Salve cara! Sono di nuovo qua per lo scambio del Giardino!
Allora, questa volta abbiamo un capitolo “misto”, che narra la vicenda dai punti di vista di entrambi i tuoi protagonisti.
Il primo è Jungkook, che riprende il capitolo precedente da dove era stato lasciato. Mi piace come questo personaggio si esprima molto nella gestualità, ancora una volta. Non rimane passivo all’ansia e al turbamento ma cerca di darsi uno sfogo – in modo inutile, ma già il suo tentativo di farlo dice molto su di lui. Quindi eccolo che prende e va a camminare, “fugge” metaforicamente dal proprio male solo per poter trovare il filo, l’inizio di quella matassa sconclusionata che sono diventati i suoi pensieri. Quindi abbiamo stralci di sensazioni esterne, nessuna immagine davvero definita perché LUI non ne vede, talmente è agitato.
E alla fine arriva a capirci qualcosa, finalmente, da un nome a quello che prova. Dice di amarlo e di aver sacrificato quel suo amore per una sorta di bene superiore, qualcosa che nel mondo degli Idol ha molto valore, ovvero l’immagine e l’equilibrio della loro band. Penso sia un motivo più che valido, considerando chi è Jungkook, in una posizione come la sua sarebbe difficile davvero per chiunque.
Ma anche se è comprensibile, è anche comprensibile come, questo amore, proprio in quanto tale sia difficile da manovrare: un tale sentimento si ribella al controllo, e infatti tutti gli altri componenti della band sanno benissimo cosa prova lui e cosa prova l’altro. E poi, un tale sentimento fa pagare sempre il conto, come lui stesso se ne accorge proprio qui.
Parentesi, mi è piaciuto proprio TANTO questo pezzo, l’ho trovato anche “musicalmente” molto d’effetto: >
“Vederlo partire forse avrebbe riportato un po’ di insana quiete data dal niente che sarebbe rimasto dei suoi sentimenti. Parlarne avrebbe fatto male, non farlo invece avrebbe fatto cadere tutto quanto in un angolo della testa, seppellito tra le delusioni, i rimpianti, ed il falso coraggio”
Mi si è proprio inciso nel cervello.
Ecco poi che passiamo all’altro protagonista della vicenda, ovvero Jin.
Jin che prova lo stesso tipo di turbamento e lo stesso tipo di angoscia, ma che sfoga questi sentimenti in modo diverso, ovvero con l’insonnia. E io ho pensato che già dormono tre ore a notte di solito, sti poveretti, se sono pure insonni mi si stringe il cuore per loro.
Ma a parte queste considerazioni inutili.
Mi piace come hai proprio narrato i gesti tipici dell’insonnia, quindi il cercare di Jin di mettersi in una posa diversa, il suo lottare contro il letto, e poi arrendersi al proprio destino e quindi iniziare a fare l’altro. Come nel caso di Jungkook, anche lui vede ma non vede, percepisce ma non percepisce, perché la sua mente è troppo occupata a vivere la propria ansia e quindi non riesce a fare altro – tranne cogliere quell’UNICO segnale che le serve per trovare la strada per il suo oggetto preferito, ovvero Jungkook. È una cosa così naturale e reale, l’ho trovata molto ben costruita.
E così noi lettori veniamo a sapere anche questi dettagli più “carnali”, diciamo così. Perché alla fine è una cosa naturale che fa parte del sentimento dell’amore, il sentirsi attratti anche sessualmente. Ma Jin, come Jungkook, ha tentato inutilmente di soffocare questa sua natura – e come l’amato, c’è riuscito solo in parte, perché il suo corpo lo richiama, anche con sogni poco casti.
Tenta di illudersi che potrà superare la distanza, com’è ovvio che sia, e che il tempo mitigherà le sue pene. Questo ovviamente gli dà una pace illusoria e momentanea, come ha avuto fino ad adesso.
Permettimi di dire questo: povero illuso. I suoi errori si ripetono sempre uguali, ma arriverà il momento della vera resa dei conti.
Ok, direi che con questa considerazione ho finito! Alla prossima, cara (L) |