Si dice che per ogni momento di felicitá prima o poi ne arrivi uno di tristezza.Se me lo aveste detto qualche tempo fa,forse,molto probabilmente,avrei fatto di tutto per convincervi che la felicitá non si deve mai pagare con la tristezza,avrei filosofato su come fosse importante sorridere sempre e trovare positivitá in ogni cosa. Quali scemenze…

[Haymitch!Centric |630 parole |Post-Saga| Introspettivo | Hayffie]
La prima volta che Haymitch la vide con un paio di pantaloni addosso trasalì: forse ho bevuto troppo, si era detto, ghignando di quell’insolita visione. Una Effie in pantaloni era tanto improbabile quanto una Katniss tutta sorrisi intenta a distribuire palloncini – forse, però, avrebbe potuto fermarsi a “Katniss tutta sorrisi”, perché l’immagine rendeva già fin troppo bene l’idea.
Eppure, tolto lo stupore iniziale, si era abituato in fretta a quella nuova versione dell’ex accompagnatrice. L’Effie in pantaloni e maglioni era meno sofisticata, più naturale e persino un pelino simpatica: ma forse quell’ultimo particolare era dovuto al fatto che ultimamente la donna parlava molto poco.

Sotto un cielo stellato, tutto sembra così perfetto e immutabile.
Luke e quella fragile ragazza sono sdraiati, immersi nel silenzio e circondati da colori.
Questo, però, non potrà durare per sempre...

Siamo tornati alla nostra panchina e abbiamo inciso i nostri nomi con il mio portachiavi, comprato da te in uno dei posti dove avevi cantato. Due H che si intrecciavano e due S sovrapposte. Non si capiva niente. Ti sei scusato:“ E’ Zayn quello bravo a disegnare.”
“Quando sarò lontano vieni qua, questo ti ricorderà che anche se sono in America o in Australia siamo sempre sotto lo stesso cielo. Siamo come il Big Beng , la torre di Londra, il Colosseo, le piramidi. Noi siamo per sempre.”

Peeta la stringe, un'ultima volta prima di interrompere quella morsa, prima di scivolare accanto a lei ed accoglierla tra le sue braccia, lasciando che il naso affondi tra i suoi capelli scompigliati, inspirando a pieni polmoni il profumo di cocco e miele che essi sprigionano.
Si appoggia a lui, Katniss, abbandonandosi a quelle premure, lasciando che le sue forti braccia stringano il suo corpo debole, ancora scosso da lievi spasmi.
La luce lunare filtra ancora dalla finestra, posandosi sul volto stanco e provato di entrambi, lasciando che l'uno scorgesse l'imbarazzo dell'altro, facendo si che ne ridessero insieme - storditi e felici.
Il mento di Peeta poggiato sulla testa di lei, l'orecchio di Katniss concentrato sul furioso battito cardiaco di lui, mentre nella mente di entrambi un unico pensiero si formula, prima di abbandonarsi ad un dolce sonno privo di incubi e fantasmi del passato: sotto la luce delle stelle - e tra le braccia di chi si ama - il Villaggio dei Vincitori sembra quasi un luogo carino in cui abitare.
[ Post!Mockingjay - Everlark - 3.296 parole ]

| LARRY STYLINSON OS.
Stargazing.
Certe cose sanno essere senza tempo.
Sono scritte nelle stelle.

Ti ricordi il nostro primo incontro? Eri lì, fuori dal rifugio, nudo dalla testa ai piedi che rubavi un po’ della nostra acqua credendo di non essere visto da nessuno, ma sbagliandoti.
Ho avuto compassione di te, un’emozione che non provavo da tempo, come tutte in fin dei conti, e ricordo di essermi tolto la giacca ed avertela messa sulle spalle per cercare di coprirti almeno in parte.
Ti ho portato dentro.
Ti ho dato un bicchiere d’acqua, un po’ di quello schifoso cibo in scatola rubato la scorsa settimana e ti ho chiesto quale fosse il tuo nome.
“Frank” mi hai risposto, e sentire qualcuno che si presenta davvero col suo nome di nascita e non con uno sciocco nomignolo mi ha incuriosito sempre di più.
“Party Poison” ti ho detto io, e la tua risata arrivatami in risposta non potrò mai farla uscire dalla mia memoria.

E scusami se non mi sono mai curato del mondo sotto di noi: ma conviviamo con le stelle, e nient’altro ha mai contato se non noi due.

In cui Louis si guarda allo specchio, Harry sorride e festeggiano. Non necessariamente in quest'ordine.

Ron alle prese con un regalo magico da fare alla sua ragazza

[Capitan Harlock]
[Capitan Harlock]« L'universo è la mia casa... la voce sommessa di questo mare infinito mi invoca e mi invita a vivere senza catene... la mia bandiera è un simbolo di libertà »
A bordo dell'ultima nave, l'Arcadia, la Nave Ammiraglia delle Death Shadow, Harlock guidava anche l'ultima delle speranze.
Il suo equipaggio era fatto di scarti umani, persone che erano scappate, persone che erano state esiliate, persone che avevano una sola cosa in comune. Un ideale: Libertà.
Aveva preso molti sotto la sua ala protettiva, o forse, doveva dire mantello.
Ora Harlock era diventato solo una mera ombra di ciò che vantava prima. Avvolto nei suoi abiti scuri, coperto da una benda, lì dove un'ustione gli aveva portato via la vista.

Ciao!!
Altro esperimento, beh sarà due parti, questa e l'altra post 5x20. Ecco cosa succede quando la giornata di ieri ti regala tante gioie. Olicity will rise sisters, credeteci.
Buona lettura

Tanto tempo fa umani e mostri governavano la terra in pace e in armonia ma un giorno invecchiarono e allora scoppiò una guerra per le pensioni, i posti auto, e le case di riposo. Dopo una lunga guerra gli umani vinsero sigillando i mostri nel sottosuolo

Tanti anni fa, viveva un tenibile e rozzo uomo di nome Dr. Ivo Robotnik; Viveva insieme a tre robot: Scratch, Grounder e Cokanuts, e voleva a tutti i costi catturare Sonic e il suo amico Tails.
Un giorno però, arrivò a casa sua, una forte e bellissima donna di nome Katella, con lo scopo di conoscere a fondo i suo carattere.
Allora l'uomo si alzò dal suo trono esclamando:"Benvenuta nel mio palazzo Miss. Katella! Fa come se fossi a casa tua e non aver paura di chiedermi qualcosa" strizzandosi i suoi Baffi lunghi e arancioni. Allora lei: "Be... avevo sentito dire che lei è l'uomo più bello e gentile di Mobius. Mi puoi far vedere il suo laboratorio per favore?" "Ma certo che sì, qualunque cosa per una bella donna come lei!" rispose Robotnik. Quando si fermarono davanti a un cannone del laboratorio, la donna non perse l'occasione di spingerlo dentro a sorpresa e lanciarlo dall'altra parte del Mondo! Katella in realtà era una delle serve di I.M. Meen, che voleva trasformare l'abitazione di Robotnik in una Biblioteca, e i tre robot non poterono fermarla perché altrimenti he he...erano mazzate per loro. continua...

C’è un momento, un momento preciso, in cui si dice che un bambino ‘cresce’.
Nello stesso esatto momento nasce un nuovo e preimpostato adulto, già formato dalla società e tante grazie.
Ma nello stesso esatto momento succede anche un’altra cosa, poco notata.
Anzi, totalmente dimenticata.
Il vero fattore che fa scattare il cambiamento nel bambino.
Controlli Neurologici Avanzati. CNA.