CIAO GUASCONA!
Questa non te l'aspettavi, vero? Beh, nemmeno io, in effetti. Mi hai corrotta, te possino, hai rapito la mia anima innocente e te la sei rigirata al mignolino tenendomi infine in pugno... ma magari la smetto di delirare, eh, che sennò non finisco più. Il punto è che scrivi bene, e mi piace come scrivi, e il tuo Tony e il tuo Peter mi piacciono (ma che dico, li adoro). Magari, no, non mi piacciono come coppia in un universo puramente marveliano nel quale sono abituata a vederli e scriverli altrimenti... ma le premesse di questa storia sono fantastiche, ed esilaranti, e ci portano a distaccarci dai personaggi canonici (non perché non siano loro, anzi, sono più loro di loro stessi, non so se mi spiego!) quindi... quindi io leggo, Co', e mi piace ciò che leggo, e perché mai non dovrei fartelo sapere anche per iscritto? Appunto, quindi ti becchi i mammozzoni pure qua, mi dispiace, becca e porta a casa.
Chiusa la premessa magari passo alla storia, prima di venir fucilata per eccesso di logorrea.
Allora, devi sapere che io, la prima volta che ho letto questo capitolo, ho sghignazzato dall'inizio alla fine. Perché c'è un qualcosa di maledettamente perfetto, aderente all'ordine cosmico delle cose, in un Peter Parker in ritardo, trafelato, casinista e impegnato a non perdere pezzi a destra e a manca in una giornata importante che continua a sfaldarsi ad ogni passo che fa. Una di quelle che partono col piede sbagliato e che materializzano una fantozziana nuvoletta nera sulla sua testa nella speranza di oscurarla del tutto – per poi essere scacciata dal provvidenziale raggio di luce divino che indica la via... verso un tamponamento.
Lo ammetto, avendo presenti le premesse della storia pensavo che il tamponatore in questione fosse Tony in persona, e ho sogghignato nel rendermi conto che era un esagitato Happy coi nervi temprati da uno snervante datore di lavoro – quindi figuriamoci se avrebbe mai perduto la calma di fronte a un Peter quasi-nel-panico-c'ho-le-sfighe Parker.
L'entrata in scena del nostro playboy preferito non poteva essere più d'effetto, con tanto di battuta surreale che chiama in causa dei koala a far da ciliegina sulla torta, e presa per il culo velata in quel "Ah, Parker!" sardonico che meritava un pugno in faccia da Papa Francesco. Quanto è lui? Tanto, Co', ma lo sai.
Vedere Peter in tilt è una delle scene più belle ed esilaranti che tu abbia mai scritto, al pari con l'invettiva-macchinetta che riversa addosso al povero (ma manco per niente!) Tony. È una scena comica, è vero, ma mette in mostra la grinta di Peter e la sua innata predisposizione ad esigere giustizia e correttezza, nel piccolo di un incidente stradale. Quanti, davvero, quanti di noi avrebbero la prontezza di, volgarmente, sbroccare a un personaggio illustre in una situazione simile. A maggior ragione se è un qualcuno che si ammira, che ha un discreto potere e influenza, un quoziente intellettivo fuori norma, e che è noto per essere uno stronzo arrogante. Esatto: pochi, quasi nessuno. Si incassa, si china la testa perché "tanto avrebbe ragione lui", si spera in un risarcimento e si torna in carreggiata rassegnati. Ma Peter è Peter, e Tony non la sfanga, com'è giusto che sia. Ci ho visto tanto, in chiave più leggera e a ruoli invertiti, l'iconica scena di Homecoming in cui è Peter, quello a subirsi la giusta ramanzina; e vederla posta in questi termini mi ha fatto sorridere, ma anche ammirare il ragazzino del Queens che fa la voce grossa senza mai sentirsi davvero tale.
Tutta questa situazione, a partire dal ritardo catastrofico fino al tamponamento fatale, tutto ciò che hai scritto è parkeriano, è Spider-Man, è la jella che ci vede benissimo unita a una Legge di Murphy impietosa con il nostro beniamino a prescindere dall'universo in cui si trova a muoversi. È un po' tutti noi, Peter, siamo tutti stati degli sfigati almeno una volta nella vita, e trovo che in questa situazione così quotidiana e vissuta, banale nel senso più positivo del termine, si riscontri l'anima che Stan Lee aveva instillato all'epoca nel personaggio: la capacità di far immedesimare in lui chiunque, e di rendere un Chiunque qualcuno in grado di incarnare ideali e principi più alti. Gridarono al flop, quando si ostinò a voler pubblicare le storie di questo quindicenne normalissimo di ceto basso con un potere più grande di lui, ma sappiamo tutti com'è andata a finire. E il bello è che nella tua storia non ci sono poteri ragneschi né supercattivi invincibili: semplicemente il quotidiano e la capacità di tenergli testa, che sia sottoforma di imprevisto paradossale o di un Tony Stark ancora incastrato nella propria personalità egocentrica e superba che se ne infischia degli altri.
In verità, il finale redime un pochino Tony, che sappiamo tutti essere una specie di Chewbacca umano: rude e burbero fuori (magari una 'nticchia più carino, anche) e un'anima da Orsetto Abbracciatutti dentro. E dopo questa perla di saggezza, ritengo opportuno eclissarmi e palesarmi il prima possibile (giuro) dal prossimo capitolo. Giurato Giuro
Ti mando un bacione gluten-free, Co'. Te se vo' bbene: a te, alla qualità che porti nel fandom e al cuore che metti in ogni tua storia <3
-Light/Cosa2- |