Hook passa un brutto quarto d'ora alle prese con una specie di mina che, alla fine, oltre a risultare inoffensiva, sembra essere anche totalmente disinteressata al capitano dalla mano uncinata e al suo nostromo.
Ce la farà Capitan Nerone a recuperare l'oggetto rubato ai tedeschi che poi i tedeschi hanno nuovamente rubato agli inglesi?
Lo scopriremo nei prossimi avventurosi capitoli.
Intanto, anche questa storia, finisce dritta tra le mie preferite
A prestissimo, Vecchio mio!

Recensore Veterano
13/05/20, ore 12:51

Ho riso dalla prima all'ultima riga. Ogni volta resto sorpresa dal tuo modo di raccontare, perché questo è davvero quello che fai. Tu non devi pensare alle parole, tu non hai bisogno di inventare. Leggerti è come stare fisicamente in tua compagnia e ascoltare dalla tua voce racconti di storie di vita vissuta, a volte divertenti, altre drammatiche, ma tutte avventurose ed estremamente reali.
Impossibile non amare i tuoi personaggi, impossibile non lasciarsi coinvolgere emotivamente dalle loro avventure. Tra loro, in questa storia, Till è il mio preferito. E' allenato al modo fanciullesco e per tanto deliziosamente folle del suo superiore, e per questo è l'unico in grado di supportarlo e sopportarlo.
"A un tratto nell’interfono la voce concitata di Wendel fu sostituita da quella gelida di Till, che sobriamente comunicò: “Il suo nuovo e bravissimo radiotelegrafista è svenuto, signore. Sono autorizzato a prendere il suo posto?”
“Fa’ come se fossi a casa tua,” rispose sbrigativo il tenente, riprendendo un volo livellato in linea retta."
E' per cose come questa che io ti adoro, Vecchio mio.
A presto!

Recensore Veterano
28/11/19, ore 09:06

Ed eccoli tutti riuniti, i nostri eroi: Pankow, i tre fratelli e il gelosissimo Till.
Tutte le tue storie mi piacciono, questa poi mi diverte da morire.
Quindi, aereo aggiustato e già collaudato. Non rimane che partire verso l'Isola che non c'è, e scoprire quali avventure vivranno i nostri eroi sotto la guida del tenente-fanciullo più scavezzacollo che esista.
A presto Vecchio mio!

Recensore Veterano
21/11/19, ore 10:39

Lo scambio di parole tra Till e Pankow sulla questione se sia meglio bere acqua o somigliare a degli inglesi per un po' di rum è esilarante, mi ha fatto scompisciare dal ridere. Quindi, il nostro eroe è senza velivolo per colpa di due cerebrolesi zelanti quanto idioti, che non solo si sono messi fuori uso da soli ma prima hanno pensato bene di smontare il motore dell'aereo.
Un sistema per raggiungere l'isola che non c'è e portare a compimento la missione affidatagli lo troverà di sicuro, non resta che proseguire nella lettura per scoprire quale.
E ora devi proprio togliermi una curiosità: hai fatto qualche corso per scrivere come scrivi, o ci sei nato con questa dote? Io semplicemente amo il modo in cui scrivi, e per lo stesso motivo odio te :P :D
A presto Vecchio mio!

Recensore Master
08/11/19, ore 20:00

Ciao Old!

Lenta ma inesorabile, giungo alfine anche in questo capitolo. Ho un problema, a causa tua, e spero tu possa risolverlo. Amo Pankow e amo Hook. E mo' come se fa? Colpa tua. Colpissima tua! XD Il capitan uncino è proprio figlio della migliore nobiltà inglese. È ieratico, coltissimo, poetico, erede della classicità. Fa ridere mentre insulta Pankow perché lo fa con la grazia dei gentiluomini d’un tempo. Soak, allo stesso modo, semplicemente spassoso, come quando gli dice che ha paura di sapere chi o cosa prega. Sulla crocodile non dico nulla, ma fa ridere esattamente come nell’omonima opera. Tra l’altro è un bel po’ che non vedo la versione Disney di Peter Pan e solo rileggendoti ho ricordato perché l’ombra fosse tanto importante per Peter – Wendy finiva per cucirgliela addosso, mi pare.

Schelle è splendido. Rendere la deliziosa fatina verde acqua un militare della Seconda Guerra Mondiale non era facile soprattutto perché nel momento in cui Trilli/Schelle sbuffa e si siede lontano l’adesione tra l’immagine del cartone e quella della tua storia si fondono perfettamente. Peter Pankow, invece, continua a volare sopra i problemi metaforicamente e non, prendendo atto del destino con qualcosa che pare leggerezza, sembra temerarietà ma a volte mi sembra anche un conscio adeguarsi alle fortune e alle sfortune del destino, un prendere atto di ciò che succede con un inguaribile ottimismo che si adattano anche a un pilota che, presumo, debba essere un uomo risoluto e capace di prendere decisioni in fretta (più di me davanti all’armadio a novembre, perlomeno Xd). Quindi Pankow non è semplicemente una trasposizione germanica del ragazzino col berretto verde, ma può anche avere sfumature adulte e profonde, pur rimanendo legato a una leggerezza che forse è un valutare le cose con distacco. È folle, è fortunato, è giovane, ma è pur sempre un pilota con due attributi così, no?
Perdonami per la lunga assenza e tantissimi complimenti per questo capitolo. Arriverò anche alle storie più nuove, giuro! ^^
Un caro saluto,
Shilyss

Recensore Veterano
05/11/19, ore 08:10

Quanto manco da efp? Troppo. Bisogna che recuperi il tempo perduto.
Al solito, leggerti è un piacere. Mentre lo facevo, mi sembrava di udire la voce di un narratore raccontare dei tre giovani bisticcianti fratelli e del nostro capitan Hook, comprensibilmente adirato con chi lo ha privato di una mano: l'eroico e ormai famosissimo Peter Pankow.
Questa storia è estremamente godibile, scritta al solito con impeccabile maestria.
Alla prossima, carissimo!

Recensore Master
24/10/19, ore 19:31

Ciao caro Old, ed ecco che siamo giunti alla conclusione anche di quest'altra avventura. Un po' di spensieratezza ogni tanto ci vuole, e devo dire che la tua storia mi ha fatto a tratti sorridere, immergendomi in un mondo a metà tra la commedia e il fiabesco. L'unica protesta è da parte dei miei gatti che non hanno per nulla apprezzato il trattamento riservato al gatto di bordo...
Una volta di più hai mostrato una perfetta padronanza di tutti gli stili, e nelle tue storie sei in grado di misurarti col drammatico e col comico, riuscendo sempre ad avvincere e ad appassionare.
Di Peter apprezzo molto la leggerezza, intesa come levità di spirito, con cui affronta anche situazioni non facili (ovvero impossibili), forse insegnandoci a non prendere tutto troppo sul serio. Anche al cospetto di Hook non ha atteggiamenti di sfida, e in effetti la storia dell'uncino ben potrebbe essere un'avventura da raccontare per far colpo in società...
Prendere le cose con più umorismo è senz'altro una buona lezione di vita...
Come sempre complimenti e alla prossima storia!