Ciao!
Piccola premessa: non sono solita leggere originali sul sito, non sono mai sicura di cosa potrei trovare. Raramente sono rimasta soddisfatta, ma ci tenevo a leggere qualcosa di recente.
L'incipit mi ha attratta, e dunque eccomi qua.
L'idea mi piace, mi intriga. Sono curiosa di sapere come la svilupperai. Sicuramenre ci sarà angst, sicuramente il fluff che hai promesso nelle note farà soffrire, perché so che sarà dolceamaro, come giusto che sia con una trama simile.
Questo è solo il prologo, ma introduce bene le emozioni del protagonista: è in collera, è di fronte a una scelta sofferta - seppur giusta, ai suoi occhi -, una scelta che comunque non vorrebbe prendere. Un destino difficile che renderà ancora più complicata la sua vita.
Altra piccola premessa: sono una frana con i nomi coreani. Difficilmente li ricordo, dunque perdonami fin da adesso se sarò imprecisa. Devo familiarizzare e assimilarli per bene. Ci riuscirò?
La storia è introspettiva, e direi che - anche se si tratta di prologo - la stai gestendo bene. Perché ci hai presentato il protagonista in questo modo: sensazioni, pensieri, emozioni.
Jin deve abbandonare tutto, lo rivela al suo amico, al ragazzo con cui ha condiviso un sogno, una passione, una carriera. E l'amico - come qualsiasi amico degno di questo nome - pensa al fidanzato (?) di Jin, al fatto che anche lui merita di sapere, di elaborare la notizia.
Ma per Jin al momento è troppo.
Un prologo che lascia il lettore in sospeso, un prologo "volta-pagina" (nel senso che per essere sazio, devi per forza leggere il primo capitolo. Non ti basta questo piccolo assaggio.)
Insomma: hai gettato tutte le premesse, e direi che l'hai fatto bene.
Ancora non conosco i personaggi, ancora non ci sono legata, ma è chiaro fin da subito di cosa si sta parlando. Si entra immediatamente nella testa di Jin, nei suoi sentimenti.
Passando al lato tecnico: nessun errore. Il ritmo del testo va più che bene, scorre facilmente e facilita e rende piacevole la lettura.
E direi che il titolo è tutto un programma.
Scusami ancora per il ritardo. Davvero. |